GITA A MONACO DI BAVIERA

Dal 26 al 29 Aprile, le classi 5DF, 5E, 4Q, 5M e 5B del nostro Istituto sono andate in gita in Germania, fermandosi prima a Innsbruck (in Austria) e poi a Monaco di Baviera, alla scoperta di una nuova terra e una nuova cultura. Il primo giorno ci siamo recati a Innsbruck, in territorio austriaco, dove abbiamo visitato la città e il centro storico. La prima cosa che ci ha fatto saltare all’occhio è la facciata dal tettuccio d’oro, in questo punto abbiamo scattato la nostra prima foto di gruppo.

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La città si presenta tranquilla e accogliente, ricca di varietà, dove le classi si sono organizzate per visitare liberamente il centro, cercando un posto per degustare le pietanze tipiche. Dal museo gratuito dell’arte popolare tirolese, alla torre d’osservazione Stadtturm (Torre Civica), che ci ha permesso di vedere la città dall’alto, con un’incredibile vista di fronte alle Dolomiti Austriache. La torre è particolare per il suo posizionamento e per il metodo con cui ci si deve salire fino in cima, formato da tantissime scale a chiocciola. Infine ad Innsbruck abbiamo visitato il Duomo di San Giacomo, una cattedrale barocca del XVIII secolo. Dopo essere ripartiti per Monaco di Baviera, le classi partecipi del viaggio d’istruzione hanno trascorso il tempo durante il tragitto sul pullman con musica e karaoke. La destinazione è stata raggiunta verso le 19, giusto in tempo per bere una birra al Hofbräuhaus, una birreria risalente al XVI secolo con spettacoli e voglia di divertirsi. La vita notturna di Monaco si dimostra di alto livello: arrivati a Marienplatz ci colpisce il gigantesco Neues Rathaus (Municipio nuovo), illuminato dalla luna che ci fa rimanere totalmente senza parole.

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Il secondo giorno è caratterizzato dalla visita al Museo della Tecnologia e della Scienza (Deutsches Museum) ricco di mostre interattive che riguardano l’energia, la fisica, la chimica, l’informatica e molto altro ancora. In queste mostre è stato possibile risalire alle origini dei motori, della radio, degli elaboratori e della ingegneria aerospaziale. Inoltre è stato apprezzato anche l’evoluzione della tecnologia applicata alla medicina per mostrare ai visitatori come è migliorata la cura e la prevenzione delle malattie. Da non dimenticare anche l’evoluzione robotica, che tuttora collabora con l’uomo del settore produttivo, ma anche nell’intrattenimento.

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Oltre al museo abbiamo fatto visita alla chiesa di San Michele, la sede del Ministero della giustizia bavarese (Justizpalast), il Duomo e il Municipio di Monaco, partecipando anche al famoso carillon che iniziò alle 11. Infine per finire la giornata abbiamo trascorso la serata al luna park tra la ruota panoramica, gli autoscontri, tiri al bersaglio e molto altro ancora.

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Nel terzo giorno, durante la mattina, ci siamo recati al campo di concentramento di Dachau (è stato quello più longevo, aperto nel 22 Marzo 1933). Il campo era inizialmente inteso per internare i nemici politici di Hitler (che consisteva di Comunisti, Social-Democratici e altri dissidenti). Dopo l’apertura ufficiale, il suo scopo si è allargato, includendo i lavori forzati ed eventualmente anche l’imprigionamento di ebrei, criminali e di stranieri di cui i Tedeschi avevano occupato il territorio. A Dachau ci sono inoltre altri 100 campi minori, per la maggior parte campi dediti “solo al lavoro forzato”. Di fronte al cancello della Jorhaus recita la frase: “Arbeit macht frei” ovvero “Il lavoro rende libero”. Un’esperienza interessante e interattiva grazie agli strumenti offerti dal museo: ognuno aveva delle cuffie con cui poteva ascoltare diverse spiegazioni delle varie sezioni del campo. Inutile dire che è stata al tempo stesso terrificante: è sempre difficile capire le situazioni del passato leggendo soltanto dai libri di storia; mentre ora, toccando con mano quello che è veramente successo, ha fatto salire un brivido dietro la schiena. Successivamente, dopo aver riposato e mangiato in giro per i borghi di Monaco, siamo andati al BMW Museum: incredibile esperienza, esplorando ogni angolo della storia del marchio automobilistico bavarese. Talmente coinvolgente e intrigante che anche chi non era molto appassionato, è riuscito a godersi la visita appieno. Dopo la visita, siamo tornati in centro, alcuni sono andati in discoteca mentre altri han preferito godersi la nightlife di Monaco, girando per il centro di notte.

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L’ultimo giorno, siamo subito partiti dopo la colazione in Hotel, per visitare le valli alpine nella loro più grande magnificenza, approfittando di un tempo perfetto per la visita. Abbiamo visitato il castello di Linderhof situato nei pressi della cittadina di Oberammergau, esplorando ogni angolo della reggia di Ludovico II di Baviera, insieme all’aiuto di una guida in Italiano che ci ha permesso di capire meglio la vita di Ludwig e della sua strana passione per la Francia.

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Vivere un’esperienza del genere – seppur breve – insieme ai propri compagni, è un qualcosa che non ci scorderemo mai e che terremo sempre dentro al nostro cuore. Accade durante i viaggi: solo 4 giorni sembravano più lunghi di 1 giorno trascorso a casa. Uno spunto per crescere, un motivo in più per scoprire e mai smettere di farlo. Un super ringraziamento ai prof. Sansone, Lo Mele, Marchione e alla Dirigente per averci accompagnato in questo incredibile viaggio.

“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile” – Ryszard Kapuscinski

- Imbriani Paolo, Andrea Kushi, 5°F




Viaggio d’istruzione a Monaco di Baviera 2023

Finalmente anche per noi è giunto il momento più atteso dell’anno, anzi, forse il più atteso di tutto il nostro percorso qui all’itis: la gita di quinta. Il 26 aprile 2023 siamo partiti alla volta di Monaco di Baviera. La mattina si parte a buon ora, tra i sorrisi e gli sbadigli di ragazzi e professori, ansiosi di vivere questa nuova esperienza. Dopo un lungo tratto in pullman si fa tappa a Innsbruck, in Austria, dove abbiamo visitato la torre con 133 gradini, ma solo per una breve pausa pranzo perché la strada è ancora lunga. Ci rimettiamo in viaggio e, dopo essere sopravvissuti a interminabili ore di code autostradali, finalmente giungiamo a Monaco di Baviera. Il sole è ormai sceso ma la notte è giovane, quindi giusto il tempo di lasciare la valigia in camera e si va da Hofbrauhaus, un antico locale risalente al 1600 dove tutti insieme abbiamo gustato dell’ottima birra artigianale. Il giorno successivo ci si sveglia presto, e dopo una colazione tutti addormentati si parte per il centro città, dove si ha l’imbarazzo della scelta su cosa visitare. Decidiamo di puntare sui monumenti più conosciuti: l’abbazia di Frauenkirche, nel cui ingresso è custodita un’impronta del diavolo e l’orologio Glockenspiel, che alle 11 in punto rintocca a suon di carillon. Nel pomeriggio ci attende una visita al Museo della Scienza di Monaco, il quale ospita mostre di ogni genere, dalla chimica fino all’aeronautica. Arrivati in hotel e dopo una discutibile cena tedesca, decidiamo di andare alle giostre del posto. La mattina seguente ci aspetta una visita guidata al campo di concentramento di Dachau, che, nonostante vuoto e solo parzialmente visitabile, suscita comunque strane sensazioni ed emozioni forti. Il pomeriggio facciamo ritorno in città per dirigerci al museo BMW, in cui è contenuta e raccontata tutta la storia del leggendario marchio bavarese. Per passare al meglio l’ultima sera i professori ci concedono un po’ di svago, lasciandoci liberi di scegliere cosa fare. E davanti ad un’occasione del genere, come si può rifiutare un invito in discoteca del prof. Marchione? Dopo aver fatto le ore piccole, il giorno dopo risaliamo sul pullman per fare rientro in Italia, facendo tappa a Linderhoff per visitare la reggia di Ludovico II. Durante la gita abbiamo avuto la possibilità non solo di vedere e conoscere la meccanica in maniera più approfondita, ma di viverla in un contesto differente da quello a cui siamo abituati. Dopo aver trascorso 5 anni dietro ad un computer o tra i banchi di scuola, trovarsi insieme ai propri compagni lontani da casa e vivere un’esperienza simile tutti insieme è un ricordo che resta impresso dentro, ed è questo che più di qualsiasi altra cosa aiuta noi ragazzi a crescere. Non manca però una caloroso ringraziamento a tutti i professori che ci hanno accompagnato e alla Dirigente.

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-Paolo Ghio, Matteo Lucchini, 5°B




Il Progetto C.A.R.E. in Lombardia

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Alcuni momenti dell’incontro conoscitivo che si è tenuto nell’Aula Magna dell’Istituto superiore Cerebotani di Lonato del Garda. Alla presenza di un’ottantina di persone, di cui 60 studenti tra ragazzi e ragazze.

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Nei mesi scorsi il progetto educativo-formativo di avviamento al tiro a volo, promosso dalla Fitav in collaborazione con Sport e Salute e il Miur, ha “preso il via” presso l’Istituto superiore Cerebotani di Lonato del Garda (Bs).

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Nel mese di gennaio si è tenuto presso l’Aula Magna dell’Istituto superiore Cerebotani di Lonato del Garda (Bs) il primo incontro conoscitivo con gli studenti e con le studentesse che hanno aderito al Progetto C.A.R.E. (Cultura, Autocontrollo, Regole, Emozioni), il progetto educativoformativo – totalmente gratuito – di avviamento alla disciplina del tiro a volo promosso dalla Fitav in collaborazione con Sport e Salute e il Ministero dell’istruzione e del merito (Miur). Alla fase iniziale dell’iniziativa, partita a tutti gli effetti a novembre 2022 sulle pedane lonatesi del Trap Concaverde, aveva già partecipato il loro professore di Educazione fisica, Silvano Bandera, che si è fatto portavoce della sua esperienza, svolgendo il ruolo di “motore trainante” per i suoi allievi nelle adesioni che sono state successivamente attivate. IVAN CARELLA All’incontro hanno preso circa 80 persone, tra docenti e studenti – 60 questi ultimi iscritti al Progetto – sotto la supervisione della dirigente scolastica Angelina Scarano, che si è dimostrata entusiasta dell’iniziativa così partecipata e ben strutturata. La presentazione si è articolata nell’arco dell’intera mattinata, con gli interventi in aula degli attori principali di questa progettualità (nell’occasione era presente anche un esponente dell’Armeria Piovanelli di Lonato), per poi concludersi con una sessione libera di domande e risposte. Ad aprire i lavori è stato il presidente del Trap Concaverde, Ivan Carella, che ha portato i saluti della delegazione regionale Fitav Lombardia capitanata da Daniele Ghelfi, illustrando la realtà internazionale, a forte vocazione olimpica, del campo da lui gestito, parlando di quelle che sono le attività che vengono portate avanti in parallelo su più livelli: gare nazionali, internazionali, competizioni paralimpiche, progetti come questo per la scuola, eventi di vario tipo, un’attenzione alla digitalizzazione e alla componente green dei vari materiali e processi e una speciale cura nella formazione e sviluppo del Settore Giovanile del Concaverde.

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MASSIMO TAFURI E SARA FANCIULLACCI

Tra gli altri graditi ospiti, in collegamento, è intervenuto il prof. Massimo Tafuri, responsabile nazionale Fitav del C.A.R.E., nonché sviluppatore di questa ed altre progettualità indirizzate al mondo della scuola. Ci ha tenuto a sottolineare il messaggio fondamentale che questo corso vuole veicolare: ovvero, fare cultura, diffondere nozioni corrette sul tiro a volo, che già Sport e Salute insieme al Ministero dell’istruzione hanno premiato con la scelta dell’inserimento nella piattaforma didattica “Sofia”, grazie alla forte componente educativa, formativa ed etica che è stata sin da subito riconosciuta al Progetto. È in seguito stata la volta di Sara Fanciullacci, tecnico federale e collaboratrice del Trap Concaverde, che è entrata nel merito del Progetto C.A.R.E., illustrando come si svilupperà il corso: 3 mesi in totale, durante i quali ogni gruppo di ragazzi, 20 per volta, sarà portato sul campo 1 volta a settimana, per 4 ore ciascuna, dedicandosi a sessioni di teoria in primis e in un secondo tempo di pratica in pedana. Come collaboratori sul campo a Lonato ci saranno anche i tecnici federali Zdenka Ratek, Rachele Amighetti e Giuseppe Micali. Fanciullacci ha inoltre raccontato delle emozioni che questo sport regala e dell’indiscusso bagaglio di esperienza personale che lascia dentro ciascuno: sia che si diventi tiratori professionisti, che si resti tiratori amatoriali, o che si sia praticato questo sport solamente per un periodo per poi abbandonarlo per varie ragioni. Soprattutto, ha continuato, tra gli elementi fondanti del tiro a volo vi sono la componente introspettiva, di crescita personale, l’autocontrollo, il senso di responsabilità che si acquisisce con la pratica e la massima inclusività. Sì, perché il tiro a volo non ha limiti d’età e lo possono praticare tutti.

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A portare la loro testimonianza alla “platea di istituto” i giovani tiratori Simona Tonni e Samuele Faustinelli e Valter Possali, delegato provinciale della Fitav Lombardia, precursore degli interventi nelle scuole prima dell’avvento delle progettualità a livello nazionale. In aula anche Silvio Grande, responsabile del Settore Giovanile del Concaverde.

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BORSE DI STUDIO IN PALIO

La fase nazionale (Campionati studenteschi) prevede l’assegnazione di un titolo individuale e di un titolo di istituto. I vincitori avranno accesso ad una borsa di studio che permetterà di dedicarsi per un anno alla pratica del tiro a volo (piattelli, cartucce, istruttore) a “costo zero”. La borsa di studio è in palio per la prima classificata femminile del primo anno di tesseramento; per il primo classificato maschile del primo anno di tesseramento e per il primo classificato/a della classifica unica prevista per il paratrap.

Prof. Silvano Bandera




Trasponde

Trasponde è un’iniziativa che promuove lo spostamento ecologico tramite bicicletta tra le sponde del Po. Siamo partiti dall’istituto IIS Cerebotani di Lonato alle 7:30, con arrivo a Revere alle 9:00. Dopo l’introduzione del progetto da parte del sindaco e dello staff, abbiamo preso le biciclette a noleggio e i caschi. Ci hanno divisi in 2 gruppi perché una volta arrivati al punto di traghettamento, dopo aver traghettato, avremmo avuto bisogno di altre biciclette dato l’impossibilità di imbarcarle per la mancanza di acqua nel Po e le dimensioni ridotte dell’imbarcazione. Dopo circa 17 km siamo arrivati alla prima tappa: l’idrovoro di Boretto. Qui una guida ci ha spiegato il funzionamento del complesso e di ogni componente e la funzione che svolgeva. L’idrovoro serviva per la bonifica delle paludi create dallo strabordare del Po e per irrigare i campi. Tutto ciò serviva anche per tenere il controllo sull’altezza del Po. Come prima cosa abbiamo ammirato la vecchia officina di fine Ottocento, due tipi di caldaie, una con due grandi serbatoi d’acqua e l’altra con due serbatoi più piccoli. La seconda, rispetto alla prima, aveva un maggior rendimento con la stessa energia e la stessa quantità di acqua, avente una superficie d’azione più ampia. Successivamente, dopo averci spiegato l’intero funzionamento dell’idrovoro, siamo ripartiti in bicicletta per andare ad ammirare la mostra “Gettato e Ripreso”, dopo una breve spiegazione della stessa. In essa veniva rappresentato l’inquinamento lungo il Po, usando il gioco di parole “gettato e ripreso” che intendeva ripreso sia con la fotocamera che ripreso per non inquinare. Dopo aver guardato la mostra, siamo ripartiti con le bici per andare a mangiare in una locanda lungo il fiume. Finito il pranzo, siamo stati divisi in tre gruppi per salire sul traghetto e raggiungere la sponda opposta. Il ritorno non è stato dei migliori a causa della pioggia ma all’arrivo, ci aspettava un’abbondante merenda offerta dallo staff dell’iniziativa. Questa bellissima esperienza, organizzata dal Prof. Marchione, ci ha insegnato che il mondo va mantenuto pulito perché ognuno di noi vi abita ed è un bene inestimabile.IMG-20230420-WA0016 IMG-20230421-WA0025 IMG-20230421-WA0034 IMG-20230421-WA0045IMG-20230421-WA0016

-Spazzini Simone, Baruffa Riccardo, Contessi Edoardo, Acerbi Matteo, 3M




Gita a Verona in moschea

Siamo nel cuore di Verona, città dal patrimonio storico e culturale inestimabile. Tra i suoi monumenti più importanti e imponenti si trova l’Arena, Teatro Romano e molti altri. Vi è anche la moschea, un luogo dove si racchiude la bellezza senza pari della storia millenaria di una comunità. L’accoglienza, come ormai di consueto negli incontri di IRC è stata fantastica: L’Imam ci ha introdotto nel luogo di culto, facendoci da guida e permettendoci di approfondire il tema “religioni a confronto”. Abbiamo toccato e affrontato anche temi di attualità, quali il terrorismo e l’integrazione. Ci sono stati anche spiegati i pilastri della loro religione e anche le loro usanze. Al termine abbiamo assistito, anche se molto brevemente, alla preghiera di alcuni fedeli. La moschea di Verona, da fuori non risulta molto accogliente anche se sorge in una posizione centrale. Essa si presenta come un edificio moderno e in una zona di capannoni, eppure si adatta perfettamente alla vita della sua comunità. La moschea è aperta ai visitatori di tutte le religioni e culture. Il suo interno è spazioso e luminoso, con grandi finestre che consentono l’ingresso della luce naturale e creano un’atmosfera accogliente e serena. Qui è possibile ammirare ovviamente i segni della religione islamica nella sua forma più autentica, con decorazioni e grandi tappeti. All’interno della moschea si svolgono anche molte attività culturali e sociali, come incontri e conferenze. Queste iniziative promuovono la comprensione e il dialogo tra le diverse culture e religioni presenti nella città di Verona. La visita alla Moschea di Verona è un’esperienza unica, che permette di conoscere da vicino una cultura millenaria e di scoprire la bellezza della religione. Essa non è solo una meta turistica, ma anche un luogo di incontro e di scambio culturale tra persone di differenti provenienze e credenze. La gita alla Moschea di Verona la consiglio a tutti coloro che desiderano scoprire la bellezza e la diversità culturale della città. L’esperienza sarà arricchente e memorabile, perché vi porterà a vivere un’esperienza di incontro e di dialogo interculturale.

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Stefano Console, 4Q




Incontro Ecumenico con il Quadriennale

Nell’uscita del 31 marzo 2023 organizzata dal Dipartimento di Religione, le classi 2Q, 3Q e 4Q, hanno fatto visita all’abbazia di Maguzzano per assistere ad un incontro con due tipi di realtà religiose diverse, ovvero, quella dei protestanti e quella dei cattolici. Ad accoglierci don Michele Dal Bosco, Rettore dell’Abbazia. Durante questo incontro, precisamente con due pastori evangelici, padre George Reider della Chiesa Luterana di Verona-Gardone e Alberto Giuliano, responsabile della Chiesa Evangelica Pentecostale di Desenzano e Montichiari, abbiamo ricevuto molti spunti interessanti su cosa significhi fare Ecumenismo. Innanzitutto, abbiamo appreso che quando si parla di Ecumenismo, si intende il dialogo che si conduce tra le Chiese cristiane; mentre, quando si parla di Dialogo interreligioso, si intende il dialogo condotto tra la parte cristiana e le religioni non cristiane.

Dopo una prima passeggiata nella natura per poter raggiungere il luogo e dopo qualche nozione di storia del territorio, siamo arrivati e subito diretti verso il luogo dove poi ci siamo incontrati con i pastori. I discorsi affrontati sono stati certamente motivo di riflessione per molti aspetti in quanto abbiamo ricevuto tantissime nozioni a livello storico e teologico e, anche, per quanto riguarda le maggiori differenze tra un modo diverso di affrontare la religione tra una chiesa e l’altra, per cui credo che sia stato molto interessante avervi partecipato anche perché siamo stati noi stessi protagonisti del discorso con alcune domande e risposte. Ci auguriamo, pertanto, che i numerosi sforzi compiuti dalle Chiese cristiane, con il Movimento Ecumenico, portino a superare la loro separazione secolare e raggiungere una reciproca comprensione, cooperazione, un costruttivo dialogo teologico, fraternità spirituale e nuove forme di unità.

Andrea Carboni, 4Q

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Imparare sugli impianti | Uscita didattica a Rovato 5L e 5K

Il giorno 28 febbraio 2023 le classi 5L e 5K dell’indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie articolazione biotecnologie ambientali, si sono recati a Rovato per la visita al pozzo, al serbatoio ed all’impianto di depurazione gestiti da Acque Bresciane SRL. La visita all’impianto è stata preceduta da una lezione di sensibilizzazione contro lo spreco dell’acqua potabile tenuta dalla Dott.ssa Giliani, esperta inviata dall’azienda bresciana. L’argomento, ora più che mai, risulta di forte impatto per la sua grande attualità. Gli studenti che, nel quinto anno del loro percorso di studi, affrontano il risanamento ambientale nelle matrici acqua, aria e suolo, hanno potuto vedere dal vivo quanto studiato nelle aule di scuola. L’esperienza, sicuramente positiva e di grande accrescimento personale e professionale, ha avuto anche una ricaduta dal punto di vista dell’interesse verso la disciplina di indirizzo che, quest’anno, è stata scelta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito come materia da valutarsi anche attraverso la seconda prova scritta all’interno dell’Esame di Stato.

Prof.ssa Michela Brusetti 

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Viaggio d’istruzione a Roma

La mattina del 27 febbraio gli alunni delle classi 3M, 3B e 3C hanno lasciato la stazione di Brescia alla volta della città dei Giallo-rossi, dove rimarranno fino al 2 marzo. Dopo ore e ore di treno, i nostri eroi sono giunti a Roma e, una volta depositati i bagagli all’Hotel Osimar, si sono incamminati alla scoperta della Città Eterna.

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Il primo giorno, nonostante le condizioni meteorologiche fossero contro di noi, questo non ci ha fermati. Inizialmente, non c’era nulla in programma, ed è stato solo grazie alla partecipazione dei professori se siamo riusciti a fare una visita “libera” della città, riuscendo a vedere l’esterno del Colosseo, l’arco di Costantino e i luoghi circostanti. Ogni mattina, la colazione era prevista per le 7:00 e alle 8:30 dovevamo essere fuori dall’albergo pronti a visitare le varie mete turistiche in programma.

A parte il ristorante dove cenavamo, il resto di Roma con i suoi monumenti era strabiliante. Ciò che rimarrà impresso nelle nostre memorie è la vista panoramica della città dall’Altare della Patria e l’interno della Basilica di San Pietro, di una bellezza indescrivibile. E non solo, anche il Colosseo, la Fontana di Trevi, Piazza Navona, Piazza di Spagna, Piazza del Popolo e il Pantheon erano di una bellezza immensa e con una storia dietro che solo pochi possono apprezzare.

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Anche se la cena lasciava a desiderare, il pranzo era un’occasione per provare i piatti tipici del posto, i quali sono stati molto apprezzati grazie al ristorante Vladimiro Ghe, che oltre al cibo ci ha offerto una calorosa ospitalità.

Questa gita è stata un’opportunità di socializzazione e apprendimento resa possibile grazie alla partecipazione dei professori che, nonostante i limiti imposti, ci hanno fatto comunque assaporare le bellezze di Roma.

La gita è stata molto importante per gli alunni, soprattutto dopo anni di isolamento a causa del COVID. Abbiamo passato molto tempo insieme, in una città molto bella, dove abbiamo imparato molto. È stata un’esperienza senza dubbio interessante e speriamo che in futuro ce ne saranno altre simili.

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- Zefani Amarildo, Speltoni Gabriele, Tafa Hermes – 3M




Gita a Napoli 4B, 4F e 3Q

Dopo anni difficili, tormentati dal COVID, che ha influenzato e modificato radicalmente le nostre abitudini quotidiane, condizionando il nostro cammino scolastico e compromettendo persino le gite, lunedì 27 febbraio 2023, noi della 4F, insieme alla 4B e alla 3Q siamo partiti per Napoli. Emozionati per questa prima gita post-COVID, alle ore 6:50, dopo aver raggiunto la stazione ferroviaria di Brescia, ci siamo diretti a Milano, dove successivamente, abbiamo preso il treno per Napoli. Giunti a destinazione intorno alle ore 13, abbiamo inizialmente depositato i bagagli in hotel, per poi dirigerci verso il centro della città. Accolti dai sapori e dalle tradizioni partenopee, non siamo riusciti a fare a meno di assaggiare uno dei prodotti tipici del luogo, la pizza fritta: una delizia unica e irresistibile. Nel tardo pomeriggio abbiamo deciso di visitare Napoli Sotterranea, consigliataci dai professori. Durante la visita è stato possibile ammirare diversi reperti storici, dai resti dell’antico acquedotto greco-romano ai rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale: un vero e proprio viaggio nel tempo a 40 metri di profondità. Il secondo giorno, dopo aver fatto colazione in hotel, abbiamo preso un pullman che ci ha portati a Pompei, dove abbiamo visitato, accompagnati da una guida specializzata che ci ha fornito informazioni approfondite, gli scavi, nonché i resti di un’antica città “sommersa” dalla cenere, in seguito all’eruzione del Vesuvio: un complesso molto vasto di abitazioni, arene e strade che hanno lasciato tutti a bocca aperta. Il terzo giorno è stato dedicato alla visita del centro storico di Napoli, il più grande d’Italia e uno dei più vasti d’Europa: si estende per 17 chilometri tra caratteristici quartieri che fanno parte del patrimonio dell’Unesco: per esempio l’elegante area di via Chiaia e gli splendidi panorami del Vomero e Posillipo. In presenza della guida, abbiamo avuto la possibilità di esplorare il “cuore pulsante” della città ricco di chiese, cattedrali e antiche botteghe. Alcuni dei luoghi più affascinanti da vedere sono stati senza dubbio Spaccanapoli, una via immensa che separa il centro storico tra il nord e il sud, piazza del Plebiscito, nella quale è possibile ammirare importanti statue e palazzi, oltre alla celebre e scenografica Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola e il murales di Diego Armando Maradona, un simbolo della città di Napoli, che coloro che si trovano da quelle parti non possono non visitare. Maledetto tempo! Tutte le cose belle prima o poi sono destinate a finire: arriva così l’ultimo giorno. In mattinata, abbiamo sgomberato le camere e abbiamo dedicato le ore rimanenti per un ulteriore giro della città, assaggiando le ultime delizie e acquistando souvenir da portare alle proprie famiglie. Dopo aver mangiato un’ottima pizza, ci siamo avviati verso la stazione dove abbiamo preso il treno diretto a Milano Centrale e successivamente un regionale che ci ha portati a casa. Questo viaggio rimarrà sempre dentro di noi, la città di Napoli ci ha lasciato un’emozione unica e indescrivibile: in fondo come si dice sempre, quando vai a Napoli piangi due volte, quando arrivi e quando te ne vai.

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-Michele Ivano Bello, Antonino Gioele Crivillaro – 4F




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VIAGGIO

Da lunedì 27 febbraio a giovedì 2 marzo 2023, le classi 4B, 4F e 3Q hanno preso parte ad un viaggio d’istruzione con meta Napoli. Si parte da Brescia alle 6.52 con direzione Milano per cambiare il treno, e sopportare le restanti 4 ore di viaggio attraverso lo Stivale, le fermate da percorrere sono: Bologna, Roma e, infine, Napoli. Orario previsto d’arrivo: 13.00.

NAPOLI, LE ATTRAZIONI PRINCIPALI

Appena arrivati a destinazione, raggiungiamo l’Hotel Vergilius Billia, situato in una via vicino a Piazza Garibaldi, accanto alla metro e alla stazione, così da rendere più veloce lo spostamento in città. Durante il pomeriggio del primo giorno, il gruppo ha visitato le zone più frequentate di Napoli, Piazza Plebiscito, dove vive una leggenda: l’impresa esige che una persona bendata tenti di percorrere i 170 metri che intercorrono tra la porta d’ingresso del Palazzo Reale e le statue equestri; la prova è valida se la persona riesce a passare fra i due cavalli. La leggenda sostiene però che nessuno sia mai riuscito nell’ardua prova a causa di una maledizione della regina Margherita. Successivamente, verso sera, abbiamo visitato Napoli Sotterranea accompagnati da una guida; ha raccontato come nacque questo luogo e da quanto esiste (ben 2400 anni!), si tratta di un complesso sistema di tunnel di piccole dimensioni, scavato nel tufo, una roccia vulcanica, e come questi tunnel abbiano avuto ruoli importanti nella storia di Napoli, come rifugio durante la seconda guerra mondiale ad esempio; dopodiché abbiamo avuto l’occasione di entrare in una casa costruita su un vecchio anfiteatro risalente all’ epoca romana, il vecchio proprietario non se ne rese mai conto, fino a quando non trovò un passaggio segreto che portava ai corridoi dietro al palcoscenico dell’anfiteatro.

LA VISITA A POMPEI

Il giorno seguente ci siamo diretti verso Pompei, che dista circa mezz’ora da Napoli; appena arrivati ci siamo diretti verso il controllo sicurezza, poco dopo arrivò la guida specializzata che ci diede radioline e auricolari in modo da seguire la visita più chiaramente. Dopo una piccola anticipazione di Pompei e della sua storia la visita inizia; come prima tappa passiamo per la palestra e l’anfiteatro, abbiamo potuto osservare la dieta del tempo, che si basava principalmente su cereali e legumi; dopodiché abbiamo visitato il centro della vecchia città percorrendo le sue strade, che erano ancora in ottime condizioni, attraversato quelle che erano le domus e alcune villette ancora in buone condizioni, con affreschi ben visibili e stupendi mosaici; grazie agli studi archeologici abbiamo potuto osservare le funzioni che ogni abitazione possedeva, come la mensa, le terme, con le apposite vasche del caldarium (vasche di acqua calda), tepidarium (vasche di acqua tiepida) e frigidarium (vasca di acqua fredda); abbiamo avuto l’opportunità di osservare la bellezza di una villa romana, con mosaici, affreschi e pure un giardino al suo interno circondato da colonne ioniche disposte in modo asimmetrico così che il proprietario potesse ammirare il giardino da qualsiasi posizione. Tra le strade vi sono sui muri degli edifici delle scritte che avevano la funzione di propaganda elettorale, purtroppo per l’azione del sole, queste scritte sono destinate a scomparire. Abbiamo anche avuto l’occasione di osservare il foro, il fulcro della città, dove vi erano numerose statue, colonnati e il tempio di Apollo, dove vi era una meridiana che serviva per indicare l’orario.

IL CENTRO STORICO

La visita prende inizio a piazza del Gesù Nuovo, dove abbiamo potuto subito osservare la bellezza dell’Obelisco dell’Immacolata, il tutto costruito con uno stile Barocco; la figura dell’Immacolata nasconde una leggenda macabra: se si osserva da dietro il velo di cui è coperta la figura, possiamo notare un viso stilizzato che rappresenta la morte. Sempre in piazza del Gesù Nuovo abbiamo visitato la omonima chiesa, un tempo palazzo della potente famiglia Sanseverino, costruito nel 1470 secondo il volere di Roberto Sanseverino, successivamente rimodernato sotto chiave barocca dai gesuiti, circa nel 1695; la particolarità di questo edificio è il contrasto di stili tra esterni e interni: se gli esterni erano prevalentemente rinascimentali, gli interni sono un vero e proprio marchio di fabbrica del barocco napoletano: l’interno a pianta a croce greca è suddiviso in tre navate; qui tutto è maestoso e vivace sia per il rivestimento di marmo delle pareti che la ricchezza degli altari. In tutto vi sono ben 11 meravigliose cappelle laterali con altrettanti altari, anch’essi ricchi di decorazioni. Continuando la visita, siamo passati per la chiesa di Santa Chiara. La costruzione ebbe inizio nel 1310, per volontà del re Roberto d’Angiò. La chiesa si presenta oggi nelle sue originarie forme gotiche provenzali. Il 4 agosto del 1943 la chiesa venne quasi del tutto distrutta da un bombardamento aereo. Essa fu ricostruita e restaurata sotto la direzione di Mario Zampino, secondo l’originario stile gotico. Girovagando per le strade di Napoli abbiamo avuto l’occasione di provare le prelibatezze culinarie locali, come la zeppola, i babà e la pastiera napoletana (da patrimonio dell’UNESCO) e visitato il bar che conserva tuttora una ciocca di capelli appartenente a Maradona. Ultimo, ma non per importanza, il Duomo, il cui nome ufficiale è cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, è una basilica monumentale nonché duomo e sede dell’arcidiocesi della città di Napoli. Il decoro della facciata aveva il compito di assemblare alle preesistenti strutture gotiche dei portali, risalenti ad una prima fase ricostruttiva avvenuta nel 1407, altre opere in marmo per le quali furono chiamati importanti scultori del panorama artistico di fine XIX secolo; la facciata fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale e restaurata nel 1951 (e subì anche un parziale scollamento dal corpo della chiesa in occasione del terremoto del 23 novembre 1980), ma un restauro fu eseguito nel 1999. Al suo interno possiamo trovare numerosi affreschi, come l’Adorazione dei Magi e dei pastori (navata centrale), i sepolcri di Carlo d’Angiò, Carlo Martello e Clemenza d’Asburgo (controfacciata), la Basilica di Santa Restituta e la Reale cappella del Tesoro di San Gennaro.

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Jonathan Zeni – 4B