Imparare sugli impianti | Uscita didattica a Rovato 5L e 5K

Il giorno 28 febbraio 2023 le classi 5L e 5K dell’indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie articolazione biotecnologie ambientali, si sono recati a Rovato per la visita al pozzo, al serbatoio ed all’impianto di depurazione gestiti da Acque Bresciane SRL. La visita all’impianto è stata preceduta da una lezione di sensibilizzazione contro lo spreco dell’acqua potabile tenuta dalla Dott.ssa Giliani, esperta inviata dall’azienda bresciana. L’argomento, ora più che mai, risulta di forte impatto per la sua grande attualità. Gli studenti che, nel quinto anno del loro percorso di studi, affrontano il risanamento ambientale nelle matrici acqua, aria e suolo, hanno potuto vedere dal vivo quanto studiato nelle aule di scuola. L’esperienza, sicuramente positiva e di grande accrescimento personale e professionale, ha avuto anche una ricaduta dal punto di vista dell’interesse verso la disciplina di indirizzo che, quest’anno, è stata scelta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito come materia da valutarsi anche attraverso la seconda prova scritta all’interno dell’Esame di Stato.

Prof.ssa Michela Brusetti 

20230228_100304 20230228_110745 20230228_112852




On the road. Sulle rotte dei migranti

Venerdì 24 Febbraio 2023, presso l’Aula Magna dell’ISS “L. Cerebotani”, si è svolto un incontro, voluto e organizzato dal prof. Domenico Marchione, facente parte sia della Commissione Studenti che di Educazione civica, con alcuni Esperti attivisti nell’accoglienza dei profughi che scappano dai conflitti, da quello in terra ucraina ai tanti non raccontati, ma più che attuali. Iniziamo con la loro presentazione: il dott. Diego Saccora è il Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “ComuniCare” è un operatore sociale all’interno del sistema di accoglienza del Comune di Venezia nell’ambito dei minori stranieri non accompagnati; ha vissuto anni in Bosnia Erzegovina, si occupa di progetti di convivenza, inclusione e formazione anche per neo maggiorenni e giovani. La dott.ssa Anna Clementi è stata operatrice Sprar nel sistema accoglienza a Venezia; è arabista, ha vissuto per anni in Medio Oriente tra Siria e Palestina e insegna arabo. All’inizio, per aiutarci a comprendere il messaggio dell’incontro, ci hanno fatto ragionare sulla differenza degli spostamenti che possono fare i cittadini delle diverse nazioni, in giro per il mondo. Anna e Diego hanno iniziato a parlarci della loro storia; fanno parte dell’associazione “lungo la rotta balcanica”, associazione aperta dal 2015 che parla della migrazione a piedi dei migranti attraverso i Balcani. Il loro obbiettivo è mettere insieme le completezze e le conoscenze di ciò che avviene durante questa rotta; si occupano di denunciare violenze e respingimenti riservati a questi profughi nei campi di contenimento, che sono stati istituiti dai governi dei paesi balcanici, in collaborazione con l’Unione Europea, per gestire l’afflusso di migranti e rifugiati lungo la rotta balcanica. Tuttavia, questi campi, sono stati criticati per le condizioni di vita precarie, disumane e per la mancanza di assistenza adeguata ai migranti e ai rifugiati. Diego e Anna ci hanno mostrato tramite immagini, video e qualche oggetto, com’è la vita in questi campi e cosa devono affrontare i migranti durante il loro viaggio. Un video, come esempio, che ci hanno mostrato è la storia di questo uomo che per arrivare in Germania ha dovuto subire un terribile viaggio, racconta di essere chiuso in un furgone con altri migranti e che, arrivati alla dogana, sono stati fermati, denudati e bloccati. In conclusione… È importante sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni disumane e precarie in cui vivono i migranti e i rifugiati lungo la rotta balcanica. Queste persone sono spesso fuggite da conflitti armati, persecuzioni e violazioni dei diritti umani nei loro paesi d’origine e meritano un trattamento umano e dignitoso durante il loro viaggio verso l’Europa. È fondamentale che i governi della regione e l’Unione Europea forniscano assistenza adeguata ai migranti e ai rifugiati lungo la rotta balcanica,  garantendo l’accesso a servizi essenziali come cibo, acqua potabile e assistenza medica. Inoltre, è necessario garantire la loro sicurezza proteggendoli dalle organizzazioni criminali e dalle violenze delle forze di sicurezza. Assistenza che viene, di certo, assicurata da chi, come i nostri ospiti, dott.Saccora e dott.ssa Clementi, si prodigano per alleviare le pene di tanta umanità, per molti, senza nome e con incerto futuro.  Tomba di bambina Afghana

confine greco macedone

Cimitero di migranti Kurdi

Il muro ungherese di Orban

-Arnaldini Sara, Corazzina Davide e Ziglioli Marco 5M




Giorno del Ricordo

Venerdì 10 Febbraio 2023, durante il Giorno del Ricordo, il nostro Istituto ha ospitato presso l’Aula Magna il professor. Federico Carlo Simonelli, ricercatore di storia politica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Una data non casuale, in quanto il 10 Febbraio del 1947 furono firmati i trattati di pace che poserò definitivamente fine alla Seconda Guerra Mondiale. Il professore ha esordito nel suo discorso citando una frase di Mussolini: “Quando l’etnia non va d’accordo con la geografia, è l’etnia che deve muoversi”; una frase che racchiude perfettamente ciò che è accaduto nella zona compresa tra l’Istria e la Dalmazia, dove precedentemente al primo conflitto mondiale, più etnie e diverse culture si mescolavano pacificamente. Quando però nel 1941 l’Italia invase parte di quei territori, rivendicando il sogno di D’Annunzio, li amministrò con durezza, imponendo un’italianizzazione forzata e reprimendo e osteggiando le popolazioni slave locali, privandole della loro identità. Tuttavia, con il crollo del regime Fascista nel 1943 e la salita al potere di Tito, il quale fece riaffiorare la Jugoslavia, i fascisti e tutti gli italiani non comunisti vennero considerati nemici del popolo, prima torturati dai partigiani jugoslavi e poi gettati nelle foibe, pozzi naturali percorsi da fiumi sotterranei che divennero vere e proprie fosse comuni. Si contano tra i 500 ed i 600 infoibati in questo primo episodio. Si entrò in un clima di violenza generale : tra il 1945 e il 1946, dopo la caduta del Terzo Reich, che controllava Serbia,Croazia e Slovenia, l’esercito jugoslavo tentò di riprendersi i territori dell’Istria e della Dalmazia, minacciando i territori dell’allora Repubblica Sociale Italiana, fino a Trieste. In questi anni si stimano un numero elevatissimo di vittime : in molti vennero uccisi dai partigiani di Tito, molti altri furono gettati nelle foibe o addirittura deportati nei campi sloveni e croati. Nel biennio 1945-46, e nel decennio successivo,furono in molti gli italiani che fuggirono da quei territori, più di 250’000 esuli costretti a scappare dalle proprie case. Con la firma del trattato di pace di Parigi, il 10 febbraio 1947, si pose finalmente fine al conflitto e l’Italia dovette cedere alla Jugoslavia numerosi territori a maggioranza italiana, tra questi Zara e la provincia di Gorizia per citarne un paio. Questo causò l’esodo forzato di altre decine di migliaia di italiani, che non trovarono tuttavia una calorosa accoglienza in Italia: oggi questa emigrazione forzata viene ricordata con il nome di “Esodo Giuliano Dalmata”. Un eccidio del genere dovrà aspettare quasi sessanta anni, precisamente il 2004, per essere riconosciuto ufficialmente come un avvenimento da ricordare, alla stregua del Giorno della memoria. Il professor Simonelli conclude l’incontro mostrandoci un volantino con una foto: un gruppo di soldati impugna i propri fucili contro alcuni cittadini, apprestandosi ad eliminarmi. Il volantino citava: “Il rumore del silenzio, ricordo dei martiri delle foibe”, tuttavia c’è un errore: i soldati in questione, creduti erroneamente jugoslavi dall’ideatore del volantino, erano in realtà italiani. Si assiste quindi ad una situazione inversa, un episodio che fa però riflettere. Risulta fondamentale comprendere gli eventi non per giustificare una delle parti, le quali possono essere entrambe nel torto, ma come forma di rispetto per le vittime. L’incontro si è concluso con le parole del professor. Marchione e della professoressa Spalinger, che hanno lasciato agli studenti presenti uno spunto di riflessione. Un ringraziamento al professor Simonelli per la disponibilità nell’incontro e per la chiarezza e l’eloquenza nell’esporre l’argomento trattato.

-Khtibari Salah, De Moliner Serena

10 febbario 110 febbraio 2 10 febbario 3




Giornata della Memoria

Venerdì 27 Gennaio 2023, presso l’Aula Magna dell’IIS “L.Cerebotani”, si è svolto un incontro con il Dr. Claudio Cogno (Responsabile per l’accoglienza profughi nel bresciano e coordinatore dell’Associazione ADL a Zavidovici), il Dr. Carlo Susara (Presidente dell’associazione ANPI di Lonato) e tutte le classi dell’Istituto, per parlare ai ragazzi riguardo la Giornata della Memoria.

L’incontro si è aperto con la presentazione dei due ospiti. Il primo a prender parola è stato il Dr. Claudio Cogno, il quale ha raccontato ai ragazzi della propria esperienza in Bosnia-Erzegovina e in Serbia, dove ha potuto toccare con mano la situazione che tutti i giorni migliaia di profughi vivono; ha riferito come nonostante siamo nel 2023, in molti paesi esistono ancora i campi di concentramento, dove sono costrette a stare moltissime persone tra cui ragazzi della nostra età e di come solo un ragazzo su quindici riesca a scappare da queste realtà e superare i confini verso altri paesi.

Tutto ciò è causato dal sistema che ignora e abbandona tutte queste persone e le condanna a fare questa vita.

Dopo questo racconto da brividi ha preso parola il Dr. Carlo Susara il quale ha proposto a noi ragazzi, molti esempi di deportazione che fossero vicini alla nostra realtà, giovani di Lonato che sono stati strappati dalle loro famiglie per andare a lavorare e in seguito a morire ad Auschwitz e di ragazzi che invece volevano opporsi a tutto ciò i quali, armandosi, cercarono invano di diventare partigiani, venendo arrestati.

In seguito ha raccontato anche di come nel 1943, nel nostro Istituto, nelle aule e nei corridoi che frequentiamo ogni giorno, avessero camminato gli SS di Adolf Hitler, mostrando immagini della scuola, dei professori e degli alunni a quei tempi.

L’incontro si è concluso con le parole del Prof. Domenico Marchione, il quale ha lasciato ai ragazzi uno spunto di riflessione su quanto trattato nell’incontro.

- Tonini Cristian, Rizzi Nicola, Mattia Tsegaye

IMG_2355

IMG_2349




L’isola segreta

Screenshot_20221104-152048_OneDrive (1)

“L’isola segreta” è un racconto fantasy che narra di quattro ragazze, quattro amiche che vivono in un orfanotrofio della Germania. Non ricordano niente del loro passato, ma condividono ambizioni e sogni. Ed è interamente su questo che si concentra la storia, sui sogni che tutti custodiamo nel cassetto e che ci fanno fantasticare. Tutti in fondo ne abbiamo qualcuno, anche se a volte si tende a metterli da parte perché ci sembrano irraggiungibili. A volte, inconsciamente, a causa della paura e dell’insicurezza, siamo noi stessi a mettere limiti a ciò che è possibile. Il messaggio che vorrei far passare è che nulla è impossibile, basta volerlo davvero e non arrendersi mai. La pubblicazione di questo stesso libro ne è la prova. Ho cominciato a scrivere a undici anni, all’inizio della prima media, quando la professoressa ci fece fare il nostro primo tema. Prima di allora, di tanto in tanto scrivevo su dei diari, per passare il tempo, raccontando quello che facevo come se stessi scrivendo una lettera ad un amico, ma l’idea di “scrivere” nel vero senso della parola, di mettere nero su bianco le storie che mi frullavano in testa, non mi era mai balenata nella mente. Dopo quel tema, invece, cominciai a scrivere sul serio. Questo libro è l’opera nata dalle mani di quella bambina di undici anni che un pomeriggio in cui non sapeva cosa fare, decise di cominciare a scrivere. Se me l’avessero detto allora non avrei mai creduto che un giorno sarei riuscita a pubblicare qualcosa. Quando, dopo innumerevoli storie cominciate e mai finite, riuscii a portare a termine “L’isola segreta”, provai a spedirlo a varie case editrici, sperando che accettassero di pubblicarlo. Ho dovuto aspettare due anni ma alla fine ci sono riuscita. È stato un processo lungo, ho collaborato con tantissime persone che si sono interessate di me e del mio racconto e che hanno contribuito a renderlo un libro a tutti gli effetti. A tutti i ragazzi e anche agli adulti che leggeranno questo articolo vorrei solo dire di continuare a credere e sperare. Certe volte mi capita di rileggere quello che scrivo e pensare di cancellare tutto. Eppure, anche se mi capita di pensare che sia tutto inutile, che sia una perdita di tempo e che quello che scrivo non piacerà a nessuno, ricordarmi di tutte le persone che hanno creduto in me e che continuano a farlo, mi aiuta a non gettare la spugna. Non si tratta solo di scrivere, ma di qualsiasi nostro sogno, perché con l’impegno ed un po’ di fantasia, nulla è impossibile.
“Se puoi sognarlo, puoi farlo”.

Nicole Malavasi




Ringraziamenti alla 3M

Desidero esprimere il mio più vivo ringraziamento e il mio profondo apprezzamento per la classe 3M, la quale mi ha proposto, durante un’ora di supplenza, di voler pulire una parte del cortile adiacente alla scuola. Credo sia stata una bella testimonianza di senso di appartenenza al nostro Istituto, di un ottimo lavoro di squadra, di un bell’esempio di cura e rispetto dell’ambiente in cui viviamo. Che sia di sprono per tutti, un manifesto, un’esperienza dove inglobare il potere delle buone azioni in ogni aspetto della nostra vita privata e sociale.

Grazie!

        

La Dirigente Scolastica
prof.ssa Angelina Scarano




In ricordo dei giudici Falcone e Borsellino

Sposato_2F_Falcone_BorsellinoCi sono degli eventi che non possiamo dimenticare, perché fanno parte della nostra storia e alimentano la coscienza collettiva del paese in cui viviamo. È un nostro dovere quindi ricordare le vittime della mafia a trent’anni dall’attentato di Capaci: il 23 maggio 1992, lungo l’autostrada per Palermo, persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta. Meno di due mesi dopo, il 19 luglio, in un secondo attentato, in via D’Amelio, Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta rimasero vittime di un brutale agguato mortale. Ricordare tuttavia non è sufficiente: il sacrificio di tanti uomini e donne, vittime della criminalità organizzata, ci interpella e ci impone di prendere posizione, oggi. Non può venir meno dunque l’impegno a costruire una società più giusta, democratica ed egualitaria: per questo il nostro Istituto promuove ogni anno iniziative di educazione alla legalità, momenti di confronto, riflessione e approfondimento su questi temi cruciali. Con orgoglio, l’Istituto ringrazia una nostra studentessa, Alessia Sposato (2F), che ha realizzato questo bellissimo ritratto e lo ha condiviso per non dimenticare i due magistrati di Palermo: a lei il nostro plauso, nella speranza che tante altre iniziative continuino a germogliare nelle aule della nostra scuola. A tal proposito, Giovanni Falcone scriveva: “Gli uomini passano ma gli ideali restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.

Francesco Bortolotti




Romeo and Juliet

Se amate leggere i classici e i libri d’autore, questo ve lo consiglio! Romeo e Giulietta è il titolo di una tragedia in lingua inglese di William Shakespeare (1564-1616) ambientata a Verona nel ‘500. romeo and julietÈ un’opera che vede come protagonisti i due innamorati, ovvero Romeo e Giulietta, e le due famiglie più importanti di quell’epoca: i Montecchi e i Capuleti. L’autore è stato il drammaturgo inglese più celebre, capace di comporre opere tragiche e comiche. Le opere più famose sono sicuramente L’Amleto e Romeo e Giulietta, tutte e due di stile tragico e drammatico. Il tema che spicca è l’amore, un amore travagliato, passionale, energetico, eterno e doloroso. Doloroso perché i due innamorati sarebbero pronti a morire l’uno per l’altra, un amore passionale e sensuale perché, per esso, Romeo e Giulietta sfidano la sorte loro assegnata, una sorte che prevede solo matrimoni “per convenienza politica e di potere”. Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. Credo sia la frase che sintetizza in modo migliore l’essenza dell’opera shakespeariana.È un concetto profondo, l’amore che emerge dalla lettura dell’opera è difficile da capire per noi adolescenti, ma comunque, un amore che si può toccare quando si sentono notizie di coniugi che donano un organo a colui o colei che amano. Ci sono amori intensi che poi finiscono, ma è sempre un amore grande che tutto può dare, anche nella sua fugacità perché il sentimento, se puro, è sempre innocente. Anche oggi ci sono Romei e Giuliette che conoscono il valore della loro vita, che sono pronti a farsi dono l’uno per l’altra, per conservare il proprio amore in uno scrigno privo di contaminazioni esterne. Ma quanto si può amare? Amar ch’a nullo amato amar perdona, scriveva Dante, l’amore non risparmia nessuno, sia l’amore ricevuto che l’amore dato; l’amore può essere folle ma non potrà mai essere condannato. C’è però un’altra sfumatura dell’amore, ed è l’amore come antidoto contro l’odio, il personaggio che evidenzia questa opportunità è frate Lorenzo, confessore di Romeo. C’è una ragione per cui voglio aiutarti. Il vostro matrimonio potrebbe forse mutare il rancore delle vostre famiglie in affetto sincero. Magari si trovasse oggi un antidoto per fermare rancore, odio e guerra!

balcone

Gioia Gugole, 3ᵃK




Sistema scolastico secondo Elon Musk

LaScuolaDiElonMask2Elon Musk è un imprenditore sudafricano, diventando uno dei più ricchi del mondo, grazie alle sue numerose aziende come Tesla, Neuralink, ed è anche cofondatore di PayPal. Le considerazioni riguardo Elon Musk sulla scuola, sono una valida alternativa per cambiare in meglio il sistema scolastico attuale, basandosi su alcune riflessioni che il miliardario stesso si pone: “ma il sistema scolastico attuale funziona veramente?”.

Elon Musk propone delle soluzioni risolvendo una problematica familiare, infatti pensa che i suoi figli non vengano istruiti nel migliore dei modi. Gli errori più lampanti osservati nei sistemi scolastici da Elon Musk sono:

  • gli studenti non vengono raggruppati per la loro età, ma per le loro abilità (ritiene che sia sbagliato pensare che gli alunni della stessa età imparino alla stessa velocità);
  • insegnare sempre al pensando al problema (ritiene che insegnare per imparare uno strumento sia inutile, meglio insegnare per risolvere un problema).

Le fondamenta di questo sistema scolastico sono ben differenti dalle attuali, infatti nella scuola secondo Elon Musk non ci sono classi né livelli, gli studenti partecipano e lavorano tutti insieme, a prescindere dall’età o dalle capacitàIl programma è incentrato su veri e propri progetti affrontati attraverso apprendimento cooperativo, lavoro di gruppo e confronto tra i ragazzi, che sono visti come essenziali. Le materie studiate in questa scuola puntano al futuro infatti si riduce lo studio delle materie di carattere umanistico, basandosi principalmente sulle nuove tecnologie, l’informatica, il coding, l’ingegneria, la costruzione pratica, ma anche l’etica e ragionamento critico, l’avvicinamento all’imprenditoria e lo sviluppo di hard e soft skill fondamentali nel mondo dell’innovazione e del lavoro.

La scuola ideale di Elon Musk non è perfetta, secondo il nostro punto di vista, l’ideale sarebbe una combinazione tra quella attuale e la sua dove lo studente sarebbe più stimolato perchè non vedrebbe la scuola come un obbligo ma come un ambiente sano dove imparare e migliorare le proprie abilità. Siamo abituati a vedere la scuola come un’area dove ognuno è giudicato solamente per le proprie performance su singoli test; da votazioni molte volte inutili; molte volte studiando concetti ormai obsoleti. Capiamo la necessità di ampliare la cultura generale, ma vogliamo togliere spazio allo studio delle nuove tecnologie, limitando l’evoluzione tecnologica? Molte materie mancano in molte scuole e sono proprio quelle materie che preparano lo studente al mondo del lavoro come l’imprenditoria e l’economia che dovrebbero essere presenti in ogni scuole.

Ci siamo mai chiesti come il nostro sistema scolastico limiti le potenzialità di uno studente? Qualcuno ha mai osservato i livelli di stress presenti negli studenti italiani? Il nostro sistema scolastico deve fare ancora molta strada per far sì che la scuola formi lavoratori capaci di ragionare, mettersi in gioco e migliorarsi, ma fino ad ora cosa ha veramente fatto? Speriamo sia stato di vostro gradimento l’esposto e vi ringraziamo per il vostro tempo e speriamo vi faccia ragionare.LaScuolaDiElonMask

 

 




La scuola ideale

Noi studenti ci lamentiamo spesso del sistema scolastico attuale, dicendo che non ci valorizza sufficientemente o che è troppo rigido, non lasciando libera scelta agli studenti, i quali sono i principali attori della scuola. Abbiamo perciò stilato una lista di modifiche, prendendo varie caratteristiche da vari sistemi scolastici di tutto il mondo.
La nostra scuola ideale dovrebbe comprendere i seguenti punti:

  • Gli studenti hanno la possibilità di scegliere i propri professori;
  • I professori dovrebbero avere uno spazio dedicato per ricevere gli studenti, i cosiddetti tutoring;
  • Gli studenti dovrebbero avere uno psicologo interno alla scuola;
  • Gli studenti dovrebbero avere una biblioteca da cui prendere i libri, da restituire poi al termine delle lezioni;
  • Valutazioni in base alle competenze e non in base alle conoscenze;
  • Valutazione degli insegnanti da parte degli alunni;
  • Gli studenti dovrebbero avere più potere decisionale all’interno della scuola;
  • Le lezioni frontali dovrebbero essere molto poche o del tutto assenti;
  • Gli studenti dovrebbero essere incoraggiati a partecipare, interagire, porre domande, esprimere se stessi, presentare lavori di gruppo e ricerche individuali;
  • I professori dovrebbero avere aule fisse e gli studenti dovrebbero spostarsi tra le varie aule. Questa caratteristica tipica delle scuole americane è stata già adottata, non in tempi di COVID-19, dall’IIS Don Milani di Montichiari;
  • Le ore dovrebbero essere ridotte a 45 minuti con 15 minuti di pausa alla fine di ogni lezione. Degli studi, sostengono che il cervello apprendi meglio in questa modalità;
  • L’educazione sessuale dovrebbe essere obbligatoria a partire dal primo fino all’ultimo anno del ciclo scolastico;
  • Dovrebbero essere garantite più ore di laboratorio per avere una conoscenza più pratica delle materie d’indirizzo;
  • Diritto ed economia dovrebbe essere estesa a tutti e cinque gli anni e trattata in maniera più approfondita.

Questa è la nostra scuola ideale, in cui gli studenti possono essere più partecipi nelle scelte gestionali della scuola, nella scelta dei professori e con maggiori conoscenze, che potrebbero tornare utili nel futuro, come una conoscenza approfondita del Diritto Italiano e dell’educazione sessuale. Siamo a conoscenza che alcune di queste proposte non possono essere adottate a causa dell’emergenza COVID-19. Chiediamo chiediamo però alla Dirigente Scolastica di prendere in considerazione queste richieste, per trasformare l’IIS Cerebotani in una potenziale scuola di riferimento, non solo per gli istituti della Provincia di Brescia ma anche, potenzialmente, per tutte le scuole d’Italia.

LaScuolaIdeale

Articolo scritto da: Jacopo Senatore.

Lista di proposte stilata da: Matteo Botturi, Claudio Casanova, Jacopo Senatore, 3ªF.