In trincea al Passo del Pasubio

Durante il percorso scolastico che lo studente vive crescendo, non sono poi molte le occasioni che permettono di creare fra compagni di corso e professori un vero legame d’amicizia. Nel corso dell’anno scolastico si è infatti molto impegnati nelle proprie attività e si vive giorno dopo giorno una costante e crescente richiesta di concentrazione sul proprio lavoro. gente Tutto ciò non aiuta i rapporti umani, i quali rimangono subordinati agli obbiettivi dei singoli inficiando l’aspetto comunitario della scuola. Per noi studenti della sezione 4 E informatica e della sezione 4 D elettronica però, il 27 ottobre 2014 si è presentata un’occasione più unica che rara. La passione, la determinazione e sopratutto la grande disponibilità del Professor Mauro Guerra, del Professor Domenico Marchione e del Professor Silvano Bandera ci hanno permesso di partecipare ad una delle più emozionanti ed efficaci gite al quale un ragazzo potrebbe partecipare, e cioè la visita alla ex zona di guerra situata tra le montagne del Passo del Pasubio. Tra quelle montagne, infatti, si sono scritte pagine importanti della storia del nostro paese, ed è proprio in quei luoghi che numerosissimi italiani hanno perso la vita per “difendere” o talvolta anche solo per “ubbidire” ad uno Stato messo in ginocchio dalla Prima Guerra Mondiale. Non sono servite particolari spiegazioni, una volta arrivati vicino alla trincee, perchè ci rendessimo tutti conto delle difficilissime condizioni di vita alle quali i soldati dovevano adattarsi per poter sopravvivere e combattere. panorama Nonostante le fantastiche condizioni climatiche che fortunatamente abbiamo incontrato durante la gita, infatti, non è stato difficile capire il freddo che i soldati dell’esercito Italiano e di quello Austriaco devono aver patito durante la loro permanenza in quei luoghi. In mezzo a quelle montagne, circondati da un così maestoso paesaggio e rapiti da un silenzio spiritualmente perforante ci siamo tutti sentiti vicini gli uni con gli altri e abbiamo tutti compreso l’incredibile sacralità di quelle rocce sulle quali uomini con famiglia e ragazzi come noi hanno versato il loro sangue per la patria! Le trincee nelle quali erano stanziati i soldati sono situate all’incirca a 2000 metri d’altitudine e ogni partecipante della gita è riuscito ad arrivare a questa quota aiutato solamente dalla forza delle proprie gambe e dal supporto dell’affiatato gruppo che si è subito creato fin dai primi momenti della gita! I tre professori accompagnatori si sono dimostrati, inoltre, particolarmente capaci e hanno aiutato i membri del gruppo in difficoltà mantenendo sempre tutti uniti ed attenti alla splendida natura circostante. gente2 Si può senza dubbio affermare che la lunga e complessa camminata verso il rifugio e il clima favorevole, ma non per questo mite, hanno collaborato nel rendere questa esperienza non soltanto intensa ed indimenticabile, ma hanno anche rafforzato ulteriormente il rapporto fra i compagni delle due classi con i propri docenti rendendoci AMICI invece che colleghi! Anche il rifugio Achille Papa in cui siamo stati ospitati per cenare e dormire ha offerto un servizio davvero impeccabile offrendoci una cena ed una colazione ottime permettendoci di continuare la gita a pieno regime, carichi per il ritorno. Non esagero dicendo che questo tipo di attività è piaciuta a tutti e ha dimostrato ulteriormente l’incredibile preparazione dei nostri docenti in molte più situazioni di quelle che la scuola può offrire. Siamo sempre più convinti della validità dei viaggi d’istruzione come questo, i quali danno la possibilità di vivere emozioni davvero incredibili con le persone che più ci sono vicine nella routine quotidiana ma che spesso ci risultano anche così distanti a causa delle numerose distrazioni. Concludo ringraziando nuovamente il professor Guerra, il professor Marchione ed il professor Bandera, ringrazio tutti i partecipanti delle due classi (4 E informatica e 4 D elettronica) e ringrazio anche la scuola e la dirigente per averci messo a disposizione gli strumenti necessari per realizzarla. Spero che grandi iniziative come questa possano essere riproposte ad altre classi nei prossimi anni e consiglio sinceramente a chiunque di parteciparvi!

Ora vi saluto e vi auguro una buona continuazione dell’anno scolastico,

Rino Bellandi 4E




Visita ufficiale del Dott. Mario Maviglia, 1° Dirigente dell’UST di Brescia

Ingresso in Aula Magna

Ingresso in Aula Magna

“Il discorso del Dirigente Scolastico”:

Non si verifica molto frequentemente che la massima autorità scolastica della Provincia di Brescia visiti in forma ufficiale la nostra scuola.
E’ quindi motivo di grande soddisfazione per me ricevere, martedì 27 maggio, il dott. Mario Maviglia, Primo Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale o come si diceva una volta il Provveditore di Brescia.

Presentiamo al dott. Maviglia una scuola di eccellenza ma non di elite. E’ una scuola di eccellenza perché prepara degli ottimi periti industriali che rappresentano il motore delle numerose aziende che si trovano sul territorio.

In ogni azienda che si ha l’occasione di visitare si trova sempre qualcuno che ha frequentato il Cerebotani e che occupa funzioni di responsabilità.
Ma lo è anche per l’impegno quotidiano dei suoi docenti che oltre ad esprimere nella generalità un’alta professionalità vi è una cura di tutti quegli aspetti problematici che sono presenti in una popolazione scolastica.

E’ una scuola di eccellenza e non di elite perché è una scuola che include, che accoglie, che rispetta le singole culture dei tanti studenti che provengono da paesi lontani e che mai ho potuto constatare un episodio di insofferenza razziale nei confronti di questi ragazzi; motivo per cui ritengo che questo sia un valore altamente nobile che contraddistingue questa scuola.

Nel dire questo non mi sfugge il contesto provinciale in cui la nostra scuola si trova, la presenza sul territorio di scuole che per numero di alunni sono il doppio o il triplo dei nostri 800 alunni, scuole la cui importanza non è data solo dal numero degli alunni , ma dalla loro storia, dal contributo che hanno dato al sistema scuola e tra le tante consentitemi di citare , in via del tutto eccezionale, l’Istituto Tecnico Tartaglia, che è stato diretto per lunghi anni dal dott. Fulvio Negri, che oggi è qui con noi, e che ha rappresentato un punto di riferimento nel panorama delle scuole bresciane, sia in termini di competenze, di innovazione e di umanità. Chiedo, quindi, un applauso per il dott. Negri per aver dedicato le sue migliori energie e la sua intelligenza per contribuire una scuola migliore.

Il provveditore in segreteria

Il provveditore in segreteria

Per una serie di coincidenze la nostra scuola è fortemente proiettata verso l’Europa. Tra il 2010 e il 2012 abbiamo portato a termine un importante progetto europeo nell’ambito del Comenius – Regio in cui abbiamo messo a confronto la preparazione del Manutentore meccanico ed elettrico in Lombardia e in Sassonia con la città di Riesa. Questo progetto ha consentito di fare uno scambio culturale tra noi e l’Istituto Tecnico di Riesa mandando una nostra classe a Riesa e successivamente ospitando una classe tedesca. Dopo di che abbiamo la nostra collaborazione con il liceo di Ruedersdorf vicino Berlino ; e sono già due anni che abbiamo un importante scambio culturale con questa scuola tedesca.

Sono due anni che abbiamo avviato un corso di tedesco libero e volontario pomeridiano che offriamo ai nostri alunni dando l’opportunità di imparare il tedesco acquisendo uno strumento linguistico importante per entrare in Europa.

Recentemente grazie alle competenze linguistiche delle professoresse Berno e Medaina abbiamo scritto la nostra scuola alle varie possibilità offerte dalla Unione Europea attraverso l’Erasmus Plus di poter partecipare ai finanziamenti europei.

Tutte azioni concrete che ci consentono di dire che la nostra scuola è fattivamente lanciata a livello europeo.

E’ di questi giorni la presentazione alla Regione Lombardia della nostra candidatura come Polo Tecnico Professionale per un percorso IFTS per la formazione di un Tecnico dei Sistemi Domotici ad alta Efficienza Energetica.
E’ un percorso post-diploma di 900 ore che la Regione lo finanzia con 135.000 euro.

La nostra è una scuola di periferia che per poter affrontare le sfide di un mondo che è in tumultuoso cambiamento ha bisogno di rimanere costantemente collegata attraverso progetti istituzionali con una rete significativa di scuole per evitare di essere lentamente emarginata. Noi ci proviamo.

Il Dirigente Scolastico (Prof. Vincenzo Condello)




Visita il dott. Mario Maviglia, 1° Dirigente dell’UST di Brescia: la cronaca

La banda dell'istituto

La banda dell’istituto in attesa del Dott. Maviglia

Martedì 27 maggio 2014 all’IIS Cerebotani di Lonato ha fatto visita il dott. Mario Maviglia, Primo Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia. La scuola ha preparato l’evento in modo eccellente, come già accaduto in occasione della visita del Vescovo.
All’entrata dell’Istituto la banda della scuola ha suonato una canzone di benvenuto. Finita l’accoglienza all’ingresso, il provveditore è stato accompagnato in aula magna dove sono state illustrate le attività extra-curriculari più significative realizzate dal nostro istituto. Agli studenti che hanno partecipato a tali attività è stato assegnato il compito di promuoverle ed illustrarle al provveditore e all’intera platea.
Il primo gruppo di studenti ha presentato filmato sui vantaggi/svantaggi dell’OGM e dell’agricoltura biologica, realizzato per partecipare ad un concorso indetto per EXPO 2015.
Subito dopo è stata raccontata l’esperienza degli scambi culturali, effettuati dalla scuola con due istituti tedeschi, uno di Düsseldorf e l’altro di Berlino.
E’ stata la volta quindi del gruppo di allievi impegnati nella “PEER Education” un’attività d’informazione e di prevenzione sull’uso di sostanze che causano dipendenze, e sui rischi dei rapporti sessuali non protetti.
In chiusura sono state presentate l’eccellenze del nostro istituto.
E’ il caso, ad esempio, di Matteo Pavarini, le cui straordinarie
capacità gli sono valse un viaggio ad Amsterdam per la ricerca sul cancro o degli studenti che hanno partecipato alla mostra “x al quadrato”, un approfondimento, per assi della matematica, sulla parabola.

Il provveditore si è mostrato sinceramente sorpreso e onorato dalle attenzioni riservategli da parte degli studenti, del corpo docenti e di tutto il personale scolastico. Non si aspettava
un’accoglienza di questo tipo e un’organizzazione così minuziosa
dell’evento.

Dopo i ringraziamenti di chiusura, il Dirigente Scolastico si è incaricato di mostrare al provveditore i laboratori presenti nella scuola.

Claudio Ravanelli




Partecipazione alla 3° Fiera delle imprese formative simulate

La Fiera dura due giorni e ci partecipano diverse scuole anche dal Tirolo e dalla Germania. L’anno prossimo l’evento maggiore si svolgerà a Praga e ci sarà una piccola mostra davanti all’Expo di Milano. La fiera di oggi si trovava all’interno di una scuola di Monza, la scuola Confalonieri, che ha messo a disposizione il suo cortile per i diversi stand. Appena arrivati siamo entrati ed ognuno di noi ha avuto il timbro IFS per fare in modo da poter entrare e uscire in ogni momento, una volta entrati abbiamo fatto il giro di tutte le varie postazioni. Le postazioni erano molto varie ed ognuna offriva spunti e caratteristiche diverse. C’erano scuole che vendevano vestiti, scuola che facevano frullati di frutta, scuole che vendevano i frutti della propria terra, scuole che facevano progetti per il riscaldamento e una scuola ha anche progettato un missile. Altre scuole facevano programmi per la fotografia, altre facevano robot tecnologicamente molto avanzati e ogni progetto era molto interessante. Uno stand particolarmente attivo era questo: “Alla corte di Teodolinda”, rappresentati da una scuola alberghiera che offriva il proprio cibo. Teodolinda è stata colei che ha convertito Monza al cristianesimo dall’arianesimo quindi è una persona chiave di questa città e a lei è stato dedicato il Duomo e una corona con un valore particolare che è ancora custodita e si dice che ci sia anche una leggenda su un chiodo in essa, per questo motivo hanno voluto dare il nome a questo stand. Questo stand è dei ragazzi di un Itis che hanno sviluppato un robot a sei braccia e in più hanno anche sviluppato un cane robot con il linguaggio specifico che evita gli ostacoli ribaltandosi su se stesso. Sono stati molto bravi perché il progetto non era semplice. Alla fiera ci hanno accompagnato il professor Strano e la professoressa Cotrufo che sono stati molto socievoli e simpatici. Durante la nostra visita alla fiera siamo andati anche nella sala conferenze, una bellissima sala dove parlavano il sindaco di Monza, il direttore di Confindustria, l’assessore del Comune e altre personalità elevate. Il discorso è stato molto interessante perché hanno spiegato come aiutare noi ragazzi a migliorare e come trovare i soldi per fare queste iniziative e non bloccare la nostra creatività. Continuando la nostra visita abbiamo anche incontrato uno stand molto interessante perché fa cose che vorremmo fare anche noi ragazzi ossia modificare le immagini. Questo è il manifesto e loro ti fanno la foto, poi la modificano a loro scelta e successivamente la inviano a te, come idea è molto bella e non facile da realizzare dato che i programmi per modificare le immagini in modo completo costano molti soldi. Una volta finita la visita alla fiera due guide turistiche della scuola Olivetti ci hanno accompagnato a fare la visita della città, del fiume e dei posti più caratteristici. Successivamente abbiamo avuto del tempo libero per andare dove volevamo, una meta molto ambita è stata andare al Parco di Monza che è anche il più grande in Europa e al suo interno possiamo trovare anche l’autodromo di Monza molto rinomato per le gare automobiliste e motociclistiche che fanno al suo interno. E’ stata un’ottima esperienza e abbiamo imparato molte cose sul lavoro che dovremo fare anche noi dato che l’anno prossimo se riusciremo, andremo anche noi a esporre il lavoro che stiamo facendo.




Intervento della prof.ssa Trane

Intervento prof.ssa Trane

Intervento prof.ssa Trane

Quando la morte genera nella testa di un essere umano infiniti e assillanti e devastanti «perché», quando con il suo sguardo assente e i suoi denti impudici sorveglia gioiosa gli ultimi istanti di una «giovane vita», quando in quei terribili istanti il suo velo opprimente soffoca chi se ne va e chi rimane su questo angolo d’universo disorientandolo e stroncando ogni sottilissima sicurezza, risuonano sfolgoranti parole partorite alla ricerca di una sola risposta. Dopo estenuanti attese alla ricerca anche di quella sola risposta ai miei infiniti perché, ho urlato al mio cuore, affinché si incastonassero per sempre, queste parole: «Gli angeli camminano sulla Terra solo per poco, hanno la purezza per affrontare il Grande Volo. Nascondono piccole ali luminose invisibili all’occhio umano. Li vedi ma spesso non li riconosci perché non li guardi negli occhi. Sono passeggeri consolatori nell’inverno delle stagioni. Filtrano il Bene lasciando incenerire il Male. Così la Terra con loro è un Paradiso fatto di mortali. A volte succede che diventano Angeli con grandi ali per amarci eternamente…». Ogni volta che conosco storie di giovani volati via troppo presto, alimento la presunzione di comprendere l’angoscia e l’incredulità delle famiglie perché rivivo, secondo per secondo, il mio dramma e quello della mia famiglia per il nostro bel Gianluca. Come in tutte le cose della vita… solo chi sperimenta sulla propria pelle può capire. Intorno, quando la sensibilità è un dono innato, vive l’umana comprensione, ma il clamore dei primi tempi poi lascia il posto al silenzio, a quello che io chiamo «divino silenzio». Ed è in un angolo di quel silenzio che l’uomo travagliato, l’uomo colpito dal dolore deve trovare la forza in se stesso di rinascere,senza aspettarsi niente da nessuno se non nel cuore puro della propria famiglia o di persone vere che sanno ascoltare. Risolvere certi scontri esistenziali è difficilissimo, ma in un angolo di quel silenzio ho recuperato un dolce, tenero pensiero: desidero credere che i nostri angeli terreni siano accolti dalla Verità divina con gioia incommensurabile e proiettati nella misteriosa bellezza dei Cieli dalla quale illumineranno invisibilmente i nostri passi.

angeloGli angeli camminano sulla Terra solo per poco hanno la purezza per affrontare il grande volo. Nascondono piccole ali lunimose invisibili all’occhio umano. Li vedi ma spesso non li riconosci perche non li guardi negli occhi. Sono passeggeri consolatori nell’inverno delle stagioni Filtrano il Bene, lasciando incenerire il Male. Così la Terra con loro è un Paradiso fatto di mortali. A volte succede che diventano angeli con grandi ali per amarci eternamente…

Lucia Trane




Visita di Monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona (07 Maggio 2014)

I saluti del DS

I saluti del DS

“Il discorso di saluto del Dirigente Scolastico” 

Eccellenza ho il piacere e l’ onore di darle il benvenuto nella nostra scuola. Questo è un Istituto Tecnico che prepara dei giovani tecnici in quattro indirizzi: meccanica, elettronica, informatica e chimica.

E’ composto da circa 820 studenti, 90 docenti e 24 unità tra il personale ATA. Quindi possiamo dire una Comunità

di circa 1000 persone che animano e popolano questa struttura scolastica. E’ una scuola questa che è in perfetta simbiosi con il territorio che la ospita. Nasce prevalentemente come indirizzo meccanico e nel corso di quasi cinquantanni di vita questa scuola ha preparato dei tecnici di valore che hanno consentito alle numerose aziende meccaniche e non solo, che si trovano disseminate sul territorio di posizionarsi su livelli di eccellenza ed essere fortemente competitive a livello europeo.
Rivendico a questa scuola un valore strategico, rivendico il possesso di
giacimenti di competenze e conoscenze che le consentono, pur essendo una
scuola di periferia , di non essere da meno rispetto alle scuole di Brescia e
provincia dotate anch’esse, di lunga tradizione, storia, elevate competenze
tecniche e scientifiche.

L'arrivo del Vescovo

L’arrivo del Vescovo

In un mondo in continua evoluzione e trasformazione la scuola non può
rimanere immobile pena la sua obsolescenza e la fuoriuscita da un circuito
virtuoso e l’allentamento della forza di attrazione nei confronti delle giovani
generazioni.
Tenendo presenti queste considerazioni, in questi ultimi anni la nostra
scuola si è aperta nei confronti dell’Europa.  Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto europeo, grazie alla intuizione e alla ferma volontà del dott. Colosio, già Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e della fattiva collaborazione con il gruppo Feralpi.

La festa in cortile

La festa in cortile

Nello stesso tempo abbiamo potenziato il settore linguistico con
l’introduzione dello studio del tedesco in modo libero e volontario. Già un
buon numero di nostri studenti ha partecipato agli scambi culturali con i
nostri partners tedeschi cogliendo l’opportunità di visitare città come Berlino, Riesa e Ruedersdorf. L’altra dimensione che un Istituto tecnico non può trascurare è l’aspetto lavorativo. Quest’anno scolastico abbiamo avviato al progetto di alternanza scuola-lavoro circa 200 studenti degli indirizzi di meccanica ed elettronica.
Ed è motivo di grande gratificazione sentire i giudizi entusiastici che le
aziende danno dei nostri alunni. Nella maggior parte dei casi le aziende
offrono a questi ragazzi l’opportunità di continuare a lavorare con la
possibilità anche di assumerli oppure di ritornare durante l’estate.
La dimensione del lavoro non viene coltivata soltanto facendo andare per due settimane i nostri alunni presso le aziende, ma mediante il progetto di
simulazione aziendale i nostri alunni si impadroniscono dei primi elementi
per costituire una azienda ma anche di poterla gestire attraverso la possibilità di svolgere mansioni lavorative effettive come in una azienda vera.  Ma oltre a preoccuparci che la nostra scuola formi dei tecnici di valore è inevitabile che siamo investiti dall’onda d’urto della crisi economica. Noi avvertiamo il disagio delle famiglie e tocchiamo con mano

In aula magna con il Sindaco

In aula magna con il Sindaco

la difficoltà di coprire spese di modesta entità. Non di rado veniamo a conoscenza della perdita del posto di lavoro del capo famiglia. La conseguenza diretta di queste difficoltà è lo sfaldamento della famiglia con ricadute pesanti su ragazzi minorenni che al contrario avrebbero bisogno di stabilità economica e stabilità affettiva.
Viviamo quindi, eccellenza, una crisi che non è solo economica ma è anche e soprattutto una crisi di valori.
Sono questi i momenti in cui si sente il bisogno di una guida spirituale che ci
aiuti a superare i momenti di sconforto, di solitudine, di angoscia. Si sente il
bisogno di una autorità morale che testimoni con l’esempio della sua vita la
solidarietà e la vicinanza alle persone più bisognose e più deboli.

Molti dei nostri allievi provengono da Paesi lontani, con culture e abitudini diverse, eppure non sono mai venuto a conoscenza di un solo episodio di intolleranza, in questo senso la nostra scuola esprime un valore alto di accoglienza e di accettazione, di chi è diverso da noi.
La nostra scuola è di eccellenza ma non di elite. Ma questa caratteristica che connota la nostra scuola come una scuola che include e non allontana non si manifesta per caso ma è il risultato del lavoro quotidiano del corpo docente ed in particolare di un nucleo di docenti che ha sempre perseguito con determinazione questo risultato.
Ma la diversità , eccellenza, ha diverse sfaccettature e alla scuola scuola spetta il compito di amalgamare le diversità culturali, di genere, di provenienza formare un cittadino onesto, rispettoso della legalità, competente nel proprio lavoro.
La sua presenza in mezzo a noi, eccellenza, è motivo di gioia e conforto e
rappresenta quel soffio di sacralità e spiritualità la quale l’uomo non è
completo.

Il Dirigente Scolastico (Prof. Vincenzo Condello) 




Scambio culturale con scuole tedesche

Scambio culturale: l'arrivo

Scambio culturale: l’arrivo

Avvenuto tra il 23 e il 30 ottobre 2013, nelle vicinanze di Berlino (Rϋdersdorf), questo scambio rimarrà sempre tra i miei ricordi. Ripartendo da quella sera dove tutto ebbe inizio, conobbi la compagna di scambio, Lilly, affettuosissima e molto amichevole, la sua casa, familiare e rigorosamente in ordine, il suo life style e i suoi genitori, socievoli ed accoglienti. Tutto provocò una grande tempesta cerebrale, tanto che passai una notte dormendo solo 5 ore, terribilmente arso dalle fiamme dell’agitazione. Troppo poco per affrontare all’ indomani un’intera giornata. Ma misi da parte la stanchezza e continuai il tragitto. Da non dimenticare che il tutto doveva essere condito con una buona dose di inglese parlato (e dico parlato perché bisognava essere scaltri ma allo stesso tempo precisi) e sfoggiando un eventuale e primordiale tedesco (spassionatamente dichiarata fu la capacita di orare questa lingua). Il programma era una precisa coadiuvazione tra svago, storia e conoscenza del territorio. Di seguito verrà esaminato, intromettendosi in ogni singolo episodio:

• Progetto di biologia, scoprire come funzionava l’enzima della patata, reazioni di decomposizione, etc.

• Progetto di elettronica, riprodurre il funzionamento di una cancello automatico. Era stato veramente sorprendente mettere in atto le conoscenze in Elettronica;

• Visita del piccolo paese dove risiedeva la scuola, molto caratteristico e soprattutto immerso nella natura più verde, attraversato da fiumi ma abbondante per parchetti e piccoli boschi;

• Escursione al celeberrimo castello di Cecilienhof, dove i grandi tre (Stalin, Churchill, Truman) si sono spartiti la Germania, dopo la seconda guerra mondiale. Alla vista della fatidica sala, il battito s’ interruppe e solo allora capii quanta storia attraversò quell’ atrio;

• Visita alla città di Potsdam e soprattutto al parco Sanssouci, immenso, altezzoso ed elogiativo per l’importatore della patata (particolarmente attento all’ arte, alla musica e l’amore per i cani);

• Si susseguirono due giorni in famiglia dove visitai l’East side Gallery (muro di Berlino), il centro di Berlino (girando per tutta la città, volteggiando su treni, bus, e tram come non ho mai fatto);

• Gita nell’ entroterra berlinese alla volta di progetti elettrotecnici e visita alla Potsdamerplatz, copiosamente gigante e brulicante di gente;

• Visita in un museo tecnico con mostre di opere in campo bellico, navale, ferroviario, molto affascinante e interessante (soprattutto per l’esposizione del primo computer di sempre);

• Visita alla torre della televisione (magnificamente alta e fiera di essere simbolo della città), alla porta di Brandeburgo, e al Checkpoint Charlie (il vecchio lasciapassare degli Americani).

Riaffiorano ancora adesso migliaia di fotogrammi nella mia mente, sensazioni, ricordi incancellabili. Sono stati solo sette giorni, ma erano stracolmi. Era indescrivibile il via vai di gente nella capitale, mastodontiche quantità di persone che traslavano in massa, biciclette che andavano come il vento. Poche son le foto che ho ritratto ma proprio saranno tenute come reliquie. Auguro lo stesso benessere provata anche a Lilly, regalando brecce nel cuore che sempre rimarranno aperte.

Giuseppe Buonanno




Un saluto agli ex docenti del Cerebotani

exdocenti

Molte volte ho potuto osservare qualche ex docente ritornare a scuola , dove ha lavorato per venti o forse trentanni, ed essere spaesato , incerto e timoroso. Eppure ha trascorso la maggior parte della sua vita in quella scuola.

Ritengo che troppo presto ci si dimentica di questi lavoratori della conoscenza, tutto sembra che sia fagocitato inesorabilmente e dei sacrifici, del tempo dato senza riconoscimenti e sottratto alla famiglia, non rimanga più nulla, si è tutto volatilizzato. Forse questa è la condizione dell’uomo o forse è la situazione che troppo spesso si verifica nella scuola.

Noi riteniamo che sul passato si costruisce il presente e il futuro, sull’esperienza di ciò che è stato si può attingere per discernere il cammino da intraprendere.

Qualche volta, in questi anni, che sono stato qui a all’ITIS , durante gli scrutini, quando la situazione è difficile e non  si sa se bocciare o promuovere mi è capitato di sentire : ti ricordi come diceva …….e allora quello diventa un modello da seguire , un’ancora a cui aggrapparsi per prendere una decisione che sia fondata e ben costruita.

Nei contatti che mi capita di avere con le famiglie senza che io dica niente ricevo esternazioni di stima per la scuola. Nell’opinione pubblica locale si è radicato un giudizio di stima incondizionata per la nostra scuola. Ora la solidità e la dignità di un nome come è l’Istituto Cerebotani non si costruisce in un giorno e nemmeno in un anno. Esso è frutto di un lavoro costante che si è sviluppato nel tempo . Esso è il frutto di un flusso continuo di competenze, di intelligenze , di dedizione di cui voi siete una parte importante. Voi avete contribuito con il vostro lavoro a far diventare l’Istituto Cerebotani una scuola di eccellenza.

La nostra scuola adesso sta vivendo una fase di lenta trasformazione. E’ di questi giorni la comunicazione della Regione Lombardia che ci ha assegnato un contributo di  97.800 euro per comprare agli alunni di dieci classi , si parla di circa 270 alunni, un computer a testa. La Regione , a fronte di questi contributi, ha messo dei vincoli. Uno  particolare riguarda l’acquisto di libri digitali. La conseguenza di questo è che non si può fare più una didattica tradizionale ma diventa necessario incamminarsi verso una didattica digitale.Un altro aspetto riguarda proprio i libri digitali. Le case editrici in questo momento non offrono un buon prodotto. Motivo per cui il Ministero favorisce la realizzazione in proprio di libri digitali. Le aule sono tutte dotate di videoproiettori e i docenti hanno in dotazione un computer con il quale possono preparare lezioni digitali. Dalle aule sono scomparsi  i registri cartacei e il tutto adesso viaggia sul registro elettronico. I genitori possono seguire comodamente da casa l’attività didattica del proprio figlio. Possono vedere giorno per giorno i voti che vengono assegnati e possono seguire anche gli argomenti che vengono fatti. Naturalmente possono seguire anche gli aspetti disciplinari. Come potete constatare è cambiato un pezzo importante del modo di fare scuola rispetto ai tempi in cui voi eravate in cattedra .Naturalmente per poter avviare il registro elettronico è stato necessario potenziare la rete WI-FI.

Attraverso il totem che abbiamo installato all’ingresso, il registro elettronico monitora i ritardi di ingresso in modo preciso e puntuale. Attualmente questo servizio riguarda solo le prime classi ma tra breve doteremo tutte le classi con  il badge, cosi possiamo garantire il servizio in tutte le classi.

Da quest’anno è partito il nuovo indirizzo di Chimica che ha consentito di formare  una classe di trenta alunni.

La nostra scuola è inserita in un Polo Tecnico Professionale nella filiera di elettronica e informatica insieme con partner come l’Università cattolica di Brescia, l’azienda elettrotecnia AVE di Rezzato, la domotica Cidneo di Brescia , il CFP zanardelli e tanti altri.

All’interno della segreteria si sta avviando il procedimento di dematerializzazione. La legge prevede che i documenti devono essere in formato digitale e quindi eliminare la carta.

Il mondo della scuola lentamente ma costantemente è dentro un processo di cambiamento che presumibilmente ormai è inarrestabile.

Questa è l’epoca dell’informatica , della domotica, della meccatronica è l’epoca in cui nella scuola si richiedono nuove competenze. La società ha bisogno di giovani preparati perché bisogna competere con altri Paesi più agguerriti, motivo per cui le sacche di resistenza che ogni tanto si avvertono nel mondo della scuola non fanno altro che far rimanere ferma la nostra società e di conseguenza le nostre aziende. Resistere al’innovazione tecnologica non serve a niente compromette soltanto lo sviluppo scientifico e tecnologico.

Voi con la vostra competenza e la vostra dedizione avete contribuito a dare all’Istituto Cerebotani una fama tale da poter competere degnamente con le altre scuole della provincia di Brescia , lo avete fatto grande e importante ed è a nome di tutta la comunità scolastica di Lonato , di tutti i docenti che attualmente vi lavorano, di tutto il personale di segreteria, dei collaboratori scolastici , dei tecnici che vi dico Grazie.

Il Dirigente Scolastico – Vincenzo Condello




Viaggio d’istruzione a Berlino: un punto di vista

Una delle migliori esperienze passate con i miei coetanei. Una fantastica settimana trascorsa alla scoperta della città di Berlino, visitando i suoi maggiori luoghi di interesse, tra musei e piazze, dal Duomo al Parlamento. Una corsa continua a piedi e sui caotici,
ma molto efficienti, mezzi di trasporto della città; ovviamente non sono certo mancati divertentissimi episodi: alunni dispersi e poi, in un modo o nell’altro, ritrovati, indescrivibili le loro facce nel vedere il gruppo partire sul treno che avevano appena perso. Una sfida continua nel cercare di farsi capire con uno sbiascicato inglese o nel
tentativo di imparare qualche parola in tedesco. Non voglio raccontarvi subito dell’arrivo perché,già alla partenza, in autobus, da Lonato diretti a Malpensa, avreste visto alcuni impazienti di festeggiare la prospettiva di una settimana senza scuola: nel percorrere i primi 500m un ragazzo ha vomitato tutto l’alcool che, dalla notte precedente,non era riuscito a smaltire; insomma erano le 3 di mattina del primo giorno e le cose cominciavano già a farsi interessanti. L’aereo non è precipitato e ,mattinieri, dall’aeroporto della capitale tedesca non abbiamo perso tempo grazie alla guida dei nostri, ormai esperti, insegnanti. Nonostante il freddo pungente di marzo abbiamo raggiunto in poco tempo un albergo carino,
dalla facciata primonovecentesca, nel cuore della città.
Ricordo ancora le scale di legno antico che univano i diversi piani del palazzo praticamente vuoto e quindi riservato a noi studenti: la notte era impossibile salire o scendere quei gradini senza fare un caos assordante, ma ciò non ci ha fermati dall’ entrare e uscire dalle stanze fino a notte fonda. Tutto sommato però l’ hotel era discreto, il servizio buono e la colazione abbondante: nel complesso merita sicuramente un voto positivo . Fortunatamente il tempo, in settimana, si è mantenuto sereno e ci ha permesso di visitare la città in tranquillità e in un clima piacevole . Non siamo stati altrettanto fortunati per quanto riguarda la cena.
L’agenzia di viaggio ci aveva prenotato ben cinque cene in un ristorante italiano non molto lontano dall’albergo, il ristorante “Le Olive”.  La prima sera non è stato facile trovarlo, per via dello scarso  orientamento , infatti siamo arrivati con mezz’oretta di ritardo. Il locale,in sé,non era male e abbiamo trovato ad attenderci diverse tavole apparecchiate con già serviti piatti di pasta al pomodoro ed in fianco al primo piatto…il dolce!
Una  minuscola porzione di tiramisù,un prodotto evidentemente comprato e neppure di grande qualità. Tutte le sere, puntuale, un
mediocre  prodotto dolciario si trovava sulla tavola prima ancora dell’inizio della cena . Una strana abitudine che non rappresenta
minimamente le nostre tradizioni, eppure i gestori e i camerieri erano chiaramente italiani, dato che italiano parlavano. Il servizio era pessimo e la proprietaria è stata spesso sgarbata,
conquistandosi così l’odio e le battute dei più cattivi tra noi. La qualità del cibo che ci hanno proposto poi non differiva molto dal dolce, tanto che molti piatti, tutte le sere, restavano quasi intatti. La serata non poteva concludersi certo così amaramente ed infatti
è continuata con una buona birra nei locali circostanti: c’è stato chi si è fermato alla prima e chi invece è andato oltre il primo boccale per poi fare il “giusto” baccano sulla strada del ritorno. Le giornate passavano così, svegliandosi la mattina presto, dopo aver fatto le ore piccole; girando per la città di Berlino, tra i diversi luoghi di interesse abbiamo visitato l’imponente Duomo: spettacolare la vista che si aveva dal camminamento che circondava le guglie sul tetto.
Siamo andati a Potsdam dove abbiamo potuto vedere il bellissimo palazzo in cui si è tenuta la conferenza di Postdam nel 1945 alla quale hanno preso parte i tre grandi vincitori della seconda guerra mondiale:il primo ministro inglese Churchill, il presidente
americano Truman e il dittatore sovietico Stalin, per decidere le sorti dell’Europa e della Germania. Sono stati mantenuti i mobili, le sedie e le scrivanie originali usati per l’occasione, così come il tavolo rotondo attorno al quale i capi di Stati si sono riuniti
privatamente per prendere le decisioni più importanti: i materiali, i libri e l’atmosfera di quelle stanze conferiscono grande valore a quel luogo. Non poteva mancare la visita al campo di concentramento e
lavoro di Sachsenhausen. Muniti di audio guida, abbiamo intrapreso lo stesso percorso che i deportati facevano per accedervi, attraverso vari cancelli e un lungo un viale ghiaioso fino alle baracche dove
venivano stipati a centinaia. Personalmente di quella esperienza mi hanno colpito le testimonianze audio di chi era sopravvissuto e ha potuto raccontare la quotidianità all’interno del campo, come del fatto che ai prigionieri venivano fatte indossare delle scarpe e fatti camminare lungo il perimetro del lager per giorni interi, senza sosta e in qualunque condizione atmosferica, per testare la qualità dei materiali: ai tempi questo “test” veniva addirittura usato come riconoscimento di marchio qualità sul mercato.
Sono stati interessanti i racconti avvincenti di chi era riuscito a fuggire, ma mi ha turbato il cancello nero (sul quale campeggia la frase “Il lavoro rende liberi”) che da molti è stato attraversato solo una volta. Un percorso personale che, in un modo o nell’altro,ha
toccato inevitabilmente ognuno di noi. Non poteva mancare la visita ai luoghi dove, fino a non molti anni fa, sorgeva il famosissimo muro di Berlino: un muro di contenimento alto tre metri e mezzo che aveva il compito di dividere la parte est della città, di orientamento comunista, dalla parte ovest sotto l’influenza statunitense. Simbolo della guerra fredda, nel tentativo di attraversalo, hanno trovato la morte più di duecento persone:tra i più disperati tentativi iniziali vi è stato quello di buttarsi dai palazzi circostanti, con la speranza di atterrare nel lato giusto.
E’ stato abbattuto nel novembre del 1989 in un clima di festa mondiale mentre migliaia di persone lo oltrepassavano libere ed un nuovo governo si ricostituiva. Tutt’oggi però vi sono resti di quel muro in ricordo di quei tempi e di tutte le persone uccise. Siamo stati per diverse volte alla Hoffbrǟuhaus München, meglio conosciuta come HB, una delle più famose e celebri birrerie storiche di Berlino, nonché seconda casa dell’Oktoberfest, dove abbiamo
pranzato con qualche piatto tipico e bevuto ottima birra. Le serate invece, dopo aver cenato in quell’orrendo posto che si spacciava per ristorante, erano “libere”e, divisi in gruppi, siamo andati nei locali dei dintorni, in tutte le birrerie che scoprivamo per strada, nella vicina discoteca e in tutti i negozietti che la vita notturna di Berlino ci poteva offrire. L’ultimo giorno, avendo l’imbarco nel primo pomeriggio, abbiamo dedicato la mattina alla ricerca del souvenir perfetto da portare a casa, chi alla ragazza, chi alla famiglia, spulciando tutti i negozi per turisti. La ricerca è stata lunga, ma, superata l’ora di pranzo, fatte le valigie alla meno peggio e tornati in aeroporto, abbiamo affrontato il vaggio di ritorno. Stanchi, ma contenti, con le tasche vuote, ma ricchi di nuovi ricordi, siamo arrivati a Lonato. Abbiamo così rivisto i nostri familiari a cui abbiamo raccontato di una città gigantesca che non dorme mai, ricca di storia e di tradizioni, di un popolo forte che,sconfitto,si è sempre rialzato: di un’esperienza indimenticabile.

Domenico del Volo




Viaggio a Udine, Gorizia, Trieste, Aquileia e Grado

Trieste-Castello di Miramare

Trieste-Castello di Miramare

E’ tra le lacrime dei professori affranti per la partenza dei loro alunni preferiti che la classe 3F, mercoledì 12 marzo 2014, ha lasciato la stazione ferroviaria di Desenzano  alla volta del Friuli Venezia Giulia.

Fortunatamente la tristezza e la malinconia molto sentita anche dagli studenti è svanita ben presto, lasciando spazio ad un vivace clima di allegria, non sempre apprezzato dagli altri passeggeri…

Dopo la sistemazione all’ hotel San Giorgio di Udine, abbiamo subito avuto modo di ammirare le bellezze della città, da quelle storiche a quelle viventi.

Interessante anche la cittadina di Gorizia, nonchè il suo castello, con affascinanti esempi di vita dell’ IX secolo, comprendenti raffigurazioni agghiacciantemente realistiche a scala naturale dei cavalieri dell’ epoca.

Non da meno è stata la visita a Trieste, con l’ affascinante molo Audace, l’ enorme piazza dell’ Unità d’ Italia, e l’ eccezionale castello di Miramare, che ci ha regalato panorami mozzafiato. Abbiamo avuto modo di rivivere in parte gli orrori commessi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale nella tristemente famosa risiera di San Sabba.

Un particolare grazie è rivolto alle due amiche dell’ alunno Tucci, le quali, incontrate casualmente alla fermata dell’ autobus adiacente al campo di lavoro, si sono offerte di condurci gratuitamente in un giro guidato del centro storico triestino.

Come da programma, abbiamo potuto recarci anche ad Aquileia, ed infine a Grado, dove gli studenti, esausti per i chilometri macinati fino ad allora, hanno potuto trascorrere una rilassante giornata in spiaggia, giocando a pallone tra le escavatrici intente ad asportare cumuli di sabbia oppure a fare il primo bagno della stagione: la temperatura dell’ acqua era sorprendentemente calda, dettaglio che è stato urlato a gran voce dai natanti nei primi minuti di immersione.

Abbiamo avuto modo di conoscere questa regione italiana anche dal punto di vista culinario, attraverso le degustazioni nei tipici McDonald’s locali, e nelle pizzerie delle stazioni ferroviarie. Per quanto riguarda la sistemazione, siamo rimasti pienamente soddisfatti.

Come al solito la 3F, in linea con la sua reputazione nella scuola, ha mantenuto un comportamento pari a quello di una classe modello.

Ma il ringraziamento più grande, va alla professoressa Paghera e al professor De Girolamo, che si sono offerti di accompagnarci nel viaggio di istruzione e si sono trasformati in eccellenti guide turistiche per quattro giorni.

Ciò nonostante , è da evidenziare la scarsa inclinazione del docente di telecomunicazioni nell’ offrire da bere ai suoi studenti.

L’ unica lamentela è stata sporta dalla scheda di memoria della fotocamera dello stesso insegnante, la quale si è ritrovata intasata dalle innumerevoli foto di gruppo, alcune delle quali sono riportate di seguito.

Non c’è che dire, questi quattro giorni di gita rimarranno impressi nei cuori degli studenti della 3F come indimenticabili momenti di allegria e divertimento, ma anche di arricchimento del bagaglio culturale personale e scoperta di realtà regionali diverse dalla Lombardia.

Un’ esperienza quindi da ripetere in futuro!

Leonardo Mutti