Da Vinci 4.0 è tornato nelle scuole per conoscere il digitale dal vivo

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Sistema scolastico secondo Elon Musk

LaScuolaDiElonMask2Elon Musk è un imprenditore sudafricano, diventando uno dei più ricchi del mondo, grazie alle sue numerose aziende come Tesla, Neuralink, ed è anche cofondatore di PayPal. Le considerazioni riguardo Elon Musk sulla scuola, sono una valida alternativa per cambiare in meglio il sistema scolastico attuale, basandosi su alcune riflessioni che il miliardario stesso si pone: “ma il sistema scolastico attuale funziona veramente?”.

Elon Musk propone delle soluzioni risolvendo una problematica familiare, infatti pensa che i suoi figli non vengano istruiti nel migliore dei modi. Gli errori più lampanti osservati nei sistemi scolastici da Elon Musk sono:

  • gli studenti non vengono raggruppati per la loro età, ma per le loro abilità (ritiene che sia sbagliato pensare che gli alunni della stessa età imparino alla stessa velocità);
  • insegnare sempre al pensando al problema (ritiene che insegnare per imparare uno strumento sia inutile, meglio insegnare per risolvere un problema).

Le fondamenta di questo sistema scolastico sono ben differenti dalle attuali, infatti nella scuola secondo Elon Musk non ci sono classi né livelli, gli studenti partecipano e lavorano tutti insieme, a prescindere dall’età o dalle capacitàIl programma è incentrato su veri e propri progetti affrontati attraverso apprendimento cooperativo, lavoro di gruppo e confronto tra i ragazzi, che sono visti come essenziali. Le materie studiate in questa scuola puntano al futuro infatti si riduce lo studio delle materie di carattere umanistico, basandosi principalmente sulle nuove tecnologie, l’informatica, il coding, l’ingegneria, la costruzione pratica, ma anche l’etica e ragionamento critico, l’avvicinamento all’imprenditoria e lo sviluppo di hard e soft skill fondamentali nel mondo dell’innovazione e del lavoro.

La scuola ideale di Elon Musk non è perfetta, secondo il nostro punto di vista, l’ideale sarebbe una combinazione tra quella attuale e la sua dove lo studente sarebbe più stimolato perchè non vedrebbe la scuola come un obbligo ma come un ambiente sano dove imparare e migliorare le proprie abilità. Siamo abituati a vedere la scuola come un’area dove ognuno è giudicato solamente per le proprie performance su singoli test; da votazioni molte volte inutili; molte volte studiando concetti ormai obsoleti. Capiamo la necessità di ampliare la cultura generale, ma vogliamo togliere spazio allo studio delle nuove tecnologie, limitando l’evoluzione tecnologica? Molte materie mancano in molte scuole e sono proprio quelle materie che preparano lo studente al mondo del lavoro come l’imprenditoria e l’economia che dovrebbero essere presenti in ogni scuole.

Ci siamo mai chiesti come il nostro sistema scolastico limiti le potenzialità di uno studente? Qualcuno ha mai osservato i livelli di stress presenti negli studenti italiani? Il nostro sistema scolastico deve fare ancora molta strada per far sì che la scuola formi lavoratori capaci di ragionare, mettersi in gioco e migliorarsi, ma fino ad ora cosa ha veramente fatto? Speriamo sia stato di vostro gradimento l’esposto e vi ringraziamo per il vostro tempo e speriamo vi faccia ragionare.LaScuolaDiElonMask

 

 




La scuola ideale

Noi studenti ci lamentiamo spesso del sistema scolastico attuale, dicendo che non ci valorizza sufficientemente o che è troppo rigido, non lasciando libera scelta agli studenti, i quali sono i principali attori della scuola. Abbiamo perciò stilato una lista di modifiche, prendendo varie caratteristiche da vari sistemi scolastici di tutto il mondo.
La nostra scuola ideale dovrebbe comprendere i seguenti punti:

  • Gli studenti hanno la possibilità di scegliere i propri professori;
  • I professori dovrebbero avere uno spazio dedicato per ricevere gli studenti, i cosiddetti tutoring;
  • Gli studenti dovrebbero avere uno psicologo interno alla scuola;
  • Gli studenti dovrebbero avere una biblioteca da cui prendere i libri, da restituire poi al termine delle lezioni;
  • Valutazioni in base alle competenze e non in base alle conoscenze;
  • Valutazione degli insegnanti da parte degli alunni;
  • Gli studenti dovrebbero avere più potere decisionale all’interno della scuola;
  • Le lezioni frontali dovrebbero essere molto poche o del tutto assenti;
  • Gli studenti dovrebbero essere incoraggiati a partecipare, interagire, porre domande, esprimere se stessi, presentare lavori di gruppo e ricerche individuali;
  • I professori dovrebbero avere aule fisse e gli studenti dovrebbero spostarsi tra le varie aule. Questa caratteristica tipica delle scuole americane è stata già adottata, non in tempi di COVID-19, dall’IIS Don Milani di Montichiari;
  • Le ore dovrebbero essere ridotte a 45 minuti con 15 minuti di pausa alla fine di ogni lezione. Degli studi, sostengono che il cervello apprendi meglio in questa modalità;
  • L’educazione sessuale dovrebbe essere obbligatoria a partire dal primo fino all’ultimo anno del ciclo scolastico;
  • Dovrebbero essere garantite più ore di laboratorio per avere una conoscenza più pratica delle materie d’indirizzo;
  • Diritto ed economia dovrebbe essere estesa a tutti e cinque gli anni e trattata in maniera più approfondita.

Questa è la nostra scuola ideale, in cui gli studenti possono essere più partecipi nelle scelte gestionali della scuola, nella scelta dei professori e con maggiori conoscenze, che potrebbero tornare utili nel futuro, come una conoscenza approfondita del Diritto Italiano e dell’educazione sessuale. Siamo a conoscenza che alcune di queste proposte non possono essere adottate a causa dell’emergenza COVID-19. Chiediamo chiediamo però alla Dirigente Scolastica di prendere in considerazione queste richieste, per trasformare l’IIS Cerebotani in una potenziale scuola di riferimento, non solo per gli istituti della Provincia di Brescia ma anche, potenzialmente, per tutte le scuole d’Italia.

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Articolo scritto da: Jacopo Senatore.

Lista di proposte stilata da: Matteo Botturi, Claudio Casanova, Jacopo Senatore, 3ªF.

 




L’Oasi del Garda 2030

Oasi del Garda 1

 

“Possediamo un’oasi meravigliosa, ai nostri figli non possiamo lasciare un deserto”

Giovedì 09 dicembre la Dirigente Scolastica ha convocato gli studenti nel giardino interno della scuola per accogliere un progetto di sostenibilità ambientale, iniziativa che sta coinvolgendo diverse realtà del lago di Garda.

La prof.ssa Angelina Scarano ha sottolineato l’importanza del rispetto verso se stessi, verso gli altri e verso l’ambiente per sviluppare una matura coscienza civica, impegno che deve partire proprio dagli studenti del “Cerebotani”, realtà scolastica che in tanti hanno scelto per le vaste opportunità lavorative.

Il rappresentante, per il nostro Istituto, di questo progetto di educazione ad un’ecologia integrale, nel rispetto del Creato e delle persone, è il prof. Domenico Marchione, il quale ha sottolineato nel suo intervento la necessità di creare, sempre più, una comunità virtuosa, costituita da nuovi pensieri e stili di vita, dai quali trovare il coraggio di realizzare grandi cambiamenti.

A questo incontro è stato invitato Frantz Kourdebakir, di origine francese, ideatore di un progetto educativo denominato “Guardiani del Benaco”, che ha per obiettivo la realizzazione di una rete educativa sostenibile attorno al più grande contenitore d’acqua dolce d’Italia con la firma di un patto educativo tra tutte le scuole, le associazioni e le imprese presenti nel territorio gardesano con riferimento al documento “Laudato si’”, “Fratelli tutti”, alla COP 26 che ci ricorda nel quarto obiettivo che senza un coinvolgimento di tutti non si realizzerà una vera e propria conversione ecologica, e all’Agenda 2030 che orienta l’umanità verso uno sviluppo sostenibile attraverso 17 obiettivi per educare gli studenti alla cittadinanza e alla sostenibilità.

A questo progetto si allinea un altro, detto “Cammino del Benaco”, che vuole valorizzare i luoghi storici, culturali e religiosi delle nostre comunità del Lago di Garda.

Accensione candela del Cerebotani

Alla fine dell’incontro è stata presentata la “Luce della Speranza”, candela itinerante che parte dalla Santa Casa della Madonna di Loreto per raggiungere tanti luoghi d’Italia, simbolo di Speranza, Pace e Unità che ha acceso, come simbolica connessione con il messaggio che porta, “la candela del Cerebotani”, il cui supporto è stato realizzato da noi, studenti della classe 4ªB.

Luca Esposito, Davide Bertella, Alessio Ghio, Matteo Lucchini e Michael Dellaglio

(Abbiamo l’intenzione di invitare Papa Francesco, uomo di speranza, sul lago di Garda per firmare il patto educativo e benedire il Cammino del Benaco per un’ecologia integrale sulla casa comune del lago di Garda).

 




Il lato oscuro della digitalizzazione

In questo articolo vogliamo parlare in breve di alcuni aspetti fondamentali della digitalizzazione spesso sottovalutati. Principalmente tratteremo del: “digital divide”, dei “7 fenomeni digitali” e del “greenwashing”.

digital_divide Partiamo con una semplice definizione di cos’è la Digitalizzazione? Per digitalizzazione nei servizi sociali si intende l’integrazione delle tecnologie digitali nella fornitura quotidiana di servizi sociali. L’impatto trasformativo della digitalizzazione sta emergendo solo di recente nella fornitura di servizi sociali, ma gli sviluppi sono sempre più rapidi.

Digital divide invece è il divario che c’è tra chi ha accesso a internet e chi non ce l’ha. Ne deriva una esclusione dai vantaggi della società digitale, con danni socio-economici e culturali per chi ne è colpito. Il digitale sta assumendo un’importanza sempre maggiore per la società. Gli esclusi sono coloro che di solito appartengono alle classi sociali svantaggiate e si trovano a combattere guerre per le disuguaglianze sociali e tecnologiche. La divisione che crea il Digital Divide, è una discriminazione per l’uguaglianza dei diritti che si possono esercitare online grazie alla società digitale e mette in mostra una sempre maggiore disuguaglianza nell’utilizzo delle tecnologie e nel loro accesso. Questa divisione mette in risalto la separazione tra la parte della popolazione che utilizza le tecnologie e la parte della popolazione che non le utilizza. I divari che si vengono a creare con il Digital Divide sono stati classificati in tre tipologie:

  • Il divario globale riguarda le differenze tra i paesi più e meno sviluppati.
  • Il divario sociale si riferisce alle disuguaglianze che ci sono all’interno di un paese.
  • Il divario democratico mette in evidenza le condizioni di partecipazione alla vita sociale e politica, in base all’utilizzo ed al non utilizzo delle tecnologie.

Il divario globale non è solo la possibilità di accedere alle tecnologie, ma soprattutto la qualità e le modalità di accesso. Per questo è il divario più forte in questo momento. Per esempio in Cina, Giappone e Stati Uniti hanno ad oggi più della metà delle connessioni nel mondo. Le categorie che risentono in modo particolare del Digital Divide sono:

  • Gli anziani: l’esclusione è causata da un gap generazionale;
  • Gli immigrati: l’esclusione è causata da un gap linguistico-culturale;
  • I detenuti, i disabili e chi ha un basso livello di istruzione, che non sono in grado di usare in modo consono i dispositivi informatici;
  • Le donne inoccupate: l’esclusione è causata da un gap di genere.

Di solito chi ha accesso alle tecnologie digitali proviene da una determinata area geografica e geopolitica, ma ci sono altre caratteristiche legate al sesso, all’età, al reddito ed al livello di educazione. Da alcuni studi si evince che, chi ha il reddito più alto ed un alto grado di scolarizzazione, ha più possibilità di accedere al mondo digitale. Coloro che vivono nei centri urbani più sviluppati, hanno maggiori possibilità rispetto a chi vive nei centri rurali.

Parlando della situazione del Digital divide in Italia possiamo dire che per  gli  italiani che non sono coperti da una adeguata connessione internet, si parla di un Digital Divide di infrastrutture, invece per gli italiani che scelgono di non avere una connessione si parla di Digital Divide culturale. Entrambe le situazioni creano degli svantaggi, anche se solo una bassa percentuale della popolazione non ha la connessione internet e la copertura ultra larga della banda interessa solo dal 20 % al 40 % della popolazione italiana.  Per un futuro prossimo si avrà anche un Digital Divide che riguarderà la mancanza della fibra ottica all’interno delle case, sarà circa del 20% della nazione. Annullare il divario digitale è lo scopo di molte organizzazioni e associazioni internazionali che si occupano di Internet Governance nel mondo. Sono stati riconosciuti quattro cardini su cui basare le possibili soluzioni: la crescita economica, l’uguaglianza economica, un’organizzazione democratica e la mobilità sociale. Alcune delle attività interessate che potrebbero aiutare a ridurre questo divario sono:

  • Creare applicazioni e ambienti digitali che portino l’utente ad essere autosufficiente e che lo rendano un partecipante attivo;
  • Creare dei percorsi educativi per l’utilizzo di internet e delle altre tecnologie
  • Mettere a disposizione dispositivi con accesso alla rete che riescano a soddisfare le esigenze di tutti;
  • Mettere a disposizione un servizio internet a prezzi modici e con una buona connessione;
  • Avere un supporto tecnico di qualità.

Gli stati devono garantire ai propri cittadini l’uguaglianza delle condizioni economico-sociali e la parità dell’accesso alla rete. Alla nuove generazioni deve essere fornita una giusta istruzione digitale per crescere come cittadini digitali e migliorare l’istruzione delle fasce delle minoranze più vulnerabili.

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Riguardo ai 7 fenomeni digitali riprenderò solo alcuni di essi, i quali rappresenteranno i punti più importanti. Partiamo dall ’echo chamber, questa significa letteralmente camera dell’eco ed è l’effetto sotto cui veniamo posti una volta acceso il telefono, il problema è che questo si crea e si rafforza con molta facilità ma non se ne andrà con altrettanta. L’effetto che crea provocherà un senso di chiusura da parte dell’utente non permettendo una vista oggettiva e completa dell’argomento trattato, infatti questa è utilizzata come strategia di marketing verso qualsiasi prodotto, l’obiettivo sarà farci credere che questo sarà l’unico prodotto valido rispetto alla concorrenza.                                                                                                                                                    Il secondo aspetto riguarda la negatività, infatti uno studio ha accertato che una cattiva notizia viene considerata il 50% in più rispetto ad una notizia positiva, basti pensare ai video su youtube e alla strategia del clickbait. Il terzo aspetto parla dell’isolamento sociale, ormai la diffusione è inevitabile e cresce esponenzialmente ogni giorno che passa, questo fenomeno è strettamente legato alla ricostruzione d’identità. Entrambe queste azioni porteranno una persona ad estraniarsi dalla società e a ricreare una copia migliore di se stessa online, postando solo i momenti migliori della loro vita. Il vero problema però non riguarda la persona trattata, ovvero colui che crea un profilo irreale, bensì riguarda tutte le persone che visiteranno questo profilo, la visione di una “vita perfetta” e priva di preoccupazioni provocherà un senso di incompletezza e di tristezza nelle persone che lo guarderanno, creando così un effetto depressivo; questo se attuato da tutti gli utenti andrà a creare un circolo vizioso che avrà come unico obiettivo quello di far credere agli altri di avere una vita migliore della loro.

Adesso pensiamo a tutto ciò che abbiamo detto fino ad ora e mettiamo assieme tutti questi aspetti, cosa si verrebbe a creare? La risposta è caos, questo è l’ultimo punto di cui tratterò. Non è facile gestire una società nella quale ognuno può dire la sua, essere aperti a nuove esperienze, a nuove idee e a nuove possibilità dovrebbe rappresentare la normalità mentre nella situazione in cui ci ritroviamo, sembra che l’unica cosa in cui siamo bravi è pensare in modo egoistico, soggettivo e spesso anche a giudicare gli altri con lo scopo unico di offendere. Per concludere vorrei invitare tutti i lettori ad espandere la propria mente, evitiamo di fermarci alla prima considerazione, tiriamo in gioco tutte le possibilità, e, se necessario, fermiamoci a riflettere perché a volte il non fare nulla è la cosa più difficile (Aforisma di Oscar Wilde: Il non fare nulla è la cosa più difficile del mondo, la più difficile e la più intellettuale).

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A causa della diffusione sempre più capillare delle tecnologie e di conseguenza della digitalizzazione sono sorti non solo molti vantaggi ma anche nuovi problemi. Per esempio il modo di fare pubblicità ha subito una grande evoluzione: i nuovi sistemi digitali le hanno dato la possibilità di diventare sempre più intelligente attraverso l’uso di algoritmi complessi che permettono di creare contenuti diversi e su misura per ogni utente. Negli ultimi anni gli algoritmi si sono evoluti a tal punto da poter predire con precisione quasi impressionante quelli che sono i nostri gusti, stati d’animo, modi di pensare e inclinazioni (es. politiche). La raccolta di tutti questi dati riguardanti ogni singolo utente permette di avere in mano la chiave per una nuova tipologia di manipolazione di massa, svolta velatamente e in modo quasi impercettibile, che consente a grandi colossi digitali di guadagnare enormi quantità di denaro a scapito delle nostre fragili menti. Le conseguenze di tale strumento si riflettono in importanti cambiamenti a livello sociale, come ad esempio in campo politico o concettuale (es. Greenwashing).

Che cos’è il Greenwashing? Innanzitutto partiamo spiegando il significato di questo termine: ha origine dalla fusione di due parole inglesi brainwashing (lavaggio del cervello) e green (verde). Il nuovo modo di fare pubblicità su misura ha permesso sì di aumentare i guadagni ma con la conseguenza di aver aumentato anche il consumismo. Il modo più efficace per riuscirci non si basa sulla vendita dei prodotti in sé, ma piuttosto sulla vendita e sul inculcazione di nuove ideologie. Ne è un esempio il Greenwashing, che cavalca egregiamente l’onda di preoccupazione diffusa per i cambiamenti climatici e l’inquinamento con l’unico desiderio di fare soldi. Questo ha delle conseguenze molto negative sull’idea generale che le persone hanno delle sostenibilità, infatti, molte aziende utilizzano messaggi fallaci e poco accurati per farci pensare che attraverso l’acquisto di nuovi prodotti più all’avanguardia e eco friendly si possa veramente attuare un cambiamento in meglio per il nostro pianeta.

Daniel Baroni, Demetra Carimb, Dilawar Singh Bola




La scelta di essere libera

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La scelta di essere libera

In collaborazione con la rete antimafia di Brescia, venerdì 26 novembre 2021 è stato proposto un incontro legato a “i percorsi di educazione civica”, sul tema della violenza contro le donne.
Durante l’incontro l’onorevole Piera Aiello, dopo aver esposto la sua storia, ha risposto alle nostre domande, dandoci consigli per vivere in modo corretto e responsabile il nostro futuro.
La deputata ci ha detto che non dobbiamo avere paura di denunciare, ma prendere spunto da molti imprenditori che, quando la mafia ha chiesto loro il pizzo, si sono rivolti alle forze dell’ordine.
Riportiamo di seguito alcune frasi sulle quali riflettere, pronunciate dall’ospite, che hanno particolarmente catturato l’attenzione di noi ragazzi.

“La morte è troppo facile, assumersi le responsabilità meno”

“Meglio una brutta verità che una bella bugia”

“Bisogna rimanere vivi per capire quello che si è fatto e pagarne le conseguenze”

“Bisogna avere le idee chiare nella vita”

“I miei genitori mi hanno insegnato a dare rispetto per pretenderlo e ad   essere onesta e pura in un mondo disonesto ed impuro”

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Le domande che le abbiamo posto

Cosa ha provato o pensato dopo aver denunciato?
“Ho provato rabbia perché, quando andavo a testimoniare nelle carceri, vedevo persone rinchiuse che potevano essere migliori”.
Ci può dare dei consigli per essere forti come lei nella vita?
“Nella vita bisogna avere le idee chiare, dovete seguire due esempi di vita che ogni giorno ci stanno accanto: i professori e gli insegnanti. Essi vi mostrano come comportarvi e grazie ai loro consigli potete vivere in modo onesto, diventando anche voi esempi di vita”.
Com’è cambiata la sua vita in seguito all’assegnazione di una scorta?
“La mia vita è cambiata molto: “i miei angeli” mi affiancano ovunque e in ogni momento, eccetto quando sono a casa. Vivere con la scorta non mi rende tanto libera, ma mi sono comunque affezionata a loro tanto che sono per me dei figli e io la loro mamma”.

Alcuni di noi, prima di incontrare Piera Aiello, pensavano di ascoltare la solita storia di una donna che, dopo aver vissuto eventi drammatici, si reca nelle scuole raccontando la propria esperienza, per sensibilizzare le menti dei giovani.
Non è stato affatto così: abbiamo avuto modo di incontrare una persona che ci ha dato dei consigli di vita preziosi, rispondendo al contempo alle nostre domande. Per noi studenti è stato un incontro partecipe ed attivo, interessante ed emozionante, che ci ha dato l’opportunità di confrontarci con una deputata, una testimone di giustizia da 30 anni, una donna che ha imparato molto dalla vita. Con lei il destino è stato duro e grazie alle sue esperienze può illuminarci, aiutandoci ad essere forti e coraggiosi anche noi nelle situazioni difficili.

Le classi 2ªK e 2ªA

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Music and Movies: can we learn English?

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Chi l’ha detto che imparare una lingua debba richiedere noia e stress? Il corso tenuto nell’ultima settimana di agosto dal prof. Alves, con la collaborazione e la partecipazione del prof. Caioli, ha dimostrato il contrario: si può imparare una lingua o migliorarne la conoscenza divertendosi e rilassandosi. Per giorni, infatti, una quindicina fra ragazzi e ragazze, alunni del nostro istituto, si sono ritrovati la mattina per seguire il corso R-estate al Cerebotani potenziando l’inglese nel laboratorio informatico. Lo scopo delle trenta ore del corso era di implementare soprattutto la conoscenza dell’inglese parlato attraverso l’ascolto di canzoni e la visioni di film in lingua originale. Così in serene mattinate sono state ascoltate canzoni contemporanee, come la struggente Lost boy o evergreen come l’immortale Sound of silence. I partecipanti al corso non si sono limitati ad ascoltare le canzoni sviscerandone i testi, ma sono stati spinti a scatenare la loro creatività, rielaborando le canzoni, proponendo testi alternativi, sostituendo le parole originali con sinonimi; sotto la sapiente guida del prof. Alves, inoltre, hanno approfondito alcune tematiche storiche o sociali inerenti ai brani ascoltati, come ad esempio la questione irlandese legata alla canzone degli U2 Sunday Bloody Sunday, scritta per ricordare l’uccisione di undici manifestanti irlandesi ad opera dei paracadutisti inglesi. Ma c’è dell’altro: grazie alla presenza di ottimi musicisti fra i docenti e i partecipanti si è cantato insieme What a wonderful world (con tante scuse a Louis Armstrong e anche ai Ramones). Esaurita la parte musicale siamo passati alla visione dei film, cominciando da un classico come Dead poets society, con Robin Williams nei panni del carismatico professor John Keating e proseguendo con film più recenti come In time o film di grande impegno civile nonché di alto livello come Mississippi Burning. Anche in questo caso la visione del film non è stata solo un mezzo di miglioramento dell’inglese ma anche un pretesto per approfondire tematiche storico sociali. Naturalmente i ragazzi sono stati sollecitati ad una partecipazione attiva discutendo – rigorosamente in inglese e senza pronunciare una parola in italiano pena un’occhiataccia del prof. Alves – sul film e sulle tematiche affrontate. I dodici alunni e le tre alunne partecipanti hanno lavorato in maniera seria e partecipe, creando un bel gruppo collaborativo e divertito, tanto più ammirevole in quanto i ragazzi hanno sacrificato le ultime mattine estive per tornare in anticipo fra le mura scolastiche ma come ha detto uno di loro “se la scuola fosse tutta così sarebbe un piacere!”. A volte imparare può essere divertente.

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Who said that learning a language must be boring and stressful? The course held in the last week of August by prof. Alves, with the collaboration and participation of prof. Caioli, has shown the opposite: you can learn a language or improve your knowledge while having fun and relaxing. For 9 days, in fact, about fifteen boys and girls, pupils of our school, met in the morning to follow the “R-Estate” course at Cerebotani, improving their English skills in the computer lab. The aim of the thirty hours of the course was to implement above all the knowledge of spoken English by listening to songs and watching films in the original language.
This way, for a few quiet mornings contemporary songs were listened to, such as the touching Lost boy or timeless songs such as the immortal Sound of Silence. The participants in the course did not just listen to the songs and examine the lyrics, but were encouraged to unleash their creativity, reworking the songs, proposing alternative lyrics, replacing the original words with synonyms; under the wise guidance of prof. Alves, we also explored some historical or social issues inherent to the songs we heard, such as the Irish question linked to the U2 Sunday Bloody Sunday song, written to remember the killing of eleven Irish activists by British paratroopers. But there’s something more to say: thanks to the presence of excellent musicians among teachers and participants, What a wonderful world was sung together (with many apologies to Louis Armstrong and also to the Ramones). Once the musical part was consumed, we moved on to watching films, starting with a classic like Dead Poets Society, with Robin Williams in the role of the charismatic professor John Keating, continuing with more recent films such as In Time or films of great civil commitment as well as high-level such as Mississippi Burning. In this case too, watching the film was not only a means of improving English but also a pretext for deepening historical and social issues. Naturally, the students were encouraged to actively participate by discussing – strictly in English and without uttering a word in Italian, under penalty of a dirty look from prof. Alves – on the film and on the issues addressed. The twelve boys and three girls worked in a serious and participatory way, creating a nice collaborative and fun group, all the more admirable as the students sacrificed the last summer mornings to return early within the school walls but as one of them said: “if the school were all like this it would be a pleasure!”. Sometimes learning can be fun.

proff. Ricardo Alves, Paolo Caioli




Ludendo docere (o anche cantando)

Il professor Alves Araujo Ricardo ha sperimentato con successo una ‘nuova’ forma di apprendimento nella classe 2ªQ del liceo quadriennale, presso il nostro IIS Cerebotani, dove insegna lingua inglese. Convinto sostenitore della teoria di Chomsky, ovvero sulla innata potenza comunicativa del linguaggio, ha coinvolto gli studenti in una lectio di inglese attraverso la musica e il canto. Accompagnandosi con la chitarra, coadiuvato da uno studente che suona il sassofono, ha cantato con la classe la famosa canzone ‘Vincent’ di Don Mclean (nota anche come “Starry night”), gli studenti dapprima stupiti e poi invogliati dal docente, hanno cantato all’unisono il bellissimo pezzo musicale. Ciò che colpisce è la spontaneità e l’ottimo risultato ottenuto senza aver fatto prove in precedenza. Il video rende certamente più delle parole l’importanza della trasversalità nell’insegnamento-apprendimento ma anche l’entusiasmo che gli studenti mostrano se adeguatamente stimolati. Ecco allora il video che testimonia questo inedito esperimento. Buona visione.

prof. Domenico Marchione




Incontro con LegAmbiente

Il giorno 15 maggio 2021, sia da remoto che in presenza, diverse classi del nostro Istituto hanno potuto partecipare all’incontro di Educazione Civica sul tema “Conoscere il Territorio”, con gli interventi dei responsabili dell’Associazione LegAmbiente, Comitato Sos Terra ed Ecovolontari del circolo di Montichiari. Trattasi di associazioni senza fini di lucro, fatte di cittadini e cittadine che hanno a cuore la tutela dell’ambiente in tutte le sue forme, la qualità della vita, una società più equa, giusta e solidale. Tante battaglie, quindi, per un mondo migliore, combattendo contro l’inquinamento, l’illegalità e l’ingiustizia per la bellezza, la tutela, la qualità delle nostre vite. Auspichiamo, anche con questi eventi, un futuro migliore, soprattutto per il nostro territorio bresciano, maglia nera in Europa per inquinamento ambientale.
“La provincia di Brescia, capitale del tondino, nota per la metallurgia e l’acciaio (oltre che per le fabbriche d’armi della Val Trompia), si è ritagliata una nuova specializzazione industriale, lo smaltimento dei rifiuti”, da: “Mala-Terra, come hanno avvelenato l’Italia”, libro della giornalista Marina Forti. I dati parlano chiaro: nel territorio bresciano sono trattati ogni anno circa cinque milioni di tonnellate di rifiuti speciali (includendo gli impianti di recupero, demolizione, rottamazione, trattamento di vario genere e incenerimento) mentre quasi due milioni sono stati depositati in discarica, circa il 70% del totale smaltito in tutta la Lombardia.
Che dire? Speriamo che le nuove generazioni siano capaci di garantire un salto di qualità nella protezione della salute e dei beni naturali rispetto alle precedenti. D’altronde, citando lo scrittore Josè Ortega: “Io sono me con il mio ambiente e, se non preservo quest’ultimo, non preservo nemmeno me stesso”

Prof. Domenico Marchione




GdB Da Vinci 4.0 ~ 2021

I video di presentazione dei gruppi partecipanti del nostro Istituto

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TecnoElite (1° Classificato)

Paolo Padovani, 5ªA
Manpreet Chatta, 5ªA
Davide Gandini, 5ªA
Gabriele Savoldi, 5ªA

Hive (2° Classificato)

Daniele De Marco, 4ªF
Matteo Iannantuono, 4ªF
Riccardo Biondi, 4ªF
Leonardo Novazzi, 4ªH
Paolo Imbriani, 3ªF
Gabriele Bonomi, 3ªF

BitProtein

Bensi Fabio, 5ªE
Venturini Luca, 5ªE
Zonzin Mattia, 5ªE
Colombo Paolo, 5ªD
Mergoni Alberto, 5ªD
Paletti Stefano 5ªD

Veritfizer