Settimana bianca 2019

Dal 28 gennaio all’ 1 febbraio abbiamo trascorso una settimana indimenticabile con compagni della nostra classe e di altre terze e quarte dell’Istituto: ci siamo recati nella bellissima località di Aprica, in provincia di Benevento, a 1600 m di latitudine.

Alle 5:30 del mattino del 28 gennaio eravamo tutti nel parcheggio della scuola, con gli zaini sulle spalle, pronti per partire. Non sapevamo cosa aspettarci da questa esperienza perché per molti di noi era la prima volta, eravamo eccitatissimi. Il viaggio è durato circa un’ora e mezza, dato l’orario di partenza appena saliti sul pullman molti di noi sono crollati a causa del sonno quasi subito, altri invece si sono divertiti parlando tra di loro o si sono rilassati ascoltando la musica.

Arrivati sul posto, ci siamo recati subito all’hotel Posta per salire nelle stanze e cambiarci mettendoci la tuta da sci. Il tempo non era perfetto, era un po’ nuvoloso per via delle nevicate precedenti e successivamente abbiamo preso il bus navetta che ci ha portato al noleggio. Una volta arrivati siccome eravamo 67 alunni in totale per noleggiare l’attrezzatura ci abbiamo impiegato un po’, ma siamo riusciti comunque a raggiungere i maestri sulle piste per l’orario prefissato. Quest’ultimi ci hanno diviso in due gruppi in base alla nostra esperienza sulla neve e dopo aver fatto un’ora di sci con il maestro e circa due ore sciando divisi in gruppi di noi amici siamo andati al punto di ristoro a mangiare e a riprendere le forze, per poi ripartire e sciare fino alle 4.

Successivamente siamo andati in hotel per sistemarci e subito dopo siamo ripartiti per andare ad assistere ad una conferenza tenuta da alcuni maestri sulle regole da tenere in conto sulle piste, la quale è stata molto formativa. Tornati in hotel abbiamo avuto modo di conoscere altri ragazzi provenienti da un liceo scientifico di Pavia.

I primi due giorni abbiamo preso confidenza con alcune delle piste e in particolare con la “panoramica”, perché essendo una delle più semplici e belle faceva ormai parte del “giro di riscaldamento”. Lo scopo di quella pista, per i più esperti, era quello di scattarci delle foto con alle spalle un panorama mozzafiato.Il terzo giorno, finalmente, ci siamo fatti coraggio e siamo andati a fare le due piste nere che ci intimidivano più di qualunque altra, ma che allo stesso tempo ci stuzzicavano fin dal momento dell’arrivo; cinque o sei di noi sono miseramente caduti e li abbiamo soccorsi per svariati minuti cercando scii e bacchette perse nel “volo” delle varie cadute a dir poco acrobatiche.

La mattina dopo abbiamo riferito tutto ciò ai maestri che ci hanno portato di nuovo sulle piste nere, scendendo però in un modo molto composto ed “elegante” e soprattutto meno pericoloso.
Il giorno successivo, sempre con il maestro, siamo andati a 2060 metri con una funivia totalmente scoperta e ghiacciata, ci siamo congelati dalla testa ai piedi e togliendo questo piccolo particolare è stata comunque una scelta ottima, visto che abbiamo goduto di uno splendido panorama e ovviamente scattato qualche foto.

Ogni giorno dopo queste sciate faticose e impegnative alcuni temerari avevano voglia di andare in piscina con il prof Bandera invece la maggior parte di noi restava in hotel a riposarsi tutto il pomeriggio sul letto aspettando l’ora di cena. Con il gruppo di liceali di Pavia non ci siamo frequentati molto perché alla sera uscivamo solo con il nostro gruppo per andare ad una sala giochi vicino al Posta con biliardini e tavoli da biliardo, ma sicuramente il divertimento serale non mancava.

Alla fine ridendo e scherzando è arrivato l’ultimo giorno, dopo ancora un’intensa mattinata di sci siamo ritornati in hotel per preparare le ultime cose per la partenza, è stato un dispiacere abbandonare quel posto, non solo perché ci aspettava il ritorno a scuola ma perché è stata un bella esperienza divertente che ci ha uniti come classi e come gruppo facente parte di un’unica scuola. Bisogna soprattutto ringraziare i professori, i “veterani della neve”, che ci hanno dato la possibilità di metterci alla prova e che ci hanno aiutato senza mai tirarsi indietro. L’esperienza è stata davvero divertente ed emozionante, avevamo l’adrenalina al massimo e il cuore a palla durante le mega discese che i primi giorni sembravano impossibili ai meno esperti ma che dopo un po’ di pratica per i più “sgamati” si sono dimostrate fattibili.

Alcuni scatti durante le giornate:

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Articolo scritto da:

Mattia Zonzin, Luca Venturini e Matteo Natale – 3ª E




Olimpiadi robotiche

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Il 12 e 13 gennaio, presso Modena Fiere ed in occasione di Expo Elettronica si è disputata la terza edizione delle Olimpiadi Robotiche, uno degli appuntamenti più importanti a livello nazionale. In questa manifestazione gli studenti di diversi istituti tecnici superiori si sono sfidati a colpi di robot: gli organizzatori hanno donato alle scuole dei robot Printbot Evolution, che i ragazzi hanno assemblato e programmato in classe, per poi farli scendere in campo durante la Fiera facendoli gareggiare in diverse prove di abilità tra cui il line follower, il mini sumo, la prova del labirinto e robot calcio. Il robot meglio programmato avrebbe portato la sua scuola sul podio, ma soprattutto alla finale nazionale che si terrà in occasione di Expo Elettronica il 4 ed il 5 maggio a Forlì.

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I.I.S. “L.Cerebotani” di Lonato del Garda, sabato 12 e domenica 13 gennaio 2019, ha partecipato alle Olimpiadi Robotiche tenutesi presso il centro Fiere di Modena in occasione dell’Expo Elettronica.

Gli studenti Conti Luca, Fort Mattia, Rizzetti Davide, Serra Leonardo della classe 5^C Elettronica e Bonasera Daniele, Pitrolo Gentile, Sciotti Nicola, Sirag Zahir della classe 4^T Telecomunicazioni, guidati dal dirigente scolastico Vincenzo Falco e diretti dai Prof. Salvatore Strano ed Emanuele Tonoli,

i nostri campioni

hanno utilizzato con successo le loro competenze, ottenendo alla fine delle due giornate il gradino più alto del podio e classificandosi alle finali nazionali per la seconda volta consecutiva.

Con questa vittoria si è confermata la preparazione che l’I.I.S. “L.Cerebotani” riesce a trasmettere ai suoi discenti grazie a metodologie di learning by doing, di stimolare la creatività, far emergere le loro capacità soprattutto relazionali e cooperazione reciproca ed utilizzare tutte le loro conoscenze ed abilità preparandoli in modo coscienzioso verso il cammino nel mondo del lavoro ed universitario.
Le due classi vincitrici si metteranno nuovamente in gioco alla prossima sessione delle Olimpiadi che si svolgeranno a Forlì nel maggio 2019.Olimpiadi Robotiche IIS CEREBOTANI-2




Visita alla RuB-Rubinetteria Utensilerie Bonomi

bonomi Il giorno Venerdì 16 Novembre io e la mia classe ci siamo recati per le 10 del mattino nell’azienda a conduzione familiare RuB. Appena arrivati siamo stati accolti dal responsabile per la sicurezza e l’ambiente dell’azienda, il quale ci ha accompagnato nella stanza, in cui si svolgono gli incontri con eventuali clienti, oppure con visitatori come noi. Lì ad attenderci c’erano il responsabile della produzione e la responsabile delle vendite. Essi, attraverso un Power Point, ci hanno illustrato di cosa si occupa l’azienda, delle loro attenzioni sulla formazione dei dipendenti e ci hanno detto soprattutto che il nostro ruolo di tecnici in un azienda del genere è un ruolo di primissimo rilievo e indispensabile. Dopo averci mostrato di cosa si occupassero, ci hanno portato all’interno dell’azienda, nel reparto in cui viene creato il prodotto che una volta finito è pronto per essere spedito al cliente. Qui ci hanno mostrato diversi reparti partendo da quello iniziale cioè dove sono situati i disegnatori, per passare poi al reparto dei plurimandrini, macchinari che lavorano i pezzi grezzi (fabbricati in ottone oppure in acciaio) trasformandoli in componenti che verranno poi assemblati tra di loro.

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Altri reparti che abbiamo visto successivamente sempre in ordine di lavorazione sono stati quello di montaggio, nel quale erano presenti parecchi robot capaci di assemblare svariati rubinetti in pochissimo tempo, e tra questi ce n’era uno di ultimissima generazione che è stato realizzato dai tecnici dell’azienda in collaborazione con un’importante università del Nord Europa.

A seguire ci siamo recati nel reparto magazzino, molto rifornito e ordinato. Infine, abbiamo visitato il reparto dell’imballaggio e della successiva spedizione del prodotto finito, il quale è molto all’avanguardia, cosa che permette di far partire la merce con rapidità, ma allo stesso tempo in sicurezza. Dopo aver visionato quest’ultimo reparto, abbiamo salutato e ringraziato i vari responsabili e accompagnatori per la bella accoglienza e siamo ritornati a scuola.

Penso che esperienze di questo tipo siano molti utili per capire un domani cosa ci aspetta nel mondo del lavoro. Soprattutto esse ci aiutano a capire che quello che ci aspetta è davvero ciò che vogliamo fare nella nostra vita, ed è per questo motivo che io considero queste visite essenziali. Credo che sia importante riproporle anche in situazioni diverse in modo da renderci consapevoli e preparati al domani. Un ringraziamento speciale per la professionalità nel relazionarsi con i referenti della ditta ospitante va agli accompagnatori, prof. Domenico Marchione e prof.ssa Fabia Galesi.

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Rebecchi Simone, 2ªM




Dialogo nel buio

Dialogo nel buio

Martedì 30 ottobre siamo andati a Milano per partecipare a “Dialogo nel buio” una manifestazione organizzata dall’Istituto dei Ciechi di Milano.

COS’E’?
Dialogo nel Buio è una mostra ma è anche un vero e proprio percorso che si differenzia da un’esposizione tradizionale per l’assenza totale di luce e per il fatto che i visitatori per esplorare gli ambienti devono affidarsi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto e del gusto.

COME SI SVOLGE?
In gruppi di massimo 8 persone i visitatori compiono un percorso nel buio della durata di un’ora. Si passa per alcune ambientazioni che richiamano situazioni di vita quotidiana svelando «un altro modo di vedere». Dopo aver attraversato i diversi ambienti, l’ultima tappa è un bar dove, sempre nell’oscurità più totale, si commenta l’esperienza vissuta.
Appena entrati nella struttura si viene accolti da una guida che spiega cosa bisogna fare e consegna dei bastoni che serviranno a riconoscere gli ostacoli durante il percorso. Quando vengono spente le luci si viene accolti da un’altra guida, non vedente, che conduce i partecipanti attraverso il percorso (passando per sentieri di ghiaia, riconoscendo piante, facendo una “gita in barca”) facendo sì che essi sfruttino tutti e 5 i sensi e facendogli capire quali sono le difficoltà ed i problemi che una persona cieca deve affrontare ogni giorno. Alla fine del percorso ci si ferma ad un tavolo ed un’altra guida è a vostro servizio per offrirvi qualcosa da bere o, nel caso in cui voleste, un bel taglio di capelli.

IMPRESSIONI
Consultandoci un po’ come classe è emerso che tutti sono stati molto contenti dell’esperienza provata: a tutti è piaciuto provare un modo “diverso” di vivere e tutti hanno appreso qualcosa da questa bellissima uscita. Un piccolo “difetto” che qualcuno ha riscontrato è la difficoltà stessa del percorso, ma è semplicemente un ostacolo da superare per tutti coloro che non sono abituati ad attività di questo tipo.
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(lo staff)




Uscita didattica al castello di Drugolo

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Cronaca di una bella esperienza a scuola

Il prof. Bandera, docente di Scienze motorie, ha organizzato nel mese di settembre un’uscita didattica da compiersi a piedi, durante la quale abbiamo visitato la Rocca di Lonato e il Castello di Drugolo. Il ritrovo, previsto per le 07.50 davanti alla scuola, ha coinvolto oltre alla nostra classe 1ªB, tutte le altre prime, e sotto le direttive del prof. Bandera e del “mitico” prof. Marchione, abbiamo intrapreso la nostra “avventura” didattica che aveva come scopo la conoscenza del territorio. Diretti verso il palazzetto dello sport, dopo aver percorso un viale alberato che ci collegava ad una piazzetta di Lonato, abbiamo visitato la chiesetta del Corlo, ricca di affreschi e di storia, ora affidata alla comunità ortodossa, della quale religione il prof. Marchione ci ha fornito curiose informazioni. Finita la visita abbiamo percorso una salita abbastanza ripida, ma nulla di che per i nostri “eroi”, che ci ha portati davanti alla Rocca di Lonato, dove il prof. Bortolotti, insegnante di Italiano e Storia, ci ha raccontato la storia che la riguarda.

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Terminata la spiegazione, il prof. Bandera ci ha condotto, seguendo le mura del cimitero di Lonato, lungo una stradina di campagna, che era bella per la fitta e variopinta vegetazione, ma anche impegnativa, per poi arrivare al castello di Drugolo. Una volta arrivati il prof. Bortolotti ci ha spiegato la differenza tra i pinnacoli Guelfi e i pinnacoli Ghibellini, legati alla storia del Castello.

Finita la spiegazione noi alunni della 1ªB abbiamo dato vita ad un bel pic-nic, prendendo dai nostri zaini affettati, bevande, dolci, salatini e chi più ne ha più ne metta. Una volta finita la festa ci siamo diretti verso la scuola e durante la camminata abbiamo avuto modo di assistere ad una scena a dir poco esilarante, dove un cavallo selvaggio si è messo a rincorrere un nostro compagno di classe, facendolo diventare, per un attimo, l’Usain Bolt della situazione. Dopo questa magnifica camminata, non dimenticherò mai i divertenti e stupendi momenti trascorsi con i miei compagni di scuola, che ci hanno permesso conoscerci meglio e di rafforzare il nostro rapporto in vista dei prossimi anni scolastici.

Un ringraziamento speciale lo dobbiamo porgere ai professori accompagnatori per la perfetta riuscita di questa attività proposta a noi matricole dell’ITIS.

È stata un’esperienza fantastica!

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Articolo di Michael Dell’Aglio, classe 1ªB




Gita sul monte Baldo – 2018

 

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In data 21 Settembre 2018 le classi 4aE, 4aA e 4aC hanno intrapreso un viaggio d’istruzione finalizzato al sano movimento fisico e al collocamento di informazioni storiche, prettamente teoriche, in un contesto reale, il tutto immerso nel fascino e nella perfezione di una natura avvolgente e generosa di vedute meravigliose.

La zona visitata fu infatti predisposta come seconda linea durante la prima guerra mondiale, per un’eventuale difesa in caso di sfondamento delle prime linee italiane.

La gita è cominciata alle 8, quando le classi sono partite da Lonato del Garda alla volta di Malcesine (Verona).

Giunti alla piccola cittadella, dopo una breve passeggiata nel borgo medievale, gli studenti hanno raggiunto la stazione della funivia, mezzo con il quale hanno intrapreso la salita verso la cima del monte Baldo (Tratto Spino, 1760m).

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Lungo il crinale del monte, su un percorso pianeggiante, si potevano apprezzare l’aria fresca, il panorama mozzafiato e la presenza di graziosi alpaca, animali dai colori vivaci dai quali si ricava una lana pregiata, anallergica e che non infeltrisce.

All’estremità del crinale, punto panoramico tra i migliori di tutta la montagna, inizia un sentiero discendente che porta ad una strada asfaltata. Prima di essa però, un piccolo cartello introduce il cosiddetto “Sentiero del Ventrar”. Un tortuoso sentiero non difficile da percorrere a parte qualche passaggio scivoloso e, sebbene in alcuni tratti l’esposizione renda indispensabile l’ausilio delle corde d’acciaio ancorate alla montagna, offre una profonda immersione nell’ambiente naturale montano.

Terminato il percorso, il gruppo ha sostato nel pascolo de “I prai”, per la pausa pranzo.
In conclusione un lungo e faticoso tragitto a piedi ha condotto studenti e insegnanti ad una stazione intermedia dalla quale, per mezzo della medesima funivia precedentemente utilizzata, hanno potuto raggiungere Malcesine per poi fare ritorno a scuola.

Un viaggio, per quanto lungo ed impegnativo, straordinario e indimenticabile.

Michael Saccone, 4aE

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Casto 2018

In data 26/04/2018 ci siamo recati a Casto al “parco delle fucine” per una giornata all’insegna dell’avventura e del divertimento.

Foto di classe 3°B

Foto di gruppo dei partecipanti

Appena arrivati siamo stati subito accolti dagli istruttori che ci hanno accompagnati in tutta la mattinata. Dopo aver indossato le imbragature e i caschi siamo partiti per il percorso guidato immerso nella natura alla scoperta delle attività svolte dai fabbri nelle fucine di quell’epoca, partendo dal maglio utilizzato per la battitura del metallo azionato tramite l’acqua fino al forno per la produzione della calce.

Finito quel percorso ci siamo imbattuti nell’inizio vero e propri della ferrata, che cominciava con una scala con poggiapiedi fissati nella roccia e come sicurezza un cavo d’acciaio. Abbiamo proseguito con un percorso lungo circa duecento metri all’ interno di una gola con un ruscello sotto i nostri piedi. Il percorso era pieno di insidie con anche passaggi da una parete all’altra, insomma fattibile ma per alcuni non era proprio una passeggiata, finito il pezzo di ferrata abbiamo proseguito per il percorso natura fino al ponte tibetano; un ponte costituito da tre funi: una dove si cammina e le altre due per tenersi con le braccia; il tutto lungo un centinaio di metri ad un altezza di circa venti metri.

Escursione

Escursione

Arrivato mezzogiorno, tolte le imbragature, abbiamo mangiato tutti insieme dei panini e chi voleva poteva fare il bagno nel laghetto del parco.

Finita la pausa pranzo ci siamo incamminati verso il rifugio Primavera per fare una bella camminata nella vegetazione della riserva e per godere di una vista senza dubbio mozzafiato della valle e dei monti circostanti.

Insomma una giornata fantastica passata in buona compagnia, un ringraziamento speciale va ai professori che si sono preoccupati di organizzare il tutto e agli istruttori che hanno cercato di farci rimanere con il sorriso stampato sulla bocca e farci passare una buona giornata.

Breda, Andreoli – 3ªB

 

 




Lo sport, il suo valore educativo per i giovani d’oggi: gare di atletica provinciali studentesche

Non è importante ciò che facciamo, ma come lo facciamo. Chi non conosce lo sport, quello praticato, è forse portato a considerare quest’attività solo un passatempo, poco utile al proprio avvenire. Lo sport, non è solo un semplice passatempo, un’attività ristoratrice, ma anche un mezzo di crescita e noi in questo ci crediamo.

Per questo motivo ci proponiamo sempre per ogni sfida come quella del 20 Aprile 2018 dove la scuola ed i suoi migliori studenti ha partecipato all’annuale gara di atletica al campo sportivo di Desenzano del Garda.IMG-20180428-WA0004

Gli alunni di tutte le età, provenienti da tutte le scuole della provincia, si sono affrontati sotto l’aspetto sportivo nelle classiche specialità dell’atletica. Specialità che spaziano dai 100-200-1000m piani al salto il lungo ed in alto fino al lancio del peso e del disco.

Un momento di competizione tra alunni e scuole, ma sopprattutto un grande momento di crescita personale per gli alteti in campo. Noi studenti dell’IIS di Lonato siamo orgogliosi di poter dire che abbiamo portato in alto la bandiera del nostro Istituto. Non solo presentandoci su ogni podio di ogni specialità (tranne per la categoria femminile per carenza di personale…) ma sopprattutto portando gioa, felicità e voglia di divertirsi facendo bene.

Siamo orgogliosi di poter dire di essere riusciti al meglio in tutto ciò, stravincendo i campionati studenteschi di quest’anno sia nella categoria allievi sia nella categoria juniores, nelle quali abbiamo scalato il gradino più alto del podio, alzando due sudate ma meritatissime coppe.IMG-20180428-WA0000

In fin dei conti l’essere umano per sua natura è motivato e regolato da una tensione interiore che lo spinge verso interessi e passioni; la cultura e lo sport devono essere tra questi, anzi, secondo me, sono i più importanti; è attraverso loro che si nutre in maniera conveniente la vita.

Ho piacere di concludere questo resoconto di una giornata lunga ed impeg nativa ma meravigliosa con una citazione che sentii tempo fa:

Lo sport forse non è la felicità, ma io non ho mai visto uno sportivo triste”.

Davide Olivetti, 5A




Gita presso il centro di accoglienza il Samaritano

In data 18/04/2018 ci siamo recati a Verona per visitare il Samaritano, un centro di accoglienza. Appena arrivati alla struttura, siamo stati sorpresi dai colori vivaci che la contraddistingueva dalle altre strutture vicine, oltre a questo l’ordine mantenuto e la pulizia erano molto curati ma soprattutto regnava una grandissima tranquillità.dddd1

Appena entrati, ci hanno fatto accomodare in una stanza anch’essa tutta molto colorata di verde e con una copia in scala, costruita con materiali di riciclo cole tappi di sughero e bastoncini, del comune di Verona il tutto fatto dagli ospiti della struttura.

Dopo una piccola introduzione fatta dal nostro professore, siamo stati raggiunti dal signor Alessandro che durante la mattinata ci ha fatto da guida.

Prima di cominciare la visita del centro Alessandro ci ha chiesto dirgli cosa ne pensavamo del volontariato e cosa secondo noi facessero in quel posto.

Dopo qualche nostro tentativo di risposta Alessandro ci ha fornito una spiegazione dicendoci che in quella struttura non davano solo un tetto dove stare ma anche un aiuto morale che aiutava le persone ad andare avanti e a riprendere in mano le redini della propria vita.

Ci ha spiegato inoltre che gli ospiti che li raggiungono non sono solo profughi o senzatetto, ma soprattutto sono persone senza dimora cioè non solo senza un tetto ma anche mancanti di una vera e piazza-brapropria vita sociale senza più contatti con altre persone e che per riprendersi e riprendere possesso della loro vita hanno bisogno di qualcuno che li faccia sentire speciali.

Dopo una breve pausa siamo stati divisi in due gruppi e sempre accompagnati dalla nostra guida abbiamo compiuto una vista della struttura partendo dai dormitori tenuti durante il giorno in rigoroso ordine, abbiamo poi visitato il bar, nonché luogo di conoscenza tra più persone. Siamo passati poi nella zona dei laboratori e della biblioteca dove gli ospiti potevano leggere e giocare a carte con tranquillità.

Ci siamo infine spostati verso la mensa dove siamo stati subito attirati da un planisfero dipinto rigorosamente a mano da uno degli ospiti che era presente durante la ristrutturazione, veramente un murale bellissimo con dipinto anche la bandiera dello stato all’interno del confine di esso.

 Finita la visita ci siamo recati in centro a Verona precisamente in piazza Bra di fronte all’Arena, dove ci siamo poi divisi per andare a pranzo, successivamente siamo stati divisi in gruppi da tre o quattro persone per fare un piccolo gioco e chiudere la giornata all’insegna del divertimento.

 Andreoli, Breda 3^B




Gita a Bologna

Ci sono tanti motivi per cui viaggiare. Per esempio ci sono delle persone che viaggiano per lavoro. Altre emigrano da un paese all’altro perché sperano di fare una vita migliore. Poi ci sono coloro che viaggiano per piacere, per visitare posti dove l’avventura non manca mai; queste persone siamo noi.

12 Aprile 2018

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È mattina e il pullman diretto alla casa di Guglielmo Marconi non si fa aspettare.

In compagnia le due ore di viaggio volano in un batter d’occhio e senza rendercene conto siamo già sotto la casa del grande Marconi .

La visita della dimora del grande inventore Bolognese è suddivisa in due parti: la prima parte consiste nella visione di un lungometraggio sulla vita di Marconi , nella seconda parte invece ci mostrano il laboratorio e la soffitta nella quale, in quest’ultima, chiesail grande inventore iniziò a prendere confidenza sulla comunicazione senza filo.

Finita la visita siamo andati in centro Bologna, dove siamo rimasti colpita dalla bellezza di una città più unica che rara.

A malincuore, con il sole calante, arriva l’ora di tornare a baita; è stato un vero piacere visitare una città tanto magica da trasmettere tutta la sua antica magnificenza e la sua freschezza di gioventù.

 

3H Cuervo Reinaldo