Expo 2015: un’ occasione per parlare di spreco alimentare

Un po’ di storia

la tour Eiffel di notte

La tour Eiffel di notte

Tantissime sono le Esposizioni Universali che si sono susseguite dal 1933 ad oggi, ma alcune di esse, anche antecedenti a questa data, sono passate alla storia.

Le Esposizioni Universali hanno origini molto lontane, più precisamente nella Parigi del 1798 con “Exposition publique des produits de l’industrie Française”.

Ma la prima Esposizione Universale della storia, così come più o meno la intendiamo oggi, risale alla Londra del 1851, capitale dell’Inghilterra e centro industriale del mondo.

L’esposizione Universale di Londra del 1851 “The Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations” con i suoi 25 paesi ospiti e 6 milioni di visitatori, ha rappresentato un evento unico nel suo genere che ha segnato profondamente la storia di questo tipo di manifestazioni garantendo il successo proprio e delle future Esposizioni Universali.

Dopo Londra, infatti, si susseguirono negli anni un gran numero di Esposizioni Universali che interessarono le più grandi capitali del mondo: Parigi, Vienna, Melbourne e ancora Parigi, con la straordinaria Esposizione Universale del 1889, intitolata “Celebration of the Centennial of the french revolution”. L’Esposizione, che aveva come tema il centenario della Rivoluzione Francese, ci ha lasciato la Tour Eiffel, la torre di ferro alta 300 metri, costruita appositamente per l’occasione.

Il grande tornado delle esposizioni investì anche Milano, che esordì nello scenario economico mondiale con l’ Esposizione internazionale del Sempione del 1906, e che vide la straordinaria partecipazione di 25 paesi e 10 milioni di visitatori da tutto il mondo.

Dopo Milano ancora Esposizioni Universali in ogni parte del mondo. La manifestazione stava ormai diventando strumento necessario di un paese per lanciare la propria economia e la propria immagine di potenza politica e sociale.

Oramai troppi interessi erano entrati in gioco e la portata mondiale del fenomeno scaturì la necessità di avere un regolamento a cui attenersi.

Così, da questi presupposti venne redatta la Convenzione di Parigi che sanciva la nascita del B.I.E-Bureau International des Expositions. Era il 1928 e 31 paesi nel mondo firmavano una convenzione che regolamentava sotto tutti i punti di vista l’organizzazione di questi eventi. Con il nuovo secolo e la grande Esposizione del 1939 a New York, inizia la nuova era delle Esposizioni Universali.

La guerra, però, interruppe anche queste manifestazioni che riprenderanno solamente nel 1947.
Ma è dal 1958 in poi, con l’ Esposizione di Bruxelles, “Bilancio di un mondo, per un mondo più umano” , che si apre davanti la nuova frontiera delle Esposizioni Universali.

Da allora in poi infatti le Expo diventano strumento di promozione politica, economica e sociale che vedeva la collaborazione dei più potenti paesi del mondo per una crescita globale, che si confermerà definitivamente con l’ingresso nelle convenzione delle realtà asiatiche dall’Expo di Osaka nel 1970.

EXPO 2015

logo dell' Expo 2015

Logo dell’ Expo 2015

Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di evento, oltre 130  Stati partecipanti.
Expo 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità.

E’ possibile garantire cibo e acqua alla popolazione mondiale? Aumentare la sicurezza alimentare?

L’alimentazione non è soltanto l’ovvio rifornimento al nostro organismo di energia e delle sostanze di cui ha bisogno, quindi il primo diritto di ogni persona. È anche il fondamento di un sano sviluppo fisico e mentale, quindi della salute e della longevità. Lo straordinario miglioramento della qualità della vita avvenuto nel corso delle ultime generazioni è probabilmente da attribuire più a un’alimentazione migliore, che a una medicina più efficace.

La tradizione alimentare è uno specchio della nostra vita che si evolve con i tempi, e ci dice chi siamo, e a quale comunità apparteniamo.

Ma “assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile”, come chiede la domanda di Expo 2015, è una sfida gigantesca.

Come ogni problema complesso, anche questo non ha soluzioni semplici. Non esiste la causa dei problemi alimentari, come non esiste la soluzione.

Le soluzioni devono essere tante quante le diverse soluzioni locali ma la sfida dell’alimentazione – questo ce lo insegna il passato – si può vincere.

Fame e malnutrizione

bambini malnutriti

Bambini malnutriti

Nel 2013, circa 842 milioni di persone – circa una su otto nel mondo –soffrono cronicamente la fame e non dispongono di cibo sufficiente per condurre una vita attiva.

La regione più colpita è l’Africa, dove una persona su quattro è sottoalimentata, seguita da alcuni paesi dell’Asia meridionale.

Mezzo milione di bambini ogni anno diventano ciechi per mancanza di vitamina A, e la metà di loro muore entro l’anno successivo. La carenza di zinco provoca la morte di circa 400.000 bambini. 165 milioni di bambini soffrono di malnutrizione.

Però una notizia buona c’è: le persone che soffrono la fame sono 173 milioni in meno rispetto al 1990, nonostante la popolazione mondiale sia nel frattempo passata da 5,5 a quasi 7 miliardi.

In Italia, come negli altri paesi avanzati e nella maggior parte ormai dei paesi emergenti, il problema delle ricorrenti carestie, e della fame cronica per la stragrande maggioranza della popolazione, è stato risolto nel corso del Novecento grazie a uno straordinario aumento della produttività dell’agricoltura e dell’allevamento, frutto della sistematica applicazione di nuove conoscenze scientifiche.

Obesità

bambini obesi

Bambini obesi

Quando si comincia a mangiare di più non è facile fermarsi, anche perché – come sperimentato da chiunque abbia cercato di perdere peso – siamo biologicamente attrezzati per difenderci dalla scarsità, ma non dall’abbondanza.
Oggi il numero delle persone sovrappeso (1,1 miliardi) o obese (500 milioni) è quasi esattamente il doppio di quello delle persone che soffrono la fame. Ma è anche il doppio rispetto al 1980 e la metà rispetto al 2030, se il trend attuale dovesse continuare.

La causa è la cosiddetta “transizione alimentare”: al crescere del reddito i cibi a basso contenuto calorico, come i cereali, vengono sostituiti con altri di maggior pregio ma anche a maggior contenuto calorico, come carne, latte e latticini, oppure con prodotti industriali confezionati, spesso di bassa qualità nutrizionale perché troppo ricchi di calorie e troppo poveri di micronutrienti.

Allo stesso tempo, la vita diventa più sedentaria, quindi il fabbisogno di calorie diminuisce e diete troppo povere diventano così troppo ricche.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i chili di troppo sono responsabili del 44% dei casi di diabete, del 23% degli infarti e del 40% di alcuni tipi di cancro, e sono diventati la causa di malattia in più rapida crescita.

Il problema è particolarmente grave nei paesi emergenti, dove mancano le risorse e le strutture per curare tante persone.

Spreco di cibo

Un terzo circa del cibo prodotto nel mondo non arriva nel piatto dei suoi abitanti.
Il cibo viene perduto lungo il suo intero ciclo di vita, dal produttore al consumatore.
Nei paesi più poveri, le perdite avvengono soprattutto nel campo, nei trasporti, nello stoccaggio e nella lavorazione, per mancanza delle infrastrutture necessarie: il cibo viene danneggiato (a causa di topi, ratti, locuste e altri insetti) o si deteriora (per mancanza di igiene o di una catena del freddo) prima ancora di arrivare alla vendita e al consumo. Il singolo consumatore però butta via solo 6-11 chili di cibo all’anno.

Nei paesi più ricchi, invece, le perdite maggiori sono nella vendita e nel consumo.
Si butta via il cibo perché contiene contaminanti (come agrofarmaci o micotossine) superiori ai limiti di legge, perché il livello qualitativo (anche semplicemente nell’aspetto) non è all’altezza, perché è scaduto ma è ancora buono, perché i supermercati preferiscono tenere gli scaffali sempre pieni, anche se sanno che parte del prodotto non sarà venduta.

Molto cibo, infine, viene sprecato a casa: secondo le stime FAO, dai 95 ai 115 chili di cibo per persona l’anno.
In Italia, le stime più affidabili parlano di un 8% della spesa alimentare che finisce nella spazzatura, per un valore fra i 7 e i 9 miliardi di euro l’anno.

Anche il costo ambientale è impressionante: per produrre il cibo che viene poi perduto si occupano 1,4 miliardi di ettari di terra che si potrebbero restituire agli ecosistemi naturali, si producono 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica che contribuiscono al cambiamento climatico, si sprecano 250 chilometri cubici di acqua, oltre all’energia e ai mezzi tecnici usati.

Ogni anno, nelle case dei paesi ricchi, si buttano 222 milioni di tonnellate di cibo, una quantità pari quasi alla produzione totale netta di cibo nell’Africa sub sahariana.

spreco-alimentare

Alessia Frasson – Pietro Raimondi




Ritrovare la felicità

10 gennaio 2015

Non si può lavorare a scuola se non si amano i ragazzi”. Dolcissima eco di parole pronunciate da chi nel mondo della scuola esiste e continua ad Essere.
Indelebile il ricordo al Palazzetto dello sport, il 20 dicembre 2014, giorno della festa dei ragazzi dell’ Itis di Lonato del Garda.

Squarcio di luce nella tempesta degli ultimi giorni.IMG-20150218-WA0024

Quante parole quel giorno, quanta bella musica con la band nata grazie all’intermediazione dell’ex dirigente, prof. Condello, bel ricordo e cuore buono, con me un angelo, sempre pronto a chiedermi “Tutto bene?”, sempre pronto ad ascoltarmi…. Ora è nell’abbraccio dei monti di Bolzano che consolano i suoi bei giorni dopo una vita spesa per il bene degli alunni.

Da settembre, a reggere il testimone, c’è un’attenta pedagogista che sa aprire strade di grande spessore morale e professionale. Naturalmente c’è anche lei, la dottoressa Roberta Gambaro, a riempire la serenità di questo giorno. Interviene con pochi incisivi pensieri mentre nel cuore si intensifica il desiderio di riabbracciare la sua famiglia spesso lontana ma sempre vicina nel tempo e nello spazio. Donne coraggiose che non sciupano la loro intelligenza, hanno il coraggio di rinunciare temporaneamente a grandi amori sempre e solo per amore. E ancora il fascino e la bella eleganza del Maestro Righetti che dirige i ragazzini amanti della musica e un prof. che ama mettersi in gioco suonando con orgoglio il suo strumento insieme a loro. Grande esempio per tutti e gioia del suo, del mio, del nostro indimenticabile amico Achille Cristani.

Irrompono note calde e vivaci. Una voce di ragazza infinitamente meravigliosa e assoli di un chitarrista esperto e coinvolgente…

E parole semplici nutrite di illuminazioni ironiche sulla vita e sul mondo: il magico IMG-20150218-WA0010Regis è perfettamente in sintonia con quelle melodie. Invita i ragazzi ad amare la grande possibilità che hanno sentenziando:”La scuola è simile alla vita… Amatela”. I ragazzini si divertono quando racconta la sua infanzia, quando ricorda la sua mamma (anche lei inglobata nell’acronimo U.M.S. -Unione Mamme Sofferenti!) che gli intimava di stare zitto con il nonno, di rispettarlo, di stare attento a non cadere con la bici perché altrimenti gli avrebbe riservato altre punizioni! Solo alcuni appaiono annoiati, moltissimi sorridono e partecipano ad una festa sana e felice. “Siate sempre giovani nel cuore”… Riecheggiano parole colme di saggezza di quel ragazzo amato dai ragazzini che li invita a credere nel mondo, a vivere in pace, ad apprezzare con prudenza la tecnologia capace anche di aprire infinite finestre di immense realtà, a non abbandonare la fantasia. Mai. Un’atmosfera serena che preannuncia la gioia della rinascita e del risveglio dei cuori.

Ora, dopo la lunga pausa natalizia e agli albori del 2015, mi ritrovo a meditare su quel bel tempo al palazzetto dello sport, un tempo che anticipava feste a volte “fastidiose” perché mi sommergono di ricordi oltre la vita presente, ricordi di coloro che condividevano con me abbracci di luce e sorrisi e ai quali ora devo augurare felicità virtuale ovunque siano. Feste che, a volte, si riempiono di mere formalità e dimenticano le tante complicazioni di questo pazzo mondo. Ci sono ricorrenze che , a volte, fanno male, ma la felicità va cercata assiduamente, come consiglia il nostro Benigni… “L’abbiamo avuta in dono quando eravamo piccoli”. Bella questa espressione. Mi ha liberata dal torpore di un pomeriggio noioso dopo un pranzo esagerato.

Un suono del cellulare. Messaggino! Apro la cartella e qualcosa mi irradia… A volte bastano poche parole e la nostra anima rinasce come quel bimbo nella povera grotta.”L’abbiamo avuta in dono quando eravamo piccoli”… Mi incanta quando la medito. I doni infantili sono sempre nella nostra memoria. Dobbiamo solo scavare e scavare, insanguinare le mani del ricordo e continuare a scavare per ritrovarli. Scavare per ritrovare la felicita smarrita. È solo nascosta in qualche cantuccio e non dobbiamo dimenticare di averla fino all’ultimo respiro. Quando la ritroveremo, avvertiremo nel cuore e nella mente un abbraccio luminoso di serenità e riacciufferemo il filo d’oro che lega Terra e Cielo… Al di là di tutto … “Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno” (C. Dickens).

IMG-20150218-WA0026 (1) In tempi così difficili, l’ottimismo va implorato con tutte le forze e quella felicità tanto agognata va cercata arrampicandosi su ogni parete dove si colorano con gioia la pace, l’unità , il dialogo, l’amore, la tolleranza. Tesoro, quest’ultimo, che non dobbiamo dimenticare mai di trasmettere ai nostri ragazzi perché la scuola è in prima linea nella reazione pacifica agli eventi generati da estremisti orribili che ci travolgono sterminando anni e anni di sacrifici e di lotte per raggiungere un grado di civiltà tanto importante .

Auguri dolcissimi… A tutti i cuori del mondo! Anche ai cuori che generano crudeltà affinché si sentano amati e non cerchino pretesti e strumentalizzazioni per far valere le loro idee…

Lucia Trane




Visita all’azienda Teseo S.r.l.

Logo TeseoLa visita si è svolta sabato 15 Novembre dalle ore 8.30 alle ore 12.00. L’Azienda in questione è la Teseo, un’azienda che si occupa di impianti per la distribuzione di aria compressa che ha sede a Desenzano D/G, ma possiede anche sbocchi commerciali in Nord America, Cina, Germania, Inghilterra, Colombia e in Olanda. La nostra esplorazione all’interno dell’azienda era articolata in sei parti:

  1. Visita in magazzino, con relative spiegazioni per quanto riguarda imballaggi, controlli finali ed elementi di codifica
  2. teseo02Visita generale ai diversi reparti di controllo sicurezza, di produzione di oggetti destinati al montaggio, di piegatura tubi, di controllo qualità
  3. Visita ai laboratori di controllo qualità (prove meccaniche, a corrosione, di durezza, etc.)
  4. Visita ai laboratori di disegno e progettazione (illustrazione della stampante 3D, spiegazione e consigli sulla questione brevetti, chiarimenti generali sulla progettazione dei prodotti dell’azienda)
  5. Visita all’apparato commerciale e burocratico dell’ azienda (compilamento pratiche, certificazione ISO 9001, esportazioni europee ed internazionali, rapporti con aziende, fiere e merchandising)
  6. Ovviamente, non poteva mancare un lauto rinfresco con il personale dell’ azienda che è stato successivamente ringraziato e calorosamente salutato

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Sede principale di Desenzano

C’è da dire che nonostante tutto il giro di affare sia italiano sia internazionale, questa è una piccola-media azienda che vanta l’operato di 50 persone tra operai e dirigenti. Ma non solo, dai grafici mostrati all’arrivo, si è notato che comunque in relazione alle proprie dimensioni l’azienda ha sempre avuto dei buoni profitti e una sostanziale crescita. Concludo affermando che, da un’idea che può sembrare banale come quella della sostituzione dei tubi di ferro(pesanti, difficili da montare) a quelli di alluminio(leggermente un po’ più costosi ma più efficienti, maneggevoli, resistenti) si è riusciti a tirar su un’azienda che occupa un posto ben piazzato nel suo settore. (Chiaramente non è stato solo quello a dare il boom ma anche un susseguirsi di raffinatezze tecniche ed e nuovi brevetti come il carrello che trasporta l’uscita dell’aria compressa oppure le pale eoliche che possono fungere da compressori, etc.)

Buonanno Giuseppe 4A




In trincea al Passo del Pasubio

Durante il percorso scolastico che lo studente vive crescendo, non sono poi molte le occasioni che permettono di creare fra compagni di corso e professori un vero legame d’amicizia. Nel corso dell’anno scolastico si è infatti molto impegnati nelle proprie attività e si vive giorno dopo giorno una costante e crescente richiesta di concentrazione sul proprio lavoro. gente Tutto ciò non aiuta i rapporti umani, i quali rimangono subordinati agli obbiettivi dei singoli inficiando l’aspetto comunitario della scuola. Per noi studenti della sezione 4 E informatica e della sezione 4 D elettronica però, il 27 ottobre 2014 si è presentata un’occasione più unica che rara. La passione, la determinazione e sopratutto la grande disponibilità del Professor Mauro Guerra, del Professor Domenico Marchione e del Professor Silvano Bandera ci hanno permesso di partecipare ad una delle più emozionanti ed efficaci gite al quale un ragazzo potrebbe partecipare, e cioè la visita alla ex zona di guerra situata tra le montagne del Passo del Pasubio. Tra quelle montagne, infatti, si sono scritte pagine importanti della storia del nostro paese, ed è proprio in quei luoghi che numerosissimi italiani hanno perso la vita per “difendere” o talvolta anche solo per “ubbidire” ad uno Stato messo in ginocchio dalla Prima Guerra Mondiale. Non sono servite particolari spiegazioni, una volta arrivati vicino alla trincee, perchè ci rendessimo tutti conto delle difficilissime condizioni di vita alle quali i soldati dovevano adattarsi per poter sopravvivere e combattere. panorama Nonostante le fantastiche condizioni climatiche che fortunatamente abbiamo incontrato durante la gita, infatti, non è stato difficile capire il freddo che i soldati dell’esercito Italiano e di quello Austriaco devono aver patito durante la loro permanenza in quei luoghi. In mezzo a quelle montagne, circondati da un così maestoso paesaggio e rapiti da un silenzio spiritualmente perforante ci siamo tutti sentiti vicini gli uni con gli altri e abbiamo tutti compreso l’incredibile sacralità di quelle rocce sulle quali uomini con famiglia e ragazzi come noi hanno versato il loro sangue per la patria! Le trincee nelle quali erano stanziati i soldati sono situate all’incirca a 2000 metri d’altitudine e ogni partecipante della gita è riuscito ad arrivare a questa quota aiutato solamente dalla forza delle proprie gambe e dal supporto dell’affiatato gruppo che si è subito creato fin dai primi momenti della gita! I tre professori accompagnatori si sono dimostrati, inoltre, particolarmente capaci e hanno aiutato i membri del gruppo in difficoltà mantenendo sempre tutti uniti ed attenti alla splendida natura circostante. gente2 Si può senza dubbio affermare che la lunga e complessa camminata verso il rifugio e il clima favorevole, ma non per questo mite, hanno collaborato nel rendere questa esperienza non soltanto intensa ed indimenticabile, ma hanno anche rafforzato ulteriormente il rapporto fra i compagni delle due classi con i propri docenti rendendoci AMICI invece che colleghi! Anche il rifugio Achille Papa in cui siamo stati ospitati per cenare e dormire ha offerto un servizio davvero impeccabile offrendoci una cena ed una colazione ottime permettendoci di continuare la gita a pieno regime, carichi per il ritorno. Non esagero dicendo che questo tipo di attività è piaciuta a tutti e ha dimostrato ulteriormente l’incredibile preparazione dei nostri docenti in molte più situazioni di quelle che la scuola può offrire. Siamo sempre più convinti della validità dei viaggi d’istruzione come questo, i quali danno la possibilità di vivere emozioni davvero incredibili con le persone che più ci sono vicine nella routine quotidiana ma che spesso ci risultano anche così distanti a causa delle numerose distrazioni. Concludo ringraziando nuovamente il professor Guerra, il professor Marchione ed il professor Bandera, ringrazio tutti i partecipanti delle due classi (4 E informatica e 4 D elettronica) e ringrazio anche la scuola e la dirigente per averci messo a disposizione gli strumenti necessari per realizzarla. Spero che grandi iniziative come questa possano essere riproposte ad altre classi nei prossimi anni e consiglio sinceramente a chiunque di parteciparvi!

Ora vi saluto e vi auguro una buona continuazione dell’anno scolastico,

Rino Bellandi 4E




Visita ufficiale del Dott. Mario Maviglia, 1° Dirigente dell’UST di Brescia

Ingresso in Aula Magna

Ingresso in Aula Magna

“Il discorso del Dirigente Scolastico”:

Non si verifica molto frequentemente che la massima autorità scolastica della Provincia di Brescia visiti in forma ufficiale la nostra scuola.
E’ quindi motivo di grande soddisfazione per me ricevere, martedì 27 maggio, il dott. Mario Maviglia, Primo Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale o come si diceva una volta il Provveditore di Brescia.

Presentiamo al dott. Maviglia una scuola di eccellenza ma non di elite. E’ una scuola di eccellenza perché prepara degli ottimi periti industriali che rappresentano il motore delle numerose aziende che si trovano sul territorio.

In ogni azienda che si ha l’occasione di visitare si trova sempre qualcuno che ha frequentato il Cerebotani e che occupa funzioni di responsabilità.
Ma lo è anche per l’impegno quotidiano dei suoi docenti che oltre ad esprimere nella generalità un’alta professionalità vi è una cura di tutti quegli aspetti problematici che sono presenti in una popolazione scolastica.

E’ una scuola di eccellenza e non di elite perché è una scuola che include, che accoglie, che rispetta le singole culture dei tanti studenti che provengono da paesi lontani e che mai ho potuto constatare un episodio di insofferenza razziale nei confronti di questi ragazzi; motivo per cui ritengo che questo sia un valore altamente nobile che contraddistingue questa scuola.

Nel dire questo non mi sfugge il contesto provinciale in cui la nostra scuola si trova, la presenza sul territorio di scuole che per numero di alunni sono il doppio o il triplo dei nostri 800 alunni, scuole la cui importanza non è data solo dal numero degli alunni , ma dalla loro storia, dal contributo che hanno dato al sistema scuola e tra le tante consentitemi di citare , in via del tutto eccezionale, l’Istituto Tecnico Tartaglia, che è stato diretto per lunghi anni dal dott. Fulvio Negri, che oggi è qui con noi, e che ha rappresentato un punto di riferimento nel panorama delle scuole bresciane, sia in termini di competenze, di innovazione e di umanità. Chiedo, quindi, un applauso per il dott. Negri per aver dedicato le sue migliori energie e la sua intelligenza per contribuire una scuola migliore.

Il provveditore in segreteria

Il provveditore in segreteria

Per una serie di coincidenze la nostra scuola è fortemente proiettata verso l’Europa. Tra il 2010 e il 2012 abbiamo portato a termine un importante progetto europeo nell’ambito del Comenius – Regio in cui abbiamo messo a confronto la preparazione del Manutentore meccanico ed elettrico in Lombardia e in Sassonia con la città di Riesa. Questo progetto ha consentito di fare uno scambio culturale tra noi e l’Istituto Tecnico di Riesa mandando una nostra classe a Riesa e successivamente ospitando una classe tedesca. Dopo di che abbiamo la nostra collaborazione con il liceo di Ruedersdorf vicino Berlino ; e sono già due anni che abbiamo un importante scambio culturale con questa scuola tedesca.

Sono due anni che abbiamo avviato un corso di tedesco libero e volontario pomeridiano che offriamo ai nostri alunni dando l’opportunità di imparare il tedesco acquisendo uno strumento linguistico importante per entrare in Europa.

Recentemente grazie alle competenze linguistiche delle professoresse Berno e Medaina abbiamo scritto la nostra scuola alle varie possibilità offerte dalla Unione Europea attraverso l’Erasmus Plus di poter partecipare ai finanziamenti europei.

Tutte azioni concrete che ci consentono di dire che la nostra scuola è fattivamente lanciata a livello europeo.

E’ di questi giorni la presentazione alla Regione Lombardia della nostra candidatura come Polo Tecnico Professionale per un percorso IFTS per la formazione di un Tecnico dei Sistemi Domotici ad alta Efficienza Energetica.
E’ un percorso post-diploma di 900 ore che la Regione lo finanzia con 135.000 euro.

La nostra è una scuola di periferia che per poter affrontare le sfide di un mondo che è in tumultuoso cambiamento ha bisogno di rimanere costantemente collegata attraverso progetti istituzionali con una rete significativa di scuole per evitare di essere lentamente emarginata. Noi ci proviamo.

Il Dirigente Scolastico (Prof. Vincenzo Condello)




Visita il dott. Mario Maviglia, 1° Dirigente dell’UST di Brescia: la cronaca

La banda dell'istituto

La banda dell’istituto in attesa del Dott. Maviglia

Martedì 27 maggio 2014 all’IIS Cerebotani di Lonato ha fatto visita il dott. Mario Maviglia, Primo Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia. La scuola ha preparato l’evento in modo eccellente, come già accaduto in occasione della visita del Vescovo.
All’entrata dell’Istituto la banda della scuola ha suonato una canzone di benvenuto. Finita l’accoglienza all’ingresso, il provveditore è stato accompagnato in aula magna dove sono state illustrate le attività extra-curriculari più significative realizzate dal nostro istituto. Agli studenti che hanno partecipato a tali attività è stato assegnato il compito di promuoverle ed illustrarle al provveditore e all’intera platea.
Il primo gruppo di studenti ha presentato filmato sui vantaggi/svantaggi dell’OGM e dell’agricoltura biologica, realizzato per partecipare ad un concorso indetto per EXPO 2015.
Subito dopo è stata raccontata l’esperienza degli scambi culturali, effettuati dalla scuola con due istituti tedeschi, uno di Düsseldorf e l’altro di Berlino.
E’ stata la volta quindi del gruppo di allievi impegnati nella “PEER Education” un’attività d’informazione e di prevenzione sull’uso di sostanze che causano dipendenze, e sui rischi dei rapporti sessuali non protetti.
In chiusura sono state presentate l’eccellenze del nostro istituto.
E’ il caso, ad esempio, di Matteo Pavarini, le cui straordinarie
capacità gli sono valse un viaggio ad Amsterdam per la ricerca sul cancro o degli studenti che hanno partecipato alla mostra “x al quadrato”, un approfondimento, per assi della matematica, sulla parabola.

Il provveditore si è mostrato sinceramente sorpreso e onorato dalle attenzioni riservategli da parte degli studenti, del corpo docenti e di tutto il personale scolastico. Non si aspettava
un’accoglienza di questo tipo e un’organizzazione così minuziosa
dell’evento.

Dopo i ringraziamenti di chiusura, il Dirigente Scolastico si è incaricato di mostrare al provveditore i laboratori presenti nella scuola.

Claudio Ravanelli




Partecipazione alla 3° Fiera delle imprese formative simulate

La Fiera dura due giorni e ci partecipano diverse scuole anche dal Tirolo e dalla Germania. L’anno prossimo l’evento maggiore si svolgerà a Praga e ci sarà una piccola mostra davanti all’Expo di Milano. La fiera di oggi si trovava all’interno di una scuola di Monza, la scuola Confalonieri, che ha messo a disposizione il suo cortile per i diversi stand. Appena arrivati siamo entrati ed ognuno di noi ha avuto il timbro IFS per fare in modo da poter entrare e uscire in ogni momento, una volta entrati abbiamo fatto il giro di tutte le varie postazioni. Le postazioni erano molto varie ed ognuna offriva spunti e caratteristiche diverse. C’erano scuole che vendevano vestiti, scuola che facevano frullati di frutta, scuole che vendevano i frutti della propria terra, scuole che facevano progetti per il riscaldamento e una scuola ha anche progettato un missile. Altre scuole facevano programmi per la fotografia, altre facevano robot tecnologicamente molto avanzati e ogni progetto era molto interessante. Uno stand particolarmente attivo era questo: “Alla corte di Teodolinda”, rappresentati da una scuola alberghiera che offriva il proprio cibo. Teodolinda è stata colei che ha convertito Monza al cristianesimo dall’arianesimo quindi è una persona chiave di questa città e a lei è stato dedicato il Duomo e una corona con un valore particolare che è ancora custodita e si dice che ci sia anche una leggenda su un chiodo in essa, per questo motivo hanno voluto dare il nome a questo stand. Questo stand è dei ragazzi di un Itis che hanno sviluppato un robot a sei braccia e in più hanno anche sviluppato un cane robot con il linguaggio specifico che evita gli ostacoli ribaltandosi su se stesso. Sono stati molto bravi perché il progetto non era semplice. Alla fiera ci hanno accompagnato il professor Strano e la professoressa Cotrufo che sono stati molto socievoli e simpatici. Durante la nostra visita alla fiera siamo andati anche nella sala conferenze, una bellissima sala dove parlavano il sindaco di Monza, il direttore di Confindustria, l’assessore del Comune e altre personalità elevate. Il discorso è stato molto interessante perché hanno spiegato come aiutare noi ragazzi a migliorare e come trovare i soldi per fare queste iniziative e non bloccare la nostra creatività. Continuando la nostra visita abbiamo anche incontrato uno stand molto interessante perché fa cose che vorremmo fare anche noi ragazzi ossia modificare le immagini. Questo è il manifesto e loro ti fanno la foto, poi la modificano a loro scelta e successivamente la inviano a te, come idea è molto bella e non facile da realizzare dato che i programmi per modificare le immagini in modo completo costano molti soldi. Una volta finita la visita alla fiera due guide turistiche della scuola Olivetti ci hanno accompagnato a fare la visita della città, del fiume e dei posti più caratteristici. Successivamente abbiamo avuto del tempo libero per andare dove volevamo, una meta molto ambita è stata andare al Parco di Monza che è anche il più grande in Europa e al suo interno possiamo trovare anche l’autodromo di Monza molto rinomato per le gare automobiliste e motociclistiche che fanno al suo interno. E’ stata un’ottima esperienza e abbiamo imparato molte cose sul lavoro che dovremo fare anche noi dato che l’anno prossimo se riusciremo, andremo anche noi a esporre il lavoro che stiamo facendo.




Intervento della prof.ssa Trane

Intervento prof.ssa Trane

Intervento prof.ssa Trane

Quando la morte genera nella testa di un essere umano infiniti e assillanti e devastanti «perché», quando con il suo sguardo assente e i suoi denti impudici sorveglia gioiosa gli ultimi istanti di una «giovane vita», quando in quei terribili istanti il suo velo opprimente soffoca chi se ne va e chi rimane su questo angolo d’universo disorientandolo e stroncando ogni sottilissima sicurezza, risuonano sfolgoranti parole partorite alla ricerca di una sola risposta. Dopo estenuanti attese alla ricerca anche di quella sola risposta ai miei infiniti perché, ho urlato al mio cuore, affinché si incastonassero per sempre, queste parole: «Gli angeli camminano sulla Terra solo per poco, hanno la purezza per affrontare il Grande Volo. Nascondono piccole ali luminose invisibili all’occhio umano. Li vedi ma spesso non li riconosci perché non li guardi negli occhi. Sono passeggeri consolatori nell’inverno delle stagioni. Filtrano il Bene lasciando incenerire il Male. Così la Terra con loro è un Paradiso fatto di mortali. A volte succede che diventano Angeli con grandi ali per amarci eternamente…». Ogni volta che conosco storie di giovani volati via troppo presto, alimento la presunzione di comprendere l’angoscia e l’incredulità delle famiglie perché rivivo, secondo per secondo, il mio dramma e quello della mia famiglia per il nostro bel Gianluca. Come in tutte le cose della vita… solo chi sperimenta sulla propria pelle può capire. Intorno, quando la sensibilità è un dono innato, vive l’umana comprensione, ma il clamore dei primi tempi poi lascia il posto al silenzio, a quello che io chiamo «divino silenzio». Ed è in un angolo di quel silenzio che l’uomo travagliato, l’uomo colpito dal dolore deve trovare la forza in se stesso di rinascere,senza aspettarsi niente da nessuno se non nel cuore puro della propria famiglia o di persone vere che sanno ascoltare. Risolvere certi scontri esistenziali è difficilissimo, ma in un angolo di quel silenzio ho recuperato un dolce, tenero pensiero: desidero credere che i nostri angeli terreni siano accolti dalla Verità divina con gioia incommensurabile e proiettati nella misteriosa bellezza dei Cieli dalla quale illumineranno invisibilmente i nostri passi.

angeloGli angeli camminano sulla Terra solo per poco hanno la purezza per affrontare il grande volo. Nascondono piccole ali lunimose invisibili all’occhio umano. Li vedi ma spesso non li riconosci perche non li guardi negli occhi. Sono passeggeri consolatori nell’inverno delle stagioni Filtrano il Bene, lasciando incenerire il Male. Così la Terra con loro è un Paradiso fatto di mortali. A volte succede che diventano angeli con grandi ali per amarci eternamente…

Lucia Trane




Visita di Monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona (07 Maggio 2014)

I saluti del DS

I saluti del DS

“Il discorso di saluto del Dirigente Scolastico” 

Eccellenza ho il piacere e l’ onore di darle il benvenuto nella nostra scuola. Questo è un Istituto Tecnico che prepara dei giovani tecnici in quattro indirizzi: meccanica, elettronica, informatica e chimica.

E’ composto da circa 820 studenti, 90 docenti e 24 unità tra il personale ATA. Quindi possiamo dire una Comunità

di circa 1000 persone che animano e popolano questa struttura scolastica. E’ una scuola questa che è in perfetta simbiosi con il territorio che la ospita. Nasce prevalentemente come indirizzo meccanico e nel corso di quasi cinquantanni di vita questa scuola ha preparato dei tecnici di valore che hanno consentito alle numerose aziende meccaniche e non solo, che si trovano disseminate sul territorio di posizionarsi su livelli di eccellenza ed essere fortemente competitive a livello europeo.
Rivendico a questa scuola un valore strategico, rivendico il possesso di
giacimenti di competenze e conoscenze che le consentono, pur essendo una
scuola di periferia , di non essere da meno rispetto alle scuole di Brescia e
provincia dotate anch’esse, di lunga tradizione, storia, elevate competenze
tecniche e scientifiche.

L'arrivo del Vescovo

L’arrivo del Vescovo

In un mondo in continua evoluzione e trasformazione la scuola non può
rimanere immobile pena la sua obsolescenza e la fuoriuscita da un circuito
virtuoso e l’allentamento della forza di attrazione nei confronti delle giovani
generazioni.
Tenendo presenti queste considerazioni, in questi ultimi anni la nostra
scuola si è aperta nei confronti dell’Europa.  Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto europeo, grazie alla intuizione e alla ferma volontà del dott. Colosio, già Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e della fattiva collaborazione con il gruppo Feralpi.

La festa in cortile

La festa in cortile

Nello stesso tempo abbiamo potenziato il settore linguistico con
l’introduzione dello studio del tedesco in modo libero e volontario. Già un
buon numero di nostri studenti ha partecipato agli scambi culturali con i
nostri partners tedeschi cogliendo l’opportunità di visitare città come Berlino, Riesa e Ruedersdorf. L’altra dimensione che un Istituto tecnico non può trascurare è l’aspetto lavorativo. Quest’anno scolastico abbiamo avviato al progetto di alternanza scuola-lavoro circa 200 studenti degli indirizzi di meccanica ed elettronica.
Ed è motivo di grande gratificazione sentire i giudizi entusiastici che le
aziende danno dei nostri alunni. Nella maggior parte dei casi le aziende
offrono a questi ragazzi l’opportunità di continuare a lavorare con la
possibilità anche di assumerli oppure di ritornare durante l’estate.
La dimensione del lavoro non viene coltivata soltanto facendo andare per due settimane i nostri alunni presso le aziende, ma mediante il progetto di
simulazione aziendale i nostri alunni si impadroniscono dei primi elementi
per costituire una azienda ma anche di poterla gestire attraverso la possibilità di svolgere mansioni lavorative effettive come in una azienda vera.  Ma oltre a preoccuparci che la nostra scuola formi dei tecnici di valore è inevitabile che siamo investiti dall’onda d’urto della crisi economica. Noi avvertiamo il disagio delle famiglie e tocchiamo con mano

In aula magna con il Sindaco

In aula magna con il Sindaco

la difficoltà di coprire spese di modesta entità. Non di rado veniamo a conoscenza della perdita del posto di lavoro del capo famiglia. La conseguenza diretta di queste difficoltà è lo sfaldamento della famiglia con ricadute pesanti su ragazzi minorenni che al contrario avrebbero bisogno di stabilità economica e stabilità affettiva.
Viviamo quindi, eccellenza, una crisi che non è solo economica ma è anche e soprattutto una crisi di valori.
Sono questi i momenti in cui si sente il bisogno di una guida spirituale che ci
aiuti a superare i momenti di sconforto, di solitudine, di angoscia. Si sente il
bisogno di una autorità morale che testimoni con l’esempio della sua vita la
solidarietà e la vicinanza alle persone più bisognose e più deboli.

Molti dei nostri allievi provengono da Paesi lontani, con culture e abitudini diverse, eppure non sono mai venuto a conoscenza di un solo episodio di intolleranza, in questo senso la nostra scuola esprime un valore alto di accoglienza e di accettazione, di chi è diverso da noi.
La nostra scuola è di eccellenza ma non di elite. Ma questa caratteristica che connota la nostra scuola come una scuola che include e non allontana non si manifesta per caso ma è il risultato del lavoro quotidiano del corpo docente ed in particolare di un nucleo di docenti che ha sempre perseguito con determinazione questo risultato.
Ma la diversità , eccellenza, ha diverse sfaccettature e alla scuola scuola spetta il compito di amalgamare le diversità culturali, di genere, di provenienza formare un cittadino onesto, rispettoso della legalità, competente nel proprio lavoro.
La sua presenza in mezzo a noi, eccellenza, è motivo di gioia e conforto e
rappresenta quel soffio di sacralità e spiritualità la quale l’uomo non è
completo.

Il Dirigente Scolastico (Prof. Vincenzo Condello) 




Scambio culturale con scuole tedesche

Scambio culturale: l'arrivo

Scambio culturale: l’arrivo

Avvenuto tra il 23 e il 30 ottobre 2013, nelle vicinanze di Berlino (Rϋdersdorf), questo scambio rimarrà sempre tra i miei ricordi. Ripartendo da quella sera dove tutto ebbe inizio, conobbi la compagna di scambio, Lilly, affettuosissima e molto amichevole, la sua casa, familiare e rigorosamente in ordine, il suo life style e i suoi genitori, socievoli ed accoglienti. Tutto provocò una grande tempesta cerebrale, tanto che passai una notte dormendo solo 5 ore, terribilmente arso dalle fiamme dell’agitazione. Troppo poco per affrontare all’ indomani un’intera giornata. Ma misi da parte la stanchezza e continuai il tragitto. Da non dimenticare che il tutto doveva essere condito con una buona dose di inglese parlato (e dico parlato perché bisognava essere scaltri ma allo stesso tempo precisi) e sfoggiando un eventuale e primordiale tedesco (spassionatamente dichiarata fu la capacita di orare questa lingua). Il programma era una precisa coadiuvazione tra svago, storia e conoscenza del territorio. Di seguito verrà esaminato, intromettendosi in ogni singolo episodio:

• Progetto di biologia, scoprire come funzionava l’enzima della patata, reazioni di decomposizione, etc.

• Progetto di elettronica, riprodurre il funzionamento di una cancello automatico. Era stato veramente sorprendente mettere in atto le conoscenze in Elettronica;

• Visita del piccolo paese dove risiedeva la scuola, molto caratteristico e soprattutto immerso nella natura più verde, attraversato da fiumi ma abbondante per parchetti e piccoli boschi;

• Escursione al celeberrimo castello di Cecilienhof, dove i grandi tre (Stalin, Churchill, Truman) si sono spartiti la Germania, dopo la seconda guerra mondiale. Alla vista della fatidica sala, il battito s’ interruppe e solo allora capii quanta storia attraversò quell’ atrio;

• Visita alla città di Potsdam e soprattutto al parco Sanssouci, immenso, altezzoso ed elogiativo per l’importatore della patata (particolarmente attento all’ arte, alla musica e l’amore per i cani);

• Si susseguirono due giorni in famiglia dove visitai l’East side Gallery (muro di Berlino), il centro di Berlino (girando per tutta la città, volteggiando su treni, bus, e tram come non ho mai fatto);

• Gita nell’ entroterra berlinese alla volta di progetti elettrotecnici e visita alla Potsdamerplatz, copiosamente gigante e brulicante di gente;

• Visita in un museo tecnico con mostre di opere in campo bellico, navale, ferroviario, molto affascinante e interessante (soprattutto per l’esposizione del primo computer di sempre);

• Visita alla torre della televisione (magnificamente alta e fiera di essere simbolo della città), alla porta di Brandeburgo, e al Checkpoint Charlie (il vecchio lasciapassare degli Americani).

Riaffiorano ancora adesso migliaia di fotogrammi nella mia mente, sensazioni, ricordi incancellabili. Sono stati solo sette giorni, ma erano stracolmi. Era indescrivibile il via vai di gente nella capitale, mastodontiche quantità di persone che traslavano in massa, biciclette che andavano come il vento. Poche son le foto che ho ritratto ma proprio saranno tenute come reliquie. Auguro lo stesso benessere provata anche a Lilly, regalando brecce nel cuore che sempre rimarranno aperte.

Giuseppe Buonanno