Un venerdì insieme ai volontari del periodo della guerra in Jugoslavia

Venerdì, siamo stati ad un incontro con dei volontari che hanno contribuito, nel periodo della
guerra di Jugoslavia, al sostegno della popolazione e al trasporto dei beni primari e alimentari.
Le loro storie oltre che far riflettere molto, ci hanno fatto intuire che ognuno di noi, anche se nel
nostro piccolo, è portato e può sicuramente fare qualcosa.

"chi regala le ore agli altri vive in eterno" Alda Merini

“Chi regala le ore agli altri vive in eterno”
Alda Merini

Il racconto di quando il volontario è sopravvissuto e la canzone su Sarajevo, ci fanno riflettere su
come fosse la situazione all’epoca, sia dal punto di vista militare che dal punto di vista della
popolazione che non voleva che la guerra sovrastasse loro e la propria città.
Testimonianza di questo sono le persone ed i ragazzi che rischiavano la vita per poter andare a
prendere del pane o che subito dopo un bombardamento sulle proprie case, ripulivano dalle
macerie.
Essendo stato in Macedonia 2 anni fa ed avendo visto come sia la situazione ora, posso affermare
che la guerra ha colpito ogni Nazione della ex-Iugoslavia nel punto più profondo, lasciando così
un’incredibile situazione di arretratezza generale con casi di povertà incredibile, rispetto al resto
dell’Europa.

Da ciò possiamo trarre tutti la capacità della guerra di assorbire ogni bellezza da qualsiasi Paese
lasciando il nulla assoluto una volta terminata. Per concludere, vorrei dire che l’attività del
volontariato, anche se effettuata raramente, penso possa dare una mano a capire maggiormente
se stessi e a ripagare, ringraziare attraverso la solidarietà e l’amore per tutto ciò che ogni giorno
riceviamo.

Ragazzi che hanno partecipato all'incontro con i volontari

Ragazzi che hanno partecipato all’incontro con i volontari

Bertuzzo Simone 3^B




Uscita al Vittoriale

Come prima uscita extrascolastica del nuovo anno, il 27 Gennaio noi classi quinte ci siamo recate con mezzi propri presso il noto Vittoriale degli italiani, la splendida residenza di Gabriele d’Annunzio nonché un simbolo d’orgoglio della nostra nazione.

Vista del Vittoriale

Una volta arrivati tutti sani e salvi presso il suggestivo paese di Gardone, che gode di una delle viste più spettacolari sul lago di Garda, ci siamo organizzati per visitare la famosa residenza e il suo rigoglioso parco. Dopo una rapida escursione tra le strette vie del borgo e dopo parecchi caffè, la mia classe ed io, accompagnati dal Professor Marchione ci siamo immersi nella quasi soffocante magnificenza offerta dai giardini che circondano la residenza. Uno degli elementi più celebri dei giardini è sicuramente la nave militare Puglia, trasportata fin sopra le montagne di Gardone da La Spezia e che oggi ospita una vasta collezioni di modellini navali. Da sottolineare inoltre la presenza del mausoleo di d’Annunzio e dell’anfiteatro, che ancora oggi è usato per spettacoli teatrali e musicali, con una vista mozzafiato sul lago.

L’opulenza con cui il celebre poeta ha vissuto la sua intensa vita, si rispecchia nella smisurata ricchezza di particolari e dettagli che ha voluto inserire nella sua casa e nel suo parco, che ancora a distanza di decenni dalla sua scomparsa, riescono ad affascinare ed incantare chiunque. La visita guidata nelle camere di d’Annunzio la fortuna di aver trovato una splendida giornata hanno migliorato ancor di più l’esperienza, che si è rivelata una delle uscite più belle e divertenti di questi cinque anni.

dav

Gli studenti della classe 5^A

Come membro della classe 5°A posso dire che, malgrado tutte le “ingiustizie” subite in fatto di gite e uscite quest’anno, riusciremo comunque a goderci una cosa che nessun consiglio di classe potrà mai toglierci: il divertimento e la serenità di uscire insieme, anche a due passi da casa.

Speltoni Davide, 5A




L’istituto Cerebotani vince le olimpiadi robotiche

Le classi quinta C e quinta T si aggiudicano il primo gradino del podio al Brixia Forum

L’istituto Luigi Cerebotani di Lonato del Garda con due classi quinte vince le Olimpiadi Robotiche.

Il gruppo vincente

Il gruppo vincente

Olimpiadi Robotiche

Un evento decisamente appassionante tenutosi al Brixia Forum di Brescia, in via Caprera, che ha catalizzato l’attenzione di molti giovani e professionisti del settore, nonché rampa di lancio nel mondo del lavoro per numerosi studenti. Due giornate di sfida all’ultimo byte, quelle di sabato 11 e domenica 12, che hanno visto tanti ragazzi darsi battaglia con le proprie competenze in campo tecnico e informatico. Gli studenti delle classi quinta T e quinta C, guidati dal dirigente scolastico Vincenzo Falco e diretti dal professore Salvatore Strano, sono riusciti nel difficile obiettivo di raggiungere il gradino più alto del podio.

La gara

La gara prevedeva lo svolgimento, attraverso una robo-macchina creata dagli stessi alunni, quattro diverse complicate prove: Line Follower, Mini Sumo, Robo-Calcio e Robo-Labirinto. Una vittoria meritata che ha confermato a livello regionale la preparazione che l’Istituto Cerebotani ha saputo e sa trasmettere tutt’oggi ai propri studenti; preparandoli in modo coscienzioso verso il cammino lavorativo e universitario, ma ancor più a far proprie le capacità di problem solving e pensiero creativo applicato alla scienza, sempre più fondamentali per affermarsi nel mondo odierno a marcia 2.0. Sono proprio queste caratteristiche che hanno permesso a questi giovanissimi ragazzi, futuro del mondo universitario e lavorativo, di conquistare la vittoria. Le due classi vincitrici hanno ottenuto così la possibilità di mettersi di nuovo in gioco durante la prossima sessione delle Olimpiadi robotiche che si svolgerà a Forlì nel maggio 2018, proprio in prossimità della fine del loro percorso scolastico all’interno della scuola superiore e l’inizio della loro affermazione nel mondo del lavoro.

fonte: Brescia7giorni




Lankama

Giovedì 25 maggio, si è tenuto alla pizzeria La Rocca Contesa di Lonato, il tradizionale pranzo che premia, come ogni anno, la classe dimostratasi più generosa nelle offerte per i bambini indiani adottati a distanza dalla nostra scuola. L’IIS Cerebotani, infatti, già da molto tempo, ha adottato a distanza quattro bambini dell’associazione Lankama, una onlus fondata da Loredana Prosperini, un ex insegnante del Cerebotani, attualmente in pensione. L’associazione, che prende il nome dalla prima bambina adottata, opera nello stato dell’Andhra Pradesh, uno degli stati più poveri e arretrati della federazione indiana. Attualmente l’associazione ospita nella casa accoglienza, costruita grazie alle donazioni, la Smiling Children’s Home, più di un centinaio di bambini, mentre altri duecento vivono in famiglia, grazie all’aiuto degli sponsor.

Si va a scuola

Si va a scuola

Lo scopo della onlus è, fondamentalmente, quello di garantire una vita dignitosa a questi ragazzi e ragazze, seguendoli negli studi, che in India sono un privilegio e non un noioso dovere, o insegnando loro un mestiere che gli consentirà di trovare un lavoro con cui poter vivere. Senza il nostro e il vostro aiuto molti di loro dovrebbe già lavorare in giovanissima età, spesso sfruttati bestialmente oppure, peggio ancora prostituirsi o vivere magari ai margini della legge. Appartengono, infatti, agli strati più bassi della società indiana e inoltre sono cristiani, quindi sono membri di una piccola minoranza rispetto agli indù e ai musulmani.

Oltre allo studio vengono garantite ai bambini cure mediche, che in India sono costose e spesso fuori dalla portata delle tasche delle famiglie più povere, quelle da cui appunto provengono i nostri ospiti.
E così, è nato il Progetto Lankama.

Il doposcuola

Il doposcuola

I nostri docenti di Scienze Motorie, con un lavoro indefesso e ammirevole, tutti gli anni scolastici raccolgono i soldi per poter mantenere quattro ragazzi:
Nauru Amulia (15 anni, maschio), Gorrumucho Anusha (17 anni femmina), Challapalli Bargava Raju (20 anni, maschio), Patipati Ramya (13 anni femmina).
Grazie alla generosità dei nostri alunni, quattro fra ragazzi e ragazze, a migliaia di Km di distanza, con storie spesso tragiche alle spalle, possono studiare, lavorare, vivere insomma in modo più sereno rispetto a tanti loro compatrioti.

Per ringraziare coloro i quali hanno donato, Luigi, il proprietario della Rocca Contesa, nonché socio dell’associazione Lankama, offre  ad ogni alunno della classe che è stata più generosa nelle donazioni, una pizza e una bibita. Quest’anno i vincitori sono stati i ragazzi della V B, a cui si sono aggregati altri alunni che si erano distinti per la generosità della loro donazione individuale.
Con la partecipazione dei docenti Silvano Bandera, Claudio Papa, Tiziano Mistai, Roma Fabia e dell’inossidabile Gianfranco Bricchi, i pilastri del progetto, il pranzo si è svolto in allegria. E fra una pizza e una Coca Cola, è anche nata l’idea di far corrispondere tramite mail i nostri alunni  con i ragazzi adottati, perché non restino semplici nomi, ma diventino persone concrete, reali, amici lontani nello spazio, ma vicini nel cuore.

P.S.  Chi volesse saperne di più, può consultare il sito dell’associazione http://www.lankama.it/ oppure visitare la pagina facebook Lankama India o Lankama onlus.

In classe

In classe

 




Mezzo secolo al «Cerebotani» dove l’industria ha fatto scuola

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La nuova ala dell’Istituto di istruzione superiore «Luigi Cerebotani»

Dai laboratori di «aggiustaggio» ai processi produttivi «4.0», dalla meccanica alla meccatronica, senza trascurare di far studiare sodo i ragazzi, di prepararli alla vita sia tecnicamente sia culturalmente. È la storia dell’Istituto di istruzione superiore «Luigi Cerebotani» di Lonato, che compie 50 anni e li festeggia in questi giorni.

MEZZO SECOLO di storia per una scuola che negli anni ha ampliato costantemente le proprie attività. All’originaria specializzazione di meccanica si sono venuti via via aggiungendo i corsi di elettronica, di telecomunicazioni, di informatica e da ultimo di «chimica , materiali e biotecnologie ambientali». Sempre al passo con i tempi.

Partita quasi per scommessa nel 1967 come istituto tecnico industriale statale, su un territorio in cui erano assenti scuole di questo tipo, trovò ospitalità in alcune stanze dell’oratorio «Paolo VI» con il solo biennio, come sede distaccata dell’Itis «Castelli» di Brescia.

Passano pochi anni, le iscrizioni si moltiplicano e così, grazie anche all’impegno profuso dal professor Vincenzo Lacquaniti con le funzioni di vicepreside, vengono trovate altre aule nel palazzo degli ex Uffici finanziari.

L’edificio è in quel tempo nella piazza del municipio, in pieno centro storico. Gli studenti diventano sempre più parte integrante della comunità. Nel 1974 la scuola diventa autonoma. Anche le dimensioni dell’Itis sono andate via via aumentando, tanto che quest’anno la scuola conta ben 1100 studenti distribuiti in 43 aule, i docenti 114. Ma l’attuale immobile non è più sufficiente: alcune aule sono state dislocate all’interno dell’oratorio, il luogo dove tutto ebbe inizio.

Ma la scuola si è già proiettata verso il futuro con la posa, lo scorso 13 dicembre, della prima pietra di un «Laboratorio territoriale dell’occupabilità» che prenderà il posto dell’ex scuola materna a fianco dell’ Itis. Sarà uno spazio polifunzionale dedicato alla meccatronica e alle tecnologie dell’automazione in cui poter sperimentare e applicare le metodologie della cosiddetta «Industria 4.0». L’evoluzione continua.

Roberto Darra



Alternanza c/o Azienda Beruffi

logo-beruffi-impianti

L’ESSERE TRA DUE MONDI

Il percorso dell’alternanza scuola-lavoro è iniziato alla fine dell’anno del mio primo triennio. Quest’innovazione, tra le più significative del 2015, ci ha permesso di entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro, al fine di poter utilizzare in scopi pratici le nozioni imparate nelle ore di lezione didattica e di studio individuale.
Ho svolto i periodi di alternanza presso l’azienda Beruffi Impianti SRL. Non è stato semplice inserirsi, in quanto ero abituato ad ambienti e orari completamente differenti. Fortunatamente ho avuto la possibilità di entrare gradualmente nel ruolo di lavoratore, dato che ho incontrato del personale adeguato a questo tipo di esperienze.

Sono entrato nell’ottica lavorativa grazie allo svolgimento di mansioni semplici. Dopo qualche giorno ho ricevuto le prime mansioni impegnative, le quali richiedevano discrete capacità organizzative e una concentrazione costante, in quanto le giornate lavorative sono più lunghe rispetto a quelle scolastiche. Un aspetto che avevo sottovalutato è stato la gestione del tempo.
Quando sono a casa ho la possibilità di autogestirmi, di scegliere io quante ore di fila studiare e quanto tempo dedicare ad altre attività. Nel mondo del lavoro una pausa di troppo comporta il calo del ritmo produttivo, pericoloso non solo per la nostra reputazione ma anche per quella dell’azienda.
Una delle cose più utili che ho imparato è stata la capacità di mantenere l’attenzione alta per molte ore di fila, mentre a livello prettamente pratico ora so come gestire una consegna lavorativa.
Ritengo che l’alternanza abbia contribuito nella mia maturità personale, in quanto ho potuto acquisire delle conoscenze del cosiddetto “mondo dei grandi”, impossibili da percepire se non a stretto contatto con il suo ambiente.
La più grande opportunità che l’alternanza mi ha offerto è stato il vivere tra due mondi, quello del lavoro e quello della scuola. Queste opportunità sono irripetibili, spetta noi sfruttarle al meglio, al fine di avere una formazione professionale adeguata alla fine del percorso scolastico.

Leonardo Capra 4C




Il Cerebotani alle Olimpiadi di Informatica

OII-logo

Kristian Ziu

Kristian Ziu

Il giorno 11 aprile 2017, il nostro Istituto ha partecipato alla competizione territoriale delle Olimpiadi Italiane di Informatica che si sono tenute nei laboratori di informatica dell’Istituto Castelli di Brescia. I nostri due studenti, entrambi della classe 4ªF, accompagnati e sostenuti dalla professoressa Sabrina Branchi, si sono cimentati nella cerebrale sfida che ha coinvolto, a livello nazionale, 1122 studenti del triennio degli istituti secondari di secondo grado. Di ieri la notizia che Kristian Ziu (4°, 60° nazionale) e Daniele Menotti (10°, 138° nazionale) si sono piazzati nei primi dieci della nostra circoscrizione LOM4 (BS e MN). Inoltre Ziu si è qualificato per la competizione Nazionale delle Olimpiadi Italiane di Informatica, che si svolgerà presso l’Università degli studi di Trento – Polo Ferrari, dal 14 al 16 Settembre 2017.

Daniele Menotti

Daniele Menotti

Ecco la classifica dei primi dieci della nostra circoscrizione LOM4, comprendente la provincia di Brescia e quella di Mantova.

classifica qualificato punti Istituto Scolastico
Federico Minelli 44 IS E. Fermi
Stefano Vighini 38 IS E. Fermi
Daniela Brozzoni 29 ITI Castelli
Kristian Ziu 28 Cerebotani
Luca Giacominelli 24 IS E. Fermi
Chiara Ierardi 20 IS E. Fermi
Giacomo Gallina 17 LS Leonardo
Mirko Glisenti 16 IIS Giacomo Perlasca
Luca Greco 14 IIS C. Beretta
10° Daniele Menotti 14 Cerebotani



Il suicidio di Lavagna

lavoro

Roma, 16 feb – Un ragazzo di Lavagna è intercettato dalla Guardia di Finanza. Gli trovano dell’haschish. Ne fa uso e ne tiene un po’ a casa, verosimilmente per suo uso. Quando gli agenti perquisiscono la casa e trovano questi pochi grammi di droga, lui si getta dalla finestra e muore. Quando leggo questa notizia penso a ciò che sarà detto dalla maggior parte dei giornali, o sarà comunque suggerito: vedete a cosa porta l’inutile e cieca repressione di qualcosa che in fondo non fa male ma è semplicemente espressione di libertà ? In altre parole, ecco a cosa portano gli effetti della Legge Fini-Giovanardi, ecco perché si dovrebbe decriminalizzare l’uso (e la detenzione per uso personale) delle non meglio classificate droghe leggere, sicuramente della cannabis.
A me invece, da medico, viene in mente tutt’altro: quello che vedo professionalmente, sempre più spesso in questi ultimi anni. Un’amica di questo ragazzo, intervistata, accenna che lui parlava ogni tanto di non voler più vivere, appariva depresso. I disturbi dell’umore e l’uso di sostanze (senza alcuna distinzione tra leggere e pesanti) sono due fattori di primo rango che influenzano il rischio di suicidio. In questi casi non è tanto un’idea costante e strutturata, ma anche una facilità a reazioni impulsive, in cui una situazione di per sé rimediabile può avere un impatto tale da suscitare un gesto estremo. Sulla prima parrebbe che il ragazzo si sia ucciso per l’umiliazione e la vergogna, specie di fronte ai genitori, causata dall’intervento delle forze dell’ordine. E invece così non è, se – come si apprende oggi, dagli aggiornamenti – la madre stessa aveva richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, come gesto disperato per fermare una situazione di degenerazione personale e familiare. Un tentativo di far cambiare qualcosa, anche a prezzo di un danno immediato (una carcerazione), perché l’alternativa era qualcosa di peggiore: uno stato di intossicazione da cannabis. Molti canapisti si metterebbero a sorridere, o data la tragicità del fatto si arrabbierebbero, perché secondo loro è ridicolo affermare che la cannabis possa portare gravi problemi, figuriamoci un suicidio.
I dati della ricerca, che indicano chiaramente le modificazioni della funzione cerebrale indotte dalla cannabis, per loro non sussistono. O, se sussistono, riguardano una minoranza.
Eppure, una minoranza nutrita, perché le famiglie che chiedono un intervento medico non sono poche, troppe perché questo fenomeno sia considerato “leggero”, anche volendo insistere sulla leggerezza della droga. A chiedere aiuto sono spesso le famiglie, perché i consumatori, sotto effetto dalla cannabis, tipicamente non hanno più una visione empatica della realtà. Riferiscono di essere depressi, o irritati, per colpa dell’ambiente e che la cannabis, per loro, diviene un’ancora di salvezza: li calma, li consola. Invece i familiari vedono tutt’altro: da quando i loro figli la consumano gli studi vanno male, o si sono interrotti; la vita è divenuta improduttiva; i comportamenti anaffettivi, con tendenza all’instabilità umorale, dalla disperazione alla strafottenza, e con indifferenza rispetto ai rischi e  ai danni che si producono, in uno stillicidio continuo. L’unica verità su cui canapisti e non-canapisti sono d’accordo è che il problema della cannabis non è la dipendenza. Non mi pare che il resto, quello di cui abbiamo accennato, possa essere una questione secondaria, meno grave, meno allarmante. Questo caso non è il caso Cucchi.
Non si profila un abuso di potere, una violenza privata fuori dai doveri di rispetto e custodia. Stiamo parlando di una famiglia che, probabilmente dopo aver valutato altre soluzioni, cerca di recuperare il figlio “fermandolo”, senza poter prevedere un incidente di questo tipo. La madre stessa, nell’estremo saluto al figlio, fa riferimento ad un proprio senso di colpa, al “vuoto interiore” del figlio che forse non era stato in grado di capire fino in fondo. Tutt’altro a mio parere. Il “vuoto interiore” è un vuoto tossico, indotto da determinate sostanze, non un errore educativo o una debolezza caratteriale. Se sia una minoranza a correre questi rischi, è irrilevante: una società si preoccupa delle sue minoranze come delle sue maggioranze.
Sognare un mondo in cui questo tipo di sostanze sono “libere”, significa sognare una maggiore libertà di vuoti interiori, di gesti impulsivi, di affetti spezzati. Se c’è una via diversa dal controllo della diffusione delle droghe, ancora nessuno l’ha trovata né proposta.

Matteo Pacini
Leggi su: http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/il-suicidio-di-lavagna-e-qualche-verita-sulla-cannabis-57685/#Wjwq3zmAzT22yF4D.99




Dal Pasubio al teatro Jamin-à: come vivere la Prima Guerra Mondiale

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Mostra Escher

Mostra Escher

 Lunedì 19 Dicembre dell’anno corrente, le classi 4^F e 3^H, si sono recate presso il Palazzo Reale di Milano, che ospitava una mostra interamente dedicata a Maurits Cornelis Escher, incisore e grafico olandese.image1

Con oltre 200 opere, il percorso espositivo è un viaggio all’interno dello sviluppo creativo dell’artista, partendo dalla radici della storia dell’arte fino a giungere al Liberty della sua cultura figurativa, soffermandosi particolarmente sul suo amore per Roma e l’Italia ed individuando nel viaggio a l’Alhambra e a Cordova il motivo scatenante del suo interesse per le forme geometriche.

 Quello di Escher è uno sguardo che sa cogliere la realtà del reticolo geometrico posto dietro le cose per poi farne le premesse compositive per realizzare immagini che successivamente chiamerà “interiori”.

 Fulcro della visita è il momento della maturità artistica dell’autore, con i temi della tassellatura, delle superfici riflettenti e degli oggetti impossibili, ricordando opere come “Mano con sfera riflettente” e la “Relatività” (o “Casa di scale”).

Infine, nella mostra è presente una sezione che dimostra quanto l’arte di Escher abbia influenzato la cultura, l’editoria e la musica del 900’: infatti è stata impiegata in fumetti, pubblicità, videoclip musicali e nel mondo cinematografico, scatenando una vera è propria #Eschermania.

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La giornata è poi proseguita con la visita del centro di Milano, allietata dall’ambiente natalizio della città.