Un modello da imitare e che guarda all’Europa – Bresciaoggi

Italia-Germania andata e ritorno, con vista sull’Europa: è la sintesi del «modello duale» tra scuola e aziende che vede nell’esperienza tedesca l’esempio da seguire, ma che se la cava bene anche a Brescia e in Lombardia. Motivo per cui non poteva mancare la visita dell’ambasciatore Viktor Elbling all’Itis Cerebotani di Lonato, fulgido esempio nostrano del fatto che, se la domanda è buona (da parte delle aziende), altrettanto lo è l’offerta (della scuola). Elbling ha incontrato i 25 ragazzi del secondo e ultimo anno dell’ITS, l’Istituto tecnico superiore che si conclude con il diploma in Tecnico superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici: a Lonato in 5 anni sono già stati formati e diplomati più di 100 studenti, anche ragazze, con un tasso di occupazione del 98% (il 2% che resta non è che non trova lavoro, semplicemente si iscrive all’università). «Il modello tedesco funziona anche in Austria e in Svizzera – ha precisato l’ambasciatore – e si fonda sull’idea di aprire un canale di formazione e di occupazione per i più giovani verso il mondo manifatturiero, per prepararli adeguatamente e avvicinarli il prima possibile a una carriera in azienda. Un sistema efficiente: in Germania ogni anno più di 500mila ragazzi passano dalla scuola all’industria. La Lombardia è terreno ideale per replicare questa esperienza». Modello teutonico dal sapore bresciano: a Lonato, grazie a Feralpi, è attivo un gemellaggio scolastico – tra l’Itis Cerebotani e il BSZ Berufsschulzentrum di Riesa, Sassonia – ma che è anche gemellaggio istituzionale tra i due municipi. «La partnership è nata attraverso l’erogazione di borse di studio – spiega Antonio Cotelli, direttore Risorse umane di Feralpi Group – per poi evolvere con un progetto di apprendistato fino a diventare, grazie a Erasmus+, un connettore tra Italia e Germania, a Riesa, dove Feralpi ha le principali sedi produttive. In Feralpi scorre sangue italo-tedesco: dei 1.900 dipendenti del gruppo, 750 sono in Germania». La Feralpi Stahl in Sassonia è l’eredità viva di una storica azienda metallurgica aperta dal 1843 e chiusa negli anni ’90: nel 1992 la Feralpi ha acquisito e ricostruito lo stabilimento, la prima (nuova) colata è del 1994, la storia è anche un documentario «Steel Reborn» in onda su Amazon Prime. Nel dibattito anche la «connessione» tra Germania e Italia sulla produzione di microchip: la multinazionale Intel investirà 10 miliardi per produrre microchip a Magdeburgo, altri 4,5 miliardi per uno stabilimento a Vigasio, Verona. «Stiamo vivendo un periodo – ha detto ancora Elbling – in cui le grandi aziende sono tornate a investire in Europa. Non è una novità che tante aziende (anche tedesche) scelgano di investire in Germania e in Italia: siamo i Paesi più industrializzati del continente. La sfida è continuare a investire nelle nuove tecnologie e nei nuovi assetti industriali: allo stesso tempo, dobbiamo formare i giovani che prenderanno parte a questa transizione tecnologica». Passando (magari) anche dall’Itis Cerebotani, che oggi accoglie più di 1.400 iscritti: «Siamo fortunati perché il territorio ci permette collaborazioni con aziende importanti – il commento della dirigente scolastica Angelina Scarano –. La nostra è una scuola impegnativa ma che vive di queste collaborazioni, fondamentali per intercettare le esigenze dei giovani nel mondo del lavoro». Per dirla con le parole di Raffaele Crippa della Fondazione ITS: «Non sono più i ragazzi che cercano lavoro, ma è il lavoro che viene a cercare i ragazzi».

Scuola e aziende: l’esperienza tedesca è l’esempio da seguire

Alessandro Gatta – Bresciaoggi




Premiazione e saluti classi quinte e quarta quadriennale 7 giugno

Lode al merito, emozioni e ricordi hanno inondato mercoledì mattina l’Aula Magna dell’Istituto Cerebotani dove per volontà della dirigenza e della funzione strumentale Studenti è stato organizzato un doppio momento celebrativo. L’intento era proprio quello di rendere merito ai numerosi studenti che si sono distinti, durante l’anno scolastico, in competizioni e progetti portando alto in nome del Cerebotani oltre i confini scolastici. In particolare hanno calcato il palco dell’aula magna raccogliendo il plauso di tutti i presenti i seguenti studenti: Filippo Garrido, Nicolò Cerpelloni, Davide Verzini e Alessandro Lucillo Sponda della classe 5^G vincitori del Concorso “FIP” effettuato presso l’azienda OMB Saleri di Brescia; nel concorso letterario “Volo tra le righe” Perini Gregorio e Cella Lorenzi di 4E I nella categoria letteraria, Tavelli Davide e Grab Alex di 4E nella categoria espressiva, Della Maestra Michele di 2E e Poli Alessandro di 2B nella categoria book trailer; nel Concorso bandito dalla Fondazione del Vittoriale De Gennaro Marco, Casari Michele, Baur Federico, Bertazzoli Mattia di 5A, Marai, Padovani, Imbriani, Scarfone, Agui, Abdouh di 5DF, Sponda Alessandro e Saetti Filippo di 5G, Bertella S., Ichim E., Turchi A., Vecchia M. di 5H, Speranza D., Pitscheider M., Zenegaglia L., Papa L., Garagna E., Haddoumi Y. Grab A., Tavelli D. di 3E-4E, infine Stefano Console e Pietro Mabiaioli di 4Q. Numerosi anche gli studenti che hanno ottenuto le Certificazioni Linguistiche Cambridge C1: Lorenzo Papa di 3E, Gregorio Perini di 4E, Arici Giorgio di 3J, Bordignon Chiara di 5L, Cominelli Diego di 4J, Falcone Nicola di 4Q, Fiorin Filippo di 4B e Talukder Mahdin di 4H. Nell’ambito del Concorso Hackathon “Da Vinci4.0″ si sono distinti Badinelli Nicolò, Console Stefano e Carboni Andrea di 4Q, Alex Grab e Davide Tavelli di 4E, Karanpreet Singh, Mouad Lahlal, Erik Van Heugten di 4I, Chiarini Marco di 4CD, Danny Zhao di 4E.Applausi anche per il vincitore della Borsa di Studio Fondazione BPER Bank Mabiaioli Pietro di 4Q. Nell’ambito del Concorso Tecnicamente promosso dall’agenzia Adecco hanno primeggiato Elisa Capuano e Marta Celle di 5L, Andrea Donato, Erica Mascoli e Karan Singh di 5K, mentre nel progetto Automotive Challenge presso l’azienda AQM di Provaglio d’Iseo che ha coinvolto la 5M si sono distinti Andrea Bertini, Gonzalez Astor Narada, Khtibari Salah. A tutti loro è andato il plauso della dirigente scolastica, dei professori e dei compagni con cui hanno condiviso impegno e gioia. Non è mancato poi l’augurio della dirigente scolastica a tutte le quinte, presenti in aula, in vista degli esami di maturità; alla sua voce si è aggiunta quella di tutti i docenti presenti. A coronamento della mattinata di condivisione non sono mancati gli interventi degli studenti che hanno ricordato i momenti più significativi trascorsi in questi cinque anni e ringraziato i docenti.

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prof.ssa Melania Isola




Ultimo giorno di scuola

Il giorno 08 giugno si è svolto presso il Palazzetto dello Sport l’ultimo giorno di scuola sviluppato con la proposta di diverse attività: musica, pallavolo, calcio, beach volley, corsa ad ostacoli e tante altre. Si ringrazia la Dirigente prof.ssa Angelina Scarano, per avere permesso questo momento gioioso e simpatico, dove tutti i componenti della scuola sono stati coinvolti. E’ stata, altresì, l’occasione per premiare il nostro gruppo sportivo, che si è distinto in diverse discipline, conquistando i primi posti nelle gare affrontate. sia a livello nazionale che regionale. Un grazie speciale al Dipartimento di Scienze Motorie per l’impegno profuso così da ottenere questi pregevoli risultati. Quale Direttore del Giornalino della Scuola desidero ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per la realizzazione dello stesso. Dagli studenti editors, ai ragazzi e docenti presenti in questo progetto con i loro articoli. Ora, è tempo di “Vacanza” dal latino vaco: “Libero da qualsiasi cosa per dedicarmi a qualcosa d’altro”…magari a quelle passioni e a quegli interessi a cui non ci si può dedicare durante l’anno; per seguire quello che si è già incontrato; per essere provocati da ciò che si rende curioso e che vale ricercare; per comprendere cosa ci sta veramente a cuore; per sentirsi più responsabili verso se stessi e verso gli altri.

p.s. Nell’antichità greca, “schola” era “il luogo in cui si trascorreva il tempo libero”, fuori da guerre o fatiche quotidiane, leggendo o filosofeggiando. Cambiano i significati, l’importante che quello della SCUOLA abbia sempre come scopo quello di sostituire una mente vuota con una aperta. BUONA VACANZA A TUTTI!

Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre. Sydney J. Harris

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Prof. Domenico Marchione




Nulla da sprecare

Come consuetudine, già da alcuni anni scolastici, anche nel corso del 2022/2023 il nostro istituto ha partecipato al progetto Tecnicamente promosso dall’Agenzia Adecco. Benedetta Permunian, coordinatrice del progetto e Responsabile Selezione e Servizio per la filiale Adecco di Montichiari, ha messo in collegamento alcune aziende del territorio con i docenti dell’I.I.S. “Cerebotani” dei vari indirizzi. L’obiettivo del progetto è favorire l’incontro tra domanda e offerta, creando un momento di confronto tra gli studenti dell’ultimo anno e le aziende del territorio interessate a incontrare e inserire giovani di talento. Per l’anno scolastico in corso hanno aderito alla proposta di partecipazione i docenti Albero, Rossi e Viglione, che hanno guidato alla realizzazione dei propri progetti gli studenti del percorso professionale di manutenzione ed assistenza tecnica, e gli studenti dei percorsi tecnici di meccanica e chimica. Nella mattinata del 26 maggio, nell’aula magna dell’Istituto, gli studenti dei vari team che hanno preso parte al progetto hanno presentato gli esiti del proprio lavoro, illustrando le fasi di attività svolte dalla progettazione alla realizzazione finale del prodotto. Alla fine delle presentazioni, la giuria si è allontanata per poter decretare il progetto vincitore dell’edizione 2023. La giuria presente, composta da rappresentanti delle aziende partner, ha valutato gli elaborati esposti dagli studenti per individuare il “progetto che meglio interpreta i concetti di complessità tecnologica, innovazione e applicabilità al mondo industriale e produttivo”. Il gruppo di ragazzi dell’indirizzo biotecnologie ambientali si è aggiudicato il primo posto con il progetto “Nulla da sprecare”. Le motivazioni principali che hanno portato alla premiazione di questo team sono da ricercare nell’effettiva ricaduta che l’innovazione apportata al prodotto preso in analisi ha sull’ambiente. I ragazzi del gruppo frequentanti le classi 5^L e 5^K (Marta Cella, Elisa Capuano, Erica Mascoli, Donato Andrea, Karan Singh) hanno svolto la propria attività progettuale presso l’azienda ATL di Montichiari. Qui, coordinati dal manager aziendale Nicolò Tanzini, hanno portato a termine la produzione di una pasta abrasiva dalle proprietà di lucidatura superiori rispetto al prodotto già presente sul mercato, ma adoperando scarti di produzione metallurgica come componente della pasta, in luogo dello storico componente ossido di silice. I ragazzi sono riusciti ad illustrare il vantaggio che questo tipo di sostituzione apporta a livello ambientale. La produzione dell’ossido di silice ha un notevole impatto nei territori dai quali viene estratto il minerale madre, e anche la fase di lavorazione e purificazione comporta l’uso di sostanze inquinanti e la produzione di scarti nocivi all’ambiente. In aggiunta, il trasporto dai luoghi di produzione ai luoghi di utilizzo genera immissione di CO2 nell’atmosfera. Tale produzione di uno dei gas serra ad oggi considerato uno dei responsabili del riscaldamento globale potrebbe essere azzerata adoperando un componente per la pasta reperibile in prossimità dell’azienda. La scelta del componente da adoperare è caduta sugli scarti della produzione metallurgica, che se non impiegati in questo processo sarebbero destinati ad aumentare il volume dei materiali non riciclati presenti nelle discariche. Con impegno, spirito di collaborazione e costanza, sia nelle attività pratiche di sperimentazione laboratoriale che nella ricerca e analisi dei dati e dei risultati, i ragazzi sono riusciti a portare a termine la preparazione della pasta abrasiva modificata e a dimostrarne l’efficacia. Gli studenti sono stati quindi impegnati a preparare una sintetica presentazione che, in non più di 15 minuti, potesse rendere conto dell’importanza del lavoro svolto e del valore della propria ricerca in termini di economia circolare e salvaguardia ambientale.

Per poter conoscere più da vicino il lavoro svolto dai ragazzi del percorso chimico, si può accedere alla presentazione del lavoro cliccando qui.

Prof.ssa Lucia Viglione

 

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VIAGGIO DI ISTRUZIONE ALLA FERRARI E ALLA PAGANI

Il 17 Aprile si è svolta una gita per le classi 5^A, 4^A, 4^B, 4^M per ammirare alcuni esempi di eccellenza ingegneristica realizzati da alcune delle più note e rispettate case automobilistiche. Dopo la partenza dal nostro istituto alle 7:30 di mattina, la prima tappa si è svolta a Modena al museo Enzo Ferrari. Qui abbiamo potuto osservare l’evoluzione del marchio Ferrari dalla sua creazione, con la Ferrari 125 S, fino ai suoi modelli più recenti, come la Ferrari Purosangue. Era presente una vasta gamma di modelli, da quelli adibiti alla circolazione su strada a quelli da pista. La maggior parte delle auto presenti montava un motore V 12, ma non mancavano anche i grandi V 8 come la Ferrari 408 4RM e la famosa Ferrari F 40. Una seconda parte della visita era destinata all’osservazione di un’esposizione riservata ai motori Ferrari sviluppati nel corso degli anni, seguendo un percorso che scandiva le varie fasi della creazione dei motori sempre più performanti in ordine cronologico. In questo percorso viene evidenziato come i numerosi progressi scientifici sullo studio dei materiali compositi e delle leghe leggere abbiano portato alla creazione di motori sempre più leggeri, performanti e soprattutto più affidabili rispetto ai modelli precedenti. Finita la visita abbiamo fatto una pausa tra le vie del centro di Modena, gustandoci all’ora di pranzo anche i piatti tipici della città. Alle 3 del pomeriggio ci siamo recati con il pullman alla fabbrica della Pagani. Questa azienda è di modeste dimensioni visto il limitato numero di vetture da loro prodotte, ma al contempo è curata esteticamente a livelli estremi. La struttura è suddivisa in due parti: la prima è costituita da un autosalone dove sono esposti i modelli delle auto più apprezzate e richieste dell’azienda, mentre la seconda parte costituisce la vera e propria zona produttiva. In quest’ultima zona vengono prodotte circa 30/40 auto l’anno e vengono curate nei minimi dettagli. Il proprietario stesso, Horacio Pagani, definisce le sue auto come delle vere e proprie “opere d’arte uniche nel suo genere”, ogni esemplare viene realizzato appositamente in base alle richieste del cliente. Ogni dettaglio, dalle cuciture dei sedili all’aggiunta di polvere di diamante nella verniciatura della carrozzeria, è realizzato con il massimo dell’impegno e della precisione senza porre limiti all’immaginazione. Per la realizzazione di tali vetture, partendo dalla progettazione e dalla produzione del telaio in carbonio, attuano un grande processo di selezione per commissionare la realizzazione dei vari elementi meccanici da parte di aziende “leader” del settore. Per produrre la cellula di contenimento del telaio, la carrozzeria e gli altri elementi in carbonio delle vetture utilizzano uno scrupoloso metodo di produzione e di applicazione dei vari strati di materiale, realizzando una struttura molto leggera ma al tempo stesso anche molto resistente. In merito a questo argomento, la guida si è soffermata molto sul procedimento di produzione e sui vari studi e test eseguiti per rendere questo materiale sempre più performante e leggero. A mio parere il poter toccare con mano alcuni prototipi in carbonio e il poter osservare tutto il procedimento produttivo di questo materiale è stato molto illuminante. A visita terminata prima di salire sul pullman per il ritorno abbiamo avuto la fortuna di poter ammirare il proprietario accendere la sua Pagani Zonda Huayra da vari milioni di euro e ascoltare il suono paradisiaco del suo motore. Un esperienza indimenticabile!

- Marco Darra e Michele Casari, 5A

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La Ivar Regala All’Itis Un Laboratorio Didattico

Inaugurato al Cerebotani di Lonato il nuovo Hydronic Lab, il terzo in provincia: è un laboratorio didattico dedicato agli studenti dell’istituto superiore e attrezzato con materiale tecnico di ultima generazione per lo studio e il funzionamento dell’energia utilizzata negli impianti di riscaldamento domestico e per l’acqua sanitaria. Di fatto è un regalo dell’azienda Ivar di Prevalle, multinazionale bresciana operativa dal 1985 e che nel 2022 ha generato un volume d’affari complessivo di 200 milioni di euro, specializzata nella realizzazione di sistemi di riscaldamento e impianti sanitari. Al taglio del nastro, oltre all’amministratore delegato di Ivar Stefano Bertolotti, presenti anche il personale dell’azienda che ha gestito il progetto, la dirigente scolastica Angelina Scarano, la responsabile Area Education di Confindustria Laura Galliera. Il progetto è frutto della collaborazione tra gli specialisti di Ivar e il corpo insegnanti dello storico Itis di Lonato: il laboratorio è stato da poco concluso ma è già in uso dai ragazzi, che possono utilizzare la «parete didattica» come supporto alle lezioni frontali. Come detto è il terzo Hydronic Lab della provincia realizzato da Ivar: un paio d’anni fa era stato inaugurato al Castelli di Brescia, il 21 marzo scorso anche al Perlasca di Vobarno (insieme a Fondital). «Crediamo che un’impresa, oltre a perseguire il profitto – ha spiegato Stefano Bertolotti – debba essere affiancata da un senso di responsabilità per il contesto sociale in cui opera, prendendosi cura delle persone, del territorio e delle comunità locali. Il nostro obiettivo è inoltre quello di creare futuri professionisti con competenze tecniche specifiche: riteniamo che il ruolo della scuola sia cruciale nella formazione di risorse sempre più vicine alle esigenze delle aziende». Anche Ivar fa parte delle diverse aziende (tra cui Camozzi e Feralpi, per citarne un paio) che collaborano attivamente con l’ex Itis (oggi IIS, Istituto d’istruzione superiore). La stessa Ivar ha appena assunto, nel proprio ufficio tecnico, uno studente fresco di diploma come Tecnico superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici industriali, percorso di studi Its (Istituto tecnico superiore) post-diploma di durata biennale. L’offerta formativa del Cerebotani di Lonato (1.213 iscritti, dati Miur) prevede 5 anni di studi con specializzazioni in meccanica, chimica, elettronica e informatica, 4 anni per l’indirizzo di elettronica ed elettrotecnica, un indirizzo professionale (5 anni) in manutenzione e assistenza tecnica, oltre all’esperienza dell’Its, attiva dal 2017.

Bresciaoggi, Alessandro Gatta

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Il beat di Costanzo Premio Wladyslaw e un nuovo libro

«Re-Beat» come ribattere, battere ancora: «Re-Beat» per rievocare i fasti della beat generation. È il titolo del nuovo libro di Igor Costanzo (sottotitolo «New and selected poems») che verrà pubblicato in estate negli Stati Uniti dalla Vagabond Press di Mark Lipman, e a seguire anche in Europa e in Italia. Sarà in doppia lingua, italiano e inglese, già disponibile in pre-order: raccoglie il meglio della produzione del poeta gardesano classe 1980 (curatore di «Tracce di poesia» su Bresciaoggi) in oltre 20 anni di carriera, più qualche recente inedito: fosse un album musicale, sarebbe un «best of». E invece la musica stavolta è tutta nelle parole: ci sono poesie giovanili oltre ai cult degli ultimi anni come «Italia» e «Moniga», pezzi tratti da precedenti volumi come «Innocenza in bilico» e «Il cavallino blu», nuovi testi dalle sonorità positive. «È un libro felice nel suo epilogo – racconta Costanzo durante l’incontro al Lab dell’artista Mauro Maisel, dove ha appena acquistato l’opera “Magma” – come un rivedere le stelle dantesco: dopo una vita alla ricerca di me stesso, sento di essere uscito dal mio purgatorio. Le ultime poesie parlano di felicità, non di buio dell’anima: parlano d’amore, che non bisogna mai smettere di cercare». Lecito chiedersi se si possa fare poesia anche quando si è felici: «Me lo sono chiesto anch’io, tante volte. La poesia è solo lamento? Solo elegia? Forse ci piace crogiolarci nelle soffitte tisiche parigine di Baudelaire: ma la felicità è un’emozione, anch’essa legata al sentimento del sublime». Libro in parte autobiografico ma anche tanto beat: ci sono i pezzi dedicati ai maestri (ormai scomparsi) Jack Hirschman, sono sue anche alcune traduzioni (altre a cura di Lipman, altre ancora di Francesco Sainato), Paul Polansky, Lawrence Ferlinghetti. «La beat generation non ha vinto, ma almeno ci ha provato – dice Costanzo – e i quesiti non risolti sono gli stessi oggi, amplificati. Il mondo di oggi è una polveriera, sull’orlo di una catastrofe bellica che a tratti è già culturale, consumistica. C’è chi vedeva l’Europa come un’azzimata vecchietta, un’elegante signora con cui stare tranquilli: questo purtroppo non avverrà». Nel weekend Costanzo era in Polonia per ritirare il Wladyslaw Award – premio intitolato a Wladyslaw Reymont, autore polacco Nobel per la letteratura nel 1924 – per il libro «Mosaico italiano», pubblicato bilingue e tradotto da Kalina Izabela Ziola. Premio previsto nel 2020, quando arrivò il Covid.

Bresciaoggi

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