I ragazzi della Rosa Bianca: Uno Spettacolo Teatrale Contro l’Intolleranza

In data 10 febbraio 2024 all’Oratorio di Lonato si è tenuto nei percorsi di Educazione civica, per diverse classi di terza e quarta, uno spettacolo teatrale del gruppo adolescenti della Parrocchia di Pozzolengo, dal titolo “I ragazzi della Rosa Bianca“. Clima di estrema intolleranza, cellulari sorvegliati e persone che darebbero la vita per un’ideologia loro inculcata  di una dittatura totalitaria, che fa del terrore il suo cavallo di battaglia: no, non ci troviamo  fortunatamente  in un distopico mondo Orwelliano, bensì in un piccolo teatro, tra i meandri della nostra Lonato, dove i ragazzi del teatro sociale di Pozzolengo sono riusciti, con la giusta dose di ironia, a far riflettere tutti gli studenti del Luigi Cerebotani che hanno avuto la fortuna di poter assistere allo spettacolo. Ripercorrendo i passi del gruppo della Rosa Bianca, un movimento di resistenza tedesco costituito da semplici ragazzi, operativo durante la seconda guerra mondiale, sono riusciti a calare nel contesto socio-culturale moderno uno spirito resiliente tipico di chi, di repressione, non ne vuol sentir parlare, mettendo a rischio la propria stessa vita pur di onorare un ideale. Libertà: è questo che si evince da ogni battuta, ogni scena, ogni dialogo e persino nella canzone  che gran lavoro, la band!  e che rappresenta il succo di tutta la rappresentazione. Ci hanno ricordato che una società senza libertà non è una società ma, soprattutto, che un uomo senza libertà è un uomo vuoto: una semplice pedina di chi è più in alto. Alla fine dell’opera il bene trionfa, ma è una vittoria simbolica: risiede infatti, la stessa vittoria, nel mero atto della lotta, del non arrendersi, ed è questo il secondo punto che si vuole evidenziare: non puoi essere sconfitto, finché hai alta la testa. I ragazzi della Rosa Bianca ce lo insegnano: non avranno rovesciato il nazismo, ma sono per tutti dei gran vincenti.

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Lonato: la polizia locale presso l’istituto Cerebotani per la sicurezza stradale

Ha preso avvio anche per l’anno 2024 il progetto di educazione stradale svolto presso gli Istituti scolastici del territorio e facente parte del più ampio progetto annuale di sicurezza del Corpo di Polizia Locale di Lonato e contenente tutte le attività e obiettivi sul territorio. Novità di quest’anno è l’adesione dell’Istituto di Istruzione Superiore Luigi Cerebotani, proprio su richiesta dell’Istituto, che si aggiunge alle restanti scuole dell’obbligo del territorio (scuole primarie, secondarie e in alcuni casi anche dell’infanzia) per il coinvolgimento in corsi di educazione stradale. Nel caso specifico dell’I.I.S.L. Cerebotani, si affronteranno le tematiche legate agli aspetti sanzionatori della guida in stato di ebbrezza, attraverso l’utilizzo di occhiali specifici che consentono di simulare l’alterazione visiva dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche. L’obiettivo del progetto è quello di sensibilizzare tutti coloro che si apprestano a conseguire la patente di guida, attraverso tre lezioni da svolgersi nel mese di febbraio. Nella mattinata di ieri, nel corso del primo incontro, l’Agente di Polizia Locale ha anticipato la simulazione, fornendo in primo luogo alcune informazioni teoriche su cos’è alcol, come il nostro corpo lo metabolizza e che effetti può avere sulla guida, quali sono le sanzioni in base al tasso alcolemico che viene rilevato in fase di test, quali sono gli strumenti che vengono utilizzati durante la prova del pretest e poi del vero e proprio etilometro. In ultimo, alcuni ragazzi volontari si sono poi sottoposti alla prova visiva, indossando gli occhiali simulatori dello stato di ebbrezza. Per quanto concerne gli altri Istituti, si affronteranno, come consuetudine, lezioni teoriche in aula, integrate con brevi uscite sul territorio con l’Agente di Polizia Locale, per favorire un migliore apprendimento dei principi basilari di educazione stradale. “Un tema importante da affrontare con le generazioni più giovani, che si apprestano a conseguire la patente di guida, ma anche a tutti coloro che già sono in possesso del patentino del ciclomotore al fine di sensibilizzare e rendere edotti sempre di più circa le conseguenze che certe condotte scorrette possono comportare; tutti quei risvolti negativi che i comportamenti illeciti possono avere non solo circa l’aspetto sanzionatorio legato al ritiro del documento, ma anche sul percorso che il soggetto è chiamato ad effettuare al fine di riottenere il documento sospeso” commenta il Sindaco, Roberto Tardani. “Sono assolutamente soddisfatta di questa iniziativa perché ritengo sia doveroso e fondamentale agire sulle fasce di età più giovani, con le quali lavoriamo ogni giorno – afferma la Dirigente dell’Istituto, Angelina Scarano – La scuola deve essere un ambiente in cui non solo si acquisiscono le conoscenze necessarie per diventare professionisti, nel nostro caso specifico, del settore meccanico, informatico, elettronico; ma è anche luogo dove trasmettere loro l’importanza di assimilare le buone pratiche per essere, in primis, dei buoni cittadini. Il rapporto proficuo che come Istituto abbiamo con l’Amministrazione Comunale si traduce anche nella realizzazione di progettualità come gli incontri di educazione stradale, al fine di porre sempre maggiore attenzione su tematiche cruciali come questa. Ringrazio davvero per questa sinergia che mi auguro possa proseguire nel futuro”.

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Manifesto Antoci M.

GardaToday




Uscita didattica per la visione di “Io capitano”

In data mercoledì 7 febbraio 2024 le classi 3ªJT, 3ªF, 3ªB e 4ªG, accompagnate dai docenti Prof. Giovanni Quaini, Prof.ssa Fabiana Sansone, Prof.ssa Maria Camilla Azzini, Prof. Libero Lorenzoni, si sono recati presso “Nuovo Cinema Eden” per la proiezione del film Io capitano”. Di seguito l’articolo scritto dagli studenti Baruffa e Cenedella (3ªB).

“Io Capitano” è un film che narra la storia di due giovani cugini senegalesi, Seydou e Moussa, che sognano di andare in Europa. I due lavorano e risparmiano per pagare il viaggio, e hanno una grande passione per la musica. Seydou è un ragazzo più timido e riservato, Moussa è più audace e intraprendente. Il film parla del loro percorso da Dakar fino alla costa, in cui dovranno affrontare molteplici difficoltà lungo il loro cammino. “Io capitano” è un film che si focalizza principalmente sulle tematiche che riguardano molte persone in Africa che vogliono intraprendere questo viaggio della speranza, per cercare una nuova vita e un nuovo futuro: vengono fatti riferimenti anche altre tematiche come il razzismo oppure la diversità dei paesi africani rispetto a quelli europei. È un viaggio che parte dal Senegal per cercare di trovare una nuova vita in Italia o in Europa, dato che le possibilità nei paesi africani sono decisamente inferiori rispetto a quelle nei nostri paesi europei. La storia di questi due cugini è formata da momenti di gioia e felicità, a momenti di tristezza in cui non sapevano se sarebbero riusciti a completare il viaggio. Tutto questo è stato anche fatto all’insaputa della madre di Seydou, che è stata fondamentale per la crescita del ragazzo data la mancanza del padre: tutto questo per dire che, a volte, l’inseguimento di un sogno è più grande della propria sicurezza e della tranquillità delle persone a cui vogliamo più bene. Un messaggio forte che sicuramente può essere molto utile ai giovani e non solo, un messaggio che definisce le nostre paure e ci dà una soluzione, che può sembrare folle per alcuni, per rispondere a quesiti sulla nostra vita, come la scelta del futuro migliore. Seydou e suo cugino hanno attraversato il deserto per un obiettivo comune e, nonostante tutto, il pensiero di abbandonarsi a vicenda quando c’erano i problemi maggiori, non sfiorava minimamente le loro teste: questa è un’altra dimostrazione della forza di volontà e del significato di fiducia reciproca. “Io capitano” è un film che stupisce perché sono situazioni che avvengono quotidianamente in Africa e in altri paesi, ma questa è una tematica di cui, anche nelle scuole, non si parla molto e, di conseguenza, gli studenti non comprendono queste situazioni. Il regista, Matteo Garrone, è riuscito a far comprendere le vite di persone meno fortunate e contemporaneamente a dare un messaggio di forza e speranza, accompagnando tutto questo con delle immagini molto forti ma significative. Consigliamo vivamente di vedere questo film perché è importante informarsi ma anche capire cosa accade a non molti chilometri da noi, anche perché tutto questo accade ancora oggi e non viene dato il massimo per aiutare persone che cercano un futuro migliore perse stessi e le loro famiglie.

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-Baruffa e Cenedella (3ªB)




Giorno della Memoria

Nel Giorno della Memoria ricordiamo l’Olocausto, un periodo buio della storia del Novecento in cui la Germania nazista e i suoi alleati commisero il genocidio di sei milioni di ebrei e di numerosi altri individui considerati “inferiori”, come per esempio i disabili, gli oppositori politici, gli omosessuali, i neri, i Rom, i Testimoni di Geova, gli slavi e tanti altri. Secondo le stime degli storici, il numero totale delle vittime del nazismo oscilla tra i 12,5 e i 17,5 milioni, e gli ebrei rappresentano circa il 78% delle vittime.

Il Giorno della Memoria è stato istituito nel 2005 dall’ONU per onorare le vittime dell’Olocausto. La data più comunemente adottata è il 27 gennaio, in quanto segna la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’esercito sovietico nel 1945. In Italia, il Giorno della Memoria è stato introdotto nel 2000, per commemorare non solo la Shoah ma anche le vittime italiane del nazismo e gli ebrei perseguitati dal regime fascista.

Il termine “Olocausto” può essere interpretato in due modi: alcuni autori lo associano esclusivamente allo sterminio degli ebrei, utilizzando a questo scopo il termine “Shoah“, mentre altri ritengono che comprenda tutte le vittime del nazismo. Resta comunque la tragica realtà che milioni di ebrei e altri gruppi furono deportati nei campi di sterminio, subendo destini orribili come la morte nelle camere a gas o i lavori forzati fino alla loro morte. Le radici dell’Olocausto affondano nell’antisemitismo e nell’ideologia razzista del nazismo, che trovò l’opportunità di compiere questo genocidio durante la guerra.

Dopo essere salito al potere nel 1933, il Partito Nazista introdusse leggi discriminatorie contro gli ebrei e compì violenze di massa.
Il periodo tra il 1939 e il 1941 vide l’occupazione tedesca della Polonia e di parti dell’Unione Sovietica, dando inizio ai massacri perpetrati dalle SS attraverso gli Einsatzgruppen.
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale iniziò la fase più intensa dello sterminio, segnata dalla “Soluzione Finale” decisa durante la Conferenza di Wannsee nel 1942, che prevedeva la deportazione nei campi di sterminio, principalmente in Polonia, come Sobibor, Treblinka, Belzec e Auschwitz.

La Germania ricevette il sostegno dei Paesi alleati, compresi i collaboratori italiani che aiutarono a radunare e deportare le persone. In Italia, la Repubblica di Salò collaborò con i nazisti nella ricerca e nella detenzione degli ebrei. Tuttavia, i cittadini italiani manifestarono reazioni eterogenee: alcuni rifiutarono l’antisemitismo, mentre altri collaborarono con i nazisti nell’identificazione delle persone da deportare.

Cancello di Auschwitz

Rotaia Auschwitz

Filo spinato

Matteo Botturi 5F




Uscita 4F e 4E al Festival della Dottrina Sociale

Il 25 novembre 2023, le classi 4F e 4E hanno avuto la possibilità di partecipare alla XII edizione del Festival della Dottrina Sociale. L’evento, tenutosi a Verona, ha ospitato alcune associazioni e conferenze riguardo a diverse tematiche imprenditoriali, con un focus particolare sulla sostenibilità, non solo economica ed ambientale, ma soprattutto sociale. Il primo incontro a cui gli studenti hanno assistito, presentato dal prof. Oreste Bazzichi, scrittore e docente universitario, si è concentrato su una mostra riguardante la cosiddetta “Economy of Francesco”. L’esposizione, composta da diversi pannelli illustrati, ha permesso ai ragazzi di percorrere, attraverso la vita di San Francesco d’Assisi, un percorso nella scoperta di un’economia circolare etica e sostenibile, decisamente opposta al consumismo della società odierna. Nel secondo incontro, gli studenti hanno potuto assistere ad una conferenza, organizzata dall’associazione San Giuseppe Imprenditore, nella quale diversi imprenditori locali hanno raccontato la loro storia e spiegato in maniera reale e pragmatica come un’economia sostenibile sia davvero possibile. Andando controcorrente rispetto alle pratiche usuali di impresa odierna, molti di loro puntavano a far risaltare le persone e il loro valore, creando una relazione di rispetto e umanità tra dipendente e imprenditore. Durante questa conferenza alcuni ragazzi hanno avuto la possibilità di esprimere opinioni e rispondere a delle domande poste dagli interlocutori, i quali si sono dimostrati capaci di coinvolgere gli studenti, apprezzandone la partecipazione. Nell’ultimo incontro, le classi hanno potuto conoscere Don Alberto Ravagnani, il quale ha trattato tematiche riguardanti le opportunità che i social offrono per socializzare anche nel mondo reale. Don Alberto ha inoltre specificato il ruolo positivo che può avere la chiesa nella socializzazione, in particolare tra i giovani, organizzando ad esempio attività parrocchiali. Nella parte finale della conferenza, i partecipanti hanno avuto la possibilità di porre delle domande all’ospite, che si è reso disponibile ad analizzare tematiche talvolta complesse e delicate. La giornata ha sicuramente lasciato agli studenti molti spunti interessanti sui quali ragionare e da approfondire, analizzando questioni oggi, come in futuro, molto importanti.

Ecco alcuni link per approfondire al meglio l’argomento:
Canale YouTube Dottrina Sociale: https://www.youtube.com/@DottrinaSociale/featured
Sito Web Dottrina Sociale: https://dottrinasociale.it/
Sito Web Economy of Francesco: https://francescoeconomy.org/it/
Secondo incontro della giornata: https://www.youtube.com/watch?v=xgOWjbXg_SE
Terzo incontro della giornata: https://www.youtube.com/watch?v=b6KXQ08CIdo

-Manuel Pitscheider, Mattia Cappa e la classe 4E

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Incontro con i “Guardiani del Benaco” e l’Associazione “Ema Pesciolino Rosso”

Mercoledi 20 dicembre, presso il Teatro dell’Oratorio, si è tenuto un incontro con il prof. Frantz Kourdebakir, Responsabile del Progetto di sostenibilità ambientale sul territorio gardesano e ideatore della Luce della Speranza, candela itinerante tra le scuole del Lago di Garda con il Sig. Gianpietro Ghidini, fondatore dell’Associazione che aiuta i giovani a uscire dalle dipendenze. L’incontro organizzato dal Dipartimento di Religione rientra tra le proposte del nostro Istituto nell’ambito delle attività di Educazione Civica. Il prof. Domenico Marchione ha portato, innanzitutto, il caloroso saluto della Dirigente Scolastica agli ospiti e alle classi coinvolte. Ha poi introdotto l’incontro invitando gli studenti a non essere prigionieri del mondo, ma essere persone attive nel mondo! Tutto dipende dal nostro modo di raccontarci, di narrarci al mondo, di aprirci al Noi. Ognuno può essere ancora migliore di quello che è già! Solo con l’intelligenza del cuore si potrà trovare la chiave rivoluzionaria, attenta e appassionata, per scoprire Sé stessi, gli Altri e il Creato. Il papà di Emanuele (clicca qui per sapere la sua qui) ha voluto rimarcare ai giovani presenti di non cercare la felicità nelle cose effimere, ma nelle cose veramente importanti come i rapporti umani sani, nel cercare un sogno, una motivazione importante per la quale dare senso alla vita. “Occorre fare una rivoluzione RAPP”, Ci ha detto, Gianpietro, cioè, capace di sapere Ringraziare, di sapere Aiutare, di essere Preparati, di dare Perdono. Frantz ha voluto ricordarci che, con la Luce della Speranza, nasce il desiderio di costruire una comunità fraterna, a partire dalla casa comune del nostro lago. Incontrarci tra scuole per ascoltarci, per condividere un messaggio, con le stesse parole di don Milani: “I care”, mi stai a cuore. Creare l’Oasi del Garda 2030 come obiettivo di sostenibilità ambientale, attraverso i Guardiani del Benaco, che poi siamo tutti noi che viviamo questo territorio, in modo particolare, i giovani.

Cliccare qui per vedere il video.

Prof. Domenico Marchione

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CONFERENZA PROF. BARONTINI | ACQUA COME RISORSA CICLO IDROLOGICO COME PARADIGMA DI SOSTENIBILITA’

Giovedì 20 aprile 2023, dalle ore 9.00 alle ore 11.00, si è svolta nell’Aula Magna del nostro istituto la conferenza dal titolo “Acqua come risorsa. Ciclo idrologico come paradigma di sostenibilità”, promossa dalla rete scolastica “Morene del Garda” nell’ambito del piano formativo “Custodiamo il futuro. Garda Casa Comune”. Relatore è stato il prof. Stefano Barontini, docente di idrologia all’Università Statale di Brescia. Ad introdurre la lezione è intervenuta la Dirigente Scolastica Angelina Scarano che ha posto subito l’accento sull’estrema preziosità dell’oro blu rilevando come sulla Terra esistano, in varie forme, circa 1,3 miliardi di km cubi di acqua di cui sono solo 10 milioni circa quelli di acqua dolce; motivo per cui diviene oltremodo vitale preservare questo bene, adottando buone pratiche di sostenibilità. Ed è su questo punto che ha esordito il prof. Stefano Barontini, docente di idrologia all’Università Statale di Brescia, osservando come le risorse della Terra vadano preservate attraverso un mutuo appoggio di tutti i popoli del mondo. Citando il naturalista e filosofo russo Pëtr Kropotkin, il relatore ha proseguito rimarcando l’importanza della tutela e della cura del territorio tramite un approccio armonioso e organico con la natura e le sue risorse. Essere pienamente sostenibili, inoltre, significa aprirsi ad una dimensione collettiva; occorre anche, come da tempo sostiene la Fao, considerare come ineludibile la dimensione della giustizia sociale. In tal senso l’acqua rappresenta un indice paradigmatico: in questo tale risorsa deve essere considerata come bene comune dell’umanità. Nessuno ormai può mettere in dubbio la rilevanza che ha assunto l’oro blu in questo nuovo millennio. Il prof. Barontini si è soffermato sul concetto di “risorsa”, a partire dal suo significato etimologico, dal francese “resource” che, a sua volta, rimanda al latino “resurgere” con il significato di “rinascere”; la risorsa è quindi qualcosa che si rigenera e, in tal senso, è la risorsa per eccellenza. La seconda parte della conferenza è stata tutta dedicata ad illustrare le varie metodologie adottate da varie popolazioni che vivono in territori siccitosi per un uso responsabile del bene acqua: il relatore ha spaziato da Israele all’Africa sahariana sino all’Iran, citando anche il meridione dell’Italia per poi fare cenno anche alle nostre limonaie dal Garda: i nostri antenati, infatti, avevano escogitato delle sofisticate tecniche di irrigazione, in grado di utilizzare l’acqua in termini efficaci e senza alcuno spreco. La conferenza ha ottenuto la massima attenzione da parte dell’uditorio, riscuotendo un grande interesse da parte di studenti e docenti.

foto1 (1) foto2 (1) foto3 (1)WhatsApp Image 2023-04-24 at 19.41.45Prof. Mauro Sitta

Coordinatore del Progetto della rete scolastica “Morene del Garda”




On the road. Sulle rotte dei migranti

Venerdì 24 Febbraio 2023, presso l’Aula Magna dell’ISS “L. Cerebotani”, si è svolto un incontro, voluto e organizzato dal prof. Domenico Marchione, facente parte sia della Commissione Studenti che di Educazione civica, con alcuni Esperti attivisti nell’accoglienza dei profughi che scappano dai conflitti, da quello in terra ucraina ai tanti non raccontati, ma più che attuali. Iniziamo con la loro presentazione: il dott. Diego Saccora è il Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “ComuniCare” è un operatore sociale all’interno del sistema di accoglienza del Comune di Venezia nell’ambito dei minori stranieri non accompagnati; ha vissuto anni in Bosnia Erzegovina, si occupa di progetti di convivenza, inclusione e formazione anche per neo maggiorenni e giovani. La dott.ssa Anna Clementi è stata operatrice Sprar nel sistema accoglienza a Venezia; è arabista, ha vissuto per anni in Medio Oriente tra Siria e Palestina e insegna arabo. All’inizio, per aiutarci a comprendere il messaggio dell’incontro, ci hanno fatto ragionare sulla differenza degli spostamenti che possono fare i cittadini delle diverse nazioni, in giro per il mondo. Anna e Diego hanno iniziato a parlarci della loro storia; fanno parte dell’associazione “lungo la rotta balcanica”, associazione aperta dal 2015 che parla della migrazione a piedi dei migranti attraverso i Balcani. Il loro obbiettivo è mettere insieme le completezze e le conoscenze di ciò che avviene durante questa rotta; si occupano di denunciare violenze e respingimenti riservati a questi profughi nei campi di contenimento, che sono stati istituiti dai governi dei paesi balcanici, in collaborazione con l’Unione Europea, per gestire l’afflusso di migranti e rifugiati lungo la rotta balcanica. Tuttavia, questi campi, sono stati criticati per le condizioni di vita precarie, disumane e per la mancanza di assistenza adeguata ai migranti e ai rifugiati. Diego e Anna ci hanno mostrato tramite immagini, video e qualche oggetto, com’è la vita in questi campi e cosa devono affrontare i migranti durante il loro viaggio. Un video, come esempio, che ci hanno mostrato è la storia di questo uomo che per arrivare in Germania ha dovuto subire un terribile viaggio, racconta di essere chiuso in un furgone con altri migranti e che, arrivati alla dogana, sono stati fermati, denudati e bloccati. In conclusione… È importante sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni disumane e precarie in cui vivono i migranti e i rifugiati lungo la rotta balcanica. Queste persone sono spesso fuggite da conflitti armati, persecuzioni e violazioni dei diritti umani nei loro paesi d’origine e meritano un trattamento umano e dignitoso durante il loro viaggio verso l’Europa. È fondamentale che i governi della regione e l’Unione Europea forniscano assistenza adeguata ai migranti e ai rifugiati lungo la rotta balcanica,  garantendo l’accesso a servizi essenziali come cibo, acqua potabile e assistenza medica. Inoltre, è necessario garantire la loro sicurezza proteggendoli dalle organizzazioni criminali e dalle violenze delle forze di sicurezza. Assistenza che viene, di certo, assicurata da chi, come i nostri ospiti, dott.Saccora e dott.ssa Clementi, si prodigano per alleviare le pene di tanta umanità, per molti, senza nome e con incerto futuro.  Tomba di bambina Afghana

confine greco macedone

Cimitero di migranti Kurdi

Il muro ungherese di Orban

-Arnaldini Sara, Corazzina Davide e Ziglioli Marco 5M




Giorno del Ricordo

Venerdì 10 Febbraio 2023, durante il Giorno del Ricordo, il nostro Istituto ha ospitato presso l’Aula Magna il professor. Federico Carlo Simonelli, ricercatore di storia politica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Una data non casuale, in quanto il 10 Febbraio del 1947 furono firmati i trattati di pace che poserò definitivamente fine alla Seconda Guerra Mondiale. Il professore ha esordito nel suo discorso citando una frase di Mussolini: “Quando l’etnia non va d’accordo con la geografia, è l’etnia che deve muoversi”; una frase che racchiude perfettamente ciò che è accaduto nella zona compresa tra l’Istria e la Dalmazia, dove precedentemente al primo conflitto mondiale, più etnie e diverse culture si mescolavano pacificamente. Quando però nel 1941 l’Italia invase parte di quei territori, rivendicando il sogno di D’Annunzio, li amministrò con durezza, imponendo un’italianizzazione forzata e reprimendo e osteggiando le popolazioni slave locali, privandole della loro identità. Tuttavia, con il crollo del regime Fascista nel 1943 e la salita al potere di Tito, il quale fece riaffiorare la Jugoslavia, i fascisti e tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo, prima torturati dai partigiani jugoslavi e poi gettati nelle foibe, pozzi naturali percorsi da fiumi sotterranei che divennero vere e proprie fosse comuni. Si contano tra i 500 ed i 600 infoibati in questo primo episodio. Si entrò in un clima di violenza generale : tra il 1945 e il 1946, dopo la caduta del Terzo Reich, che controllava Serbia,Croazia e Slovenia, l’esercito jugoslavo tentò di riprendersi i territori dell’Istria e della Dalmazia, minacciando i territori dell’allora Repubblica Sociale Italiana, fino a Trieste. In questi anni si stimano un numero elevatissimo di vittime : in molti vennero uccisi dai partigiani di Tito, molti altri furono gettati nelle foibe o addirittura deportati nei campi sloveni e croati. Nel biennio 1945-46, e nel decennio successivo,furono in molti gli italiani che fuggirono da quei territori, più di 250’000 esuli costretti a scappare dalle proprie case. Con la firma del trattato di pace di Parigi, il 10 febbraio 1947, si pose finalmente fine al conflitto e l’Italia dovette cedere alla Jugoslavia numerosi territori a maggioranza italiana, tra questi Zara e la provincia di Gorizia per citarne un paio. Questo causò l’esodo forzato di altre decine di migliaia di italiani, che non trovarono tuttavia una calorosa accoglienza in Italia: oggi questa emigrazione forzata viene ricordata con il nome di “Esodo Giuliano Dalmata”. Un eccidio del genere dovrà aspettare quasi sessanta anni, precisamente il 2004, per essere riconosciuto ufficialmente come un avvenimento da ricordare, alla stregua del Giorno della memoria. Il professor Simonelli conclude l’incontro mostrandoci un volantino con una foto: un gruppo di soldati impugna i propri fucili contro alcuni cittadini, apprestandosi ad eliminarmi. Il volantino citava: “Il rumore del silenzio, ricordo dei martiri delle foibe”, tuttavia c’è un errore: i soldati in questione, creduti erroneamente jugoslavi dall’ideatore del volantino, erano in realtà italiani. Si assiste quindi ad una situazione inversa, un episodio che fa però riflettere. Risulta fondamentale comprendere gli eventi non per giustificare una delle parti, le quali possono essere entrambe nel torto, ma come forma di rispetto per le vittime. L’incontro si è concluso con le parole del professor. Marchione e della professoressa Spalinger, che hanno lasciato agli studenti presenti uno spunto di riflessione. Un ringraziamento al professor Simonelli per la disponibilità nell’incontro e per la chiarezza e l’eloquenza nell’esporre l’argomento trattato.

-Khtibari Salah, De Moliner Serena

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Giornata della Memoria

Venerdì 27 Gennaio 2023, presso l’Aula Magna dell’IIS “L.Cerebotani”, si è svolto un incontro con il Dr. Claudio Cogno (Responsabile per l’accoglienza profughi nel bresciano e coordinatore dell’Associazione ADL a Zavidovici), il Dr. Carlo Susara (Presidente dell’associazione ANPI di Lonato) e tutte le classi dell’Istituto, per parlare ai ragazzi riguardo la Giornata della Memoria.

L’incontro si è aperto con la presentazione dei due ospiti. Il primo a prender parola è stato il Dr. Claudio Cogno, il quale ha raccontato ai ragazzi della propria esperienza in Bosnia-Erzegovina e in Serbia, dove ha potuto toccare con mano la situazione che tutti i giorni migliaia di profughi vivono; ha riferito come nonostante siamo nel 2023, in molti paesi esistono ancora i campi di concentramento, dove sono costrette a stare moltissime persone tra cui ragazzi della nostra età e di come solo un ragazzo su quindici riesca a scappare da queste realtà e superare i confini verso altri paesi.

Tutto ciò è causato dal sistema che ignora e abbandona tutte queste persone e le condanna a fare questa vita.

Dopo questo racconto da brividi ha preso parola il Dr. Carlo Susara il quale ha proposto a noi ragazzi, molti esempi di deportazione che fossero vicini alla nostra realtà, giovani di Lonato che sono stati strappati dalle loro famiglie per andare a lavorare e in seguito a morire ad Auschwitz e di ragazzi che invece volevano opporsi a tutto ciò i quali, armandosi, cercarono invano di diventare partigiani, venendo arrestati.

In seguito ha raccontato anche di come nel 1943, nel nostro Istituto, nelle aule e nei corridoi che frequentiamo ogni giorno, avessero camminato gli SS di Adolf Hitler, mostrando immagini della scuola, dei professori e degli alunni a quei tempi.

L’incontro si è concluso con le parole del Prof. Domenico Marchione, il quale ha lasciato ai ragazzi uno spunto di riflessione su quanto trattato nell’incontro.

- Tonini Cristian, Rizzi Nicola, Mattia Tsegaye

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