Sicurezza, bullismo e sostanze dopanti

 

       Martedì, 22 Marzo 2016
I.I.S “Luigi Cerebotani” Lonato del Garda (BS)

Progetto Legalità: i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri fanno chiarezza su alcuni argomenti.

foto incontro Carabinieri

 I relatori insieme al Dott. Falco e al Dott. Guerra.


“Avete domande?”
Gli studenti dell’Istituto Tecnico “Luigi Cerebotani” hanno accolto volentieri questo invito a porre questioni da parte dell’Arma dei Carabinieri, rappresentata dal comandante della Stazione CC di Lonato, il luogotenente Giuseppe Taietti, e dal brigadiere Fabrizio Cason, del Nucleo Radiomobile CC di Desenzano del Garda.
Insieme ai due rappresentanti delle forze dell’ordine erano presenti anche il dirigente scolastico dell’istituto Vincenzo Falco e il professore di lettere Mauro Guerra.
Questo incontro, facente parte del Progetto Legalità, era stato proposto già nello scorso ottobre, attraverso una e-mail nella quale si chiedeva l’adesione a tale iniziativa.
Finalmente questa occasione si è concretizzata oggi, martedì 22 marzo.
Per garantire a tutti gli studenti di partecipare a questo evento, sono stati organizzati due turni distinti:
- Dalle 8.50 alle 9.50 le classi 2A-2B-2D-2E-2F;
- Dalle 9.50 alle 10.50 le classi 2H-2I-2M-2K.
L’Aula Magna dell’istituto è stata scelta come luogo per ospitare questo momento di riflessione e di dibattito.
Il primo argomento trattato è stato il bullismo.
Sempre di più nelle scuole italiane si presenta questo fenomeno. Nello scorso mese circa il 25% dei ragazzi ha subito violenze psicofisiche nelle diverse scuole italiane.

Inoltre si è parlato anche del cyberbullismo: questo fenomeno è diffuso per la maggior parte nei social network, come Facebook, Ask ed altri.
I relatori hanno avvisato che si può incorrere anche ad una denuncia penale per chi insulta attraverso questi social, risalendo all’indirizzo IP del colpevole anche se questi utilizza un profilo falso.
Si è discusso anche dell’uso di droghe e di alcool tra minorenni. Infine sono state illustrate le conseguenze del mancato rispetto del codice della strada.
Riprendendo l’argomento droga, il brigadiere Cason ha poi accennato all’uso e all’abuso della marijuana. Quindi alcune domande sono state poste in modo provocatorio.
Per esempio, un alunno ha chiesto perché non venga legalizzata l’erba in quanto ci sono meno morti per la marijuana che per il fumo e l’alcool.
Un altro studente ha domandato al luogotenente Taietti perché molta gente ubriaca, a piedi, non venga quasi mai fermata, mentre i privati cittadini sobri sono sottoposti a continui controlli.
Il comandante ha risposto che sono soggetti a multa per ubriachezza solo persone con precedenti penali.
Nel corso dell’incontro sono state poste altre domande. Tuttavia non sono sempre state date risposte, in quanto, a detta dei relatori, alcune delle molte questioni sollevate non facevano parte dell’argomento trattato.
E’ stato comunque un incontro interessante.

Bisogna sempre mantenere alta la guardia di fronte a questi problemi. Porre domande è un modo per conoscerli meglio . E per combatterli.


La classe 2A.




GIORNATA CONTRO LA MAFIA: “Legalità, il giusto modo di vedere l’Italia”

Quelli della Rosa Gialla Il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno, Padre Pino Puglisi viene assassinato proprio difronte alla sua abitazione, nella zona est di Palermo. Il 21 marzo 2016, Padre Pino Puglisi è ancora in mezzo a noi per spiegarci che la sua vita e la sua lotta non sono ancora finite e probabilmente non finiranno mai.Proprio in questa data infatti, grazie all’organizzazione del Professor Mauro Guerra e alla disponibilità delle professoresse Cotrufo, Marcoli e Sartorelli le classi 5C e 5E hanno potuto assistere al musical realizzato dai Ragazzi di Pino Puglisi all’interno dell’Auditorium Testori di palazzo Lombardia a Milano.La data non è casuale ma rappresenta la giornata regionale contro le mafie, istituita per continuare ad educare le nuove generazioni alla legalità e per ricordare tutte quelle vittime che hanno sacrificato la loro vita per un’Italia che non vuole credere nella criminalità e nella corruzione.I Ragazzi di Pino Puglisi, infatti, sono un gruppo affiatato di ragazzi di diverse età tutti accumunati dal desiderio di portare avanti l’opera che il loro mentore (per alcuni anche compagno di vita) iniziò a Palermo durante il suo mandato da sacerdote.La sua morte, infatti, viene definita in realtà come una nuova nascita, la quale ha permesso ai Palermitani, e in seguito all’Italia intera, di capire quanto la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata sia fondamentale per creare una società sana.Questo importantissimo messaggio politico/sociale è stato trasmesso grazie al musical inscenato dai ragazzi stessi che cantando, ballando e recitando hanno intrattenuto formidabilmente tutti gli spettatori senza mai alleggerire la verità e la forza del messaggio che hanno a cuore.Grazie alla metafora del viaggio intorno al mondo alla ricerca di un posto migliore, hanno dimostrato come scappando dai problemi non si raggiunge nessuna soluzione.I problemi infatti, proprio come la malavita e la criminalità, vanno analizzati, contrastati ed eliminati in modo che si possa veramente apprezzare ciò che prima non si riusciva nemmeno a vedere.Nella conclusione dello spettacolo infatti, emerge come noi cittadini Italiani abbiamo il diritto ed il dovere di migliorare il nostro Paese.Senza fuggire necessariamente all’esterno, ma lottando perchè i nostri valori e la nostra cultura possa essere pulita dal male che da troppo tempo la limita, la rovina e la chiude nelle mediocrità, impedendo spesso la riuscita ed il successo di nobili progetti.Se tutti noi adottassimo questo tipo di mentalità, ed iniziassimo ad agire dando penso anche ai piccoli gesti che ci caratterizzano nella quotidianità, sono sicuro che il messaggio di Don Pino Puglisi e dei suoi collaboratori non soltanto rimarrebbe vivo insieme a noi, ma diventerebbe ogni giorno più concreto.Prima e dopo lo spettacolo ci sono stati inoltre diversi interventi a favore di questo tipo di iniziativa e la regione Lombardia ha dimostrato il suo profondo ed inequivocabile interesse nell’eliminare ogni sorta di organizzazione mafiosa presente sul territorio.Credo, però, che la forza più grande stia ancora nascosta all’interno di noi cittadini.Anche se sono i politici ad emanare le leggi e sono le forze dell’ordine a lavorare perchè vengano rispettate, dobbiamo innanzitutto pretendere da noi stessi la correttezza e la volontà che possono cambiare la società senza aspettare che sia il sistema a risolvere.La nostre scelte possono ancora cambiare le cose, il nostro modo di pensare può ancora influenzare il nostro Stato e le nostre vite anche se spesso non ci viene detto o dimostrato. Regione Lombardia In conclusione, ringrazio l’I.I.S “L.Cerebotani” di Lonato per averci permesso questo viaggio di istruzione e ringrazio la regione Lombardia e le istituzioni coinvolte in questa giornata contro la mafia per aver avuto il coraggio di credere che, infondo, siamo ancora noi ad avere in mano le chiavi del futuro del nostro Paese. Ora rimane solo a noi la scelta… Vivere facendo si che esempi come Padre Pino Puglisi siano stati soltanto esempi vani, lasciati al passato, oppure diventare noi stessi ingranaggi di un sistema che non ha più paura di funzionare. Forse anche noi, proprio come Padre Pino Puglisi, dobbiamo nascere un’altra volta, nascere con una coscienza nuova, nascere senza più avere paura di essere giusti, onesti, Italiani…

Rino Bellandi




Paralimpiadi

Giornata emozionante quella trascorsa giovedì 17\03\16 al velodromo Fassa Bortolo di Montichiari ,

dove si sono confrontati 250 atleti provenienti da 35 nazioni differenti,che nei 4 giorni consecutivi

a mercoledì 16\03\16 hanno gareggiato per i mondiali di paraciclismo. Questi atleti hanno avuto inoltre

l’opportunità di collezionare importanti punti che avrebbero migliorato il lancio degli stessi alle qualificazioni

per le olimpiadi di Rio 2016. Oltre al fattore tecnico e sportivo è stato molto interessante e soprattutto costruttivo assistere

in prima persona per la prima volta ad un evento simile,che racchiudeva la sua importanza soprattutto nella

determinazione delle persone facenti parte a questa competizione. infatti ho potuto constatare personalmente

il coraggio e la volontà di superare i limiti imposti dal fisico e soprattutto l’energia di lottare con tutte le forze

per raggiungere gli obbiettivi dettati dalla competizione. Questi atleti hanno infatti dimostrato

la loro capacità di vedere oltre i limiti personali,ai quali non si sono voluti arrendere.

Durante la giornata di giovedì 17 marzo,ho avuto modo di riflettere su cosa sono realmente

i limiti e se sono piuttosto dei traguardi ai quali possiamo solo avvicinarsi senza mai superarli

o se sono semplicemente dei muri che ci poniamo noi,che ci convinciamo di non poter superare

per una serie di motivazioni personali.

Assistendo a questa competizione ho compreso cosa vuol dire spingersi al di là di questi muri

e cosa significa dare forza al proprio valore. Credo che questa esperienza faccia riflettere molto e

possa spronare molte persone a rivalutare i propri limiti e a sforzarsi per dare il massimo in

ogni sfida che la vita propone ad ognuno di noi.

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Il 21 Marzo 2016 per commemorare le “vittime della Mafia”

Cravana Valerio – Bonatti Steven classe 5^ C

Il 21 Marzo 2016 per commemorare le “vittime della Mafia”

 

E’ ormai già un’abitudine che da tempo la “mafia” venga ritenuta un classico oggetto di trend per quanto riguarda la nostra nazione e, com’è giusto che sia, perchè negarlo se siamo stati proprio noi gli iniziatori di questa pratica?

Ma partiamo dal principio e cioè dalla definizione del termine: la mafia, o semplicemente organizzazione criminale basata sul principio dell’omertà, consiste in assetto cooperante strutturato secondo criteri ben precisi e suddiviso in più associazioni che esercitano il controllo di attività economiche illecite all’insaputa del governo, o meglio sotto una sorta di copertura da parte di esso, che da sempre ne è stato consapevole omettendone l’operato.

Ma questo espediente crollò circa negli anni ’80 quando iniziarono i primi contrasti tra essa e i magistrati Falcone e Borsellino, coloro che tra i pochi ebbero il coraggio di smascherarla e di far si che si sentenziasse un maxi processo (che stabilì ben 342 condanne e 19 ergastoli), pagandone tuttavia come caro prezzo la vita. Ciononostante questo fenomeno provoca ancora oggi una grossa lacerazione che in un certo senso traspare all’interno del nostro sistema sociale ed è per questo che il 23 giugno 2015 è stata emanata la legge regionale n.17 che stabilisce “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata e per la promozione della cultura della legalità” e che oggi viene espressa tramite varie manifestazioni in primis svoltesi nelle città siciliane dall’associazione Libera(con la campagna “Ponti di memoria, luoghi di impegno), ma anche nelle maggiori piazze d’Italia e non solo (quest’anno anche Parigi, Bruxelles e Losanna sono state coinvolte), che propongono giornate apposite che promuovano questa iniziativa.

Il giorno annualmente designato è il 21 Marzo e quest’anno a Milano il Consiglio Regionale ha celebrato la “Giornata regionale dell’impegno contro le mafie e in ricordo delle vittime dove, tra i tanti coinvolti, anche l’istituto L. Cerebotani di Lonato del Garda ha avuto la facoltà e la fortuna di partecipare. La giornata svoltasi nell’auditorium del palazzo della Regione Lombardia ha visto l’intervento in prima persona di importanti personaggi, tra i quali il Pres. della Commissione Antimafia, il Pres. del Consiglio della Regione, fino addirittura all’ex Presidente della Regione Lombardia Maroni.

Dopodichè si è proceduto con lo spettacolo “Nasci, cresci, vivi” a cura dell’associazione “Quelli della rosa gialla”, dei ragazzi palermitani che con una rappresentazione teatrale hanno trasmesso il messaggio lasciato da don Pino Puglisi, vittima della mafia poiché aveva aiutato dei bambini bisognosi ad integrarsi ed educarsi, sottraendoli così dalla strada e ad un futuro malavitosa che li avrebbe portati ad essere nuove leve della criminalità, manovrate dai boss di Cosa Nostra.

E’ necessario quindi che ogni giovane possa trarre insegnamento da quello che le persone che oggi non ci sono più ci hanno voluto lasciare e soprattutto come affermato durante la conferenza, che: “Adesso tocca alla nostra generazione vincere la battaglia e che il mezzo migliore per farlo è quello della testimonianza educativa e culturale, cioè ciò che meglio riesce ad entrare nei nostri cuori” perchè in una paese democratico, come il nostro, tutti devono avere il coraggio e l’obbligo di manifestare le proprie idee senza lasciarsi influenzare da ciò che coinvolgendoti potrebbe renderti la vita nettamente più semplice ma decisamente più immorale.

 

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