Sono Matteo Botturi, ho 18 anni e quest’anno frequento la 5F in questo Istituto.
L’anno scorso mi sono imbattuto in un’esperienza che mi ha cambiato e mi ha fatto crescere: studiare per un semestre all’estero.
Per la precisione ero in Canada, vivevo in un paesino di nome Powassan e andavo a scuola in una città vicina di nome North Bay.
Sono arrivato in Canada il 02/02/2023 a Toronto (partendo da Malpensa con scalo a Francoforte) alle 16:20, ho partecipato a qualche giorno di orientamento lì nella capitale dell’Ontario, in cui ci hanno mostrato alcune cose fondamentali da sapere per vivere in quella provincia.
Due giorni dopo (il 04/02) ho aspettato in aeroporto altri studenti che dovevano arrivare da altri paesi del mondo, per poi prendere una navetta che ci avrebbe portati alla nostra destinazione finale (che per me era Powassan) la sera stessa.
Quando siamo arrivati nel punto di ritrovo, c’era già la mamma ospitante ad aspettarmi, sono salito sulla sua auto e ci siamo diretti verso casa. La sera ero molto stanco per esser stato tutto il giorno in aeroporto, tant’è che sono andato subito a letto.
La mia famiglia ospitante era composta dalla mamma Vanessa, il papà Jonathan, il figlio Logan (di 8 anni), la figlia Mikayla (di 4 anni).
La loro casa si trovava all’interno di un bosco, molto lontana dal centro abitato; per quattro mesi siamo stati immersi nella neve. Mi è capitato di vedere delle alci vicino a casa.
I rapporti con la famiglia erano un po’ difficili, però alla fine è andato tutto bene. I ragazzi erano super affettuosi e infatti quando me ne sono andato erano molto tristi.
La scuola canadese è molto diversa da quella italiana. Le differenze più importanti sono:
- a scuola c’erano tantissime fontanelle dell’acqua per riempire le borracce
- dovevamo usare un’uniforme a scuola
- arrivavo a scuola alle 8:25 circa e potevamo subito entrare a scuola e andare in mensa o in biblioteca a chiacchierare, fare alcuni compiti o ripassare
- essendo in una scuola cattolica quando iniziavano le lezioni c’era una preghiera e poi l’inno canadese
- ogni lezione durava 1h 15’ e poi tra una lezione e l’altra c’erano cinque minuti per cambiare aula e riposarsi
- 50’ di pausa per pranzare
- si lavorava tanto a scuola e di meno a casa
- quattro materie al semestre che si ripetono tutti i giorni scelte dallo studente
- per partecipare alla graduation (la nostrà maturità) bisogna avere un numero di crediti minimi obbligatori e altri facoltativi (alla fine di ogni semestre se si supera una materia, ovvero si ha più del 50% di media ponderata di tutte le verifiche nella materia, si ottiene il credito in quella materia)
- se si va male in una materia non si perde l’anno o il semestre, ma solo la materia che, se è una di quelle obbligatorie per la graduation, bisognerà ripetere
- i professori sono sempre disponibili durante il pranzo per ripassare per esempio un argomento che non hai capito
- le loro superiori durano in media 4 anni (dal 9° al 12°), però ci si può maturare più in fretta o più lentamente
- non esistono esami finali alla fine della scuola ma solo esami ogni fine semestre nelle varie materie che uno ha studiato
La mia giornata era molto ripetitiva: prendevo lo scuolabus alle 7:38, alle 8:00 cambiavo scuolabus e prendevo quello per la scuola, arrivavo a scuola alle 8:25 e andavo in mensa a chiacchierare con alcune amiche; alle 8:45 andavo in classe, alle 8:50 si pregava e si ascoltava l’inno nazionale, alle 8:55 iniziava la prima lezione (che per me era Geography: Physical Processes and Disasters); alle 10:10 uscivo dall’aula e alle 10:15 iniziava la seconda lezione (Information Tecnology: Introduction to Computer Science) fino alle 11:30; alle 11:35 iniziavo la terza lezione (Business: Financial Accounting Foundamentals); alle 12:50 finiva la lezione e iniziava il pranzo, durante il quale chiacchieravo con le mie amiche oppure andavo a ripassare qualche lezione; poi alle 13:45 iniziava l’ultima lezione (Chemistry) fino alle 15:00 quando finiva la giornata scolastica. Nel pomeriggio si potevano fare delle attività extrascolastiche, ma abitando molto lontano dalla città in cui era situata la scuola, non potevo partecipare, perché dovevo prendere lo scuolabus alle 15:15; alle 15:45 cambiavo bus e arrivavo a casa alle 16:00. Facevo due orette di compiti, chattavo con amici o chiamavo la mia famiglia in Italia, per poi alle 18:00 andare a cena. Quando finivamo la cena giocavamo quasi sempre ad un gioco in scatola io, la mamma e il figlio maggiore, per poi andare a letto alle 21:00 circa.
Ho avuto modo di partecipare alla graduation (senza però prendere il diploma perché ho fatto solo un semestre) e al Prom ed è stato bellissimo.
Grazie a questa esperienza sono cresciuto e mi sento molto più maturo di quando sono partito.
Matteo Botturi