Giorno della Memoria

Nel Giorno della Memoria ricordiamo l’Olocausto, un periodo buio della storia del Novecento in cui la Germania nazista e i suoi alleati commisero il genocidio di sei milioni di ebrei e di numerosi altri individui considerati “inferiori”, come per esempio i disabili, gli oppositori politici, gli omosessuali, i neri, i Rom, i Testimoni di Geova, gli slavi e tanti altri. Secondo le stime degli storici, il numero totale delle vittime del nazismo oscilla tra i 12,5 e i 17,5 milioni, e gli ebrei rappresentano circa il 78% delle vittime.

Il Giorno della Memoria è stato istituito nel 2005 dall’ONU per onorare le vittime dell’Olocausto. La data più comunemente adottata è il 27 gennaio, in quanto segna la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’esercito sovietico nel 1945. In Italia, il Giorno della Memoria è stato introdotto nel 2000, per commemorare non solo la Shoah ma anche le vittime italiane del nazismo e gli ebrei perseguitati dal regime fascista.

Il termine “Olocausto” può essere interpretato in due modi: alcuni autori lo associano esclusivamente allo sterminio degli ebrei, utilizzando a questo scopo il termine “Shoah“, mentre altri ritengono che comprenda tutte le vittime del nazismo. Resta comunque la tragica realtà che milioni di ebrei e altri gruppi furono deportati nei campi di sterminio, subendo destini orribili come la morte nelle camere a gas o i lavori forzati fino alla loro morte. Le radici dell’Olocausto affondano nell’antisemitismo e nell’ideologia razzista del nazismo, che trovò l’opportunità di compiere questo genocidio durante la guerra.

Dopo essere salito al potere nel 1933, il Partito Nazista introdusse leggi discriminatorie contro gli ebrei e compì violenze di massa.
Il periodo tra il 1939 e il 1941 vide l’occupazione tedesca della Polonia e di parti dell’Unione Sovietica, dando inizio ai massacri perpetrati dalle SS attraverso gli Einsatzgruppen.
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale iniziò la fase più intensa dello sterminio, segnata dalla “Soluzione Finale” decisa durante la Conferenza di Wannsee nel 1942, che prevedeva la deportazione nei campi di sterminio, principalmente in Polonia, come Sobibor, Treblinka, Belzec e Auschwitz.

La Germania ricevette il sostegno dei Paesi alleati, compresi i collaboratori italiani che aiutarono a radunare e deportare le persone. In Italia, la Repubblica di Salò collaborò con i nazisti nella ricerca e nella detenzione degli ebrei. Tuttavia, i cittadini italiani manifestarono reazioni eterogenee: alcuni rifiutarono l’antisemitismo, mentre altri collaborarono con i nazisti nell’identificazione delle persone da deportare.

Cancello di Auschwitz

Rotaia Auschwitz

Filo spinato

Matteo Botturi 5F




Uscita 4F e 4E al Festival della Dottrina Sociale

Il 25 novembre 2023, le classi 4F e 4E hanno avuto la possibilità di partecipare alla XII edizione del Festival della Dottrina Sociale. L’evento, tenutosi a Verona, ha ospitato alcune associazioni e conferenze riguardo a diverse tematiche imprenditoriali, con un focus particolare sulla sostenibilità, non solo economica ed ambientale, ma soprattutto sociale. Il primo incontro a cui gli studenti hanno assistito, presentato dal prof. Oreste Bazzichi, scrittore e docente universitario, si è concentrato su una mostra riguardante la cosiddetta “Economy of Francesco”. L’esposizione, composta da diversi pannelli illustrati, ha permesso ai ragazzi di percorrere, attraverso la vita di San Francesco d’Assisi, un percorso nella scoperta di un’economia circolare etica e sostenibile, decisamente opposta al consumismo della società odierna. Nel secondo incontro, gli studenti hanno potuto assistere ad una conferenza, organizzata dall’associazione San Giuseppe Imprenditore, nella quale diversi imprenditori locali hanno raccontato la loro storia e spiegato in maniera reale e pragmatica come un’economia sostenibile sia davvero possibile. Andando controcorrente rispetto alle pratiche usuali di impresa odierna, molti di loro puntavano a far risaltare le persone e il loro valore, creando una relazione di rispetto e umanità tra dipendente e imprenditore. Durante questa conferenza alcuni ragazzi hanno avuto la possibilità di esprimere opinioni e rispondere a delle domande poste dagli interlocutori, i quali si sono dimostrati capaci di coinvolgere gli studenti, apprezzandone la partecipazione. Nell’ultimo incontro, le classi hanno potuto conoscere Don Alberto Ravagnani, il quale ha trattato tematiche riguardanti le opportunità che i social offrono per socializzare anche nel mondo reale. Don Alberto ha inoltre specificato il ruolo positivo che può avere la chiesa nella socializzazione, in particolare tra i giovani, organizzando ad esempio attività parrocchiali. Nella parte finale della conferenza, i partecipanti hanno avuto la possibilità di porre delle domande all’ospite, che si è reso disponibile ad analizzare tematiche talvolta complesse e delicate. La giornata ha sicuramente lasciato agli studenti molti spunti interessanti sui quali ragionare e da approfondire, analizzando questioni oggi, come in futuro, molto importanti.

Ecco alcuni link per approfondire al meglio l’argomento:
Canale YouTube Dottrina Sociale: https://www.youtube.com/@DottrinaSociale/featured
Sito Web Dottrina Sociale: https://dottrinasociale.it/
Sito Web Economy of Francesco: https://francescoeconomy.org/it/
Secondo incontro della giornata: https://www.youtube.com/watch?v=xgOWjbXg_SE
Terzo incontro della giornata: https://www.youtube.com/watch?v=b6KXQ08CIdo

-Manuel Pitscheider, Mattia Cappa e la classe 4E

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INSEGNARE AD ESSERE SE STESSI: Scambio di Pensieri tra Scuola Secondaria di Secondo e Primo Grado

Gli studenti del Cerebotani docenti per un giorno alla Scuola Secondaria di Primo Grado “Tarello”: Progetto Continuità Verticale. Il progetto di inclusione, empatia, divertimento, passione, pensiero critico, disabilità, cuore, e intercultura è in corso presso l’Istituto Cerebotani dell’I.C Ugo da Como. Un gruppo di ragazzi delle classi 2H e 2E, con indirizzo informatico, parteciperà a una collaborazione unica con la Scuola Secondaria di Primo Grado Tarello di Lonato del Garda. L’obiettivo principale del progetto è creare una didattica inclusiva che avvicini le due realtà scolastiche, permettendo agli studenti di entrambi gli istituti di imparare e crescere insieme. Il progetto, coordinato dal docente di sostegno, Prof. Davide Franchi, ha individuato alcuni studenti interessati all’interno delle classi del Cerebotani. Questi ragazzi saranno protagonisti di un incontro formativo presso la Scuola Tarello, dove si affronteranno temi cruciali attraverso presentazioni e discussioni. Il tema centrale del progetto è “Insegnare ad essere se stessi”. Gli studenti, insieme al docente, svilupperanno presentazioni attraverso slide che metteranno al centro l’alunno con le sue emozioni e i suoi pensieri. L’obiettivo è affrontare con umiltà la naturale essenza della vita. Partendo dalle esperienze personali di ogni ragazzo, esprimeranno cosa significa veramente “essere se stessi”, sia dal punto di vista personale che legato alle proprie esperienze emozionali. Questo approccio coinvolgente arriverà fino a includere personaggi storico-culturali/sportivi che hanno manifestato l’idea e il concetto di autenticità. L’incontro principale si svolgerà nel mese di febbraio 2024, presso la Scuola Media Tarello, con una durata di un’ora e mezza. La preparazione coinvolgerà gli studenti del Cerebotani attraverso 2-3 lezioni dedicate, sfruttando una didattica laboratoriale attiva e la creazione di un elaborato PowerPoint dinamico. In queste lezioni, i ragazzi interagiranno direttamente con gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado. Dopo l’incontro, gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado effettueranno un sondaggio online in modo anonimo, esprimendo i propri pensieri e emozioni e creando un feedback importante per il progetto.

Non importa chi tu sia, o da dove tu venga.
La capacità di trionfare inizia con te. Sempre.

Prof. Davide Franchi

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Incontro con i “Guardiani del Benaco” e l’Associazione “Ema Pesciolino Rosso”

Mercoledi 20 dicembre, presso il Teatro dell’Oratorio, si è tenuto un incontro con il prof. Frantz Kourdebakir, Responsabile del Progetto di sostenibilità ambientale sul territorio gardesano e ideatore della Luce della Speranza, candela itinerante tra le scuole del Lago di Garda con il Sig. Gianpietro Ghidini, fondatore dell’Associazione che aiuta i giovani a uscire dalle dipendenze. L’incontro organizzato dal Dipartimento di Religione rientra tra le proposte del nostro Istituto nell’ambito delle attività di Educazione Civica. Il prof. Domenico Marchione ha portato, innanzitutto, il caloroso saluto della Dirigente Scolastica agli ospiti e alle classi coinvolte. Ha poi introdotto l’incontro invitando gli studenti a non essere prigionieri del mondo, ma essere persone attive nel mondo! Tutto dipende dal nostro modo di raccontarci, di narrarci al mondo, di aprirci al Noi. Ognuno può essere ancora migliore di quello che è già! Solo con l’intelligenza del cuore si potrà trovare la chiave rivoluzionaria, attenta e appassionata, per scoprire Sé stessi, gli Altri e il Creato. Il papà di Emanuele (clicca qui per sapere la sua qui) ha voluto rimarcare ai giovani presenti di non cercare la felicità nelle cose effimere, ma nelle cose veramente importanti come i rapporti umani sani, nel cercare un sogno, una motivazione importante per la quale dare senso alla vita. “Occorre fare una rivoluzione RAPP”, Ci ha detto, Gianpietro, cioè, capace di sapere Ringraziare, di sapere Aiutare, di essere Preparati, di dare Perdono. Frantz ha voluto ricordarci che, con la Luce della Speranza, nasce il desiderio di costruire una comunità fraterna, a partire dalla casa comune del nostro lago. Incontrarci tra scuole per ascoltarci, per condividere un messaggio, con le stesse parole di don Milani: “I care”, mi stai a cuore. Creare l’Oasi del Garda 2030 come obiettivo di sostenibilità ambientale, attraverso i Guardiani del Benaco, che poi siamo tutti noi che viviamo questo territorio, in modo particolare, i giovani.

Cliccare qui per vedere il video.

Prof. Domenico Marchione

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Uscita didattica con i Guardiani del Benaco

In data 28 ottobre 2023, con l’Istituto Tecnologico di Istruzione Superiore “Luigi Cerebotani”, nella Rocca di Lonato, si è svolta un’uscita sul territorio con protagonista il progetto dei Guardiani del Benaco (nome utilizzato in passato per chiamare il nostro lago di Garda). Questo Progetto ideato dall’educatore prof. Frantz Kourdebakir e condiviso dalla dirigente scolastica prof.ssa Angelina Scarano e dai prof. Domenico Marchione e Giovanni Quaini è volto a realizzare un progetto didattico comune di ecologia integrale, pensato a partire dal più grande lago d’Italia: il lago di Garda, per aprire ad una visione di quest’ultimo come una autentica casa comune. Il motto universale dei guardiani, per favorire una convivenza fraterna tra le nuove generazioni, è la Regola d’oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, accompagnato dal motto “I care”, (“Mi interessa”, “Ho a cuore”) della scuola di Barbiana di don Milani, uno dei grandi modelli educativi della scuola italiana, motto che sarebbe bello fare entrare nelle nostre scuole del lago di Garda, il quale è una delle aree con la più forte vocazione turistica d’Europa. L’obiettivo è, pertanto, di creare una comunità virtuosa chiamata: “I Guardiani del Benaco” attraverso la costruzione di un cammino educativo reale chiamato: “Il cammino del Benaco” che permetterà di concretizzare il nostro villaggio educativo, “L’oasi del Garda 2030”. Infatti, come dice un proverbio africano: “Per educare un bambino serve un intero villaggio”. Per questo i Guardiani chiedono di accogliere, nel suo percorso attorno al lago di Garda, “LA LUCE DELLA SPERANZA”, un semplice segno che ci ricorda come ognuno di noi può essere luce di speranza per gli altri. Con la Luce della Speranza si vogliono ricostruire dei legami sociali tali da realizzare sempre più un dialogo fraterno e dare vita ad una grande Alleanza tra scuole e istituzioni, presenti attorno al lago di Garda. La nostra scuola proprio perché ha a cuore questo cambiamento, i giorni 17 e 18 novembre, partirà per la Santa Casa della Madonna di Loreto, ad accendere la Luce della Speranza, quale segno che ci ricorda come il mondo sia un grande Famiglia, tutti fratelli e sorelle e che dobbiamo tornare ad abitare il nostro pianeta prendendocene cura, come la nostra casa comune. Una luce per aiutarci ad affrontare insieme questo difficile tempo, nello spirito della fraternità e dell’amicizia sociale. Il nostro itinerario continuerà per Assisi e la scuola di Barbiana fino a illuminare, nei giorni seguenti, tutte le scuole impegnate nel progetto, insieme a case di riposo, parrocchie, carceri… e continuerà il suo percorso fino al Sud Italia, passando da Greccio (primo presepio vivente di San Francesco), Cutro(naufragio di 180 migranti, nel febbraio 2023), Alessano(tomba di don Tonino Bello). In conclusione, è stato avviato un processo di fratellanza attorno alla casa comune del lago di Garda per far diventare le nostre scuole, insieme ai loro studenti, delle comunità virtuose,  energetiche, per questo occorre scegliere l’Audacia della Speranza.

- Roberto Zilioli 1 A, Prof. Domenico Marchione

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Nulla da sprecare

Come consuetudine, già da alcuni anni scolastici, anche nel corso del 2022/2023 il nostro istituto ha partecipato al progetto Tecnicamente promosso dall’Agenzia Adecco. Benedetta Permunian, coordinatrice del progetto e Responsabile Selezione e Servizio per la filiale Adecco di Montichiari, ha messo in collegamento alcune aziende del territorio con i docenti dell’I.I.S. “Cerebotani” dei vari indirizzi. L’obiettivo del progetto è favorire l’incontro tra domanda e offerta, creando un momento di confronto tra gli studenti dell’ultimo anno e le aziende del territorio interessate a incontrare e inserire giovani di talento. Per l’anno scolastico in corso hanno aderito alla proposta di partecipazione i docenti Albero, Rossi e Viglione, che hanno guidato alla realizzazione dei propri progetti gli studenti del percorso professionale di manutenzione ed assistenza tecnica, e gli studenti dei percorsi tecnici di meccanica e chimica. Nella mattinata del 26 maggio, nell’aula magna dell’Istituto, gli studenti dei vari team che hanno preso parte al progetto hanno presentato gli esiti del proprio lavoro, illustrando le fasi di attività svolte dalla progettazione alla realizzazione finale del prodotto. Alla fine delle presentazioni, la giuria si è allontanata per poter decretare il progetto vincitore dell’edizione 2023. La giuria presente, composta da rappresentanti delle aziende partner, ha valutato gli elaborati esposti dagli studenti per individuare il “progetto che meglio interpreta i concetti di complessità tecnologica, innovazione e applicabilità al mondo industriale e produttivo”. Il gruppo di ragazzi dell’indirizzo biotecnologie ambientali si è aggiudicato il primo posto con il progetto “Nulla da sprecare”. Le motivazioni principali che hanno portato alla premiazione di questo team sono da ricercare nell’effettiva ricaduta che l’innovazione apportata al prodotto preso in analisi ha sull’ambiente. I ragazzi del gruppo frequentanti le classi 5^L e 5^K (Marta Cella, Elisa Capuano, Erica Mascoli, Donato Andrea, Karan Singh) hanno svolto la propria attività progettuale presso l’azienda ATL di Montichiari. Qui, coordinati dal manager aziendale Nicolò Tanzini, hanno portato a termine la produzione di una pasta abrasiva dalle proprietà di lucidatura superiori rispetto al prodotto già presente sul mercato, ma adoperando scarti di produzione metallurgica come componente della pasta, in luogo dello storico componente ossido di silice. I ragazzi sono riusciti ad illustrare il vantaggio che questo tipo di sostituzione apporta a livello ambientale. La produzione dell’ossido di silice ha un notevole impatto nei territori dai quali viene estratto il minerale madre, e anche la fase di lavorazione e purificazione comporta l’uso di sostanze inquinanti e la produzione di scarti nocivi all’ambiente. In aggiunta, il trasporto dai luoghi di produzione ai luoghi di utilizzo genera immissione di CO2 nell’atmosfera. Tale produzione di uno dei gas serra ad oggi considerato uno dei responsabili del riscaldamento globale potrebbe essere azzerata adoperando un componente per la pasta reperibile in prossimità dell’azienda. La scelta del componente da adoperare è caduta sugli scarti della produzione metallurgica, che se non impiegati in questo processo sarebbero destinati ad aumentare il volume dei materiali non riciclati presenti nelle discariche. Con impegno, spirito di collaborazione e costanza, sia nelle attività pratiche di sperimentazione laboratoriale che nella ricerca e analisi dei dati e dei risultati, i ragazzi sono riusciti a portare a termine la preparazione della pasta abrasiva modificata e a dimostrarne l’efficacia. Gli studenti sono stati quindi impegnati a preparare una sintetica presentazione che, in non più di 15 minuti, potesse rendere conto dell’importanza del lavoro svolto e del valore della propria ricerca in termini di economia circolare e salvaguardia ambientale.

Per poter conoscere più da vicino il lavoro svolto dai ragazzi del percorso chimico, si può accedere alla presentazione del lavoro cliccando qui.

Prof.ssa Lucia Viglione

 

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La Ivar Regala All’Itis Un Laboratorio Didattico

Inaugurato al Cerebotani di Lonato il nuovo Hydronic Lab, il terzo in provincia: è un laboratorio didattico dedicato agli studenti dell’istituto superiore e attrezzato con materiale tecnico di ultima generazione per lo studio e il funzionamento dell’energia utilizzata negli impianti di riscaldamento domestico e per l’acqua sanitaria. Di fatto è un regalo dell’azienda Ivar di Prevalle, multinazionale bresciana operativa dal 1985 e che nel 2022 ha generato un volume d’affari complessivo di 200 milioni di euro, specializzata nella realizzazione di sistemi di riscaldamento e impianti sanitari. Al taglio del nastro, oltre all’amministratore delegato di Ivar Stefano Bertolotti, presenti anche il personale dell’azienda che ha gestito il progetto, la dirigente scolastica Angelina Scarano, la responsabile Area Education di Confindustria Laura Galliera. Il progetto è frutto della collaborazione tra gli specialisti di Ivar e il corpo insegnanti dello storico Itis di Lonato: il laboratorio è stato da poco concluso ma è già in uso dai ragazzi, che possono utilizzare la «parete didattica» come supporto alle lezioni frontali. Come detto è il terzo Hydronic Lab della provincia realizzato da Ivar: un paio d’anni fa era stato inaugurato al Castelli di Brescia, il 21 marzo scorso anche al Perlasca di Vobarno (insieme a Fondital). «Crediamo che un’impresa, oltre a perseguire il profitto – ha spiegato Stefano Bertolotti – debba essere affiancata da un senso di responsabilità per il contesto sociale in cui opera, prendendosi cura delle persone, del territorio e delle comunità locali. Il nostro obiettivo è inoltre quello di creare futuri professionisti con competenze tecniche specifiche: riteniamo che il ruolo della scuola sia cruciale nella formazione di risorse sempre più vicine alle esigenze delle aziende». Anche Ivar fa parte delle diverse aziende (tra cui Camozzi e Feralpi, per citarne un paio) che collaborano attivamente con l’ex Itis (oggi IIS, Istituto d’istruzione superiore). La stessa Ivar ha appena assunto, nel proprio ufficio tecnico, uno studente fresco di diploma come Tecnico superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici industriali, percorso di studi Its (Istituto tecnico superiore) post-diploma di durata biennale. L’offerta formativa del Cerebotani di Lonato (1.213 iscritti, dati Miur) prevede 5 anni di studi con specializzazioni in meccanica, chimica, elettronica e informatica, 4 anni per l’indirizzo di elettronica ed elettrotecnica, un indirizzo professionale (5 anni) in manutenzione e assistenza tecnica, oltre all’esperienza dell’Its, attiva dal 2017.

Bresciaoggi, Alessandro Gatta

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MENZIONE D’ONORE AL TEAM TECNOELITE 3.0 DAVINCI 4.0

Il nostro team Tecnoelite 3.0 formato da Jacopo Zaniboni, Alessandro Vinci, Leonardo Beschi, Hermes Tafa e Simone Pinto, venerdì 26 maggio ha partecipato all’evento finale dell’hackathon DaVinci 4.0 organizzato dal TheFabLab. Hanno partecipato una quindicina di team dalle scuole del territorio bresciano, portando svariati progetti innovativi mirati al risparmio idrico, argomento attualmente molto delicato. L’evento si è svolto presso il MO.CA di Brescia, ex tribunale convertito in un museo d’arte. Noi abbiamo portato il progetto I.S.A., un prototipo di irrigazione sotterranea automatizzata per culture di vario genere. Il funzionamento dell’I.S.A. si basa su sensori che rilevano l’umidità del terreno, la temperatura esterna e il periodo annuale, ottimizzando l’annaffiatura. Il nostro progetto permette di risparmiare circa il 50% d’acqua rispetto ad una tradizionale irrigazione a pioggia. Esso può essere utilizzato nei terreni sportivi (calcio, golf, ecc…), ma anche in floriculture e frutteti. L’I.S.A. ha fin da subito suscitato l’interesse di molti curiosi, tra i quali anche quello di Alessia Gamba, rappresentate di Edison S.P.A., importate multinazionale attiva nei settori dell’approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica e gas, dalla quale abbiamo ricevuto una menzione speciale. Edison vuole credere nel nostro progetto e prossimamente effettueremo un incontro per presentare la nostra idea  in una delle loro sedi. Nonostante la mancata vittoria dell’hackathon, siamo rimasti molto soddisfatti e non vediamo l’ora di iniziare questa bellissima collaborazione con Edison! Ringraziamo l’ing. Rossi che ci ha assistito durante tutta l’esperienza.

Un breve video della giornata è disponibile cliccando qui .

Zaniboni Jacopo, 4M

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Da Vinci 4.0, vince la quarta edizione un team del Cerebotani di Lonato

Il team «In deep water» dell’istituto tecnico Cerebotani di Lonato del Garda ha vinto la quarta edizione di Da Vinci 4.0, il progetto ideato dal Giornale di Brescia in collaborazione con The FabLab e Talent Garden.  Il secondo posto è andato alla squadra «Lumetech» del Primo Levi di Lumezzane, terzi gli «HsOs» del Don Bosco di Brescia. Menzione speciale infine per l’Accademia Symposium di Rodengo Saiano e alla squadra «Technoelite» sempre del Cerebotani (voluta da Edison).

Il progetto vincitore

Il trionfo per il Cerebotani è arrivato grazie ad Artemis, pensato per produrre in modo innovativo l’acqua dolce e realizzato unendo due tecniche: la distillazione e la condensazione, sfruttando due sfere, una dentro l’altra. Questa l’idea che ha permesso ai ragazzi di aggiudicarsi l’hackathon finale tra le mura storiche del Mo.Ca, al quale hanno preso parte 14 squadre in rappresentanza di 12 scuole della provincia per un totale di 120 studenti iscritti.

Il percorso

Ragazze e ragazzi, a conclusione di un percorso iniziato mesi fa con una faccia a faccia in classe con Massimo Temporelli e proseguito con lezioni online sempre a cura di The FabLab, si sono confrontati nella gara di progettazione sul tema dell’acqua. Tecnologia e arte, emozioni e intelletto si sono fuse dando vita a prototipi stupefacenti: dalla serra idroponica all’impianto di irrigazione sotterraneo automatizzato, dal sistema di pastorizzazione dell’acqua alla borraccia filtrante smart solo per fare degli esempi.

«La crescita di questo progetto è la riprova che i giovani hanno un’energia pazzesca - ha affermato il presidente di Editoriale Bresciana Pierpaolo Camadini, invitando anche tutti i ragazzi al Centro stampa di Erbusco -, che va innescata nei banchi di scuola ma poi esportarla nelle aziende». Aziende che sostengono Da Vinci 4.0 fin dalla sua nascita grazie al supporto di Confindustria Brescia (principale partner insieme e Banca Valsabbina ed Edison). «È entusiasmante vedere così tanti giovani con idee così brillanti – le parole del presidente dell’associazione industriale Franco Gussalli Beretta -. Per la prossima edizione dovremmo studiare qualcosa sul mondo dell’informazione».

A portare il loro saluto ai 120 studenti dell’hackathon anche il sindaco di Brescia Laura Castelletti: «È bello potervi ospitare in questo luogo, il Mo.Ca, casa dell’innovazione. E se vogliamo diventare European green capital servono le vostre idee» ha affermato. Concetto ribadito anche dall’assessore regionale all’Istruzione Simona Tironi: «Questo progetto vi ha offerto una grande finestra su ciò che potere e insieme vi ha messo davanti a una delle grandi sfide del nostro presente, quella dell’acqua».

Giornale di Brescia

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Il Progetto C.A.R.E. in Lombardia

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Alcuni momenti dell’incontro conoscitivo che si è tenuto nell’Aula Magna dell’Istituto superiore Cerebotani di Lonato del Garda. Alla presenza di un’ottantina di persone, di cui 60 studenti tra ragazzi e ragazze.

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Nei mesi scorsi il progetto educativo-formativo di avviamento al tiro a volo, promosso dalla Fitav in collaborazione con Sport e Salute e il Miur, ha “preso il via” presso l’Istituto superiore Cerebotani di Lonato del Garda (Bs).

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Nel mese di gennaio si è tenuto presso l’Aula Magna dell’Istituto superiore Cerebotani di Lonato del Garda (Bs) il primo incontro conoscitivo con gli studenti e con le studentesse che hanno aderito al Progetto C.A.R.E. (Cultura, Autocontrollo, Regole, Emozioni), il progetto educativoformativo – totalmente gratuito – di avviamento alla disciplina del tiro a volo promosso dalla Fitav in collaborazione con Sport e Salute e il Ministero dell’istruzione e del merito (Miur). Alla fase iniziale dell’iniziativa, partita a tutti gli effetti a novembre 2022 sulle pedane lonatesi del Trap Concaverde, aveva già partecipato il loro professore di Educazione fisica, Silvano Bandera, che si è fatto portavoce della sua esperienza, svolgendo il ruolo di “motore trainante” per i suoi allievi nelle adesioni che sono state successivamente attivate. IVAN CARELLA All’incontro hanno preso circa 80 persone, tra docenti e studenti – 60 questi ultimi iscritti al Progetto – sotto la supervisione della dirigente scolastica Angelina Scarano, che si è dimostrata entusiasta dell’iniziativa così partecipata e ben strutturata. La presentazione si è articolata nell’arco dell’intera mattinata, con gli interventi in aula degli attori principali di questa progettualità (nell’occasione era presente anche un esponente dell’Armeria Piovanelli di Lonato), per poi concludersi con una sessione libera di domande e risposte. Ad aprire i lavori è stato il presidente del Trap Concaverde, Ivan Carella, che ha portato i saluti della delegazione regionale Fitav Lombardia capitanata da Daniele Ghelfi, illustrando la realtà internazionale, a forte vocazione olimpica, del campo da lui gestito, parlando di quelle che sono le attività che vengono portate avanti in parallelo su più livelli: gare nazionali, internazionali, competizioni paralimpiche, progetti come questo per la scuola, eventi di vario tipo, un’attenzione alla digitalizzazione e alla componente green dei vari materiali e processi e una speciale cura nella formazione e sviluppo del Settore Giovanile del Concaverde.

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MASSIMO TAFURI E SARA FANCIULLACCI

Tra gli altri graditi ospiti, in collegamento, è intervenuto il prof. Massimo Tafuri, responsabile nazionale Fitav del C.A.R.E., nonché sviluppatore di questa ed altre progettualità indirizzate al mondo della scuola. Ci ha tenuto a sottolineare il messaggio fondamentale che questo corso vuole veicolare: ovvero, fare cultura, diffondere nozioni corrette sul tiro a volo, che già Sport e Salute insieme al Ministero dell’istruzione hanno premiato con la scelta dell’inserimento nella piattaforma didattica “Sofia”, grazie alla forte componente educativa, formativa ed etica che è stata sin da subito riconosciuta al Progetto. È in seguito stata la volta di Sara Fanciullacci, tecnico federale e collaboratrice del Trap Concaverde, che è entrata nel merito del Progetto C.A.R.E., illustrando come si svilupperà il corso: 3 mesi in totale, durante i quali ogni gruppo di ragazzi, 20 per volta, sarà portato sul campo 1 volta a settimana, per 4 ore ciascuna, dedicandosi a sessioni di teoria in primis e in un secondo tempo di pratica in pedana. Come collaboratori sul campo a Lonato ci saranno anche i tecnici federali Zdenka Ratek, Rachele Amighetti e Giuseppe Micali. Fanciullacci ha inoltre raccontato delle emozioni che questo sport regala e dell’indiscusso bagaglio di esperienza personale che lascia dentro ciascuno: sia che si diventi tiratori professionisti, che si resti tiratori amatoriali, o che si sia praticato questo sport solamente per un periodo per poi abbandonarlo per varie ragioni. Soprattutto, ha continuato, tra gli elementi fondanti del tiro a volo vi sono la componente introspettiva, di crescita personale, l’autocontrollo, il senso di responsabilità che si acquisisce con la pratica e la massima inclusività. Sì, perché il tiro a volo non ha limiti d’età e lo possono praticare tutti.

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A portare la loro testimonianza alla “platea di istituto” i giovani tiratori Simona Tonni e Samuele Faustinelli e Valter Possali, delegato provinciale della Fitav Lombardia, precursore degli interventi nelle scuole prima dell’avvento delle progettualità a livello nazionale. In aula anche Silvio Grande, responsabile del Settore Giovanile del Concaverde.

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BORSE DI STUDIO IN PALIO

La fase nazionale (Campionati studenteschi) prevede l’assegnazione di un titolo individuale e di un titolo di istituto. I vincitori avranno accesso ad una borsa di studio che permetterà di dedicarsi per un anno alla pratica del tiro a volo (piattelli, cartucce, istruttore) a “costo zero”. La borsa di studio è in palio per la prima classificata femminile del primo anno di tesseramento; per il primo classificato maschile del primo anno di tesseramento e per il primo classificato/a della classifica unica prevista per il paratrap.

Prof. Silvano Bandera