Viaggio d’istruzione a Berlino: un punto di vista

image_print

Una delle migliori esperienze passate con i miei coetanei. Una fantastica settimana trascorsa alla scoperta della città di Berlino, visitando i suoi maggiori luoghi di interesse, tra musei e piazze, dal Duomo al Parlamento. Una corsa continua a piedi e sui caotici,
ma molto efficienti, mezzi di trasporto della città; ovviamente non sono certo mancati divertentissimi episodi: alunni dispersi e poi, in un modo o nell’altro, ritrovati, indescrivibili le loro facce nel vedere il gruppo partire sul treno che avevano appena perso. Una sfida continua nel cercare di farsi capire con uno sbiascicato inglese o nel
tentativo di imparare qualche parola in tedesco. Non voglio raccontarvi subito dell’arrivo perché,già alla partenza, in autobus, da Lonato diretti a Malpensa, avreste visto alcuni impazienti di festeggiare la prospettiva di una settimana senza scuola: nel percorrere i primi 500m un ragazzo ha vomitato tutto l’alcool che, dalla notte precedente,non era riuscito a smaltire; insomma erano le 3 di mattina del primo giorno e le cose cominciavano già a farsi interessanti. L’aereo non è precipitato e ,mattinieri, dall’aeroporto della capitale tedesca non abbiamo perso tempo grazie alla guida dei nostri, ormai esperti, insegnanti. Nonostante il freddo pungente di marzo abbiamo raggiunto in poco tempo un albergo carino,
dalla facciata primonovecentesca, nel cuore della città.
Ricordo ancora le scale di legno antico che univano i diversi piani del palazzo praticamente vuoto e quindi riservato a noi studenti: la notte era impossibile salire o scendere quei gradini senza fare un caos assordante, ma ciò non ci ha fermati dall’ entrare e uscire dalle stanze fino a notte fonda. Tutto sommato però l’ hotel era discreto, il servizio buono e la colazione abbondante: nel complesso merita sicuramente un voto positivo . Fortunatamente il tempo, in settimana, si è mantenuto sereno e ci ha permesso di visitare la città in tranquillità e in un clima piacevole . Non siamo stati altrettanto fortunati per quanto riguarda la cena.
L’agenzia di viaggio ci aveva prenotato ben cinque cene in un ristorante italiano non molto lontano dall’albergo, il ristorante “Le Olive”.  La prima sera non è stato facile trovarlo, per via dello scarso  orientamento , infatti siamo arrivati con mezz’oretta di ritardo. Il locale,in sé,non era male e abbiamo trovato ad attenderci diverse tavole apparecchiate con già serviti piatti di pasta al pomodoro ed in fianco al primo piatto…il dolce!
Una  minuscola porzione di tiramisù,un prodotto evidentemente comprato e neppure di grande qualità. Tutte le sere, puntuale, un
mediocre  prodotto dolciario si trovava sulla tavola prima ancora dell’inizio della cena . Una strana abitudine che non rappresenta
minimamente le nostre tradizioni, eppure i gestori e i camerieri erano chiaramente italiani, dato che italiano parlavano. Il servizio era pessimo e la proprietaria è stata spesso sgarbata,
conquistandosi così l’odio e le battute dei più cattivi tra noi. La qualità del cibo che ci hanno proposto poi non differiva molto dal dolce, tanto che molti piatti, tutte le sere, restavano quasi intatti. La serata non poteva concludersi certo così amaramente ed infatti
è continuata con una buona birra nei locali circostanti: c’è stato chi si è fermato alla prima e chi invece è andato oltre il primo boccale per poi fare il “giusto” baccano sulla strada del ritorno. Le giornate passavano così, svegliandosi la mattina presto, dopo aver fatto le ore piccole; girando per la città di Berlino, tra i diversi luoghi di interesse abbiamo visitato l’imponente Duomo: spettacolare la vista che si aveva dal camminamento che circondava le guglie sul tetto.
Siamo andati a Potsdam dove abbiamo potuto vedere il bellissimo palazzo in cui si è tenuta la conferenza di Postdam nel 1945 alla quale hanno preso parte i tre grandi vincitori della seconda guerra mondiale:il primo ministro inglese Churchill, il presidente
americano Truman e il dittatore sovietico Stalin, per decidere le sorti dell’Europa e della Germania. Sono stati mantenuti i mobili, le sedie e le scrivanie originali usati per l’occasione, così come il tavolo rotondo attorno al quale i capi di Stati si sono riuniti
privatamente per prendere le decisioni più importanti: i materiali, i libri e l’atmosfera di quelle stanze conferiscono grande valore a quel luogo. Non poteva mancare la visita al campo di concentramento e
lavoro di Sachsenhausen. Muniti di audio guida, abbiamo intrapreso lo stesso percorso che i deportati facevano per accedervi, attraverso vari cancelli e un lungo un viale ghiaioso fino alle baracche dove
venivano stipati a centinaia. Personalmente di quella esperienza mi hanno colpito le testimonianze audio di chi era sopravvissuto e ha potuto raccontare la quotidianità all’interno del campo, come del fatto che ai prigionieri venivano fatte indossare delle scarpe e fatti camminare lungo il perimetro del lager per giorni interi, senza sosta e in qualunque condizione atmosferica, per testare la qualità dei materiali: ai tempi questo “test” veniva addirittura usato come riconoscimento di marchio qualità sul mercato.
Sono stati interessanti i racconti avvincenti di chi era riuscito a fuggire, ma mi ha turbato il cancello nero (sul quale campeggia la frase “Il lavoro rende liberi”) che da molti è stato attraversato solo una volta. Un percorso personale che, in un modo o nell’altro,ha
toccato inevitabilmente ognuno di noi. Non poteva mancare la visita ai luoghi dove, fino a non molti anni fa, sorgeva il famosissimo muro di Berlino: un muro di contenimento alto tre metri e mezzo che aveva il compito di dividere la parte est della città, di orientamento comunista, dalla parte ovest sotto l’influenza statunitense. Simbolo della guerra fredda, nel tentativo di attraversalo, hanno trovato la morte più di duecento persone:tra i più disperati tentativi iniziali vi è stato quello di buttarsi dai palazzi circostanti, con la speranza di atterrare nel lato giusto.
E’ stato abbattuto nel novembre del 1989 in un clima di festa mondiale mentre migliaia di persone lo oltrepassavano libere ed un nuovo governo si ricostituiva. Tutt’oggi però vi sono resti di quel muro in ricordo di quei tempi e di tutte le persone uccise. Siamo stati per diverse volte alla Hoffbrǟuhaus München, meglio conosciuta come HB, una delle più famose e celebri birrerie storiche di Berlino, nonché seconda casa dell’Oktoberfest, dove abbiamo
pranzato con qualche piatto tipico e bevuto ottima birra. Le serate invece, dopo aver cenato in quell’orrendo posto che si spacciava per ristorante, erano “libere”e, divisi in gruppi, siamo andati nei locali dei dintorni, in tutte le birrerie che scoprivamo per strada, nella vicina discoteca e in tutti i negozietti che la vita notturna di Berlino ci poteva offrire. L’ultimo giorno, avendo l’imbarco nel primo pomeriggio, abbiamo dedicato la mattina alla ricerca del souvenir perfetto da portare a casa, chi alla ragazza, chi alla famiglia, spulciando tutti i negozi per turisti. La ricerca è stata lunga, ma, superata l’ora di pranzo, fatte le valigie alla meno peggio e tornati in aeroporto, abbiamo affrontato il vaggio di ritorno. Stanchi, ma contenti, con le tasche vuote, ma ricchi di nuovi ricordi, siamo arrivati a Lonato. Abbiamo così rivisto i nostri familiari a cui abbiamo raccontato di una città gigantesca che non dorme mai, ricca di storia e di tradizioni, di un popolo forte che,sconfitto,si è sempre rialzato: di un’esperienza indimenticabile.

Domenico del Volo