Secondo posto alle finali nazionali del progetto Tecnicamente

Nel mese di maggio 2024 la nostra squadra ha partecipato al progetto Tecnicamente: un’iniziativa interna alla nostra scuola, dove diversi team di studenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi nella creazione di prodotti innovativi, supportati da aziende esterne e dall’agenzia Adecco. Il nostro team si è classificato al primo posto all’interno del nostro Istituto: risultato che ci ha permesso di avanzare alle finali nazionali.
Il progetto, intitolato Implementazione di un oscurante elettrico per porte finestre nautiche”, realizzato in collaborazione con l’azienda Parema di Ponte S. Marco, è stato particolarmente apprezzato. Quest’innovazione rappresenta una novità assoluta nel mercato mondiale, poiché non esiste attualmente un prodotto simile. Siamo stati convocati il 16 ottobre presso il PYD di Milano per partecipare alle finali nazionali, dove erano presenti otto team selezionati da tutta Italia.

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La giuria, composta da manager di grandi aziende, ha esaminato con attenzione ogni proposta. A Milano, a rappresentare il nostro team, hanno partecipato gli studenti Zaniboni Jacopo e Bagnatica Luca.
Siamo orgogliosi di aver conseguito il secondo posto; un traguardo che ci riempie di soddisfazione. Questo riconoscimento non è solo un premio per il nostro lavoro, ma soprattutto un attestato del nostro impegno e della nostra creatività nel progettare un prodotto che potrebbe realmente rivoluzionare il settore nautico.
L’esperienza vissuta durante questo progetto ci ha fornito competenze preziose che sicuramente saranno utili nel nostro futuro professionale. Abbiamo imparato a progettare e disegnare un prodotto innovativo trasformando idee in realtà, lavorando in team e affrontando sfide reali.
Ringraziamo Adecco Group Italia, in particolare nella persona di Benedetta Permunian, per il supporto fornito. Un grazie speciale va al professor Paolo Rossi che ci ha guidato in questa meravigliosa esperienza. Ringraziamo anche l’azienda Parema e il suo CEO, Paola Padovani, per la disponibilità e l’impegno profusi nella realizzazione del nostro progetto.
Team formato da ex studenti 2023/24
5°A Bagnatica Luca, Gaye Fallou, De Angelis Gabriele, Sterza Federico, Facchetti
Riccardo, Alberti Andrea, Maccabiani Massimo
5°B Napolitano Niccolò
5°M Zaniboni Jacopo, Burgio Santo Andrea
Docente coordinatore Rossi Paolo

Zaniboni Jacopo

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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Partiamo innanzitutto dall’origine di questa ricorrenza, ovvero il motivo dell’istituzione di essa. Ci troviamo tra gli anni ‘40 e ‘50, nella Repubblica Dominicana, un’isola caraibica, che al tempo dei fatti era una dittatura governata dal generale Rafael Trujillo. Le protagoniste di questa storia sono tre sorelle: Patria, Maria teresa e Minerva Mirabal, chiamate anche “mariposas” cioè “farfalle”.

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Le tre sorelle Mirabal decisero di impegnarsi nell’attivismo politico contro quel regime dittatoriale che promuoveva una cultura machista che non riconosceva alle donne l’occupazione di uno spazio pubblico e politico. Le “mariposas” vennero però messe a tacere da Trujillo, che le fece torturare, assassinare e gettare da un dirupo, usando poi la scusa che si trattasse di un incidente. Il popolo dominicano però non se la bevve, era chiaro che si trattasse di una scusa, infatti Trujillo fu assassinato pochi mesi dopo.
È in ricordo di Patria, Maria Teresa e Minerva che ogni 25 novembre si inaugura un periodo di 16 giorni dedicato all’attivismo contro la violenza di genere, che si conclude il 10 dicembre con la Giornata Internazionale dei diritti Umani. Il simbolo di questa giornata è il colore rosso, più specificatamente le scarpe rosse, che rappresentano tutte quelle donne uccise da uomini, che non potranno mai più indossarle lasciando un vuoto sia nelle scarpe, che nel mondo.

Red,Shoes,To,Stop,Violence,Against,Women,On,A,City
Ogni anno a scuola, si parla di questa giornata (giustamente direi), e si trattano argomenti in cui tutti hanno pareri discordanti fra di loro, ad esempio l’altro giorno abbiamo discusso in classe di un argomento su cui tutti avevano opinioni diverse.
L’argomento in questione è di come vengono chiamate le donne, spesso con sostantivi sgradevoli e parolacce, o nomi partoriti da un immaginario collettivo maschilista e misogino.
Purtroppo si attribuiscono certi nominativi alle donne, quando basterebbe tacere di fronte a determinate situazioni, senza andare a gravare la situazione. Perché gli uomini che chiamano una donna con appellativi per niente pertinenti, sono solo degli insicuri che parlano per riempire il proprio ego e per alimentare quella voce nella loro testa che gli fa credere di essere superiori alle donne.
La storia è piena di civiltà che avevano ideali misogini e maschilisti, basta pensare all’antica Roma; purtroppo però queste idee non si sono ancora sradicate dalle menti di certi uomini, che credono di essere superiori al genere femminile, solo perché pene-muniti, spesso e volentieri queste convinzioni portano gli uomini a maltrattare le donne, che siano le loro mogli, figlie, madri o amiche. Idee del genere sfociano in molestie, catcalling, o addirittura femminicidi (“Il femminicidio è un omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa da un individuo per motivi basati sul genere.” Fonte: Wikipedia).
I social hanno portato alla nascita di uno dei commenti più frequenti sotto i video, foto o post in generale che riguardassero notizie di femminicidi, maschilismo o quant’altro. Il commento dice “non tutti gli uomini” tradotto dall’inglese “not all men”; spesso si tende a generalizzare soprattutto, e viene detto che tutti gli uomini sono uguali, che sono tutti degli assassini, che non c’è bisogno degli uomini etc…, ovviamente questo genere di commenti è esagerato siccome non tutti noi uomini siamo degli assassini, o molestatori o maniaci, ma comunque allo stesso modo è sbagliato da parte di noi uomini dire che non abbiamo nessuna responsabilità per quanto accaduto ad esempio alla povera Giulia cecchettin, perchè invece abbiamo eccome la responsabilità, anche se non siamo noi Filippo Turetta, la nostra responsabilità è quella di sensibilizzare su certi argomenti, di smetterla di fare finta di nulla, di proteggere le donne che amiamo, di smetterla di fare sempre battute su argomenti del genere, dobbiamo smetterla di trattare la questione come se non fosse un nostro problema, e basta cominciare con poco: basterebbe dire al proprio amico di smetterla di fare commenti inappropriati quando vede una bella ragazza, o di fare battute maschiliste che sminuiscono la donna, perché quelle “battute” sono cat-calling, e non sono cose da poco, possono fare più male dei pugni a volte, quindi bisogna pensarci due volte prima di parlare. E parlo di NOI perché anche se io non faccio, non ho mai fatto, e mai farò certe cose, devo parlare al plurale per far capire che bisogna darci una svegliata, e crescere mentalmente.
Anche perché fa male pensare che non si può essere tranquilli a lasciare la propria madre, la propria sorella o la propria ragazza da sola di notte. Fa male pensare che potrebbe succedere qualcosa alle persone più care che si hanno, senza un apparente motivo, solo per colpa dell’ego di qualche “uomo”, sempre se così si può definire.
Io spero vivamente che col tempo la situazione possa cambiare, ma perché ciò accada serve che in primis noi uomini la smettiamo per una volta di scherzare, e cominciamo a prenderci cura delle donne che amiamo e soprattutto che le proteggiamo da altri “uomini”, che dovrebbero invece non essere nemmeno chiamati tali.

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Volo tra le righe

Nel pomeriggio di giovedì 23 maggio, alcuni studenti delle classi terze e quarte hanno partecipato all’incontro col famoso autore Marco Peano, il quale ha presentato il suo libro “Morsi”. Lui, intervistato da Alice Torreggiani, ha parlato di diversi argomenti presenti nel libro tra cui l’importanza delle parole, e, successivamente ha anche spiegato come funziona l’editoria italiana. L’incontro è stato reso più interessante e dinamico grazie alle frequenti domande poste dall’autore al pubblico. In seguito si è presentato l’assessore alla cultura del comune di Castiglione delle Stiviere Massimo Lucchetti, che, dopo una rapido discorso, ha assistito, per poi congratularsi, con i vincitori del concorso letterarioVolo tra le Righe”; questo concorso consiste nel produrre un lavoro di tipo artistico, letterario, cinematografico o musicale su uno dei tanti libri proposti dal concorso. Questa era l’ultimo incontro di una serie di 3, in cui abbiamo conosciuto altri autori famosi come Benedetta Bonfiglioli e Fabio Geda, di cui abbiamo già parlato in altri articoli. Sono stati premiati tutti coloro i quali sono arrivati sul podio, individualmente o in gruppo, di una delle categorie elencate, con particolare attenzione ai primi classificati, i quali hanno ricevuto in premio un e-reader e, 4 delle 6 prime posizioni, sono state occupate dal nostro istituto. L’incontro è stato molto interessante e formativo, per nulla faticoso e ha sicuramente invogliato molti a leggere di più.

Mattia Cappa e Davide Speranza

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Papa a Verona

Dall’Arena di Pace un grido di speranza nell’abbraccio tra Maoz Inon, israeliano che ha perso i suoi genitori uccisi da Hamas e Aziz Sarah, palestinese che ha perso suo fratello ucciso dall’esercito israeliano. Un momento molto commovente! Il 7 ottobre hanno perso  i propri cari ma non hanno perso la speranza di essere amici. Non hanno perso la speranza di rimanere fratelli. Giustizia e pace di baceranno!

Questo abbraccio mi ha ricordato l‘abbraccio ricambiato alla fine del nostro viaggio a Loreto, Assisi e Barbiana tra il Professore Domenico e lo studente Mirco. Entrare nel cuore dei nostri studenti e lasciare in loro un segno. Come ci ricorda la nostra canzone “Solo insieme”: ‘Lasciare il segno, questo è il mio unico impegno’. Lasciare, trasmettere ‘umanità’. La sfida di rimanere umani. I care, mi stai a cuore! Aiutiamoci, contagiamoci, attraverso le nostre parole, i nostri volti, le nostre azioni a seminare speranza nella mente, nel cuore e nel corpo dei nostri studenti: “Mi stai a cuore!”. Vi lascio il testo che avevo scritto al Dirigente Eugenio Campara dopo il nostro viaggio a Loreto, Assisi e Barbiana: “Abbiamo sentito attraverso i muri della scuola di Barbiana la voce di D. Milani che viveva la scuola come ‘un ospedale da campo’ per soccorrere i feriti, per recuperare gli emarginati e gli scartati.

Sì, abbiamo visto una scuola isolata in montagna, ma aperta alla realtà! ❤

Una scuola per aiutare i ragazzi ad aprire il loro “cuore” e la “mente” alla realtà.

Una scuola che grida ai suoi alunni ogni giorno: ” I care”, mi sta a cuore. Lo grida con gli occhi, con il silenzio, con la fermezza, con l’autorevolezza, con la tenerezza che a volte si può manifestare con un abbraccio quando diventa necessario.

Di una sana relazione di fiducia hanno bisogno i nostri ragazzi. ✨

Come Maoz Inon e Aziz Sarah vogliamo spezzare le catene dell’odio e collaborare insieme per costruire insieme questa alleanza, questa rete fraterna perché, come loro, crediamo che la pace sia la più grande impresa da realizzare.

Vi saluto con le parole di un grande maestro di speranza, Giovanni Falcone: «Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola».

In piedi costruttori di speranza!

Frantz

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I GUARDIANI DEL BENACO

Chi è Frantz Kourdebakir

Frantz Kourdebakir è un educatore, professore di religione e pellegrino di origini francesi, che basa il suo lavoro sulla speranza; infatti durante la nostra camminata portava con sé un candelabro con all’interno la Candela della Speranza accesa con la terza e quarta quadriennale.

Il suo cammino

Frantz ha iniziato il suo cammino in Francia dove, come professore di religione, ha deciso di intraprende un percorso interiore basandosi sulla speranza che i giovani possano cambiare il mondo. Arrivato in Italia ha insegnato sulla sponda veronese del Lago di Garda, iniziando con loro il vero e proprio percorso, stupendosi della poca conoscenza del territorio da parte dei ragazzi. Dopo il suo arrivo nella nostra scuola, con l’aiuto del professore Domenico Marchione che ha dato la piena disponibilità a questo progetto, ha consegnato ai ragazzi delle classi che hanno avuto la fortuna di partecipare al progetto dei Guardiani del Benaco (la terza e la quarta quadriennale) un foulard per intraprendere insieme il Cammino del Benaco, un cammino di 400 km in 18 giorni da realizzare con tutte le scuole del Lago di Garda. Queste classi hanno visitato LoretoAssisi, Barbiana e infine hanno viaggiato sul Lago di Garda con il «Battello della Speranza» in preparazione alla Giornata Mondiale dell’Acqua (il 22 marzo).

«Torniamo a camminare insieme per ascoltare il grido della terra e dei poveri»

La nostra esperienza con Frantz è stata una camminata che si è svolta dall’itis alla Rocca di Lonato. Durante un momento di socializzazione, pur non essendo una delle classi aderenti al progetto, Frantz ci ha raccontato la sua storia e il suo obiettivo al fine di formare e tutelare le nuove generazioni a partire di una rete con tutte le scuole del nostro lago per promuovere un’ecologia integrale. Durante la nostra passeggiata portava con se anche lo «zaino della responsabilità» con all’interno i resti della barca affondata a Cutro. Tra i resti c’erano: un giubbotto salvagente, due pezzi di scafo della nave e un biberon. Questi oggetti rappresentano la memoria: il biberon per ricordare i sogni dei bambini buttati nel Mare Mediterraneo e la nostra responsabilità di custodire i sogni delle nuove generazioni, mentre il giubbotto salvagente ci ricorda che siamo tutti sulla stessa barca e che per salvarci dobbiamo impegnarci a rimanere umani camminando insieme.

“I CARE”

Frantz ci ha invitato a mettere in pratica le parole del grande educatore D. Lorenzo Milano «I care! Mi sta a cuore!» per ribaltare l’atteggiamento dell’«I don’t care», quel «Non mi interessa» che non era solo una delle espressioni che hanno caratterizzato il pensiero e, quindi, la società del periodo fascista, ma che, in un certo senso, sta diventando anche il leitmotiv del nostro mondo.

Abbiamo concluso il nostro percorso con la bandiera della pace venuta dalla città di D. Tonino Bello ad Alessano in Puglia per ricordare la famosa Marcia per la pace nella capitale bosniaca assediata dall’esercito serbo a Sarajevo nel 1993.

Educare alla pace le nuove generazioni è diventata una priorità! Tornare ad essere uomini disarmati! Ma occorre un’azione intellettuale, bisogna che le nazioni promuovano le tecniche della strategia nonviolenta.

Simone Gobbi, Marian Zubani, Alessandro Bianchini, Enea Cavallari, Niccolò Giraldo – 3A

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Una Soluzione Innovativa: Il Chatbot del Futuro

Il 23 maggio 2024, dalle ore 9:30 alle ore 12:00, presso l’Aula Magna della scuola secondaria di primo grado “C. Tarello” di Lonato, si è svolto l’evento Tecnicamente 2.0. Questa manifestazione annuale, organizzata dal gruppo Adecco, coinvolge studenti degli istituti tecnici e formativi in ambito tecnico di tutta Italia, che presentano i loro progetti sviluppati in collaborazione con aziende del territorio.

Quest’anno, 26 studenti del nostro istituto hanno partecipato all’evento, suddivisi in gruppi di lavoro provenienti dai diversi indirizzi dell’istituto. Il nostro progetto è stato realizzato dal team di Singh Sukhdip, Rida Ezaouaoui, Matteo Botturi, Claudio Valerio Casanova e Nicolò Campagnoli, rappresentando l’indirizzo informatico.

Una Soluzione Innovativa: Il Chatbot del Futuro

Il nostro chatbot rappresenta un significativo passo avanti nell’innovazione tecnologica. Immaginate di avere un assistente virtuale sempre disponibile sul sito web della vostra azienda, in grado di fornire supporto immediato e accurato ai vostri clienti. Questo non solo migliora l’esperienza del cliente, ma riduce anche i costi operativi aziendali, diminuendo la necessità di personale dedicato al supporto.

Tecnologicamente avanzato, il nostro chatbot si avvale di un webservice come XAMPP per ricevere e inviare informazioni in tempo reale. Questo webservice è un portale sicuro che connette il chatbot al sito web dell’azienda. Il cuore del sistema è un database robusto e scalabile, gestito tramite tecnologie come MySQL e MongoDB, che funge da magazzino centrale di conoscenza. Questo consente al chatbot di accedere rapidamente alle informazioni e migliorare le sue risposte nel tempo, offrendo un’esperienza utente senza interruzioni.

Anche se il nostro gruppo è arrivato quarto, il successo del progetto è stato evidente e ha dimostrato la nostra capacità di innovare e lavorare in team. La giuria, composta dai rappresentanti delle aziende partner, ha valutato positivamente il nostro progetto per la sua complessità tecnica, innovazione e applicabilità al mondo produttivo e industriale. Questo risultato ci rende orgogliosi e ci motiva a continuare a migliorare e innovare.

Questa straordinaria opportunità è stata resa possibile grazie alla stretta collaborazione con l’azienda DiRete. Grazie alla loro esperienza e visione, siamo stati in grado di sviluppare un chatbot su misura che si integra perfettamente con le esigenze delle aziende e dei loro clienti.

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Incontro Economy of Francesco

Mercoledì 28 febbraio 2024, la nostra giornata è iniziata con il caloroso benvenuto a Stefano Rozzoni e Maria Jordet, due esperti nell’ambito dell’Economy of Francesco. Questo è un progetto di educazione civica che ha coinvolto gli studenti per quattro ore di lezione, integrando le materie di IRC, matematica, lingua e lettura italiana e lingua inglese.

Fin dall’inizio, siamo stati profondamente ispirati dall’esperienza e dall’impegno di Rozzoni e Jordet nel promuovere un’economia più equa e sostenibile. Durante la giornata, abbiamo avuto l’opportunità di approfondire il concetto dell’Economy of Francesco nel contesto globale. Rozzoni e Jordet ci hanno fornito una panoramica generale, sottolineando l’importanza della collaborazione e dell’innovazione nel perseguire obiettivi significativi.

Un momento chiave è stato quando Maria ha condiviso la sua iniziativa in Bangladesh, dove i bambini realizzano bellissimi disegni utilizzando risorse locali, dimostrando come la creatività possa prosperare anche in condizioni difficili. Inoltre, una delle parti più significative della giornata è stata la videochiamata con un lavoratore nigeriano che lavora in un campo gestito dall’Economy in Nigeria. Attraverso questa connessione, abbiamo potuto ascoltare direttamente le sue esperienze e le sfide che affronta nel suo lavoro quotidiano, ottenendo così una preziosa prospettiva sull’interconnessione tra economie locali e globali.

Successivamente, ci siamo suddivisi in gruppi e abbiamo lavorato alla progettazione di soluzioni concrete per migliorare la nostra comunità, esplorando una vasta gamma di argomenti che includevano la salute e l’istruzione. Le presentazioni dei progetti sono state il momento culminante della giornata, permettendoci di condividere le nostre idee sia in italiano che in inglese, simulando una presentazione di fronte a un pubblico più ampio e diversificato linguisticamente.

In conclusione, questa giornata è stata estremamente educativa e motivante. Abbiamo imparato non solo dagli esperti, ma anche l’uno dall’altro, attraverso l’interazione diretta e il lavoro di gruppo. Siamo fiduciosi che le idee emerse durante questa esperienza possano tradursi in azioni concrete per migliorare la nostra comunità e contribuire a un’economia più equa e sostenibile per tutti. Un ringraziamento speciale a Stefano Rozzoni, Maria Jordet e all’istituto per averci permesso di vivere questa esperienza indimenticabile.

Classe 5H

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Progetto CSWA

Sabato 10 febbraio 2024, la classe 5°A ha avuto l’opportunità di certificarsi in SolidWorks, tramite l’esame CSWA. Il Certified SolidWorks Associate (CSWA) è progettato per valutare le competenze di base dei candidati nel software SolidWorks, un popolare strumento di progettazione CAD 3D. Prima di sostenere l’esame, è consigliabile studiare i concetti fondamentali di SolidWorks. Ci sono risorse online, tutorial e corsi preparatori disponibili per aiutare i candidati a familiarizzare con l’interfaccia del software, le funzionalità di modellazione e gli strumenti di disegno. Gli alunni della 5°A, nello specifico, hanno svolto circa 10 ore di preparazione con il prof. Simone Orio, il quale ha chiarito i dubbi e fornito file per la più adatta preparazione. Successivamente, è stata fatta la registrazione attraverso il sito web ufficiale di SolidWorks, attraverso delle credenziali fornite dalla scuola che hanno permesso l’inizio della prova. L’esame CSWA è diviso in diverse sezioni che coprono vari aspetti del software, come la creazione di parti, assiemi e disegni. Le domande possono includere la creazione di modelli 3D basati su disegni 2D, la modifica di parti esistenti e la comprensione dei concetti di assemblaggio. Il tutto è stato completato nelle 3 ore limite fornite. Una volta completato l’esame, i risultati vengono valutati automaticamente dal sistema. Per superare l’esame e ottenere la certificazione CSWA, è necessario raggiungere un punteggio minimo prestabilito. La più grande difficoltà riscontrata dagli alunni è stata l’inserimento del valore corretto nella risposta, vista la minima tolleranza consentita. Se i candidati superano con successo l’esame CSWA, ricevono una certificazione ufficiale da parte di SolidWorks che attesta le loro competenze nel software. La certificazione è riconosciuta a livello internazionale e può essere un vantaggio significativo nel mercato del lavoro per coloro che cercano opportunità nel settore della progettazione e dell’ingegneria. Infine, gli alunni sono stati interessati e soddisfatti dall’esperienza e augurano ai prossimi studenti di poterla ripetere.

Gabriele De Angelis, 5A

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I ragazzi della Rosa Bianca: Uno Spettacolo Teatrale Contro l’Intolleranza

In data 10 febbraio 2024 all’Oratorio di Lonato si è tenuto nei percorsi di Educazione civica, per diverse classi di terza e quarta, uno spettacolo teatrale del gruppo adolescenti della Parrocchia di Pozzolengo, dal titolo “I ragazzi della Rosa Bianca“. Clima di estrema intolleranza, cellulari sorvegliati e persone che darebbero la vita per un’ideologia loro inculcata  di una dittatura totalitaria, che fa del terrore il suo cavallo di battaglia: no, non ci troviamo  fortunatamente  in un distopico mondo Orwelliano, bensì in un piccolo teatro, tra i meandri della nostra Lonato, dove i ragazzi del teatro sociale di Pozzolengo sono riusciti, con la giusta dose di ironia, a far riflettere tutti gli studenti del Luigi Cerebotani che hanno avuto la fortuna di poter assistere allo spettacolo. Ripercorrendo i passi del gruppo della Rosa Bianca, un movimento di resistenza tedesco costituito da semplici ragazzi, operativo durante la seconda guerra mondiale, sono riusciti a calare nel contesto socio-culturale moderno uno spirito resiliente tipico di chi, di repressione, non ne vuol sentir parlare, mettendo a rischio la propria stessa vita pur di onorare un ideale. Libertà: è questo che si evince da ogni battuta, ogni scena, ogni dialogo e persino nella canzone  che gran lavoro, la band!  e che rappresenta il succo di tutta la rappresentazione. Ci hanno ricordato che una società senza libertà non è una società ma, soprattutto, che un uomo senza libertà è un uomo vuoto: una semplice pedina di chi è più in alto. Alla fine dell’opera il bene trionfa, ma è una vittoria simbolica: risiede infatti, la stessa vittoria, nel mero atto della lotta, del non arrendersi, ed è questo il secondo punto che si vuole evidenziare: non puoi essere sconfitto, finché hai alta la testa. I ragazzi della Rosa Bianca ce lo insegnano: non avranno rovesciato il nazismo, ma sono per tutti dei gran vincenti.

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Incontro con l’autrice Benedetta Bonfiglioli

Martedì 20 febbraio alcuni studenti del nostro istituto, hanno avuto la possibilità di partecipare ad un incontro con l’autrice Benedetta Bonfiglioli. L’evento, organizzato in occasione del concorso Volo tra le righe, si è svolto nella biblioteca di Castiglione delle Stiviere. L’uscita, così come la partecipazione al concorso, è stata resa possibile grazie alla disponibilità delle docenti prof.ssa Miria Dal Zovo, prof.ssa Alessia Bosio e prof.ssa Fabiana SansoneL’incontro, tenutosi in mattinata e durato circa un’ora e mezza, si è svolto in una modalità inaspettatamente interattiva e dinamica. L’intero evento, infatti, si è basato sul continuo scambio di domande e risposte tra gli studenti presenti e l’autrice. Durante il confronto, sono state toccate tematiche molto diverse fra loro. L’autrice ha risposto ad alcune domande riguardanti i suoi libri, raccontato di esperienze personali e suggerito consigli sulla scrittura e sul come affrontare il periodo dell’adolescenza. Su quest’ultimo tema, in particolare, sono emerse molte riflessioni alle quali la scrittrice ha saputo dare un importante contributo. Durante tutto l’incontro, infatti, l’autrice è abilmente riuscita a relazionarsi con noi ragazzi facendoci sentire a nostro agio, risultando sempre disponibile e pronta al confronto. L’evento ha sicuramente lasciato molti spunti di riflessione da approfondire, oltre ad essere stato interessante e formativo. Esperienze di questo tipo dimostrano che la didattica operata anche al di fuori dalla scuola rappresenta un modo alternativo di crescita e di formazione individuale.

-Manuel Pitscheider, Mattia Cappa 4E

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