apr252025
Conferenza “Lo stragismo degli anni Settanta”
Sabato 12 aprile 2025, presso la sala della musica della biblioteca di Lonato, gli studenti di alcune delle classi quinte dell’IIS Cerebotani, hanno partecipato a un incontro con Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia, accompagnato da due avvocati, Valeria Cominotti e Francesco Menini, quest’ultimo coinvolto nei lunghi processi che hanno cercato di fare luce su una delle pagine più buie della storia italiana. L’incontro è stato un’occasione preziosa per approfondire gli anni dello stragismo, tra il 1969 e il 1974, periodo segnato da attentati mirati come quelli di Piazza Fontana e, a Brescia quello di Piazza della Loggia, avvenuti nell’ambito di una vera e propria “strategia della tensione”.
L’obiettivo? Destabilizzare la giovane democrazia italiana, ostacolare le riforme sociali e creare un clima di insicurezza tale da giustificare il ritorno a un regime autoritario. Personaggi come Gaetano Orlando, protagonista dei processi, dichiararono apertamente di essere consapevoli della violenza messa in atto, motivati da un forte anticomunismo e dall’idea che solo un conflitto — civile o indiretto — avrebbe permesso di eliminare il Partito Comunista. La strage del 28 maggio 1974 colpì una manifestazione legata alla campagna per il referendum sul divorzio, un momento di profonda partecipazione democratica. Quella bomba non colpì solo i manifestanti, ma l’intera società civile, mettendo in discussione valori come il dialogo, la libertà e la possibilità stessa di scegliere. Manlio Milani ha ricordato come quella violenza avesse l’intento di negare l’esistenza dell’altro, di chiudere ogni possibilità di confronto.
Ma la risposta popolare fu forte: la piazza tornò a riempirsi, stavolta di cittadini comuni, studenti, sindacati, insegnanti. La scuola era lì, a testimoniare il suo ruolo fondamentale nella costruzione della memoria e della consapevolezza. Le storie delle vittime, come quella dell’insegnante Luigi Pinto o dell’operaio Bartolomeo Talenti, mostrano la varietà e la forza delle persone coinvolte, spesso rappresentanti del lavoro, della cultura e della Resistenza. Centrale anche il ruolo delle donne, tre delle cinque insegnanti morte erano donne: simbolo di un diverso modo di vivere il conflitto, più aperto al dialogo e all’ascolto. Nel corso dell’incontro si è parlato anche di giustizia riparativa, cioè la volontà non solo di punire i responsabili, ma di ricostruire un tessuto sociale ferito, restituendo dignità alle vittime e favorendo un dibattito collettivo, di cui Manlio Milani si è fatto promotore. Come infatti ha ricordato durante la conferenza, “la memoria è andare oltre i ricordi” ovvero capire la storia per riconoscere i segnali del presente e impedire che simili tragedie possano ripetersi.
Dordoni Thomas & Orlandi Dominick 5E