In ricordo di Sebastiano

All’inizio di questo anno scolastico abbiamo vissuto un grave lutto che ha coinvolto tutta la classe e alcuni coetanei che frequentano la stessa scuola.
Per rafforzare il ricordo di Sebastiano abbiamo organizzato eventi che commemorassero al meglio la sua mancanza ricordandolo con il sorriso che aveva sempre stampato sul viso. Come prima cosa il giorno del funerale abbiamo organizzato un corteo di moto potendolo così accompagnare al suo luogo di riposo con la più grande passione che aveva. Fortunatamente a questo corteo hanno partecipato tantissimi ragazzi venuti per ricordarlo e per stare vicino ai parenti e cari.

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Inoltre come gruppo classe abbiamo scritto una lettera che ricordasse tutti i momenti passati assieme dentro e fuori scuola. Ringraziamo anche i professori che hanno permesso la scrittura di questa lettera durante le ore di lezione così da poterci concentrare al meglio. Dopo aver elaborato la notizia abbiamo subito iniziato un cartellone da esporre poi in corridoio, su questo cartellone è presente la scritta “Il ricordo del tuo sorriso rimarrà per sempre nei nostri cuori” e adesso và solo ultimato e perfezionato per poi poterlo appendere. Dopo un mese dalla scomparsa abbiamo partecipato alla messa di commemorazione con la presenza di alcuni professori e della dirigente scolastica. Noi compagni di classe abbiamo colto inoltre l’occasione per consegnare la lettera letta al funerale alla famiglia così che potessero leggerla ricordandolo sempre con un sorriso.

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Mercoledì 20 novembre inoltre abbiamo fissato una targhetta in sua memoria sulla pianta su cui appoggiava la moto ogni mattina, così da poterlo ricordare ad ogni arrivo a scuola. Questo lutto ha potuto unire ancora di più il nostro gruppo classe, questa unione inoltre ha permesso di organizzare tutto ciò che è stato fatto fino ad ora. Da questa esperienza abbiamo capito che la vita ha un valore inestimabile e di non rimandare a domani ciò che si può fare oggi al meglio. Segue articolo del giornale di Brescia apparso in ricordo della commemorazione della targa in data 20 novembre.

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La classe 4A

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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Partiamo innanzitutto dall’origine di questa ricorrenza, ovvero il motivo dell’istituzione di essa. Ci troviamo tra gli anni ‘40 e ‘50, nella Repubblica Dominicana, un’isola caraibica, che al tempo dei fatti era una dittatura governata dal generale Rafael Trujillo. Le protagoniste di questa storia sono tre sorelle: Patria, Maria teresa e Minerva Mirabal, chiamate anche “mariposas” cioè “farfalle”.

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Le tre sorelle Mirabal decisero di impegnarsi nell’attivismo politico contro quel regime dittatoriale che promuoveva una cultura machista che non riconosceva alle donne l’occupazione di uno spazio pubblico e politico. Le “mariposas” vennero però messe a tacere da Trujillo, che le fece torturare, assassinare e gettare da un dirupo, usando poi la scusa che si trattasse di un incidente. Il popolo dominicano però non se la bevve, era chiaro che si trattasse di una scusa, infatti Trujillo fu assassinato pochi mesi dopo.
È in ricordo di Patria, Maria Teresa e Minerva che ogni 25 novembre si inaugura un periodo di 16 giorni dedicato all’attivismo contro la violenza di genere, che si conclude il 10 dicembre con la Giornata Internazionale dei diritti Umani. Il simbolo di questa giornata è il colore rosso, più specificatamente le scarpe rosse, che rappresentano tutte quelle donne uccise da uomini, che non potranno mai più indossarle lasciando un vuoto sia nelle scarpe, che nel mondo.

Red,Shoes,To,Stop,Violence,Against,Women,On,A,City
Ogni anno a scuola, si parla di questa giornata (giustamente direi), e si trattano argomenti in cui tutti hanno pareri discordanti fra di loro, ad esempio l’altro giorno abbiamo discusso in classe di un argomento su cui tutti avevano opinioni diverse.
L’argomento in questione è di come vengono chiamate le donne, spesso con sostantivi sgradevoli e parolacce, o nomi partoriti da un immaginario collettivo maschilista e misogino.
Purtroppo si attribuiscono certi nominativi alle donne, quando basterebbe tacere di fronte a determinate situazioni, senza andare a gravare la situazione. Perché gli uomini che chiamano una donna con appellativi per niente pertinenti, sono solo degli insicuri che parlano per riempire il proprio ego e per alimentare quella voce nella loro testa che gli fa credere di essere superiori alle donne.
La storia è piena di civiltà che avevano ideali misogini e maschilisti, basta pensare all’antica Roma; purtroppo però queste idee non si sono ancora sradicate dalle menti di certi uomini, che credono di essere superiori al genere femminile, solo perché pene-muniti, spesso e volentieri queste convinzioni portano gli uomini a maltrattare le donne, che siano le loro mogli, figlie, madri o amiche. Idee del genere sfociano in molestie, catcalling, o addirittura femminicidi (“Il femminicidio è un omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa da un individuo per motivi basati sul genere.” Fonte: Wikipedia).
I social hanno portato alla nascita di uno dei commenti più frequenti sotto i video, foto o post in generale che riguardassero notizie di femminicidi, maschilismo o quant’altro. Il commento dice “non tutti gli uomini” tradotto dall’inglese “not all men”; spesso si tende a generalizzare soprattutto, e viene detto che tutti gli uomini sono uguali, che sono tutti degli assassini, che non c’è bisogno degli uomini etc…, ovviamente questo genere di commenti è esagerato siccome non tutti noi uomini siamo degli assassini, o molestatori o maniaci, ma comunque allo stesso modo è sbagliato da parte di noi uomini dire che non abbiamo nessuna responsabilità per quanto accaduto ad esempio alla povera Giulia cecchettin, perchè invece abbiamo eccome la responsabilità, anche se non siamo noi Filippo Turetta, la nostra responsabilità è quella di sensibilizzare su certi argomenti, di smetterla di fare finta di nulla, di proteggere le donne che amiamo, di smetterla di fare sempre battute su argomenti del genere, dobbiamo smetterla di trattare la questione come se non fosse un nostro problema, e basta cominciare con poco: basterebbe dire al proprio amico di smetterla di fare commenti inappropriati quando vede una bella ragazza, o di fare battute maschiliste che sminuiscono la donna, perché quelle “battute” sono cat-calling, e non sono cose da poco, possono fare più male dei pugni a volte, quindi bisogna pensarci due volte prima di parlare. E parlo di NOI perché anche se io non faccio, non ho mai fatto, e mai farò certe cose, devo parlare al plurale per far capire che bisogna darci una svegliata, e crescere mentalmente.
Anche perché fa male pensare che non si può essere tranquilli a lasciare la propria madre, la propria sorella o la propria ragazza da sola di notte. Fa male pensare che potrebbe succedere qualcosa alle persone più care che si hanno, senza un apparente motivo, solo per colpa dell’ego di qualche “uomo”, sempre se così si può definire.
Io spero vivamente che col tempo la situazione possa cambiare, ma perché ciò accada serve che in primis noi uomini la smettiamo per una volta di scherzare, e cominciamo a prenderci cura delle donne che amiamo e soprattutto che le proteggiamo da altri “uomini”, che dovrebbero invece non essere nemmeno chiamati tali.

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Volo tra le righe

Nel pomeriggio di giovedì 23 maggio, alcuni studenti delle classi terze e quarte hanno partecipato all’incontro col famoso autore Marco Peano, il quale ha presentato il suo libro “Morsi”. Lui, intervistato da Alice Torreggiani, ha parlato di diversi argomenti presenti nel libro tra cui l’importanza delle parole, e, successivamente ha anche spiegato come funziona l’editoria italiana. L’incontro è stato reso più interessante e dinamico grazie alle frequenti domande poste dall’autore al pubblico. In seguito si è presentato l’assessore alla cultura del comune di Castiglione delle Stiviere Massimo Lucchetti, che, dopo una rapido discorso, ha assistito, per poi congratularsi, con i vincitori del concorso letterarioVolo tra le Righe”; questo concorso consiste nel produrre un lavoro di tipo artistico, letterario, cinematografico o musicale su uno dei tanti libri proposti dal concorso. Questa era l’ultimo incontro di una serie di 3, in cui abbiamo conosciuto altri autori famosi come Benedetta Bonfiglioli e Fabio Geda, di cui abbiamo già parlato in altri articoli. Sono stati premiati tutti coloro i quali sono arrivati sul podio, individualmente o in gruppo, di una delle categorie elencate, con particolare attenzione ai primi classificati, i quali hanno ricevuto in premio un e-reader e, 4 delle 6 prime posizioni, sono state occupate dal nostro istituto. L’incontro è stato molto interessante e formativo, per nulla faticoso e ha sicuramente invogliato molti a leggere di più.

Mattia Cappa e Davide Speranza

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Papa a Verona

Dall’Arena di Pace un grido di speranza nell’abbraccio tra Maoz Inon, israeliano che ha perso i suoi genitori uccisi da Hamas e Aziz Sarah, palestinese che ha perso suo fratello ucciso dall’esercito israeliano. Un momento molto commovente! Il 7 ottobre hanno perso  i propri cari ma non hanno perso la speranza di essere amici. Non hanno perso la speranza di rimanere fratelli. Giustizia e pace di baceranno!

Questo abbraccio mi ha ricordato l‘abbraccio ricambiato alla fine del nostro viaggio a Loreto, Assisi e Barbiana tra il Professore Domenico e lo studente Mirco. Entrare nel cuore dei nostri studenti e lasciare in loro un segno. Come ci ricorda la nostra canzone “Solo insieme”: ‘Lasciare il segno, questo è il mio unico impegno’. Lasciare, trasmettere ‘umanità’. La sfida di rimanere umani. I care, mi stai a cuore! Aiutiamoci, contagiamoci, attraverso le nostre parole, i nostri volti, le nostre azioni a seminare speranza nella mente, nel cuore e nel corpo dei nostri studenti: “Mi stai a cuore!”. Vi lascio il testo che avevo scritto al Dirigente Eugenio Campara dopo il nostro viaggio a Loreto, Assisi e Barbiana: “Abbiamo sentito attraverso i muri della scuola di Barbiana la voce di D. Milani che viveva la scuola come ‘un ospedale da campo’ per soccorrere i feriti, per recuperare gli emarginati e gli scartati.

Sì, abbiamo visto una scuola isolata in montagna, ma aperta alla realtà! ❤

Una scuola per aiutare i ragazzi ad aprire il loro “cuore” e la “mente” alla realtà.

Una scuola che grida ai suoi alunni ogni giorno: ” I care”, mi sta a cuore. Lo grida con gli occhi, con il silenzio, con la fermezza, con l’autorevolezza, con la tenerezza che a volte si può manifestare con un abbraccio quando diventa necessario.

Di una sana relazione di fiducia hanno bisogno i nostri ragazzi. ✨

Come Maoz Inon e Aziz Sarah vogliamo spezzare le catene dell’odio e collaborare insieme per costruire insieme questa alleanza, questa rete fraterna perché, come loro, crediamo che la pace sia la più grande impresa da realizzare.

Vi saluto con le parole di un grande maestro di speranza, Giovanni Falcone: «Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola».

In piedi costruttori di speranza!

Frantz

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I GUARDIANI DEL BENACO

Chi è Frantz Kourdebakir

Frantz Kourdebakir è un educatore, professore di religione e pellegrino di origini francesi, che basa il suo lavoro sulla speranza; infatti durante la nostra camminata portava con sé un candelabro con all’interno la Candela della Speranza accesa con la terza e quarta quadriennale.

Il suo cammino

Frantz ha iniziato il suo cammino in Francia dove, come professore di religione, ha deciso di intraprende un percorso interiore basandosi sulla speranza che i giovani possano cambiare il mondo. Arrivato in Italia ha insegnato sulla sponda veronese del Lago di Garda, iniziando con loro il vero e proprio percorso, stupendosi della poca conoscenza del territorio da parte dei ragazzi. Dopo il suo arrivo nella nostra scuola, con l’aiuto del professore Domenico Marchione che ha dato la piena disponibilità a questo progetto, ha consegnato ai ragazzi delle classi che hanno avuto la fortuna di partecipare al progetto dei Guardiani del Benaco (la terza e la quarta quadriennale) un foulard per intraprendere insieme il Cammino del Benaco, un cammino di 400 km in 18 giorni da realizzare con tutte le scuole del Lago di Garda. Queste classi hanno visitato LoretoAssisi, Barbiana e infine hanno viaggiato sul Lago di Garda con il «Battello della Speranza» in preparazione alla Giornata Mondiale dell’Acqua (il 22 marzo).

«Torniamo a camminare insieme per ascoltare il grido della terra e dei poveri»

La nostra esperienza con Frantz è stata una camminata che si è svolta dall’itis alla Rocca di Lonato. Durante un momento di socializzazione, pur non essendo una delle classi aderenti al progetto, Frantz ci ha raccontato la sua storia e il suo obiettivo al fine di formare e tutelare le nuove generazioni a partire di una rete con tutte le scuole del nostro lago per promuovere un’ecologia integrale. Durante la nostra passeggiata portava con se anche lo «zaino della responsabilità» con all’interno i resti della barca affondata a Cutro. Tra i resti c’erano: un giubbotto salvagente, due pezzi di scafo della nave e un biberon. Questi oggetti rappresentano la memoria: il biberon per ricordare i sogni dei bambini buttati nel Mare Mediterraneo e la nostra responsabilità di custodire i sogni delle nuove generazioni, mentre il giubbotto salvagente ci ricorda che siamo tutti sulla stessa barca e che per salvarci dobbiamo impegnarci a rimanere umani camminando insieme.

“I CARE”

Frantz ci ha invitato a mettere in pratica le parole del grande educatore D. Lorenzo Milano «I care! Mi sta a cuore!» per ribaltare l’atteggiamento dell’«I don’t care», quel «Non mi interessa» che non era solo una delle espressioni che hanno caratterizzato il pensiero e, quindi, la società del periodo fascista, ma che, in un certo senso, sta diventando anche il leitmotiv del nostro mondo.

Abbiamo concluso il nostro percorso con la bandiera della pace venuta dalla città di D. Tonino Bello ad Alessano in Puglia per ricordare la famosa Marcia per la pace nella capitale bosniaca assediata dall’esercito serbo a Sarajevo nel 1993.

Educare alla pace le nuove generazioni è diventata una priorità! Tornare ad essere uomini disarmati! Ma occorre un’azione intellettuale, bisogna che le nazioni promuovano le tecniche della strategia nonviolenta.

Simone Gobbi, Marian Zubani, Alessandro Bianchini, Enea Cavallari, Niccolò Giraldo – 3A

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Campione del Mondo a 14 anni

Andrea Signori, 14 anni, vespista e pilota iscritto al Vespa club Sirmione, si è laureato Campione del Mondo di gimkana in Vespa. Il giovane Sirmionese frequenta l’Istituto tecnico Cerebotani di Lonato, appassionato di motori, ha iniziato a gareggiare giovanissimo all’età di 10 anni sotto la guida del papà, nel 2022 conquista il titolo di campione italiano under 18 e guadagna l’accesso al mondiale. Venerdì 19 aprile a Pontedera, città natale della vespa, nell’ambito delle giornate mondiali vespa che hanno radunato in città oltre 20.000 vespisti da tutto il mondo, si sono svolte le finali del Campionato del Mondo di gimkana, specialità di abilità alla guida che mette in evidenza doti non solo di velocità ma soprattutto abilità e precisione, virtù che possono servire alla guida sulle strade di tutti i giorni. Andrea con la sua grinta e concentrazione si è imposto con una prova perfetta, una prova che possiamo definire Mondiale.

Team Gimkana Italia

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Incontro Economy of Francesco

Mercoledì 28 febbraio 2024, la nostra giornata è iniziata con il caloroso benvenuto a Stefano Rozzoni e Maria Jordet, due esperti nell’ambito dell’Economy of Francesco. Questo è un progetto di educazione civica che ha coinvolto gli studenti per quattro ore di lezione, integrando le materie di IRC, matematica, lingua e lettura italiana e lingua inglese.

Fin dall’inizio, siamo stati profondamente ispirati dall’esperienza e dall’impegno di Rozzoni e Jordet nel promuovere un’economia più equa e sostenibile. Durante la giornata, abbiamo avuto l’opportunità di approfondire il concetto dell’Economy of Francesco nel contesto globale. Rozzoni e Jordet ci hanno fornito una panoramica generale, sottolineando l’importanza della collaborazione e dell’innovazione nel perseguire obiettivi significativi.

Un momento chiave è stato quando Maria ha condiviso la sua iniziativa in Bangladesh, dove i bambini realizzano bellissimi disegni utilizzando risorse locali, dimostrando come la creatività possa prosperare anche in condizioni difficili. Inoltre, una delle parti più significative della giornata è stata la videochiamata con un lavoratore nigeriano che lavora in un campo gestito dall’Economy in Nigeria. Attraverso questa connessione, abbiamo potuto ascoltare direttamente le sue esperienze e le sfide che affronta nel suo lavoro quotidiano, ottenendo così una preziosa prospettiva sull’interconnessione tra economie locali e globali.

Successivamente, ci siamo suddivisi in gruppi e abbiamo lavorato alla progettazione di soluzioni concrete per migliorare la nostra comunità, esplorando una vasta gamma di argomenti che includevano la salute e l’istruzione. Le presentazioni dei progetti sono state il momento culminante della giornata, permettendoci di condividere le nostre idee sia in italiano che in inglese, simulando una presentazione di fronte a un pubblico più ampio e diversificato linguisticamente.

In conclusione, questa giornata è stata estremamente educativa e motivante. Abbiamo imparato non solo dagli esperti, ma anche l’uno dall’altro, attraverso l’interazione diretta e il lavoro di gruppo. Siamo fiduciosi che le idee emerse durante questa esperienza possano tradursi in azioni concrete per migliorare la nostra comunità e contribuire a un’economia più equa e sostenibile per tutti. Un ringraziamento speciale a Stefano Rozzoni, Maria Jordet e all’istituto per averci permesso di vivere questa esperienza indimenticabile.

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I ragazzi della Rosa Bianca: Uno Spettacolo Teatrale Contro l’Intolleranza

In data 10 febbraio 2024 all’Oratorio di Lonato si è tenuto nei percorsi di Educazione civica, per diverse classi di terza e quarta, uno spettacolo teatrale del gruppo adolescenti della Parrocchia di Pozzolengo, dal titolo “I ragazzi della Rosa Bianca“. Clima di estrema intolleranza, cellulari sorvegliati e persone che darebbero la vita per un’ideologia loro inculcata  di una dittatura totalitaria, che fa del terrore il suo cavallo di battaglia: no, non ci troviamo  fortunatamente  in un distopico mondo Orwelliano, bensì in un piccolo teatro, tra i meandri della nostra Lonato, dove i ragazzi del teatro sociale di Pozzolengo sono riusciti, con la giusta dose di ironia, a far riflettere tutti gli studenti del Luigi Cerebotani che hanno avuto la fortuna di poter assistere allo spettacolo. Ripercorrendo i passi del gruppo della Rosa Bianca, un movimento di resistenza tedesco costituito da semplici ragazzi, operativo durante la seconda guerra mondiale, sono riusciti a calare nel contesto socio-culturale moderno uno spirito resiliente tipico di chi, di repressione, non ne vuol sentir parlare, mettendo a rischio la propria stessa vita pur di onorare un ideale. Libertà: è questo che si evince da ogni battuta, ogni scena, ogni dialogo e persino nella canzone  che gran lavoro, la band!  e che rappresenta il succo di tutta la rappresentazione. Ci hanno ricordato che una società senza libertà non è una società ma, soprattutto, che un uomo senza libertà è un uomo vuoto: una semplice pedina di chi è più in alto. Alla fine dell’opera il bene trionfa, ma è una vittoria simbolica: risiede infatti, la stessa vittoria, nel mero atto della lotta, del non arrendersi, ed è questo il secondo punto che si vuole evidenziare: non puoi essere sconfitto, finché hai alta la testa. I ragazzi della Rosa Bianca ce lo insegnano: non avranno rovesciato il nazismo, ma sono per tutti dei gran vincenti.

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Incontro con l’autrice Benedetta Bonfiglioli

Martedì 20 febbraio alcuni studenti del nostro istituto, hanno avuto la possibilità di partecipare ad un incontro con l’autrice Benedetta Bonfiglioli. L’evento, organizzato in occasione del concorso Volo tra le righe, si è svolto nella biblioteca di Castiglione delle Stiviere. L’uscita, così come la partecipazione al concorso, è stata resa possibile grazie alla disponibilità delle docenti prof.ssa Miria Dal Zovo, prof.ssa Alessia Bosio e prof.ssa Fabiana SansoneL’incontro, tenutosi in mattinata e durato circa un’ora e mezza, si è svolto in una modalità inaspettatamente interattiva e dinamica. L’intero evento, infatti, si è basato sul continuo scambio di domande e risposte tra gli studenti presenti e l’autrice. Durante il confronto, sono state toccate tematiche molto diverse fra loro. L’autrice ha risposto ad alcune domande riguardanti i suoi libri, raccontato di esperienze personali e suggerito consigli sulla scrittura e sul come affrontare il periodo dell’adolescenza. Su quest’ultimo tema, in particolare, sono emerse molte riflessioni alle quali la scrittrice ha saputo dare un importante contributo. Durante tutto l’incontro, infatti, l’autrice è abilmente riuscita a relazionarsi con noi ragazzi facendoci sentire a nostro agio, risultando sempre disponibile e pronta al confronto. L’evento ha sicuramente lasciato molti spunti di riflessione da approfondire, oltre ad essere stato interessante e formativo. Esperienze di questo tipo dimostrano che la didattica operata anche al di fuori dalla scuola rappresenta un modo alternativo di crescita e di formazione individuale.

-Manuel Pitscheider, Mattia Cappa 4E

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Lonato: la polizia locale presso l’istituto Cerebotani per la sicurezza stradale

Ha preso avvio anche per l’anno 2024 il progetto di educazione stradale svolto presso gli Istituti scolastici del territorio e facente parte del più ampio progetto annuale di sicurezza del Corpo di Polizia Locale di Lonato e contenente tutte le attività e obiettivi sul territorio. Novità di quest’anno è l’adesione dell’Istituto di Istruzione Superiore Luigi Cerebotani, proprio su richiesta dell’Istituto, che si aggiunge alle restanti scuole dell’obbligo del territorio (scuole primarie, secondarie e in alcuni casi anche dell’infanzia) per il coinvolgimento in corsi di educazione stradale. Nel caso specifico dell’I.I.S.L. Cerebotani, si affronteranno le tematiche legate agli aspetti sanzionatori della guida in stato di ebbrezza, attraverso l’utilizzo di occhiali specifici che consentono di simulare l’alterazione visiva dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche. L’obiettivo del progetto è quello di sensibilizzare tutti coloro che si apprestano a conseguire la patente di guida, attraverso tre lezioni da svolgersi nel mese di febbraio. Nella mattinata di ieri, nel corso del primo incontro, l’Agente di Polizia Locale ha anticipato la simulazione, fornendo in primo luogo alcune informazioni teoriche su cos’è alcol, come il nostro corpo lo metabolizza e che effetti può avere sulla guida, quali sono le sanzioni in base al tasso alcolemico che viene rilevato in fase di test, quali sono gli strumenti che vengono utilizzati durante la prova del pretest e poi del vero e proprio etilometro. In ultimo, alcuni ragazzi volontari si sono poi sottoposti alla prova visiva, indossando gli occhiali simulatori dello stato di ebbrezza. Per quanto concerne gli altri Istituti, si affronteranno, come consuetudine, lezioni teoriche in aula, integrate con brevi uscite sul territorio con l’Agente di Polizia Locale, per favorire un migliore apprendimento dei principi basilari di educazione stradale. “Un tema importante da affrontare con le generazioni più giovani, che si apprestano a conseguire la patente di guida, ma anche a tutti coloro che già sono in possesso del patentino del ciclomotore al fine di sensibilizzare e rendere edotti sempre di più circa le conseguenze che certe condotte scorrette possono comportare; tutti quei risvolti negativi che i comportamenti illeciti possono avere non solo circa l’aspetto sanzionatorio legato al ritiro del documento, ma anche sul percorso che il soggetto è chiamato ad effettuare al fine di riottenere il documento sospeso” commenta il Sindaco, Roberto Tardani. “Sono assolutamente soddisfatta di questa iniziativa perché ritengo sia doveroso e fondamentale agire sulle fasce di età più giovani, con le quali lavoriamo ogni giorno – afferma la Dirigente dell’Istituto, Angelina Scarano – La scuola deve essere un ambiente in cui non solo si acquisiscono le conoscenze necessarie per diventare professionisti, nel nostro caso specifico, del settore meccanico, informatico, elettronico; ma è anche luogo dove trasmettere loro l’importanza di assimilare le buone pratiche per essere, in primis, dei buoni cittadini. Il rapporto proficuo che come Istituto abbiamo con l’Amministrazione Comunale si traduce anche nella realizzazione di progettualità come gli incontri di educazione stradale, al fine di porre sempre maggiore attenzione su tematiche cruciali come questa. Ringrazio davvero per questa sinergia che mi auguro possa proseguire nel futuro”.

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Manifesto Antoci M.

GardaToday