Il beat di Costanzo Premio Wladyslaw e un nuovo libro
«Re-Beat» come ribattere, battere ancora: «Re-Beat» per rievocare i fasti della beat generation. È il titolo del nuovo libro di Igor Costanzo (sottotitolo «New and selected poems») che verrà pubblicato in estate negli Stati Uniti dalla Vagabond Press di Mark Lipman, e a seguire anche in Europa e in Italia. Sarà in doppia lingua, italiano e inglese, già disponibile in pre-order: raccoglie il meglio della produzione del poeta gardesano classe 1980 (curatore di «Tracce di poesia» su Bresciaoggi) in oltre 20 anni di carriera, più qualche recente inedito: fosse un album musicale, sarebbe un «best of». E invece la musica stavolta è tutta nelle parole: ci sono poesie giovanili oltre ai cult degli ultimi anni come «Italia» e «Moniga», pezzi tratti da precedenti volumi come «Innocenza in bilico» e «Il cavallino blu», nuovi testi dalle sonorità positive. «È un libro felice nel suo epilogo – racconta Costanzo durante l’incontro al Lab dell’artista Mauro Maisel, dove ha appena acquistato l’opera “Magma” – come un rivedere le stelle dantesco: dopo una vita alla ricerca di me stesso, sento di essere uscito dal mio purgatorio. Le ultime poesie parlano di felicità, non di buio dell’anima: parlano d’amore, che non bisogna mai smettere di cercare». Lecito chiedersi se si possa fare poesia anche quando si è felici: «Me lo sono chiesto anch’io, tante volte. La poesia è solo lamento? Solo elegia? Forse ci piace crogiolarci nelle soffitte tisiche parigine di Baudelaire: ma la felicità è un’emozione, anch’essa legata al sentimento del sublime». Libro in parte autobiografico ma anche tanto beat: ci sono i pezzi dedicati ai maestri (ormai scomparsi) Jack Hirschman, sono sue anche alcune traduzioni (altre a cura di Lipman, altre ancora di Francesco Sainato), Paul Polansky, Lawrence Ferlinghetti. «La beat generation non ha vinto, ma almeno ci ha provato – dice Costanzo – e i quesiti non risolti sono gli stessi oggi, amplificati. Il mondo di oggi è una polveriera, sull’orlo di una catastrofe bellica che a tratti è già culturale, consumistica. C’è chi vedeva l’Europa come un’azzimata vecchietta, un’elegante signora con cui stare tranquilli: questo purtroppo non avverrà». Nel weekend Costanzo era in Polonia per ritirare il Wladyslaw Award – premio intitolato a Wladyslaw Reymont, autore polacco Nobel per la letteratura nel 1924 – per il libro «Mosaico italiano», pubblicato bilingue e tradotto da Kalina Izabela Ziola. Premio previsto nel 2020, quando arrivò il Covid.
Bresciaoggi