Stage Martino Scalvini

Ho svolto uno stage di due settimane presso la società Kalyos S.r.l nella sede Garda Computers a Desenzazno del Grada a partire dal 26 Gennaio fino al 6 Febbraio 2015.

Kalyos S.r.l opIMG-20150206-WA0011era nel settore dell’Information e Communication Technology, fornendo servizi di consulenza software e hardware alle imprese del territorio.
Si occupa nello specifico di produzione, vendita e assistenza di:
software gestionale e fiscale per aziende e professionisti,
software per la gestione documentale,
soluzione per ristoranti, hotel e negozi,
realizzazione di reti(server, pc, router ecc.)e infrastrutturedi sicurezza (nas, firewall, ecc),
stampanti e multifunzioni,
registratori di cassa per commercianti e aziende.
Appena arrivato mi è stato presentato tutto il personale, ho visitato la sede per entrare nell’ambiente lavorativo e conoscere tutte le persone che ho affiancato durante lo stage e che in un futuro probabilmente affiancherò. Successivamente sono stato informato per quanto riguarda i compiti che avrei dovuto svolgere e i servizi offerti dall’azienda. Dopo aver visionato diversi video-corsi e varie nozioni gentilmente fornitemi dal mio tutor aziendale Dott. Paolo Travagliati, mi sono occupato principalmente del progetto interno “Lasersoft”riguardante il settore della vendita e assistenza di soluzioni per la ristorazione e il retail, che consisteva nelle seguenti mansioni:
realizzare il manuale funzionale per gli utenti,
studiare e presentare le implementazioni degli ultimi aggiornamenti,
inserire i dati per un cliente prossimo all’apertura del locale,
aggiornare e preparare le soluzioni presenti nello showroom in negozio pronte per essere presentate ai clienti.

Questa esperienza è stata fantastica e molto importante per me a livello personale e professionale, ho imparato molte cose nuove ed utili che purtroppo a scuola non avevo minimamente visionato. Nonostante ciò ringrazio la scuola che mi ha permesso di svolgere, anche se per un breve periodo, uno stage che mi ha illustrato l’ambiante lavorativo e le mansioni giornaliere di cui si può occupare un diplomato del mio    settore.
In questa azienda ho avuto la fortuna di incontrare un personale molto comprensivo e disponibile nei miei confronti. Mi sono state fornite tutte le informazioni necessarie a svolgere le mansioni affidatemi con cura e dedizione.
D’altro canto mi sono impegnato nello stesso modo con il quale sono stato seguito, mostrando impegno, entusiasmo e volontà. Ho sempre cercato di mettere del mio in ogni progetto e mansione che mi è stata affidata senza mai tirarmi indietro, con la giusta motivazione e serenità d’animo che l’ambiente lavorativo mi forniva. Ritengo di ringraziare Kalyos S.r.l, il mio tutor aziendale Dott. Paolo Travagliati, il Dott. Ferruccio Travagliati con tutto il personale e il Prof. Domenico Marchione che si è dedicato con passione alla mansione affidatagli dalla scuola, in un primo momento verificando le formalità generali e successivamente volendo conoscere approfonditamente con me e il mio tutor i rapporti interpersonali e i compiti che ho svolto nell’azienda.

Martino Scalvini




Esperienze scambi culturali in Germania

La classe davanti alle porte di Brandeburgo

La classe davanti alle porte di Brandeburgo

Uno scambio culturale in Germania è un modo eccellente per acquisire una conoscenza linguistica del tedesco superiore direttamente sul posto, dato che il tedesco è una delle lingue più parlate in Europa.

1° Esperienza

Copia di muro 1Ho fatto questa esperienza nel 2014, quando facevo la 4° superiore. Siamo stati a Monaco e dire che è stata un’esperienza fantastica non basterebbe. Sono stata ospitata da una famiglia stupenda, la mia compagna era un po’ più piccola di me ma era simpaticissima e ci siamo divertite insieme. Hanno una mentalità diversa dalla nostra ma hanno cercato in tutti i modi di farmi sentire a casa, è stata una bella esperienza.

2° Esperienza

Io la mia prima esperienza l’ho fatta in 3° superiore con la mia classe.

I ragazzi ad Alexanderplatz

I ragazzi ad Alexanderplatz

I tedeschi, al contrario di quanto si pensi, sono aperti e ospitali, ma bisogna essere i primi a buttarsi per fare amicizia. Nella famiglia in cui ero ospitato, tutti erano ospitali e cortesi, a parte un anziano che odiava gli italiani per via della Seconda Guerra Mondiale. La cosa che mi ha colpito dei tedeschi è come mangiano, sapevo mangiassero male ma non così tanto! Consiglio l’esperienza.

3° Esperienza

Sono Luigi, frequento la 2° superiore presso l’Itis Cerebotani. Due mesi fa ho avuto un’esperienza di scambio culturale con alcuni ragazzi di Berlino. Sono stato ospitato da una famiglia di tedeschi, sono stato molto bene, era una famiglia molto gentile e accogliente. Il giorno dopo l’arrivo abbiamo visitato Berlino, una città un po’ fredda ma con ottimi servizi. L’esperienza è durata una settimana, e in questo periodo di tempo ho avuto la possibilità di approfondire le mie capacità linguistiche e culturali con il mondo tedesco. È stata un’ottima esperienza e la porterò con me per il resto della mia vita.

Conclusioni

Grazie a queste esperienze i ragazzi dell’istituto hanno avuto l’opportunità di approfondire e migliorare il loro bagaglio linguistico e culturale. Questa iniziativa fa parte di un progetto più esteso che ambisce ad una internazionalizzazione dei nostri studenti promossa dall’Unione Europea.

I ragazzi a Cecilienhof

I ragazzi a Cecilienhof

Mastria Lucio




Expo 2015: un’ occasione per parlare di spreco alimentare

Un po’ di storia

la tour Eiffel di notte

La tour Eiffel di notte

Tantissime sono le Esposizioni Universali che si sono susseguite dal 1933 ad oggi, ma alcune di esse, anche antecedenti a questa data, sono passate alla storia.

Le Esposizioni Universali hanno origini molto lontane, più precisamente nella Parigi del 1798 con “Exposition publique des produits de l’industrie Française”.

Ma la prima Esposizione Universale della storia, così come più o meno la intendiamo oggi, risale alla Londra del 1851, capitale dell’Inghilterra e centro industriale del mondo.

L’esposizione Universale di Londra del 1851 “The Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations” con i suoi 25 paesi ospiti e 6 milioni di visitatori, ha rappresentato un evento unico nel suo genere che ha segnato profondamente la storia di questo tipo di manifestazioni garantendo il successo proprio e delle future Esposizioni Universali.

Dopo Londra, infatti, si susseguirono negli anni un gran numero di Esposizioni Universali che interessarono le più grandi capitali del mondo: Parigi, Vienna, Melbourne e ancora Parigi, con la straordinaria Esposizione Universale del 1889, intitolata “Celebration of the Centennial of the french revolution”. L’Esposizione, che aveva come tema il centenario della Rivoluzione Francese, ci ha lasciato la Tour Eiffel, la torre di ferro alta 300 metri, costruita appositamente per l’occasione.

Il grande tornado delle esposizioni investì anche Milano, che esordì nello scenario economico mondiale con l’ Esposizione internazionale del Sempione del 1906, e che vide la straordinaria partecipazione di 25 paesi e 10 milioni di visitatori da tutto il mondo.

Dopo Milano ancora Esposizioni Universali in ogni parte del mondo. La manifestazione stava ormai diventando strumento necessario di un paese per lanciare la propria economia e la propria immagine di potenza politica e sociale.

Oramai troppi interessi erano entrati in gioco e la portata mondiale del fenomeno scaturì la necessità di avere un regolamento a cui attenersi.

Così, da questi presupposti venne redatta la Convenzione di Parigi che sanciva la nascita del B.I.E-Bureau International des Expositions. Era il 1928 e 31 paesi nel mondo firmavano una convenzione che regolamentava sotto tutti i punti di vista l’organizzazione di questi eventi. Con il nuovo secolo e la grande Esposizione del 1939 a New York, inizia la nuova era delle Esposizioni Universali.

La guerra, però, interruppe anche queste manifestazioni che riprenderanno solamente nel 1947.
Ma è dal 1958 in poi, con l’ Esposizione di Bruxelles, “Bilancio di un mondo, per un mondo più umano” , che si apre davanti la nuova frontiera delle Esposizioni Universali.

Da allora in poi infatti le Expo diventano strumento di promozione politica, economica e sociale che vedeva la collaborazione dei più potenti paesi del mondo per una crescita globale, che si confermerà definitivamente con l’ingresso nelle convenzione delle realtà asiatiche dall’Expo di Osaka nel 1970.

EXPO 2015

logo dell' Expo 2015

Logo dell’ Expo 2015

Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di evento, oltre 130  Stati partecipanti.
Expo 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità.

E’ possibile garantire cibo e acqua alla popolazione mondiale? Aumentare la sicurezza alimentare?

L’alimentazione non è soltanto l’ovvio rifornimento al nostro organismo di energia e delle sostanze di cui ha bisogno, quindi il primo diritto di ogni persona. È anche il fondamento di un sano sviluppo fisico e mentale, quindi della salute e della longevità. Lo straordinario miglioramento della qualità della vita avvenuto nel corso delle ultime generazioni è probabilmente da attribuire più a un’alimentazione migliore, che a una medicina più efficace.

La tradizione alimentare è uno specchio della nostra vita che si evolve con i tempi, e ci dice chi siamo, e a quale comunità apparteniamo.

Ma “assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile”, come chiede la domanda di Expo 2015, è una sfida gigantesca.

Come ogni problema complesso, anche questo non ha soluzioni semplici. Non esiste la causa dei problemi alimentari, come non esiste la soluzione.

Le soluzioni devono essere tante quante le diverse soluzioni locali ma la sfida dell’alimentazione – questo ce lo insegna il passato – si può vincere.

Fame e malnutrizione

bambini malnutriti

Bambini malnutriti

Nel 2013, circa 842 milioni di persone – circa una su otto nel mondo –soffrono cronicamente la fame e non dispongono di cibo sufficiente per condurre una vita attiva.

La regione più colpita è l’Africa, dove una persona su quattro è sottoalimentata, seguita da alcuni paesi dell’Asia meridionale.

Mezzo milione di bambini ogni anno diventano ciechi per mancanza di vitamina A, e la metà di loro muore entro l’anno successivo. La carenza di zinco provoca la morte di circa 400.000 bambini. 165 milioni di bambini soffrono di malnutrizione.

Però una notizia buona c’è: le persone che soffrono la fame sono 173 milioni in meno rispetto al 1990, nonostante la popolazione mondiale sia nel frattempo passata da 5,5 a quasi 7 miliardi.

In Italia, come negli altri paesi avanzati e nella maggior parte ormai dei paesi emergenti, il problema delle ricorrenti carestie, e della fame cronica per la stragrande maggioranza della popolazione, è stato risolto nel corso del Novecento grazie a uno straordinario aumento della produttività dell’agricoltura e dell’allevamento, frutto della sistematica applicazione di nuove conoscenze scientifiche.

Obesità

bambini obesi

Bambini obesi

Quando si comincia a mangiare di più non è facile fermarsi, anche perché – come sperimentato da chiunque abbia cercato di perdere peso – siamo biologicamente attrezzati per difenderci dalla scarsità, ma non dall’abbondanza.
Oggi il numero delle persone sovrappeso (1,1 miliardi) o obese (500 milioni) è quasi esattamente il doppio di quello delle persone che soffrono la fame. Ma è anche il doppio rispetto al 1980 e la metà rispetto al 2030, se il trend attuale dovesse continuare.

La causa è la cosiddetta “transizione alimentare”: al crescere del reddito i cibi a basso contenuto calorico, come i cereali, vengono sostituiti con altri di maggior pregio ma anche a maggior contenuto calorico, come carne, latte e latticini, oppure con prodotti industriali confezionati, spesso di bassa qualità nutrizionale perché troppo ricchi di calorie e troppo poveri di micronutrienti.

Allo stesso tempo, la vita diventa più sedentaria, quindi il fabbisogno di calorie diminuisce e diete troppo povere diventano così troppo ricche.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i chili di troppo sono responsabili del 44% dei casi di diabete, del 23% degli infarti e del 40% di alcuni tipi di cancro, e sono diventati la causa di malattia in più rapida crescita.

Il problema è particolarmente grave nei paesi emergenti, dove mancano le risorse e le strutture per curare tante persone.

Spreco di cibo

Un terzo circa del cibo prodotto nel mondo non arriva nel piatto dei suoi abitanti.
Il cibo viene perduto lungo il suo intero ciclo di vita, dal produttore al consumatore.
Nei paesi più poveri, le perdite avvengono soprattutto nel campo, nei trasporti, nello stoccaggio e nella lavorazione, per mancanza delle infrastrutture necessarie: il cibo viene danneggiato (a causa di topi, ratti, locuste e altri insetti) o si deteriora (per mancanza di igiene o di una catena del freddo) prima ancora di arrivare alla vendita e al consumo. Il singolo consumatore però butta via solo 6-11 chili di cibo all’anno.

Nei paesi più ricchi, invece, le perdite maggiori sono nella vendita e nel consumo.
Si butta via il cibo perché contiene contaminanti (come agrofarmaci o micotossine) superiori ai limiti di legge, perché il livello qualitativo (anche semplicemente nell’aspetto) non è all’altezza, perché è scaduto ma è ancora buono, perché i supermercati preferiscono tenere gli scaffali sempre pieni, anche se sanno che parte del prodotto non sarà venduta.

Molto cibo, infine, viene sprecato a casa: secondo le stime FAO, dai 95 ai 115 chili di cibo per persona l’anno.
In Italia, le stime più affidabili parlano di un 8% della spesa alimentare che finisce nella spazzatura, per un valore fra i 7 e i 9 miliardi di euro l’anno.

Anche il costo ambientale è impressionante: per produrre il cibo che viene poi perduto si occupano 1,4 miliardi di ettari di terra che si potrebbero restituire agli ecosistemi naturali, si producono 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica che contribuiscono al cambiamento climatico, si sprecano 250 chilometri cubici di acqua, oltre all’energia e ai mezzi tecnici usati.

Ogni anno, nelle case dei paesi ricchi, si buttano 222 milioni di tonnellate di cibo, una quantità pari quasi alla produzione totale netta di cibo nell’Africa sub sahariana.

spreco-alimentare

Alessia Frasson – Pietro Raimondi




Partecipazione alla 3° Fiera delle imprese formative simulate

La Fiera dura due giorni e ci partecipano diverse scuole anche dal Tirolo e dalla Germania. L’anno prossimo l’evento maggiore si svolgerà a Praga e ci sarà una piccola mostra davanti all’Expo di Milano. La fiera di oggi si trovava all’interno di una scuola di Monza, la scuola Confalonieri, che ha messo a disposizione il suo cortile per i diversi stand. Appena arrivati siamo entrati ed ognuno di noi ha avuto il timbro IFS per fare in modo da poter entrare e uscire in ogni momento, una volta entrati abbiamo fatto il giro di tutte le varie postazioni. Le postazioni erano molto varie ed ognuna offriva spunti e caratteristiche diverse. C’erano scuole che vendevano vestiti, scuola che facevano frullati di frutta, scuole che vendevano i frutti della propria terra, scuole che facevano progetti per il riscaldamento e una scuola ha anche progettato un missile. Altre scuole facevano programmi per la fotografia, altre facevano robot tecnologicamente molto avanzati e ogni progetto era molto interessante. Uno stand particolarmente attivo era questo: “Alla corte di Teodolinda”, rappresentati da una scuola alberghiera che offriva il proprio cibo. Teodolinda è stata colei che ha convertito Monza al cristianesimo dall’arianesimo quindi è una persona chiave di questa città e a lei è stato dedicato il Duomo e una corona con un valore particolare che è ancora custodita e si dice che ci sia anche una leggenda su un chiodo in essa, per questo motivo hanno voluto dare il nome a questo stand. Questo stand è dei ragazzi di un Itis che hanno sviluppato un robot a sei braccia e in più hanno anche sviluppato un cane robot con il linguaggio specifico che evita gli ostacoli ribaltandosi su se stesso. Sono stati molto bravi perché il progetto non era semplice. Alla fiera ci hanno accompagnato il professor Strano e la professoressa Cotrufo che sono stati molto socievoli e simpatici. Durante la nostra visita alla fiera siamo andati anche nella sala conferenze, una bellissima sala dove parlavano il sindaco di Monza, il direttore di Confindustria, l’assessore del Comune e altre personalità elevate. Il discorso è stato molto interessante perché hanno spiegato come aiutare noi ragazzi a migliorare e come trovare i soldi per fare queste iniziative e non bloccare la nostra creatività. Continuando la nostra visita abbiamo anche incontrato uno stand molto interessante perché fa cose che vorremmo fare anche noi ragazzi ossia modificare le immagini. Questo è il manifesto e loro ti fanno la foto, poi la modificano a loro scelta e successivamente la inviano a te, come idea è molto bella e non facile da realizzare dato che i programmi per modificare le immagini in modo completo costano molti soldi. Una volta finita la visita alla fiera due guide turistiche della scuola Olivetti ci hanno accompagnato a fare la visita della città, del fiume e dei posti più caratteristici. Successivamente abbiamo avuto del tempo libero per andare dove volevamo, una meta molto ambita è stata andare al Parco di Monza che è anche il più grande in Europa e al suo interno possiamo trovare anche l’autodromo di Monza molto rinomato per le gare automobiliste e motociclistiche che fanno al suo interno. E’ stata un’ottima esperienza e abbiamo imparato molte cose sul lavoro che dovremo fare anche noi dato che l’anno prossimo se riusciremo, andremo anche noi a esporre il lavoro che stiamo facendo.




Progetto Peer Education

Gruppo Peer Education

Gruppo Peer Education

Nell’anno scolastico 2012/2013, all’I.I.S Luigi Cerebotani di Lonato del Garda, è partito il progetto “Peer Education”.  Il progetto consiste nella educazione dei ragazzi e delle ragazze dell’istituto alle problematiche riguardanti le tematiche delle droga e delle MTS (malattie a trasmissione sessuale). Il concetto base del progetto è l’insegnamento tra pari (peer), cioè nella classi interverranno studenti che hanno seguito un corso con gli esperti Lucia Zazzio e Uber Sossi dell’ASL di Brescia. I primi incontri consistevano nell’approfondimento di se stessi, delle proprie conoscenze, qualità e limiti. Successivamente è stato costituito un gruppo solido capace di lavorare in armonia, che ha permesso anche ai più timidi di rapportarsi con i coetanei superando le proprie paure acquistando più autostima. Lo step successivo consisteva nell’analizzare le problematiche interne all’istituto e sono emerse in particolare l’uso improprio di sostanze stupefacenti (alcool, droghe e tabacco) e la mancata sensibilizzazione delle MTS (malattie a trasmissione sessuale).  All’inizio dell’anno scolastico 2013/2014 si sono creati i due gruppi per affrontare le tematiche emerse precedentemente. Il gruppo sostanze stupefacenti, ha iniziato con l’esaminare le proprie conoscenze e a discuterne con gli esperti, discutendo sulle conseguenze dovute all’assunzione di esse. Rendendo così possibile la suddivisione delle sostanze in categorie. Negli incontri successivi abbiamo iniziato a formulare un questionario anonimo che verrà sottoposto alle classi prime dell’anno scolastico 2014/2015. I risultati che otterremo ci permetteranno di focalizzarci su una tematica da approfondire durante gli incontri nelle varie classi. Durante gli incontri il gruppo MTS ha parlato di contraccettivi, periodi fertili, malattie sessualmente trasmissibili e di come noi prendiamo la sessualità. Non sono state rare le discussioni e si sono resi conto che purtroppo hanno una bassa conoscenza. L’anno prossimo interverranno somministrando un questionario anonimo alle classi seconde e si comporteranno analogamente al gruppo che ha analizzato l’abuso di sostanze, andando quindi a verificare lacune e/o curiosità e a parlare con i loro coetanei pronti a chiarire

Frasson Alessia, Moreni Matteo, Paghera Lorenzo




Partecipazione al progetto Geogebra

Il progetto consisteva nel spiegare la parabola, attraverso degli esperimenti, ad altri ragazzi che magari non l’avevano ancora fatta a scuola.
Venerdì 7 marzo 2014, in cinque alunni della scuola Itis di Lonato siamo andati a Brescia per il Progetto Geogebra.
Il progetto consiste in due giornate, il 2 e il 5 marzo, dove siamo andati insieme alla professoressa Marini e altri ragazzi di altre scuole comunque di Brescia e del triennio, dove c’è stato spiegato il lavoro che avremmo dovuto fare il giorno dell’esposizione e ci siamo anche esercitati utilizzando le postazioni a noi assegnate.
Finite queste esercitazioni eravamo pronti per spiegare la parabola ai ragazzi di altre scuole.
Venerdì 7 siamo andati alle 8 nel parco verde di Brescia, dove ci aspettava l’organizzatore e i ragazzi universitari che coordinavano il progetto, siamo andati alle nostre postazioni e abbiamo aspettato che arrivasse la prima classe.

Noi eravamo il primo gruppo, indubbiamente un po’ tesi, ma la prima spiegazione è andata bene! Finita la prima postazione, il gruppo continuava nel percorso formato da altre otto stazioni, tutte molto interessanti e molto istruttive, dove altri ragazzi avrebbero spiegato nuovi esperimenti.
Lo scopo del progetto creato da Giunti è quello di dimostrare ai ragazzi di ogni scuola, anche la presenza è stata solo quella di ragazzi che frequentano scuole superiori, la parabola e la sua dimostrazione, perché la parabola è fatta così? Perché la parabola ha una curva sempre distante da un punto fisso e da una retta?
Queste sono le domande che dovevamo porre ai nostri ascoltatori, e aiutandoli con gli strumenti che potevamo usare abbiamo spiegato il significato di parabola e la sua definizione: ” la parabola è il luogo geometrico dei punti equidistanti da un punto fisso detto fuoco e da una retta detta direttrice”.
Finito la classe ne aspettavamo un’altra e nel frattempo siamo andati a vedere le altre postazioni.
L’ultima classe ad entrare alle 12:30 è stata anche la classe più complicata a cui abbiamo dovuto spiegare, perché erano di prima e abbiamo capito quanto dev’essere difficile per una professoressa spiegare a dei ragazzi che magari fanno fatica o che è la prima volta che cercano di imparare un determinato argomento.

E’ stata un’esperienza che non avevamo mai fatto, diversa dalle altre, ovviamente piena delle difficoltà che potevamo incontrare, dato che siamo molto timidi e non è mai facile spiegare delle cose a chi magari va in quinta e le ha già fatte più approfonditamente di te, ma ci siamo comunque divertiti e siamo soddisfatti.


Questo strumento si chiama Parabolografo a corda tesa, e si utilizza per vedere la direzione di P, ossia un pezzo metallico, che scorrendo in basso sull’asse A disegna una parabola, F è il fuoco della parabola e H è la direttrice della nostra parabola.




Questo strumento è chiamato parabolografo laser, infatti utilizzando il laser dei punti A e B, e segnando con il pennarello il punto di intersezione P, unendo tutti i punti otterremo una parabola, d è la nostra direttrice e C sarebbe il nostro fuoco ossia il punto fisso dal quale i punti della nostra parabola sono sempre equidistanti.




Questo strumento è il parabolografo e sarebbe uguale a quello sopra, ma spento con tutti gli occorrenti di cui abbiamo bisogno.






Alternanza scuola lavoro a.s. 2013/2014

OMR

Officine Meccaniche Rezzatesi

Nelle ultime settimane di Gennaio circa 120 alunni, tra i diversi indirizzi di meccanica, elettronica e di formazione professionale, sia di quarta che di quinta, hanno tenuto un periodo di stage presso le più svariate aziende della provincia. Il territorio lombardo è conosciuto a livello internazionale per l’elevata qualità nella produzione di stampi e per le migliaia di aziende di piccolo-medio livello di cui per una settimana anche noi ragazzi abbiamo fatto parte. Un’esperienza che mi ha messo a confronto con un ambiente completamente nuovo, ossia il mondo del lavoro. Una realtà che la scuola tenta di emulare, a cui prepararci nel migliore dei modi, restando però sempre alla base di essa. Non si possono fare grandi paragoni tra la vita di uno studente e quella di un lavoratore e tutto ciò mi ha fatto riflettere. Nel mio caso ho affrontato le rinomate “Officine Meccaniche Rezzatesi” conosciute in tutto il mondo con l’acronimo di “OMR”. Un’impresa che ha un forte impatto sul territorio italiano, come si può notare dalle varie opere pubbliche che ha finanziato nei diversi comuni, ma che ha diverse filiali
in tutto il mondo come in India, Marocco e Cina. Questa grande azienda si occupa di produrre vari componenti nella sfera dell’automotive, spaziando dai basamenti-motore di casa Lamborghini fino ai polmoni del motore Ferrari. Un colosso del settore che ha ormai un secolo di storia, una società con un fatturato di molte centinaia di milioni di euro, un gruppo di migliaia di lavoratori dipendenti che ha trovato un piccolo posto anche per me. La giornata lavorativa, per me stagista, iniziava alle otto di mattina, con una pausa pranzo di un’ora, per concludersi poi alle cinque di sera. Sin dal primo giorno sono stato indirizzato in ufficio tecnico, dove veniva gestita la produzione. Qui mi hanno spiegato le, ormai necessarie, misure di sicurezza, i vari settori della struttura e il programma della settimana a cui
dovevo assistere. Con un breve giro dell’azienda mi hanno fatto vedere le varie tipologie di macchinari delle più svariate dimensioni: dai più vecchi ai più tecnologici, quelli semplici e quelli che lavoravano in catena con altri, quelli in cui la presenza dell’operatore era necessaria e quelli totalmente robotizzati.
Mi hanno poi spiegato la situazione della commessa che avrei trattato. Si trattava della foratura della scatola del cambio di un piccolo motore Rotax. La lavorazione consisteva nell’eseguire svariati fori con una macchina semi-automatizzata di discrete dimensioni. I fori realizzati venivano controllati manualmente e successivamente in una postazione dove si trovavano i Marposs: strumenti elettronici di forma circolare in grado di rilevare irregolarità nell’ordine del decimillesimo di millimetro. Le
misurazioni rilevate venivano memorizzate dalla stazione Marposs e potevano essere trasferite ai computer in ufficio per una loro elaborazione. Infatti, la sera, dopo aver lavorato alla macchina e aver eseguito i vari controlli, osservando delle svariate problematiche che si presentavano puntualmente nell’arco della giornata, il mio compito era quello di prelevare quei dati e analizzarli in ufficio assieme agli ingegneri. Grazie ad un programma grafico si poteva osservare l’andamento delle rilevazioni nel
tempo, confrontarle con i dati passati e con le previsioni future. Quell’insieme di puntini suggeriva numerose informazioni e si prestava a numerose considerazioni, molte delle quali però mi sfuggivano.
Di giorno in giorno mi hanno mostrato poi i diversi aspetti del loro ambiente e di tutte le altre attività. Ricordo in particolare un enorme laboratorio, mantenuto rigorosamente alla temperatura di 21 gradi, nel quale venivano fatte delle precisissime rilevazioni dimensionali dei pezzi, attraverso un imponente tastatore. Attraverso di esso, lavorando con una silenziosità incredibile, il pezzo in questione veniva sfiorato con delle minuscole sfere per trasferire le dimensioni al famoso software Pro-E, il quale eseguiva ulteriori verifiche a livello informatico. La complessità della macchina, prodotta dalla società Zaiss, era tale che in una settimana ho solo potuto osservare i tecnici senza approfondire molto altro.
In quelle circostanze però era necessaria una discreta capacità di lettura del disegno tecnico alla quale sono risultato piacevolmente competente. Infine l’ultimo giorno, prima di andare via, ho avuto un brevissimo colloquio di arrivederci con il proprietario delle aziende: è stato per me un momento davvero emozionante date le circostanze. In tantissime occasioni ho imparato qualcosa di nuovo e in molte altre ho messo in pratica le conoscenze teoriche che la scuola mi aveva suggerito. Un’esperienza
questa, che apre gli occhi a noi giovani su com’è realmente il mondo al di fuori della scuola, in che proporzioni le teorie sono presenti nella pratica e quanto conta l’insostituibile esperienza. Inoltre potrebbe essere stata una finestra sul mio prossimo futuro dato che sono entrato proprio in questa
azienda per i contatti che ho con le persone che vi sono all’interno e perché si è parlato anche di un ipotetico rapporto di lavoro quando avrò finito gli studi.

Michele Corradini




Gherardo Colombo: Sulle regole

2La classe IIID assieme ad altri 14000 studenti e 900 docenti di 110 città italiane ha assistito ad un evento formativo il giorno Venerdì 25 Ottobre 2013, l’evento per la sua importanza è stato trasmesso via satellite. L’idea di un evento nazionale trasmesso in diretta dal Centro filologico di Milano nasce dalla volontà di Gherardo Colombo (ex magistrato) di rispondere in modo ancora più efficace al crescente interesse mostrato dalle scuole verso i temi proposti dall’associazione “Sulle regole”. Infatti, sebbene siano centinaia gli incontri organizzati ogni anno, l’elevatissimo numero di richieste da parte degli istituti scolastici causa un inevitabile allungamento dei tempi di programmazione dei vari interventi del signor Gherardo Colombo.

Con l’evento “Come siamo messi con le Regole?” l’associazione intende sperimentare una nuova modalità di dialogo con i ragazzi che si aggiunge ai consueti incontri. Grazie alla trasmissione in diretta satellitare nei cinema collegati, sarà possibile raggiungere contemporaneamente un grande numero di scuole e ridurre così i tempi di attesa .Così come avviene in ogni incontro, è stata posta grande attenzione alla partecipazione attiva degli studenti attraverso domande raccolte in diretta dai diversi cinema collegati, è stato infatti possibile porgere le proprie domande direttamente sulla pagina facebook appositamente dedicata.

Una conversazione di Gherardo Colombo con i ragazzi e tra i ragazzi per parlare del rapporto di ciascuno di noi con le regole, di libertà e responsabilità individuale, di democrazia e rispetto della dignità della persona, quali fattori essenziali per migliorare la qualità dei rapporti umani e costruire una società più giusta e inclusiva in un periodo ricco di controversie. Uno scambio di idee alla pari, con alcune digressioni affidate a Claudio Bisio, presentatore e comico per confrontarsi divertendosi e con la partecipazione del giornalista Giorgio Terruzzo.