Gita a Manchester

Manchester è una città cosmopolita, con un atteggiamento positivo verso il futuro. Ha subito diverse trasformazioni ed è riuscita a passare dalla decadenza post-industriale al successo del recupero delle aree più depresse in un’ottica moderna. Colpisce in particolar modo il perfetto mix di antico e di moderno che caratterizza l’architettura di palazzi e monumenti. Attualmente è la capitale vivace e animata dell’ Inghilterra del nord, una città moderna e vivace con oltre 2 milioni di abitanti (Greater Manchester). Abbiamo alloggiato presso l’ostello YHA Manchester, quattro stelle, in posizione centrale, molto confortevole, con un ottimo rapporto qualità/prezzo e uno staff molto cordiale e disponibile.

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Interno del OldTrafford Stadium

Il primo giorno, al mattino, ci siamo recati all’Old Trafford Stadium, lo stadio che ospita gli incontri del Manchester United, con una capienza di 76.000 posti a sedere. Durante il tour abbiamo visitato il museo della storia della squadra, il memoriale dell’incidente aereo di Monaco del 1958 in cui morirono 21 componenti della squadra, le tribune, le panchine, o meglio “tribunette” di mattone per le riserve e gli allenatori delle due squadre, gli spogliatoi, il bar riservato ai giocatori prima delle partite, la sala stampa e, infine, il megastore con tutti i prodotti e gadgets ufficiali della squadra. In seguito, abbiamo avuto anche modo di vedere l’ Etihad Stadium, stadio ufficiale del Manchester City, molto meno leggendario ma nuovissimo, bello ed avveniristico. Ci siamo resi conto che attualmente in Gran Bretagna il calcio è vissuto diversamente rispetto all’Italia: c’è molto rispetto e serietà per lo sport e per tutto ciò che lo circonda. Gli stadi, cosi come le aree circostanti, sono puliti, sicuri e molto amati dai loro tifosi. Al pomeriggio ci siamo recati al Museum of Science and Industry (MOSI) vicinissimo al nostro ostello. Si tratta di un grande museo dedicato alla scienza, alla tecnologia e all’industria, con una particolare enfasi riguardo al grande contributo che la città di Manchester ha dato allo sviluppo di questi settori. Abbiamo visitato esposizioni sui trasporti (automobili, locomotive ferroviarie, velivoli), sull’energia (acqua, elettricità, motori a vapore e a benzina), sullo sviluppo del sistema fognario della città e sui settori tessile, delle comunicazioni e dell’informatica.

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Panoramica della Cattedrale di Chester

Il secondo giorno ci siamo recati nella cittadina medievale di Chester, situata sulla riva destra del fiume Dee, non lontano dal confine con il Galles. A Chester abbiamo visto le cinte murarie in arenaria rossa meglio conservate nel Regno Unito, che risalgono al XII – XIV secolo e che seguono il tracciato della originaria cinta muraria edificata dai romani. Nei Roman Gardens abbiamo potuto vedere i resti archeologici del forte romano e il bellissimo anfiteatro risalente al I secolo a.C., il più grande rinvenuto in Gran Bretagna. Bellissimo è stato anche vedere le tipiche Rows, case a graticcio porticate che costeggiano le strade principali e con una galleria al piano superiore dove si trovano negozi e attività commerciali. Ci siamo inoltre recati nella stupenda Cattedrale in arenaria rossa dell’ XI secolo in stile romano e gotico. Molto bello infine anche il ponte sul fiume di Dee, costruito su sette archi nel XIII secolo. Al ritorno abbiamo dedicato il resto della giornata a visitare il centro di Manchester. La città, come già detto, offre monumenti ed edifici sia antichi che moderni. Poco lontano dal nostro ostello c’è la Beetham Tower, un grattacielo dalla struttura azzardata che ospita anche l’Hotel Hilton. Ai Piccadilly Gardens si trova la Manchester Wheel, che richiama la più famosa ruota panoramica del London Eye. Sorprendente si è rivelata la visita alla Cattedrale gotica del XV secolo, famosa in tutta la Gran Bretagna per la sua perfezione ed armonia architettonica. E’ davvero imponente, sia fuori che all’interno.

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Veicolo record di JCB

Il giorno seguente ci siamo recati a Rocester, nella contea di Staffordshire, nelle West Midlands, per visitare la grande multinazionale britannica JCB Earthmovers, dove ci è stato offerto un tour aziendale interessantissimo. Dopo il benvenuto ed un breve rinfresco, siamo stati condotti nell’area audiovisiva aziendale, dove un video ci ha presentato le strutture e i prodotti della multinazionale britannica. La JCB è una azienda inglese dedita alla produzione di escavatori cingolati e gommati, miniescavatori, minipale gommate e cingolate, sollevatori telescopici, rulli per terreno, carrelli elevatori, trattori, gruppi elettrogeni. E’ stata fondata nel 1945 a Uttoxeter, vicino a Rocester, da Joseph Cyril Bamford. Inizialmente si trattava di una officina in cui venivano prodotti rimorchi agricoli tramite metalli riciclati fino al 1947 quando Joseph si trasferì in locali più ampi. Nel 1948 viene sviluppato il primo camion ribaltabile a quattro ruote. Nel 1990 viene prodotto il primo trattore full sospension ad alta velocità al mondo, il JCB Fastrac e nel 1993 è stata avviata la produzione della minipala più sicura al mondo. Dal 2010 la JCB è presente sul mercato con nuove macchine Eco. Nel 2013 il fatturato della JCB è stato di 2,68 miliardi di sterline, per un totale di 66.227 macchine vendute. Al termine della proiezione ci siamo divisi in due gruppi e, con la nostre simpatiche ed esperte guide abbiamo iniziato il tour vero e proprio. Dapprima abbiamo visto un’esposizione in cui erano raccolti, in ordine cronologico, i prototipi dei prodotti che hanno fatto la storia di questa grande azienda. Poi, all’interno della fabbrica, abbiamo percorso tutto il ciclo produttivo del prodotto di punta dell’azienda inglese, la pala meccanica e caricatrice Backhoe Loader. Abbiamo così assistito al momento in cui vengono consegnate le lastre di acciaio e poi, con una lunga camminata all’interno del centro produttivo, abbiamo visto la fasi di profilatura, taglio al laser, saldatura, verniciatura, assemblaggio fino al prodotto finale. Ogni singolo prodotto viene realizzato rispondendo alle specifiche richieste dell’acquirente, il che fa di ogni macchina, edile o agricola che sia, un pezzo unico. Al pomeriggio, rientrati a Manchester, abbiamo visitato la John Ryland’s Library, storica biblioteca in splendido stile gotico vittoriano, nella quale, tra le migliaia di antichi e preziosissimi volumi è possibile vedere il Papyrus P52 noto anche come St. John’s fragment, ovvero un frammento del Nuovo Testamento dell’evangelista Giovanni, datato intorno al II secolo d.C. Infine abbiamo fatto una rapida visita alla sorprendente Manchester Art Gallery, con la sua ricca collezione di opere in buona parte di artisti inglesi del Sette e Ottocento ma con parecchie opere di pittori italiani e olandesi. Durante questo nostro soggiorno in Inghilterra non poteva certo mancare il Cream Tea in un coffee shop del centro: un vero e proprio attentato al fegato con colesterolo puro sotto forma di marmellate di ogni tipo, crema, biscotti, tortine e…tè! E la sera, ovviamente, non mancava la visita ad uno dei tanti pub cittadini per una ale, tipica birra britannica ad alta fermentazione, o una lager, più “continentale” e a bassa fermentazione. Un’ultima nota concernente l’aspetto meteorologico durante il nostro soggiorno in questa bella città inglese. Clima talvolta molto ventoso, con temperature intorno allo zero al mattino ed alla sera ma per il resto della giornata lunghi periodi di sole e cielo sereno. Niente pioggia!
prof. Tiziana Moratti




Esperienze scambi culturali in Germania

La classe davanti alle porte di Brandeburgo

La classe davanti alle porte di Brandeburgo

Uno scambio culturale in Germania è un modo eccellente per acquisire una conoscenza linguistica del tedesco superiore direttamente sul posto, dato che il tedesco è una delle lingue più parlate in Europa.

1° Esperienza

Copia di muro 1Ho fatto questa esperienza nel 2014, quando facevo la 4° superiore. Siamo stati a Monaco e dire che è stata un’esperienza fantastica non basterebbe. Sono stata ospitata da una famiglia stupenda, la mia compagna era un po’ più piccola di me ma era simpaticissima e ci siamo divertite insieme. Hanno una mentalità diversa dalla nostra ma hanno cercato in tutti i modi di farmi sentire a casa, è stata una bella esperienza.

2° Esperienza

Io la mia prima esperienza l’ho fatta in 3° superiore con la mia classe.

I ragazzi ad Alexanderplatz

I ragazzi ad Alexanderplatz

I tedeschi, al contrario di quanto si pensi, sono aperti e ospitali, ma bisogna essere i primi a buttarsi per fare amicizia. Nella famiglia in cui ero ospitato, tutti erano ospitali e cortesi, a parte un anziano che odiava gli italiani per via della Seconda Guerra Mondiale. La cosa che mi ha colpito dei tedeschi è come mangiano, sapevo mangiassero male ma non così tanto! Consiglio l’esperienza.

3° Esperienza

Sono Luigi, frequento la 2° superiore presso l’Itis Cerebotani. Due mesi fa ho avuto un’esperienza di scambio culturale con alcuni ragazzi di Berlino. Sono stato ospitato da una famiglia di tedeschi, sono stato molto bene, era una famiglia molto gentile e accogliente. Il giorno dopo l’arrivo abbiamo visitato Berlino, una città un po’ fredda ma con ottimi servizi. L’esperienza è durata una settimana, e in questo periodo di tempo ho avuto la possibilità di approfondire le mie capacità linguistiche e culturali con il mondo tedesco. È stata un’ottima esperienza e la porterò con me per il resto della mia vita.

Conclusioni

Grazie a queste esperienze i ragazzi dell’istituto hanno avuto l’opportunità di approfondire e migliorare il loro bagaglio linguistico e culturale. Questa iniziativa fa parte di un progetto più esteso che ambisce ad una internazionalizzazione dei nostri studenti promossa dall’Unione Europea.

I ragazzi a Cecilienhof

I ragazzi a Cecilienhof

Mastria Lucio




Expo 2015: un’ occasione per parlare di spreco alimentare

Un po’ di storia

la tour Eiffel di notte

La tour Eiffel di notte

Tantissime sono le Esposizioni Universali che si sono susseguite dal 1933 ad oggi, ma alcune di esse, anche antecedenti a questa data, sono passate alla storia.

Le Esposizioni Universali hanno origini molto lontane, più precisamente nella Parigi del 1798 con “Exposition publique des produits de l’industrie Française”.

Ma la prima Esposizione Universale della storia, così come più o meno la intendiamo oggi, risale alla Londra del 1851, capitale dell’Inghilterra e centro industriale del mondo.

L’esposizione Universale di Londra del 1851 “The Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations” con i suoi 25 paesi ospiti e 6 milioni di visitatori, ha rappresentato un evento unico nel suo genere che ha segnato profondamente la storia di questo tipo di manifestazioni garantendo il successo proprio e delle future Esposizioni Universali.

Dopo Londra, infatti, si susseguirono negli anni un gran numero di Esposizioni Universali che interessarono le più grandi capitali del mondo: Parigi, Vienna, Melbourne e ancora Parigi, con la straordinaria Esposizione Universale del 1889, intitolata “Celebration of the Centennial of the french revolution”. L’Esposizione, che aveva come tema il centenario della Rivoluzione Francese, ci ha lasciato la Tour Eiffel, la torre di ferro alta 300 metri, costruita appositamente per l’occasione.

Il grande tornado delle esposizioni investì anche Milano, che esordì nello scenario economico mondiale con l’ Esposizione internazionale del Sempione del 1906, e che vide la straordinaria partecipazione di 25 paesi e 10 milioni di visitatori da tutto il mondo.

Dopo Milano ancora Esposizioni Universali in ogni parte del mondo. La manifestazione stava ormai diventando strumento necessario di un paese per lanciare la propria economia e la propria immagine di potenza politica e sociale.

Oramai troppi interessi erano entrati in gioco e la portata mondiale del fenomeno scaturì la necessità di avere un regolamento a cui attenersi.

Così, da questi presupposti venne redatta la Convenzione di Parigi che sanciva la nascita del B.I.E-Bureau International des Expositions. Era il 1928 e 31 paesi nel mondo firmavano una convenzione che regolamentava sotto tutti i punti di vista l’organizzazione di questi eventi. Con il nuovo secolo e la grande Esposizione del 1939 a New York, inizia la nuova era delle Esposizioni Universali.

La guerra, però, interruppe anche queste manifestazioni che riprenderanno solamente nel 1947.
Ma è dal 1958 in poi, con l’ Esposizione di Bruxelles, “Bilancio di un mondo, per un mondo più umano” , che si apre davanti la nuova frontiera delle Esposizioni Universali.

Da allora in poi infatti le Expo diventano strumento di promozione politica, economica e sociale che vedeva la collaborazione dei più potenti paesi del mondo per una crescita globale, che si confermerà definitivamente con l’ingresso nelle convenzione delle realtà asiatiche dall’Expo di Osaka nel 1970.

EXPO 2015

logo dell' Expo 2015

Logo dell’ Expo 2015

Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di evento, oltre 130  Stati partecipanti.
Expo 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità.

E’ possibile garantire cibo e acqua alla popolazione mondiale? Aumentare la sicurezza alimentare?

L’alimentazione non è soltanto l’ovvio rifornimento al nostro organismo di energia e delle sostanze di cui ha bisogno, quindi il primo diritto di ogni persona. È anche il fondamento di un sano sviluppo fisico e mentale, quindi della salute e della longevità. Lo straordinario miglioramento della qualità della vita avvenuto nel corso delle ultime generazioni è probabilmente da attribuire più a un’alimentazione migliore, che a una medicina più efficace.

La tradizione alimentare è uno specchio della nostra vita che si evolve con i tempi, e ci dice chi siamo, e a quale comunità apparteniamo.

Ma “assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile”, come chiede la domanda di Expo 2015, è una sfida gigantesca.

Come ogni problema complesso, anche questo non ha soluzioni semplici. Non esiste la causa dei problemi alimentari, come non esiste la soluzione.

Le soluzioni devono essere tante quante le diverse soluzioni locali ma la sfida dell’alimentazione – questo ce lo insegna il passato – si può vincere.

Fame e malnutrizione

bambini malnutriti

Bambini malnutriti

Nel 2013, circa 842 milioni di persone – circa una su otto nel mondo –soffrono cronicamente la fame e non dispongono di cibo sufficiente per condurre una vita attiva.

La regione più colpita è l’Africa, dove una persona su quattro è sottoalimentata, seguita da alcuni paesi dell’Asia meridionale.

Mezzo milione di bambini ogni anno diventano ciechi per mancanza di vitamina A, e la metà di loro muore entro l’anno successivo. La carenza di zinco provoca la morte di circa 400.000 bambini. 165 milioni di bambini soffrono di malnutrizione.

Però una notizia buona c’è: le persone che soffrono la fame sono 173 milioni in meno rispetto al 1990, nonostante la popolazione mondiale sia nel frattempo passata da 5,5 a quasi 7 miliardi.

In Italia, come negli altri paesi avanzati e nella maggior parte ormai dei paesi emergenti, il problema delle ricorrenti carestie, e della fame cronica per la stragrande maggioranza della popolazione, è stato risolto nel corso del Novecento grazie a uno straordinario aumento della produttività dell’agricoltura e dell’allevamento, frutto della sistematica applicazione di nuove conoscenze scientifiche.

Obesità

bambini obesi

Bambini obesi

Quando si comincia a mangiare di più non è facile fermarsi, anche perché – come sperimentato da chiunque abbia cercato di perdere peso – siamo biologicamente attrezzati per difenderci dalla scarsità, ma non dall’abbondanza.
Oggi il numero delle persone sovrappeso (1,1 miliardi) o obese (500 milioni) è quasi esattamente il doppio di quello delle persone che soffrono la fame. Ma è anche il doppio rispetto al 1980 e la metà rispetto al 2030, se il trend attuale dovesse continuare.

La causa è la cosiddetta “transizione alimentare”: al crescere del reddito i cibi a basso contenuto calorico, come i cereali, vengono sostituiti con altri di maggior pregio ma anche a maggior contenuto calorico, come carne, latte e latticini, oppure con prodotti industriali confezionati, spesso di bassa qualità nutrizionale perché troppo ricchi di calorie e troppo poveri di micronutrienti.

Allo stesso tempo, la vita diventa più sedentaria, quindi il fabbisogno di calorie diminuisce e diete troppo povere diventano così troppo ricche.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i chili di troppo sono responsabili del 44% dei casi di diabete, del 23% degli infarti e del 40% di alcuni tipi di cancro, e sono diventati la causa di malattia in più rapida crescita.

Il problema è particolarmente grave nei paesi emergenti, dove mancano le risorse e le strutture per curare tante persone.

Spreco di cibo

Un terzo circa del cibo prodotto nel mondo non arriva nel piatto dei suoi abitanti.
Il cibo viene perduto lungo il suo intero ciclo di vita, dal produttore al consumatore.
Nei paesi più poveri, le perdite avvengono soprattutto nel campo, nei trasporti, nello stoccaggio e nella lavorazione, per mancanza delle infrastrutture necessarie: il cibo viene danneggiato (a causa di topi, ratti, locuste e altri insetti) o si deteriora (per mancanza di igiene o di una catena del freddo) prima ancora di arrivare alla vendita e al consumo. Il singolo consumatore però butta via solo 6-11 chili di cibo all’anno.

Nei paesi più ricchi, invece, le perdite maggiori sono nella vendita e nel consumo.
Si butta via il cibo perché contiene contaminanti (come agrofarmaci o micotossine) superiori ai limiti di legge, perché il livello qualitativo (anche semplicemente nell’aspetto) non è all’altezza, perché è scaduto ma è ancora buono, perché i supermercati preferiscono tenere gli scaffali sempre pieni, anche se sanno che parte del prodotto non sarà venduta.

Molto cibo, infine, viene sprecato a casa: secondo le stime FAO, dai 95 ai 115 chili di cibo per persona l’anno.
In Italia, le stime più affidabili parlano di un 8% della spesa alimentare che finisce nella spazzatura, per un valore fra i 7 e i 9 miliardi di euro l’anno.

Anche il costo ambientale è impressionante: per produrre il cibo che viene poi perduto si occupano 1,4 miliardi di ettari di terra che si potrebbero restituire agli ecosistemi naturali, si producono 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica che contribuiscono al cambiamento climatico, si sprecano 250 chilometri cubici di acqua, oltre all’energia e ai mezzi tecnici usati.

Ogni anno, nelle case dei paesi ricchi, si buttano 222 milioni di tonnellate di cibo, una quantità pari quasi alla produzione totale netta di cibo nell’Africa sub sahariana.

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Alessia Frasson – Pietro Raimondi




Visita all’azienda Teseo S.r.l.

Logo TeseoLa visita si è svolta sabato 15 Novembre dalle ore 8.30 alle ore 12.00. L’Azienda in questione è la Teseo, un’azienda che si occupa di impianti per la distribuzione di aria compressa che ha sede a Desenzano D/G, ma possiede anche sbocchi commerciali in Nord America, Cina, Germania, Inghilterra, Colombia e in Olanda. La nostra esplorazione all’interno dell’azienda era articolata in sei parti:

  1. Visita in magazzino, con relative spiegazioni per quanto riguarda imballaggi, controlli finali ed elementi di codifica
  2. teseo02Visita generale ai diversi reparti di controllo sicurezza, di produzione di oggetti destinati al montaggio, di piegatura tubi, di controllo qualità
  3. Visita ai laboratori di controllo qualità (prove meccaniche, a corrosione, di durezza, etc.)
  4. Visita ai laboratori di disegno e progettazione (illustrazione della stampante 3D, spiegazione e consigli sulla questione brevetti, chiarimenti generali sulla progettazione dei prodotti dell’azienda)
  5. Visita all’apparato commerciale e burocratico dell’ azienda (compilamento pratiche, certificazione ISO 9001, esportazioni europee ed internazionali, rapporti con aziende, fiere e merchandising)
  6. Ovviamente, non poteva mancare un lauto rinfresco con il personale dell’ azienda che è stato successivamente ringraziato e calorosamente salutato

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Sede principale di Desenzano

C’è da dire che nonostante tutto il giro di affare sia italiano sia internazionale, questa è una piccola-media azienda che vanta l’operato di 50 persone tra operai e dirigenti. Ma non solo, dai grafici mostrati all’arrivo, si è notato che comunque in relazione alle proprie dimensioni l’azienda ha sempre avuto dei buoni profitti e una sostanziale crescita. Concludo affermando che, da un’idea che può sembrare banale come quella della sostituzione dei tubi di ferro(pesanti, difficili da montare) a quelli di alluminio(leggermente un po’ più costosi ma più efficienti, maneggevoli, resistenti) si è riusciti a tirar su un’azienda che occupa un posto ben piazzato nel suo settore. (Chiaramente non è stato solo quello a dare il boom ma anche un susseguirsi di raffinatezze tecniche ed e nuovi brevetti come il carrello che trasporta l’uscita dell’aria compressa oppure le pale eoliche che possono fungere da compressori, etc.)

Buonanno Giuseppe 4A




In trincea al Passo del Pasubio

Durante il percorso scolastico che lo studente vive crescendo, non sono poi molte le occasioni che permettono di creare fra compagni di corso e professori un vero legame d’amicizia. Nel corso dell’anno scolastico si è infatti molto impegnati nelle proprie attività e si vive giorno dopo giorno una costante e crescente richiesta di concentrazione sul proprio lavoro. gente Tutto ciò non aiuta i rapporti umani, i quali rimangono subordinati agli obbiettivi dei singoli inficiando l’aspetto comunitario della scuola. Per noi studenti della sezione 4 E informatica e della sezione 4 D elettronica però, il 27 ottobre 2014 si è presentata un’occasione più unica che rara. La passione, la determinazione e sopratutto la grande disponibilità del Professor Mauro Guerra, del Professor Domenico Marchione e del Professor Silvano Bandera ci hanno permesso di partecipare ad una delle più emozionanti ed efficaci gite al quale un ragazzo potrebbe partecipare, e cioè la visita alla ex zona di guerra situata tra le montagne del Passo del Pasubio. Tra quelle montagne, infatti, si sono scritte pagine importanti della storia del nostro paese, ed è proprio in quei luoghi che numerosissimi italiani hanno perso la vita per “difendere” o talvolta anche solo per “ubbidire” ad uno Stato messo in ginocchio dalla Prima Guerra Mondiale. Non sono servite particolari spiegazioni, una volta arrivati vicino alla trincee, perchè ci rendessimo tutti conto delle difficilissime condizioni di vita alle quali i soldati dovevano adattarsi per poter sopravvivere e combattere. panorama Nonostante le fantastiche condizioni climatiche che fortunatamente abbiamo incontrato durante la gita, infatti, non è stato difficile capire il freddo che i soldati dell’esercito Italiano e di quello Austriaco devono aver patito durante la loro permanenza in quei luoghi. In mezzo a quelle montagne, circondati da un così maestoso paesaggio e rapiti da un silenzio spiritualmente perforante ci siamo tutti sentiti vicini gli uni con gli altri e abbiamo tutti compreso l’incredibile sacralità di quelle rocce sulle quali uomini con famiglia e ragazzi come noi hanno versato il loro sangue per la patria! Le trincee nelle quali erano stanziati i soldati sono situate all’incirca a 2000 metri d’altitudine e ogni partecipante della gita è riuscito ad arrivare a questa quota aiutato solamente dalla forza delle proprie gambe e dal supporto dell’affiatato gruppo che si è subito creato fin dai primi momenti della gita! I tre professori accompagnatori si sono dimostrati, inoltre, particolarmente capaci e hanno aiutato i membri del gruppo in difficoltà mantenendo sempre tutti uniti ed attenti alla splendida natura circostante. gente2 Si può senza dubbio affermare che la lunga e complessa camminata verso il rifugio e il clima favorevole, ma non per questo mite, hanno collaborato nel rendere questa esperienza non soltanto intensa ed indimenticabile, ma hanno anche rafforzato ulteriormente il rapporto fra i compagni delle due classi con i propri docenti rendendoci AMICI invece che colleghi! Anche il rifugio Achille Papa in cui siamo stati ospitati per cenare e dormire ha offerto un servizio davvero impeccabile offrendoci una cena ed una colazione ottime permettendoci di continuare la gita a pieno regime, carichi per il ritorno. Non esagero dicendo che questo tipo di attività è piaciuta a tutti e ha dimostrato ulteriormente l’incredibile preparazione dei nostri docenti in molte più situazioni di quelle che la scuola può offrire. Siamo sempre più convinti della validità dei viaggi d’istruzione come questo, i quali danno la possibilità di vivere emozioni davvero incredibili con le persone che più ci sono vicine nella routine quotidiana ma che spesso ci risultano anche così distanti a causa delle numerose distrazioni. Concludo ringraziando nuovamente il professor Guerra, il professor Marchione ed il professor Bandera, ringrazio tutti i partecipanti delle due classi (4 E informatica e 4 D elettronica) e ringrazio anche la scuola e la dirigente per averci messo a disposizione gli strumenti necessari per realizzarla. Spero che grandi iniziative come questa possano essere riproposte ad altre classi nei prossimi anni e consiglio sinceramente a chiunque di parteciparvi!

Ora vi saluto e vi auguro una buona continuazione dell’anno scolastico,

Rino Bellandi 4E




Partecipazione alla 3° Fiera delle imprese formative simulate

La Fiera dura due giorni e ci partecipano diverse scuole anche dal Tirolo e dalla Germania. L’anno prossimo l’evento maggiore si svolgerà a Praga e ci sarà una piccola mostra davanti all’Expo di Milano. La fiera di oggi si trovava all’interno di una scuola di Monza, la scuola Confalonieri, che ha messo a disposizione il suo cortile per i diversi stand. Appena arrivati siamo entrati ed ognuno di noi ha avuto il timbro IFS per fare in modo da poter entrare e uscire in ogni momento, una volta entrati abbiamo fatto il giro di tutte le varie postazioni. Le postazioni erano molto varie ed ognuna offriva spunti e caratteristiche diverse. C’erano scuole che vendevano vestiti, scuola che facevano frullati di frutta, scuole che vendevano i frutti della propria terra, scuole che facevano progetti per il riscaldamento e una scuola ha anche progettato un missile. Altre scuole facevano programmi per la fotografia, altre facevano robot tecnologicamente molto avanzati e ogni progetto era molto interessante. Uno stand particolarmente attivo era questo: “Alla corte di Teodolinda”, rappresentati da una scuola alberghiera che offriva il proprio cibo. Teodolinda è stata colei che ha convertito Monza al cristianesimo dall’arianesimo quindi è una persona chiave di questa città e a lei è stato dedicato il Duomo e una corona con un valore particolare che è ancora custodita e si dice che ci sia anche una leggenda su un chiodo in essa, per questo motivo hanno voluto dare il nome a questo stand. Questo stand è dei ragazzi di un Itis che hanno sviluppato un robot a sei braccia e in più hanno anche sviluppato un cane robot con il linguaggio specifico che evita gli ostacoli ribaltandosi su se stesso. Sono stati molto bravi perché il progetto non era semplice. Alla fiera ci hanno accompagnato il professor Strano e la professoressa Cotrufo che sono stati molto socievoli e simpatici. Durante la nostra visita alla fiera siamo andati anche nella sala conferenze, una bellissima sala dove parlavano il sindaco di Monza, il direttore di Confindustria, l’assessore del Comune e altre personalità elevate. Il discorso è stato molto interessante perché hanno spiegato come aiutare noi ragazzi a migliorare e come trovare i soldi per fare queste iniziative e non bloccare la nostra creatività. Continuando la nostra visita abbiamo anche incontrato uno stand molto interessante perché fa cose che vorremmo fare anche noi ragazzi ossia modificare le immagini. Questo è il manifesto e loro ti fanno la foto, poi la modificano a loro scelta e successivamente la inviano a te, come idea è molto bella e non facile da realizzare dato che i programmi per modificare le immagini in modo completo costano molti soldi. Una volta finita la visita alla fiera due guide turistiche della scuola Olivetti ci hanno accompagnato a fare la visita della città, del fiume e dei posti più caratteristici. Successivamente abbiamo avuto del tempo libero per andare dove volevamo, una meta molto ambita è stata andare al Parco di Monza che è anche il più grande in Europa e al suo interno possiamo trovare anche l’autodromo di Monza molto rinomato per le gare automobiliste e motociclistiche che fanno al suo interno. E’ stata un’ottima esperienza e abbiamo imparato molte cose sul lavoro che dovremo fare anche noi dato che l’anno prossimo se riusciremo, andremo anche noi a esporre il lavoro che stiamo facendo.




Scambio culturale con scuole tedesche

Scambio culturale: l'arrivo

Scambio culturale: l’arrivo

Avvenuto tra il 23 e il 30 ottobre 2013, nelle vicinanze di Berlino (Rϋdersdorf), questo scambio rimarrà sempre tra i miei ricordi. Ripartendo da quella sera dove tutto ebbe inizio, conobbi la compagna di scambio, Lilly, affettuosissima e molto amichevole, la sua casa, familiare e rigorosamente in ordine, il suo life style e i suoi genitori, socievoli ed accoglienti. Tutto provocò una grande tempesta cerebrale, tanto che passai una notte dormendo solo 5 ore, terribilmente arso dalle fiamme dell’agitazione. Troppo poco per affrontare all’ indomani un’intera giornata. Ma misi da parte la stanchezza e continuai il tragitto. Da non dimenticare che il tutto doveva essere condito con una buona dose di inglese parlato (e dico parlato perché bisognava essere scaltri ma allo stesso tempo precisi) e sfoggiando un eventuale e primordiale tedesco (spassionatamente dichiarata fu la capacita di orare questa lingua). Il programma era una precisa coadiuvazione tra svago, storia e conoscenza del territorio. Di seguito verrà esaminato, intromettendosi in ogni singolo episodio:

• Progetto di biologia, scoprire come funzionava l’enzima della patata, reazioni di decomposizione, etc.

• Progetto di elettronica, riprodurre il funzionamento di una cancello automatico. Era stato veramente sorprendente mettere in atto le conoscenze in Elettronica;

• Visita del piccolo paese dove risiedeva la scuola, molto caratteristico e soprattutto immerso nella natura più verde, attraversato da fiumi ma abbondante per parchetti e piccoli boschi;

• Escursione al celeberrimo castello di Cecilienhof, dove i grandi tre (Stalin, Churchill, Truman) si sono spartiti la Germania, dopo la seconda guerra mondiale. Alla vista della fatidica sala, il battito s’ interruppe e solo allora capii quanta storia attraversò quell’ atrio;

• Visita alla città di Potsdam e soprattutto al parco Sanssouci, immenso, altezzoso ed elogiativo per l’importatore della patata (particolarmente attento all’ arte, alla musica e l’amore per i cani);

• Si susseguirono due giorni in famiglia dove visitai l’East side Gallery (muro di Berlino), il centro di Berlino (girando per tutta la città, volteggiando su treni, bus, e tram come non ho mai fatto);

• Gita nell’ entroterra berlinese alla volta di progetti elettrotecnici e visita alla Potsdamerplatz, copiosamente gigante e brulicante di gente;

• Visita in un museo tecnico con mostre di opere in campo bellico, navale, ferroviario, molto affascinante e interessante (soprattutto per l’esposizione del primo computer di sempre);

• Visita alla torre della televisione (magnificamente alta e fiera di essere simbolo della città), alla porta di Brandeburgo, e al Checkpoint Charlie (il vecchio lasciapassare degli Americani).

Riaffiorano ancora adesso migliaia di fotogrammi nella mia mente, sensazioni, ricordi incancellabili. Sono stati solo sette giorni, ma erano stracolmi. Era indescrivibile il via vai di gente nella capitale, mastodontiche quantità di persone che traslavano in massa, biciclette che andavano come il vento. Poche son le foto che ho ritratto ma proprio saranno tenute come reliquie. Auguro lo stesso benessere provata anche a Lilly, regalando brecce nel cuore che sempre rimarranno aperte.

Giuseppe Buonanno




Viaggio d’istruzione a Berlino: un punto di vista

Una delle migliori esperienze passate con i miei coetanei. Una fantastica settimana trascorsa alla scoperta della città di Berlino, visitando i suoi maggiori luoghi di interesse, tra musei e piazze, dal Duomo al Parlamento. Una corsa continua a piedi e sui caotici,
ma molto efficienti, mezzi di trasporto della città; ovviamente non sono certo mancati divertentissimi episodi: alunni dispersi e poi, in un modo o nell’altro, ritrovati, indescrivibili le loro facce nel vedere il gruppo partire sul treno che avevano appena perso. Una sfida continua nel cercare di farsi capire con uno sbiascicato inglese o nel
tentativo di imparare qualche parola in tedesco. Non voglio raccontarvi subito dell’arrivo perché,già alla partenza, in autobus, da Lonato diretti a Malpensa, avreste visto alcuni impazienti di festeggiare la prospettiva di una settimana senza scuola: nel percorrere i primi 500m un ragazzo ha vomitato tutto l’alcool che, dalla notte precedente,non era riuscito a smaltire; insomma erano le 3 di mattina del primo giorno e le cose cominciavano già a farsi interessanti. L’aereo non è precipitato e ,mattinieri, dall’aeroporto della capitale tedesca non abbiamo perso tempo grazie alla guida dei nostri, ormai esperti, insegnanti. Nonostante il freddo pungente di marzo abbiamo raggiunto in poco tempo un albergo carino,
dalla facciata primonovecentesca, nel cuore della città.
Ricordo ancora le scale di legno antico che univano i diversi piani del palazzo praticamente vuoto e quindi riservato a noi studenti: la notte era impossibile salire o scendere quei gradini senza fare un caos assordante, ma ciò non ci ha fermati dall’ entrare e uscire dalle stanze fino a notte fonda. Tutto sommato però l’ hotel era discreto, il servizio buono e la colazione abbondante: nel complesso merita sicuramente un voto positivo . Fortunatamente il tempo, in settimana, si è mantenuto sereno e ci ha permesso di visitare la città in tranquillità e in un clima piacevole . Non siamo stati altrettanto fortunati per quanto riguarda la cena.
L’agenzia di viaggio ci aveva prenotato ben cinque cene in un ristorante italiano non molto lontano dall’albergo, il ristorante “Le Olive”.  La prima sera non è stato facile trovarlo, per via dello scarso  orientamento , infatti siamo arrivati con mezz’oretta di ritardo. Il locale,in sé,non era male e abbiamo trovato ad attenderci diverse tavole apparecchiate con già serviti piatti di pasta al pomodoro ed in fianco al primo piatto…il dolce!
Una  minuscola porzione di tiramisù,un prodotto evidentemente comprato e neppure di grande qualità. Tutte le sere, puntuale, un
mediocre  prodotto dolciario si trovava sulla tavola prima ancora dell’inizio della cena . Una strana abitudine che non rappresenta
minimamente le nostre tradizioni, eppure i gestori e i camerieri erano chiaramente italiani, dato che italiano parlavano. Il servizio era pessimo e la proprietaria è stata spesso sgarbata,
conquistandosi così l’odio e le battute dei più cattivi tra noi. La qualità del cibo che ci hanno proposto poi non differiva molto dal dolce, tanto che molti piatti, tutte le sere, restavano quasi intatti. La serata non poteva concludersi certo così amaramente ed infatti
è continuata con una buona birra nei locali circostanti: c’è stato chi si è fermato alla prima e chi invece è andato oltre il primo boccale per poi fare il “giusto” baccano sulla strada del ritorno. Le giornate passavano così, svegliandosi la mattina presto, dopo aver fatto le ore piccole; girando per la città di Berlino, tra i diversi luoghi di interesse abbiamo visitato l’imponente Duomo: spettacolare la vista che si aveva dal camminamento che circondava le guglie sul tetto.
Siamo andati a Potsdam dove abbiamo potuto vedere il bellissimo palazzo in cui si è tenuta la conferenza di Postdam nel 1945 alla quale hanno preso parte i tre grandi vincitori della seconda guerra mondiale:il primo ministro inglese Churchill, il presidente
americano Truman e il dittatore sovietico Stalin, per decidere le sorti dell’Europa e della Germania. Sono stati mantenuti i mobili, le sedie e le scrivanie originali usati per l’occasione, così come il tavolo rotondo attorno al quale i capi di Stati si sono riuniti
privatamente per prendere le decisioni più importanti: i materiali, i libri e l’atmosfera di quelle stanze conferiscono grande valore a quel luogo. Non poteva mancare la visita al campo di concentramento e
lavoro di Sachsenhausen. Muniti di audio guida, abbiamo intrapreso lo stesso percorso che i deportati facevano per accedervi, attraverso vari cancelli e un lungo un viale ghiaioso fino alle baracche dove
venivano stipati a centinaia. Personalmente di quella esperienza mi hanno colpito le testimonianze audio di chi era sopravvissuto e ha potuto raccontare la quotidianità all’interno del campo, come del fatto che ai prigionieri venivano fatte indossare delle scarpe e fatti camminare lungo il perimetro del lager per giorni interi, senza sosta e in qualunque condizione atmosferica, per testare la qualità dei materiali: ai tempi questo “test” veniva addirittura usato come riconoscimento di marchio qualità sul mercato.
Sono stati interessanti i racconti avvincenti di chi era riuscito a fuggire, ma mi ha turbato il cancello nero (sul quale campeggia la frase “Il lavoro rende liberi”) che da molti è stato attraversato solo una volta. Un percorso personale che, in un modo o nell’altro,ha
toccato inevitabilmente ognuno di noi. Non poteva mancare la visita ai luoghi dove, fino a non molti anni fa, sorgeva il famosissimo muro di Berlino: un muro di contenimento alto tre metri e mezzo che aveva il compito di dividere la parte est della città, di orientamento comunista, dalla parte ovest sotto l’influenza statunitense. Simbolo della guerra fredda, nel tentativo di attraversalo, hanno trovato la morte più di duecento persone:tra i più disperati tentativi iniziali vi è stato quello di buttarsi dai palazzi circostanti, con la speranza di atterrare nel lato giusto.
E’ stato abbattuto nel novembre del 1989 in un clima di festa mondiale mentre migliaia di persone lo oltrepassavano libere ed un nuovo governo si ricostituiva. Tutt’oggi però vi sono resti di quel muro in ricordo di quei tempi e di tutte le persone uccise. Siamo stati per diverse volte alla Hoffbrǟuhaus München, meglio conosciuta come HB, una delle più famose e celebri birrerie storiche di Berlino, nonché seconda casa dell’Oktoberfest, dove abbiamo
pranzato con qualche piatto tipico e bevuto ottima birra. Le serate invece, dopo aver cenato in quell’orrendo posto che si spacciava per ristorante, erano “libere”e, divisi in gruppi, siamo andati nei locali dei dintorni, in tutte le birrerie che scoprivamo per strada, nella vicina discoteca e in tutti i negozietti che la vita notturna di Berlino ci poteva offrire. L’ultimo giorno, avendo l’imbarco nel primo pomeriggio, abbiamo dedicato la mattina alla ricerca del souvenir perfetto da portare a casa, chi alla ragazza, chi alla famiglia, spulciando tutti i negozi per turisti. La ricerca è stata lunga, ma, superata l’ora di pranzo, fatte le valigie alla meno peggio e tornati in aeroporto, abbiamo affrontato il vaggio di ritorno. Stanchi, ma contenti, con le tasche vuote, ma ricchi di nuovi ricordi, siamo arrivati a Lonato. Abbiamo così rivisto i nostri familiari a cui abbiamo raccontato di una città gigantesca che non dorme mai, ricca di storia e di tradizioni, di un popolo forte che,sconfitto,si è sempre rialzato: di un’esperienza indimenticabile.

Domenico del Volo




Viaggio a Udine, Gorizia, Trieste, Aquileia e Grado

Trieste-Castello di Miramare

Trieste-Castello di Miramare

E’ tra le lacrime dei professori affranti per la partenza dei loro alunni preferiti che la classe 3F, mercoledì 12 marzo 2014, ha lasciato la stazione ferroviaria di Desenzano  alla volta del Friuli Venezia Giulia.

Fortunatamente la tristezza e la malinconia molto sentita anche dagli studenti è svanita ben presto, lasciando spazio ad un vivace clima di allegria, non sempre apprezzato dagli altri passeggeri…

Dopo la sistemazione all’ hotel San Giorgio di Udine, abbiamo subito avuto modo di ammirare le bellezze della città, da quelle storiche a quelle viventi.

Interessante anche la cittadina di Gorizia, nonchè il suo castello, con affascinanti esempi di vita dell’ IX secolo, comprendenti raffigurazioni agghiacciantemente realistiche a scala naturale dei cavalieri dell’ epoca.

Non da meno è stata la visita a Trieste, con l’ affascinante molo Audace, l’ enorme piazza dell’ Unità d’ Italia, e l’ eccezionale castello di Miramare, che ci ha regalato panorami mozzafiato. Abbiamo avuto modo di rivivere in parte gli orrori commessi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale nella tristemente famosa risiera di San Sabba.

Un particolare grazie è rivolto alle due amiche dell’ alunno Tucci, le quali, incontrate casualmente alla fermata dell’ autobus adiacente al campo di lavoro, si sono offerte di condurci gratuitamente in un giro guidato del centro storico triestino.

Come da programma, abbiamo potuto recarci anche ad Aquileia, ed infine a Grado, dove gli studenti, esausti per i chilometri macinati fino ad allora, hanno potuto trascorrere una rilassante giornata in spiaggia, giocando a pallone tra le escavatrici intente ad asportare cumuli di sabbia oppure a fare il primo bagno della stagione: la temperatura dell’ acqua era sorprendentemente calda, dettaglio che è stato urlato a gran voce dai natanti nei primi minuti di immersione.

Abbiamo avuto modo di conoscere questa regione italiana anche dal punto di vista culinario, attraverso le degustazioni nei tipici McDonald’s locali, e nelle pizzerie delle stazioni ferroviarie. Per quanto riguarda la sistemazione, siamo rimasti pienamente soddisfatti.

Come al solito la 3F, in linea con la sua reputazione nella scuola, ha mantenuto un comportamento pari a quello di una classe modello.

Ma il ringraziamento più grande, va alla professoressa Paghera e al professor De Girolamo, che si sono offerti di accompagnarci nel viaggio di istruzione e si sono trasformati in eccellenti guide turistiche per quattro giorni.

Ciò nonostante , è da evidenziare la scarsa inclinazione del docente di telecomunicazioni nell’ offrire da bere ai suoi studenti.

L’ unica lamentela è stata sporta dalla scheda di memoria della fotocamera dello stesso insegnante, la quale si è ritrovata intasata dalle innumerevoli foto di gruppo, alcune delle quali sono riportate di seguito.

Non c’è che dire, questi quattro giorni di gita rimarranno impressi nei cuori degli studenti della 3F come indimenticabili momenti di allegria e divertimento, ma anche di arricchimento del bagaglio culturale personale e scoperta di realtà regionali diverse dalla Lombardia.

Un’ esperienza quindi da ripetere in futuro!

Leonardo Mutti




Progetto Peer Education

Gruppo Peer Education

Gruppo Peer Education

Nell’anno scolastico 2012/2013, all’I.I.S Luigi Cerebotani di Lonato del Garda, è partito il progetto “Peer Education”.  Il progetto consiste nella educazione dei ragazzi e delle ragazze dell’istituto alle problematiche riguardanti le tematiche delle droga e delle MTS (malattie a trasmissione sessuale). Il concetto base del progetto è l’insegnamento tra pari (peer), cioè nella classi interverranno studenti che hanno seguito un corso con gli esperti Lucia Zazzio e Uber Sossi dell’ASL di Brescia. I primi incontri consistevano nell’approfondimento di se stessi, delle proprie conoscenze, qualità e limiti. Successivamente è stato costituito un gruppo solido capace di lavorare in armonia, che ha permesso anche ai più timidi di rapportarsi con i coetanei superando le proprie paure acquistando più autostima. Lo step successivo consisteva nell’analizzare le problematiche interne all’istituto e sono emerse in particolare l’uso improprio di sostanze stupefacenti (alcool, droghe e tabacco) e la mancata sensibilizzazione delle MTS (malattie a trasmissione sessuale).  All’inizio dell’anno scolastico 2013/2014 si sono creati i due gruppi per affrontare le tematiche emerse precedentemente. Il gruppo sostanze stupefacenti, ha iniziato con l’esaminare le proprie conoscenze e a discuterne con gli esperti, discutendo sulle conseguenze dovute all’assunzione di esse. Rendendo così possibile la suddivisione delle sostanze in categorie. Negli incontri successivi abbiamo iniziato a formulare un questionario anonimo che verrà sottoposto alle classi prime dell’anno scolastico 2014/2015. I risultati che otterremo ci permetteranno di focalizzarci su una tematica da approfondire durante gli incontri nelle varie classi. Durante gli incontri il gruppo MTS ha parlato di contraccettivi, periodi fertili, malattie sessualmente trasmissibili e di come noi prendiamo la sessualità. Non sono state rare le discussioni e si sono resi conto che purtroppo hanno una bassa conoscenza. L’anno prossimo interverranno somministrando un questionario anonimo alle classi seconde e si comporteranno analogamente al gruppo che ha analizzato l’abuso di sostanze, andando quindi a verificare lacune e/o curiosità e a parlare con i loro coetanei pronti a chiarire

Frasson Alessia, Moreni Matteo, Paghera Lorenzo