Viaggio di istruzione a Napoli

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Dal 28 Marzo al 1° Aprile le classi 4°C e 4°T sono state in visita alla città di Napoli, soggiornando all’Art Hostel, vicino Piazza Dante.

immagn2Il primo giorno, appena arrivati a Napoli in Frecciarossa, ci siamo diretti all’ostello per sistemare i nostri bagagli, per poi andare a pranzare (Il pranzo era ogni giorno libero).Dopodiché ci siamo recati a visitare la Napoli sotterranea, esperienza molto bella, non tanto per chi soffre di claustrofobia, essendo anche passati in uno spazio largo solo 50 cm, utilizzando come fonte di luce, le candele.

Tornati in ostello, come ogni sera successiva, ci siamo rinfrescati per poi andare a cenare in un ristorante alle 19:30 e infine, si tornava indietro per stare tutti insieme.Come ogni giorno, ci si riuniva ad una certa ora per la colazione, per poi cominciare con le visite.

immagn3Il secondo giorno abbiamo visitato alla mattina il centro storico di Napoli, mentre il pomeriggio siamo andati alla città della Scienza e abbiamo visto uno show Planetario più la visita guidata “Il mare e la scienza”.

Il terzo giorno è stata la volta della Reggia di Caserta, davvero una bellissima residenza storica, con un giardino immenso.Al pomeriggio abbiamo visto piazza del Plebiscito e siamo passati per la via dello shopping.Il quarto giorno è stato probabilmente il più piacevole, con la visita all’isola di Procida. Uno spettacolo incredibile, un panorama da lasciarti a bocca aperta

La gita scolastica è importante per gli alunni. Abbiamo passato molto tempo insieme, in una città molto bella, in cui vivono persone molto gentili e disponibili. Per non dimenticarci del buon cibo che abbiamo trovato a Napoli.

Penso sia stata una bella esperienza per tutti.

 

 




Gita a Praga

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Settimana bianca 2017

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Foto di gruppo al rifugio “Pasò”, l’ultimo giorno

Durante il mese di Gennaio, dal 23 al 27, le classi 3ªC, 3ªE, 4ªA e 4ªB del nostro Istituto hanno avuto la possibilità di partecipare alla settimana bianca, che quest’anno si è svolta ad Aprica, un piccolo comune in provincia di Sondrio. Gli studenti sono partiti verso le 5.30 e dopo due ore di viaggio circa, sono arrivati a destinazione, dove hanno rapidamente preso le camere per poi andare a noleggiare subito gli sci e mettersi in pista. I maestri di sci hanno successivamente diviso tutti quanti in gruppi rispetto alle capacità di ognuno in modo che tutti apprezzassero e sfruttassero al massimo l’occasione di imparare a sciare e divertirsi allo stesso tempo. Dopo le prime due ore giornaliere di sci con maestro e un po’ di sci libero, gli studenti con i professori si ritrovano a mangiare in un bel rifugio proprio in mezzo alle piste. Nel pomeriggio si prosegue a sciare fino alla chiusura degli impianti alle 16.30.

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vista dal rifugio Pasò

Successivamente ci si reca in albergo per potersi riposare dopo la faticosa giornata e, terminata la cena, tutti quelli che volevano hanno avuto la possibilità di fare un giro per il paese fino alle 22.30. I giorni seguenti la colazione era prevista per le 7.30 in albergo e appuntamento alle 9.00 con i maestri sulle piste fino alle 11.00 per poi poter pranzare al rifugio e avere libertà fino alla chiusura degli impianti, avendo la possibilità di scegliere se sciare, stare in albergo oppure fare una nuotata alle piscine comunali. La sera dopo la cena, come il primo giorno si aveva la possibilità di stare in albergo oppure fare un giretto per il paese fermandosi in dei bar o pub.

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il panorama innevato

Penso che il rapporto qualità prezzo è stato ottimale poiché con un budget inferiore ai 300 € ci hanno garantito un hotel più che accettabile più skipass per una settimana e con soli 35 € aggiuntivi per chi ne avesse avuto bisogno si poteva noleggiare l’intera attrezzatura sciistica per i 5 giorni. Inoltre i professori sono riusciti ad ottenere una convenzione al rifugio che ci permetteva di poter pranzare con un primo o un secondo più contorno e bibita a soli 7€. Io che sono uno di quelli che non avevano mai sciato, come molti altri, ero partito con l’intenzione di imparare, e credo di esserci riuscito, non sono divenuto di certo un campione ma ho appreso le basi e credo che sia stato fondamentale per divertirmi tutti i 5 giorni anche se il primo giorno è stato assai faticoso. Inoltre di pomeriggio i professori ci hanno fatto da secondi maestri, scendendo le piste insieme a noi per correggere qualche errore. La piscina comunale è stata utilizzata da pochi anche se, a parer mio, è modo ottimale per riposarsi e riprendersi stando a mollo nell’acqua, facendo qualche vasca o farsi gli scherzi nella piscinetta. Credo inoltre che l’esperienza andrebbe ripetuta nei prossimi anni e riproposta alle 3ª e 4ª future.
Dunque questo viaggio di istruzione è stato molto utile visto che ci ha insegnato e ci ha aiutato a scoprire uno sport che in pochi praticano, è stato molto faticoso per gli orari da rispettare e appunto perché lo sci in se stanca molto, ma è stato soprattutto molto divertente.

Mattia Fort, Conti Luca (3ªC)

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Un gruppetto di noi a quota 2334 m.s.l.




Scambio culturale Repubblica Ceca

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Berlino. Credo sia iniziato tutto da lì, dall’esperienza di scambio avuta in seconda superiore. Durante il volo di ritorno dai pochi giorni trascorsi ospite nella famiglia di una sconosciuta coetanea tedesca, già pensavo a quando avrei potuto compiere di nuovo un’esperienza del genere. Mi sono attivato quasi subito per trovare un’associazione che si occupasse di scambi scolastici all’estero ed ho trovato in Intercultura questa opportunità.
L’Associazione promuove e finanzia programmi scolastici internazionali con l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale e contribuire alla costruzione di una nuova educazione alla pace: ogni anno più di 2.000 studenti delle scuole superiori italiane trascorrono un periodo di studio all’estero e quasi 1.000 ragazzi da tutto il mondo vengono accolti nel nostro Paese. Dal suo esordio, Intercultura ha realizzato oltre 60.000 programmi di scambio.
Accedere ai programmi non è stato automatico. I volontari hanno accompagnato me e gli altri candidati attraverso vari gradi di selezione, per cercare di capire quanto era forte e sincera la motivazione che ci spingeva a partecipare.
Da un centinaio circa siamo rimasti ventiquattro.
Nel mese di Febbraio ho ricevuto la comunicazione: avevo vinto una Borsa di studio annuale per la Repubblica Ceca. Era certo finalmente, di lì a pochi mesi sarei partito.
A quel punto io e gli altri ragazzi e ragazze che avevano superato la selezione, abbiamo iniziato il percorso di preparazione. L’aspetto interessante è che gli incontri sono tenuti da ragazzi che hanno già compiuto la loro esperienza all’estero: chi meglio di loro può dire cosa è importante sapere, cosa si deve affrontare e su cosa è necessario riflettere? Una delle cose su cui ricordo abbiamo lavorato molto è stato il concetto di stereotipo e pregiudizio, quello che ognuno di noi prova, anche involontariamente nei confronti degli stranieri in base alla loro nazionalità, per riuscire a comprendere quello di cui noi, in quanto italiani in un paese straniero, avremmo potuto essere vittime.
Ad agosto 2015 sono partito, destinazione Roma. Lì ho incontrato i ragazzi italiani che avevano vinto il mio stesso programma. Il giorno dopo da Fiumicino è iniziata la nostra avventura.
In questo fantastico anno di cui non cambierei una virgola c’è stata la prima famiglia che mi ha accolto e accompagnato per i primi tre mesi, il Gymnázium Boženy Němcové, le pantofole a scuola per non sporcare il pavimento, i compagni di classe che mi portavano alle partite di Hockey, pensare in inglese, i professori che parlavano solo ceco, la solitudine, il Floorball, il corso di lingua ceca, alti e bassi. E poi la mia seconda splendida famiglia, le mie sorelle, Bert il cane di casa, Kami e Jesse, le lunghe camminate, lo sci di fondo, le tradizioni, le festività, la birra, Frisbee, pensare in ceco, le chiacchierate di storia con papà Ondřej, la serenità ma anche la nostalgia, i pacchi dall’Italia. I weekend con i Centri locali di Afs Intercultura, le attività di promozione degli scambi interculturali nelle scuole superiori, belle amicizie, le uscite turistiche con i ragazzi italiani in giro per la repubblica ceca, e poi gite a Berlino, Vienna, Budapest, di nuovo Berlino, Breslavia (Polonia). Ho avuto un inverno infinito, due balli del Diploma, ore e ore di autobus, treno, camminate infinite… e alla fine un emozionante goodbye party.
Il rientro a casa è stato proprio bello, la sera stessa ho avuto una festa di bentornato ed ho incontrato tutte le persone che hanno tifato per me, primi fra tutti i miei genitori.
Ho un po’ di nostalgia degli amici e da quando sono tornato seguo le notizie estere con più attenzione, quello che accade nel mondo oggi ha a che fare con persone che conosco e che significano qualcosa per me. Torno “a casa” a Hradec appena ho qualche giorno di vacanza da scuola ed è sempre una sensazione bellissima.
Quello che questa esperienza mi ha dato lo sto scoprendo un po’ alla volta, man mano che passa il tempo e come si dice in Associazione questa è “una storia che dura tutta la vita” e auguro a chiunque di poterla vivere.
Devo ringraziare il Dirigente Scolastico che ha curato il mio anno all’estero incontrando spesso i miei genitori e tutti i professori della 5F per il tempo che mi hanno dedicato al rientro. Hanno dimostrato una grande fiducia nella mia capacità di recupero e una grande comprensione per il mio iniziale stato di confusione.
Chiudo invitando tutti (ma soprattutto i ragazzi di seconda superiore) a visitare la pagina www.intercultura.it

Francesco Mangiarini

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Gita scolastica a Ferrara

Il 23 novembre alcune classi del nostro Istituto hanno visitato la meravigliosa città di Ferrara, in occasione della mostra dell’Orlando Furioso intitolata “Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” presso il palazzo diamanti.

Castello Estense

Castello Estense

Arrivati a Ferrara la prima cosa che è balzata agli occhi è stato l’imponente castello Estense, o di San Michele, costruito nel 1385.
Questo è il monumento più rappresentativo della città di Ferrara, fu costruito come strumento di controllo politico e militare, opera commissionata dall’architetto Bartolino da Novara.
A seguito della visita esterna del Castello Estense abbiamo proseguito la nostra gita attraverso le vie di Ferrara, visionando numerosi monumenti e godendoci la passeggiata anche perché, nonostante fosse Novembre il tempo era veramente mite.
Abbiamo proseguito il nostro cammino verso il ghetto di Ferrara, istituito nel 1627 in una delle zone più antiche della città, poco distante dal centro. Che fu chiuso definitivamente nel 1859.
Dopo la visita mattutina abbiamo avuto del tempo libero da passare in compagnia dei compagni e quindi di visitare la città in ogni sui via e in ogni suo particolare.
Successivamente ci siamo recati verso il Castello che era il nostro punto di incontro con gli insegnanti per poi dirigerci al palazzo dei Diamanti per la visita guidata.
Il palazzo diamanti viene denominato così per l’imponenza e per la sua particolare caratteristica, grazie alla forma dei blocchi di marmo che compongono la sua facciata, fu progettato da Biagio Rossetti e fu costruito a partire dal 1493.
Il palazzo, acquistato dal comune, riserva al pianterreno spazi adibiti ad importanti esposizioni temporanee, organizzate da Ferrara Arte e dalla Galleria di Arte moderna e contemporanea, al primo piano viene ospitata la Pinacoteca dove viene conservata una collezione di eccezionale valore.

Visita Guidata

Visita Guidata

Iniziata la visita guidata all’interno del palazzo abbiamo potuto ammirare numerose
opere di inestimabile valore provenienti da molt musei sia italiani che internazionali.

Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi?
Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva il poema che ha segnato il Rinascimento italiano?
Quali opere d’arte furono le muse del suo immaginario?

Queste erano le domande a cui la mostra organizzata dalla fondazione Ferrara Arte ha cercato di dare una risposta celebrando i cinquecento anni della prima edizione dell’Orlando Furioso, stampato nel 1516, uno dei capolavori assoluti della letteratura rinascimentale che da subito suscitò il clamore dei lettori italiani e non solo.
Al termine della visita ci siamo recati al punto di partenza dove ci aspettava l’autobus per il ritorno a casa.

Riccardo de Franciscis, classe 4E.

Foto di gruppo

Foto di gruppo durante la visita della città




Monte Pasubio – 2016

Percorso delle 52 gallerie

Percorso delle 52 gallerie

Sono ormai immagini lontane quelle di eroi che la storia l’han fatta, che la storia l’han subita sulla loro pelle, che hanno dato la loro vita per seguire un ideale, ed è triste pensare che la società di oggi, non abbia né il tempo,
né la voglia di fermarsi a ricordare. Il 24 ottobre, ho avuto l’opportunità di partecipare ad una passeggiata in questa storia, una gita lungo le strade ed i luoghi del Pasubio, spoglio teatro di antiche atrocità, sacrifici e privazioni. Il mio non vuole essere uno scritto su cosa abbiamo fatto, ma un documento che provi a descrivere le emozioni, davvero forti che abbiamo vissuto.

Percorso delle 52 gallerie

Percorso delle 52 gallerie

Camminare tra saliscendi continui, percorsi da italiani come noi un secolo prima, in una spessa nebbia che quasi incurante di noi copriva solennemente quello che ora è sacro, ha destato in noi uno spirito di orazione, verso questo spoglio luogo, privo di piante e circondato dalle nuvole, quasi come fosse un altare che s’allunga verso il cielo, dove sacrifici furono offerti in quel lontano tempo, così distante dai nostri pensieri, ma così vivo sotto i nostri occhi. Qui, su questo monte, sembra che il tempo non voglia passare, inorridito dalle morti di quei giovani che come una padre sconvolto piange al capezzale dei suoi figli, chiedendosi come tutto questo sia potuto accadere.

Cima Pasubio

Monte Pasubio

Non è descrivibile a parole ciò che si prova camminando tra resti di filo spinato, vecchi proiettili, rottami di latte. Sono emozioni che pur riempiendo la mente lasciano un vuoto nel cuore, un vuoto che per rispetto, compassione per chi ha perso la vita, non si colma, e che non può esser dimenticato, ma solo posto in un angolo, a svolgere però la funzione di monito costante, per noi che la guerra non sappiamo che cosa sia, affinché la si possa sempre evitare. Il resto vale tanto come una guida turistica, ciò che conta davvero son le emozioni che restano.

Maestri Andrea (classe 5ªB)

Monte Palon

Cima Palon




Gita Berlino 5^C

Sveglia presto, attività celebrale al 3%, e tre ore di pullman.

Diciamo che avrebbe potuto iniziare meglio la gita della 5°C a Berlino, ma alla fine, come da pronostico si è rivelata un esperienza formativa e bellissima.

La prima impressione della città? Bhe, fredda, molto fredda, ma allo stesso tempo molto accogliente. Bastava alzare gli occhi e osservare il panorama per osservare una quantità incredibile di gru da costruzione, l’occidente ne era letteralmente costellato.

Non a caso Berlino è una città davvero moderna, quasi completamente ricostruita in seguito ai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale da parte degli alleati; il primo giorno, grazie alla vicinanza dell’hotel, abbiamo visitato una viva testimonianza degli orrori della guerra: la chiesa “Kaiser-Willhelm-Gedächtniskirche”, danneggiata gravemente nel 1943 e non più ricostruita.

Un altro elemento simbolo della guerra che abbiamo visitato è il Reichstag, la sede del parlamento, data alle fiamme durante la scesa al potere di Hitler.

Grazie alla sua collocazione, ne abbiamo approfittato per fare una bella passeggiata fino alla porta di Brandeburgo, il simbolo per eccellenza della città; e giusto per non farci mancare un po’ di attività fisica siamo saliti fino in cima al Duomo di Berlino, una splendida chiesa in stile rinascimentale italiano con una vista mozza fiato. Per concludere abbiamo visitato il museo delle Scienze e chiaramente studiando elettronica, quella è stata l’unica parte che a causa dell’orario non siamo riusciti a visitare.

Il terzo giorno è stato completamente dedicato alla città Potsdam e al palazzo di Cecilienhof, nel quale tra Luglio e Agosto del 1945 si tenne per l’appunto la conferenza di Potsdam. Durante questo vertice tra le forza alleate, i rappresentati di America, Inghilterra e Russia (rispettivamente: Trumann, Churchill e Stalin), si riunirono per discutere e decidere delle sorti della Germania nel dopo guerra.

La struttura in sé non era neanche troppo sfarzosa o eccessivamente lussuosa, infatti venne scelta più che altro perchè la città di Berlino era martoriata dalla guerra e non avrebbe potuto ospitare una conferenza di quella portata. Tuttavia, il fatto che in quelle precise stanze vennero prese decisioni le quali conseguenze hanno tutt’ora ripercussioni sulla storia Contemporanea, ha scatenato in tutti noi sensazioni importanti, soprattutto perchè si parla di soli 71 anni fa.

Il quarto giorno è stato a nostro parere quello più ricco di emozioni e stimolante, in quanto dedicato al Muro di Berlino; soprattutto a una delle poche parti ancora rimasta intatta della striscia della morte, quel lembo di terra compreso tra i due muri che dividevano Berlino dall’est (Unione Sovietica) e Berlino dell’ovest (America).

Per comprendere interamente la storia della striscia della morte abbiamo prenotato una guida; una signora Italiana che viveva in Germania da parecchi anni, la quale essendo una professoressa di storia ci ha spiegato la vicenda con tutta la passione possibile facendoci davvero immergere nelle vicessitudine di quegli anni.

Il pomeriggio è stato anch’esso investito nella visione del muro, una parte di esso molto spostata dal centro, famosa per i graffiti, uno tra tutti quello raffigurante il bacio tra Truman e Stalin.

L’unica pecca è stata il cibo, forse troppo abituati al buon cibo italiano, ma per forza di cose siamo dovuti rincasare in Fast Food, più o meno ogni giorno. Perfortuna per dimenticare il pessimo cibo avevamo le nostre tre/quattro pinte…di “coca-cola” quotidiane.

In conclusione è stata una bellissima esperienza ricca di emozioni, risate e “coca-cola”, che abbiamo avuto il piacere di condividere con i nostri compagni di classe e professori.

 

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Emanuele Bortolotti, Marco Broglia, Ahmed Dahany

 




Gita a Madrid 5°A-B-D-E

 

Gita a Madrid 5°A-B-D-E

 

 

L a gita è iniziata con il ritrovo alle 2,30 del mattino davanti alla scuola per andare all’aeroporto dove abbiamo trovato i primi problemi subito al check-in, per fortuna facilmente risolvibili. Per chi non ha mai visto Madrid posso dire che è bellissima già dal finestrino dell’aereo, è molto accogliente, con un ritmo di vita totalmente diverso da quello italiano che all’inizio destabilizza un po’, infatti rispetto all’Italia a Madrid c’è un fuso orario non dichiarato ma che si percepisce appena si arriva in città, perché è tutto ritardato di alcune ore, dai pasti all’apertura dei negozi.

Artisticamente la capitale spagnola si presenta come una fusione di correnti moderne con luoghi e usanze antiche.

Il primo giorno, dopo aver lasciato le valigie all’ostello, siamo andati in centro per pranzare e fare un primo giro, nel pomeriggio abbiamo visitato le principali piazze ed i palazzi, a mio parere molto bella è Puerta del Sol e Plaza Mayor.

P oi nei giorni successivi abbiamo visitato Catedral de la Almudena; Palacio Real dove abbiamo visto una bellissima collezione delle armi ed armature dei re spagnoli e alcune delle stanze che usavano, tutte magnificamente decorate; Palacio de Cristal dentro il meraviglioso Parque del Retiro, i musei d’arte del Prado e della Reina Sofia che contengono alcune delle opere moderne spagnole ed europee più importanti come Guernica di Picasso, le opere di: Dalí, Goya, Tiziano, Caravaggio, Raffaello, El Bosco, Velázquez e Rubens; l’ Esación de Atocha, la prima stazione ferroviaria di Madrid, fatta di acciaio e vetro, al cui interno c’è un grande giardino, la Gran Via, dove si trova la Telefónica e molti negozi ed infine chi voleva poteva visitare i due stadi della città, il Santiago de Bernabéu, dove gioca il Realmadrid e il Vincente Calderón dell’Atlético Madrid.

L ’unica cosa che cambierei è la tavola calda, non molto buona, con cui eravamo convenzionati e dove abbiamo mangiato pizza tutte le sere.

In conclusione è stata una fantastica esperienza che mi piacerebbe ripetere anche se abbiamo avuto alcuni imprevisti.

 

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Viaggio d’istruzione a Firenze 4A-4B

Dopo i primi tre anni scolastici presso l’istituto tecnico Cerebotani di Lonato, finalmente giunti in quarta anche noi abbiamo avuto l’opportunità di andare in gita scolastica, il momento più atteso da noi studenti.

Da Martedì 8 Marzo 2016 a Venerdì 11 marzo, noi alunni di quarta A e quarta B, siamo stati a Firenze in visita della città, soggiornando presso l’ostello “Florence Plus”, poco distante da piazza Duomo.

La mattina, dopo aver fatto colazione presso l’ostello, si visitava tutti assieme la città; a pranzo si era liberi di scegliere dove pranzare; nel primo pomeriggio ci si radunava e si proseguiva nella visita; la sera si tornava all’ostello e verso le 19.00, si raggiungeva in gruppo il ristorante convenzionato, non molto gradito al palato di molti; quindi si tornava in ostello dove si poteva fraternizzare.

Tra le principali “mete” visitate, il Duomo, la chiesa di Santa Croce, la galleria degli Uffizi, il museo della scienza, Palazzo Pitti, il giardino di Boboli, la chiesa di San Miniato al Monte e naturalmente un passeggiata lungarno passando per ponte Vecchio, il più famoso ponte fiorentino, l’unico tra i ponti di Firenze che i tedeschi non fecero saltare nel corso della seconda guerra mondiale.

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La gita scolastica è anche un’occasione per socializzare e conoscere nuove persone con le quali stringere amicizia. È un’occasione per conoscere meglio i propri  compagni di classe e persino i professori. Possiamo dire che è il momento più atteso dell’anno scolastico per stare in compagnia senza pensare alla scuola, un’alternanza altresì importante per arricchire la propria cultura divertendosi, guardando da vicino il mondo esterno.

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Gita a Milano

In data 5 Aprile 2016, le classi 3^F e 4^F, si sono recate, a scopo didattico, presso la città di Milano, importante centro economico-finanziario della penisola.

Giunti a Milano in treno, le classi si sono recate in piazza Duomo, dove hanno potuto ammirare la sua maestosa bellezza architettonica, sia esterna che interna. Per immortalare il momento sono state scattate delle fotografie. Al suo interno, hanno visitato i resti dell’antico battistero di origine romana di San Giovanni alle Fonti, edificato dal 378 e terminato nel 397, dentro il quale sant’Ambrogio battezzò il futuro sant’Agostino, la notte di pasqua del 387. La visita è proseguita sulle terrazze del Duomo, dalle quali si gode una straordinaria vista sul fitto ricamo di guglie, archi rampanti, pinnacoli e statue, nonché sulla città.

Per qualche ora i ragazzi sono stati liberi di girare per la città e di visitare i dintorni del Duomo, come la Galleria, arricchita di bellissimi e lussuosi negozi, e le chiese circostanti.

La gita è proseguita presso il castello Sforzesco, uno dei principali simboli di Milano e della sua storia. Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo nota come Castrum Porte Jovis (Castello di porta Giovia o Zobia), e nei secoli ha subito notevoli trasformazioni. Restaurato in stile storicista da Luca Beltrami tra il 1890 e il 1905, ora è sede di importanti istituzioni culturali oltre che meta turistica. Inoltre è uno dei più grandi castelli d’Europa.

Da evidenziare tra le mostre allestite, la Sala delle Asse, l’ambiente più illustre del Castello, che testimonia l’importante presenza di Leonardo Da Vinci e quella di Michelangelo, “la Pietà di Rondanini”, ultima opera, non finita, di Michelangelo Buonarroti testamento e meditazione del vecchio artista sulla morte e la salvezza dell’anima. In quest’opera lo scultore rinuncia alla perfezione del corpo e alla sua eroica bellezza, trasformando il Cristo morto in emblema di sofferenza. La posizione dei corpi sembra suggerire alcuni momenti della vita di Cristo.

Meritevole di citazione è anche l’immenso parco, posto dietro il castello, ricco di variopinta vegetazione. Particolare è stato l’incontro con Fabio Fazio, impegnato a girare “Rischia Tutto”, che ha permesso di scattare un simpatico selfie.

Tra un monumento e l’altro, è possibile notare e riflettere su come sia diversa la vita nella grande città tra i benestanti, che sorseggiano bevande, aperitivi e gustano prelibate pietanze, durante lo shopping; e coloro che chiedono l’elemosina, offrendo ai passanti piccoli piacevoli intrattenimenti musicali e qualche accessorio, per sostentarsi. Questa, purtroppo, è una delle peculiarità negative che caratterizzano una grande metropoli, chissà cosa si può vedere in periferia!!

Giunti al termine della bellissima giornata, trascorsa in compagnia ed allietata dal clima mite, si è fatto ritorno con il treno presso le abitazioni.

Si ringraziano gli insegnanti accompagnatori: Marchione, Stefanini e De Girolamo che hanno reso possibile questa fantastica uscita.

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