Progetto ERASMUS PLUS

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Nell’ambito dell’industria siderurgica, nel corso della prima metà del Novecento, in Lombardia e nella nostra provincia, sono coesistite due tipi di imprese: una siderurgia tradizionale, prevalentemente alpina, collocata in media ed alta quota e formatasi nel corso dei secoli grazie alla contemporanea presenza del minerale di ferro, della forza motrice idraulica e del combustibile locale, il carbone di legna, una siderurgia ancora impostata sulla produzione di attrezzi di lavoro per l’agricoltura e per l’edilizia, ed una siderurgia relativamente moderna, una siderurgia d’integrazione, collocata prevalentemente in pianura e in prossimità dei maggiori centri industriali e delle principali vie di comunicazione della regione, basata su acciaierie a carica solida (ghisa e rottame) ed indirizzata ad approvvigionare con i propri laminati piani e lunghi sia la crescita dell’industria meccanica sia lo sviluppo di altre attività manifatturiere soprattutto dell’edilizia.

. Il nucleo più consistente della siderurgia alpina lombarda si trovava nell’alto Bresciano (val Camonica, val Trompia e val Sabbia) ed era costituito da attività produttive presenti già in età medievale e molto fiorenti in età moderna grazie alla concomitante disponibilità delle risorse allora essenziali allo sviluppo dell’industria del ferro: il combustibile, costituito da carbone di legna e il minerale estratto dai locali giacimenti di ferro; inoltre, a partire dagli anni ottanta del XIX secolo, poterono disporre di due nuove risorse, il rottame e l’idroelettricità. Molte ferriere accantonarono i sistemi tradizionali di lavorazione, che partivano dal minerale di ferro estratto nelle piccole miniere della valle, per dedicarsi al rimpasto del rottame, detto anche sistema del ferro pacchetto acquisendo competenze sempre maggiori in questa specializzazione.

. Il primo gruppo era costituito dalla tradizionale diffusa galassia di artigiani legati alla produzione di attrezzature agricole ed edili, che lavoravano ancora nei tradizionali magli mossi da grandi ruote idrauliche. “Erano piccole officine! Quando l’ho fatta vedere ad un tedesco, l’officina del mio papà, verso la fine della guerra, questo mi ha detto, Ma questo è l’antro di Sigfrido…“ (Luigi Lucchini). Questi piccoli impianti continuavano ad essere disseminati in prevalenza lungo la val Sabbia, la val Trompia e la val Camonica.

Un secondo gruppo di aziende venne assorbito da grossi complessi siderurgici operanti a livello nazionale

Il terzo gruppo di aziende restava nelle mani di imprenditori locali che si muovevano con diversi obiettivi finalizzati ad un’elevata specializzazione nelle lavorazioni dei rottami e nella produzione di tondino

Carlo Pasini, fu una figura importante del panorama siderurgico bresciano, prima di immettersi nella produzione di tondino, nel 1960 con la Prolafer, affiancò nel maglio famigliare, alla produzione degli attrezzi agricoli, la produzione di strisce di lamiere che preparava con rudimentali taglierine. Queste strisce venivano portate nei laminatoi dove venivano trasformate in tondino. 

Nel 1968 Carlo Pasini, insieme ad altri soci, decide di costruire un nuovo complesso siderurgico a Lonato (BS), ampliando l’originaria attività familiare condotta in Val Sabbia. Nasce così il Gruppo Feralpi.

Proprio l’anno precedente, sempre a Lonato era sorto l’Istituto tecnico Industriale Statale “Cerebotani” , una scuola importante per un’industria siderurgica perché preparava proprio il personale tecnico specializzato di cui l’azienda necessitava. Non è stato un caso che tra l’azienda e la scuola sia nata subito una collaborazione che si è mantenuta negli anni ed è evoluta con il mutare delle esigenze della scuola e del mondo del lavoro.

Da quest’anno, per tre anni, il nostro istituto sarà coinvolto nel progetto Erasmus plus insieme all’Istituto tecnico BSZ für Technik und Wirtschaft’di Riesa (Germania) ed insieme esamineranno lo sviluppo storico della produzione dell’acciaio a Riesa e Lonato. Attraverso l’analisi di questo tema gli studenti potranno scoprire lo sviluppo storico del lavoro nel proprio territorio e quale impatto ha avuto sul territorio l’insediamento industriale.

 

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LA RICERCA ENTRA IN CLASSE: un ponte tra Scuola e Università

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 Al termine della scuola superiore gli alunni si trovano a dover scegliere in quale direzione continuare il proprio percorso.

Si tratta di una decisione complessa: le opportunità che si offrono sono numerose, i fattori e le priorità da valutare sono molteplici e non sempre è facile individuare e reperire informazioni con lucidità e in modo sistematico. E’ quindi importante che il percorso scelto sia frutto di una riflessione per quanto possibile serena e razionale.

Tra le attività organizzate per supportare e condurre lo studente nella complessità del mondo universitario per un futuro inserimento nel mondo del lavoro, quest’anno si è pensato di realizzare incontri strutturati, tra dottorandi dell’Università di Brescia e i nostri studenti di quinta dei tre indirizzi: meccatronica, informatica ed elettronica.

Le finalità del progetto sono:

  • innalzare il tasso di successo scolastico mediante un’efficace azione di orientamento;
  • migliorare negli alunni la consapevolezza delle proprie potenzialità ed attitudini;
  • far conoscere le prospettive di sviluppo economico e le conseguenti nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro.



Inaugurazione LABORATORIO DI CHIMICA

L’idea di creare un nuovo laboratorio di chimica era nata dall’esigenza di dotare anche il nuovo corso, iniziato 3 anni fa, di un laboratorio adatto alla materia di indirizzo, in quanto per un istituto tecnico le attività di laboratorio sono fondamentali.

La realizzazione del laboratorio si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione sinergica tra pubblico (Provincia e Istituto Tecnico) e privato (le Aziende del territorio). Questo laboratorio, perciò, è per noi il simbolo del legame che abbiamo costruito e che ci deve essere tra scuola e territorio.

La collaborazione delle Aziende è preziosa e significativa perché dimostra una attenzione ed una sensibilità nei confronti della scuola, derivate dalla consapevolezza che investire nella scuola significa investire sul futuro.

Il laboratorio che è stato inaugurato con cerimonia ufficiale il….. è stato intitolato al signor Carlo Nicola Pasini, uno dei fondatori della ditta Feralpi, per conferire il giusto riconoscimento a questa azienda che, nata insieme al nostro Istituto quasi 50 anni fa, lo ha accompagnato nel corso degli anni dimostrando sensibilità e disponibilità attraverso l’assegnazione di borse di studio, ma anche attraverso la condivisione di molti progetti quali: i corsi post diploma anticipatori dei corsi (IFTS),il progetto “Comenius regius”, gli stages di formazione che anticipavano quanto previsto dalla recente legge107 sull’ alternanza scuola lavoro.

Per queste esperienze che testimoniano la grande attenzione che Feralpi ha sempre rivolto ai giovani intesi come risorsa fondamentale per traghettare le imprese verso un livello competitivo sempre maggiore, abbiamo pensato di dedicare il laboratorio al signor Pasini.

Questa esperienza, oltre a consolidare/convalidare il rapporto solido e costruttivo tra IIS e Feralpi, potrebbe diventare un modello non solo per il territorio locale, ma anche nazionale. Essa, comunque, ha anticipato di fatto ciò che la legislazione sta introducendo in questo anno scolastico. Inoltre, dimostra come sia possibile creare delle valide sinergie territoriali che danno buoni frutti.




Gita Berlino 5^C

Sveglia presto, attività celebrale al 3%, e tre ore di pullman.

Diciamo che avrebbe potuto iniziare meglio la gita della 5°C a Berlino, ma alla fine, come da pronostico si è rivelata un esperienza formativa e bellissima.

La prima impressione della città? Bhe, fredda, molto fredda, ma allo stesso tempo molto accogliente. Bastava alzare gli occhi e osservare il panorama per osservare una quantità incredibile di gru da costruzione, l’occidente ne era letteralmente costellato.

Non a caso Berlino è una città davvero moderna, quasi completamente ricostruita in seguito ai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale da parte degli alleati; il primo giorno, grazie alla vicinanza dell’hotel, abbiamo visitato una viva testimonianza degli orrori della guerra: la chiesa “Kaiser-Willhelm-Gedächtniskirche”, danneggiata gravemente nel 1943 e non più ricostruita.

Un altro elemento simbolo della guerra che abbiamo visitato è il Reichstag, la sede del parlamento, data alle fiamme durante la scesa al potere di Hitler.

Grazie alla sua collocazione, ne abbiamo approfittato per fare una bella passeggiata fino alla porta di Brandeburgo, il simbolo per eccellenza della città; e giusto per non farci mancare un po’ di attività fisica siamo saliti fino in cima al Duomo di Berlino, una splendida chiesa in stile rinascimentale italiano con una vista mozza fiato. Per concludere abbiamo visitato il museo delle Scienze e chiaramente studiando elettronica, quella è stata l’unica parte che a causa dell’orario non siamo riusciti a visitare.

Il terzo giorno è stato completamente dedicato alla città Potsdam e al palazzo di Cecilienhof, nel quale tra Luglio e Agosto del 1945 si tenne per l’appunto la conferenza di Potsdam. Durante questo vertice tra le forza alleate, i rappresentati di America, Inghilterra e Russia (rispettivamente: Trumann, Churchill e Stalin), si riunirono per discutere e decidere delle sorti della Germania nel dopo guerra.

La struttura in sé non era neanche troppo sfarzosa o eccessivamente lussuosa, infatti venne scelta più che altro perchè la città di Berlino era martoriata dalla guerra e non avrebbe potuto ospitare una conferenza di quella portata. Tuttavia, il fatto che in quelle precise stanze vennero prese decisioni le quali conseguenze hanno tutt’ora ripercussioni sulla storia Contemporanea, ha scatenato in tutti noi sensazioni importanti, soprattutto perchè si parla di soli 71 anni fa.

Il quarto giorno è stato a nostro parere quello più ricco di emozioni e stimolante, in quanto dedicato al Muro di Berlino; soprattutto a una delle poche parti ancora rimasta intatta della striscia della morte, quel lembo di terra compreso tra i due muri che dividevano Berlino dall’est (Unione Sovietica) e Berlino dell’ovest (America).

Per comprendere interamente la storia della striscia della morte abbiamo prenotato una guida; una signora Italiana che viveva in Germania da parecchi anni, la quale essendo una professoressa di storia ci ha spiegato la vicenda con tutta la passione possibile facendoci davvero immergere nelle vicessitudine di quegli anni.

Il pomeriggio è stato anch’esso investito nella visione del muro, una parte di esso molto spostata dal centro, famosa per i graffiti, uno tra tutti quello raffigurante il bacio tra Truman e Stalin.

L’unica pecca è stata il cibo, forse troppo abituati al buon cibo italiano, ma per forza di cose siamo dovuti rincasare in Fast Food, più o meno ogni giorno. Perfortuna per dimenticare il pessimo cibo avevamo le nostre tre/quattro pinte…di “coca-cola” quotidiane.

In conclusione è stata una bellissima esperienza ricca di emozioni, risate e “coca-cola”, che abbiamo avuto il piacere di condividere con i nostri compagni di classe e professori.

 

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Emanuele Bortolotti, Marco Broglia, Ahmed Dahany