22 Luglio

22luglio

LA BANALITA’ DEL MALE

Durante le lezioni con il professor Marchione, abbiamo avuto la possibilità di guardare un film intitolato “22 luglio”, il quale parla di alcuni attentati terroristici architettati e compiuti dal giovane Anders Breivik. In questi attentati sono stati colpiti sia gli edifici governativi di Oslo (capitale norvegese), sia un campo estivo di formazione politica per adolescenti svolto sull’isola di Utoya, nelle vicinanze della capitale. Gli attentati furono commessi il 22 luglio del 2011 ed essi provocarono: otto morti quello di Oslo e sessantanove quello di Utoya, per un totale di 77 vittime.
Il primo attacco consistette nell’esplosione di un’autobomba agli uffici governativi all’incirca alle ore 15, mentre il secondo attacco avvenne meno di 2 ore più tardi, dove Anders Breivik, travestitosi da poliziotto, munito di documenti falsi e con un fucile militare, attaccò i ragazzi presenti al campo, uccidendone 69 e ferendone 110, di cui 55 in condizioni gravi. Questo fu l’attacco più violento avvenuto in Norvegia dalla fine della seconda guerra mondiale. Gli attacchi furono messi in pratica per fermare il partito laburista norvegese e, in particolare, la “decostruzione della cultura norvegese per via dell’apertura all’immigrazione in massa dei musulmani”, citazione dell’attentatore; queste idee presero ispirazione da a un gruppo inglese di estrema destra, l’English Defence League (EDL), da lui ammirato “per come era riuscito a provocare reazioni estreme da parte di gruppi musulmani e di estrema sinistra”, prospettava di creare un suo gruppo con ideali simili. Il gruppo terroristico di cui faceva parte Breivik veniva chiamato “L’ordine dei cavalieri templari”, nonostante ciò, lui venne riconosciuto come unico responsabile.

Dal punto di vista generale, l’imposizione di qualsiasi ideale con la forza non è corretto, in quanto ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero riguardante un concetto politico, o di qualunque altro tipo, il quale deve essere trasmesso, comunque, attraverso una propaganda pacifica, ovvero che non provochi vittime o danni alla società, che sia quindi utile solo per far conoscere la propria idea ad altre persone. Così, in un futuro che potremmo definire “idealistico”, dove la forza della ragione prevale sulla ragione della forza, si potrà realizzare un’amministrazione politica senza danni e morti, dove ogni persona, indipendentemente dal paese nel quale si trova, potrà presentare le sue idee politiche o religiose e di qualunque altro tipo, nel rispetto delle opinioni altrui.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=3tDssbWRnO0

Articolo realizzato da:
Gianluca Stefàno
Federico Anchieri