Scelte e strategie per l’Istituto Luigi Cerebotani

Formazione tecnica e professionale in tempo di pandemia

Relazione sul Convegno svoltosi alle ore 10 del 21 Gennaio presso l’Aula Magna del nostro Istituto.

Il Convegno è stato aperto dalla dirigente, la prof.ssa Angelina Scarano, che ha ringraziato i presenti e gli alunni in collegamento telematico. «Un grazie —ha ribadito— anche perché credete nel futuro del nostro Istituto», facendo notare (come sottolineato da molte aziende presenti), il potenziale di risorse tecniche che il nostro Istituto può offrire al territorio. La dirigente ha quindi lanciato il dibattito dichiarando che «servono spazi adeguati per offrire una risposta efficace alle esigenze educative e formative delle persone che da studenti, qui da noi, diventano cittadini».
L’incontro è proseguito con la relazione del sig. Codelli della ditta Feralpi, che ha evidenziato il bisogno e l’importanza di personale tecnico ben formato che appartiene al tessuto sociale del territorio e che va ad arricchire quello produttivo con la propria professionalità, sottolineando come, negli anni, la Feralpi abbia instaurato un rapporto privilegiato con il nostro Istituto, grazie anche alla grande collaborazione di dirigenti e docenti.
L’avv. Guido Galberti (vice presidente della Provincia di Brescia) ha evidenziato, altresì, le problematiche che la Provincia ha dovuto affrontare, in questi ultimi mesi, a causa del difficile reperimento delle materie prime, necessarie per l’ampliamento strutturale del Cerebotani, creando ulteriori ostacoli ai tentativi di porre rimedio ai disagi di alunni e docenti.
Il rappresentante dell’istruzione della Provincia di Brescia, il dott. Filippo Ferrari, ha annunciato una soluzione provvisoria alla carenza di aule che consiste nella disponibilità di alcuni prefabbricati in arrivo ai primi di Febbraio. La dirigente sottolinea però la difficoltà della gestione di aule in sedi separate, a causa della mancanza di docenti e del personale ATA. Il presidente conferma che si tratta di un situazione provvisoria per fronteggiare una fase transitoria in attesa –ha dichiarato– della realizzazione di nuovi spazi, progetto per il quale sono stati stanziati più di 5 milioni di euro e a cui Confindustria sta partecipando attivamente. I dott. Ferrari ha poi concluso  chiedendo ai ragazzi di avere ancora un poco di pazientare poiché sono in arrivo soluzioni concrete.
All’incontro è intervenuto il sindaco di Lonato Roberto Tardani annunciando che la nuova palestra comunale verrà occupata come hub vaccinale ancora fino a settembre 2022 e che quindi il nostro Istituto avrà spazi ridotti anche su questo fronte.
La dott.ssa Vezzola, intervenuta quale vice coordinatrice delle aziende dell’area del Basso Garda, ha ribadito che non ci sono abbastanza periti uscenti da Istituti Tecnici. Prima di dare la parola alla presidente della Leonessa SPA ha concluso affermando che il nostro Istituto ha sofferto in modo rilevante per la mancanza delle lezioni in presenza.
La dott.ssa Gabriella Pasotti, oltre a confermare quanto detto dalla precedente relatrice, ha posto una serie di domande agli studenti sul perché molti alunni, dopo la maturità, scelgono di non approcciarsi in modo diretto al mondo del lavoro.
La dirigente ha domandato agli invitati se volessero intervenire e ha esortato i rappresentanti d’Istituto a rispondere alle domande poste in precedenza dalla relatrice Pasotti. Ha parlato la rappresentante d’istituto Anna Gugole ricordando l’importanza di un’immediata soluzione alla problematica delle aule mancanti e della partecipazione alle lezioni in presenza, sostenendo che molti alunni non si ritengono pronti a entrare nel mondo del lavoro per la mancanza di sufficiente preparazione a livello laboratoriale, anche a causa dalla situazione di emergenza sanitaria che ci accompagna da ormai 2 anni.
Ha concluso il convegno il presidente del consiglio d’Istituto, che rappresenta i genitori degli alunni, sig. Vittorio Volpi, esponendo la problematica dei trasporti pubblici che sussiste da un paio di anni.

Il convegno ha toccato molti argomenti e molte problematiche sono state discusse. Anche noi studenti abbiamo avuto il modo di far emergere il nostro disagio.
Ci auguriamo e siamo speranzosi che si sia aperta una via concreta alle problematiche che sono state discusse.
Ringraziamo la nostra dirigente e tutti i relatori per questo Convegno in cui hanno parlato apertamente, soprattutto a noi studenti, rassicurandoci sul futuro del nostro Istituto ed esortandoci ad affacciarci al mondo del lavoro senza alcun timore.

Gli studenti rappresentanti d’Istituto

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Incontro di formazione in vista dello hackathon GdB Da Vinci 4.0

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Nel corso della mattina di lunedì 24 gennaio 2022, presso il nostro Istituto, l’Aula Magna ha ospitato un primo inconto con gli organizzatori dello hackathon del Giornale di Brescia: il Da Vinci 4.0. Hanno partecipato gli oltre 20 studenti, divisi in tre squadre, una per ognuno degli indirizzi di informatica, meccanica ed elettronica, iscritte alla 3ª edizione della competizione di cui il “Cerebotani” è il campione in carica. Gli speaker, in ordine di intervento

  • Laura Galliera, responsabile di Education e Capitale umano di Confidustria Brescia
  • Massimo Temporelli, fondatore di The FabLab
  • Stefano Martinelli, giornalista del Giornale di Brescia
  • Giulia De Martini, head of research di The FabLab

hanno presentato alcune delle tecnologie fra le più innovative che stanno determinando la 4ª rivoluzione industriale e che stanno cambiando in modo radicale la percezione del e l’interazione con il mondo sia industriale sia domestico, con al centro il dato, l’informazione e le potenzialità che il controllo di tali flussi consentono.

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Sistema scolastico secondo Elon Musk

LaScuolaDiElonMask2Elon Musk è un imprenditore sudafricano, diventando uno dei più ricchi del mondo, grazie alle sue numerose aziende come Tesla, Neuralink, ed è anche cofondatore di PayPal. Le considerazioni riguardo Elon Musk sulla scuola, sono una valida alternativa per cambiare in meglio il sistema scolastico attuale, basandosi su alcune riflessioni che il miliardario stesso si pone: “ma il sistema scolastico attuale funziona veramente?”.

Elon Musk propone delle soluzioni risolvendo una problematica familiare, infatti pensa che i suoi figli non vengano istruiti nel migliore dei modi. Gli errori più lampanti osservati nei sistemi scolastici da Elon Musk sono:

  • gli studenti non vengono raggruppati per la loro età, ma per le loro abilità (ritiene che sia sbagliato pensare che gli alunni della stessa età imparino alla stessa velocità);
  • insegnare sempre al pensando al problema (ritiene che insegnare per imparare uno strumento sia inutile, meglio insegnare per risolvere un problema).

Le fondamenta di questo sistema scolastico sono ben differenti dalle attuali, infatti nella scuola secondo Elon Musk non ci sono classi né livelli, gli studenti partecipano e lavorano tutti insieme, a prescindere dall’età o dalle capacitàIl programma è incentrato su veri e propri progetti affrontati attraverso apprendimento cooperativo, lavoro di gruppo e confronto tra i ragazzi, che sono visti come essenziali. Le materie studiate in questa scuola puntano al futuro infatti si riduce lo studio delle materie di carattere umanistico, basandosi principalmente sulle nuove tecnologie, l’informatica, il coding, l’ingegneria, la costruzione pratica, ma anche l’etica e ragionamento critico, l’avvicinamento all’imprenditoria e lo sviluppo di hard e soft skill fondamentali nel mondo dell’innovazione e del lavoro.

La scuola ideale di Elon Musk non è perfetta, secondo il nostro punto di vista, l’ideale sarebbe una combinazione tra quella attuale e la sua dove lo studente sarebbe più stimolato perchè non vedrebbe la scuola come un obbligo ma come un ambiente sano dove imparare e migliorare le proprie abilità. Siamo abituati a vedere la scuola come un’area dove ognuno è giudicato solamente per le proprie performance su singoli test; da votazioni molte volte inutili; molte volte studiando concetti ormai obsoleti. Capiamo la necessità di ampliare la cultura generale, ma vogliamo togliere spazio allo studio delle nuove tecnologie, limitando l’evoluzione tecnologica? Molte materie mancano in molte scuole e sono proprio quelle materie che preparano lo studente al mondo del lavoro come l’imprenditoria e l’economia che dovrebbero essere presenti in ogni scuole.

Ci siamo mai chiesti come il nostro sistema scolastico limiti le potenzialità di uno studente? Qualcuno ha mai osservato i livelli di stress presenti negli studenti italiani? Il nostro sistema scolastico deve fare ancora molta strada per far sì che la scuola formi lavoratori capaci di ragionare, mettersi in gioco e migliorarsi, ma fino ad ora cosa ha veramente fatto? Speriamo sia stato di vostro gradimento l’esposto e vi ringraziamo per il vostro tempo e speriamo vi faccia ragionare.LaScuolaDiElonMask

 

 




La scuola ideale

Noi studenti ci lamentiamo spesso del sistema scolastico attuale, dicendo che non ci valorizza sufficientemente o che è troppo rigido, non lasciando libera scelta agli studenti, i quali sono i principali attori della scuola. Abbiamo perciò stilato una lista di modifiche, prendendo varie caratteristiche da vari sistemi scolastici di tutto il mondo.
La nostra scuola ideale dovrebbe comprendere i seguenti punti:

  • Gli studenti hanno la possibilità di scegliere i propri professori;
  • I professori dovrebbero avere uno spazio dedicato per ricevere gli studenti, i cosiddetti tutoring;
  • Gli studenti dovrebbero avere uno psicologo interno alla scuola;
  • Gli studenti dovrebbero avere una biblioteca da cui prendere i libri, da restituire poi al termine delle lezioni;
  • Valutazioni in base alle competenze e non in base alle conoscenze;
  • Valutazione degli insegnanti da parte degli alunni;
  • Gli studenti dovrebbero avere più potere decisionale all’interno della scuola;
  • Le lezioni frontali dovrebbero essere molto poche o del tutto assenti;
  • Gli studenti dovrebbero essere incoraggiati a partecipare, interagire, porre domande, esprimere se stessi, presentare lavori di gruppo e ricerche individuali;
  • I professori dovrebbero avere aule fisse e gli studenti dovrebbero spostarsi tra le varie aule. Questa caratteristica tipica delle scuole americane è stata già adottata, non in tempi di COVID-19, dall’IIS Don Milani di Montichiari;
  • Le ore dovrebbero essere ridotte a 45 minuti con 15 minuti di pausa alla fine di ogni lezione. Degli studi, sostengono che il cervello apprendi meglio in questa modalità;
  • L’educazione sessuale dovrebbe essere obbligatoria a partire dal primo fino all’ultimo anno del ciclo scolastico;
  • Dovrebbero essere garantite più ore di laboratorio per avere una conoscenza più pratica delle materie d’indirizzo;
  • Diritto ed economia dovrebbe essere estesa a tutti e cinque gli anni e trattata in maniera più approfondita.

Questa è la nostra scuola ideale, in cui gli studenti possono essere più partecipi nelle scelte gestionali della scuola, nella scelta dei professori e con maggiori conoscenze, che potrebbero tornare utili nel futuro, come una conoscenza approfondita del Diritto Italiano e dell’educazione sessuale. Siamo a conoscenza che alcune di queste proposte non possono essere adottate a causa dell’emergenza COVID-19. Chiediamo chiediamo però alla Dirigente Scolastica di prendere in considerazione queste richieste, per trasformare l’IIS Cerebotani in una potenziale scuola di riferimento, non solo per gli istituti della Provincia di Brescia ma anche, potenzialmente, per tutte le scuole d’Italia.

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Articolo scritto da: Jacopo Senatore.

Lista di proposte stilata da: Matteo Botturi, Claudio Casanova, Jacopo Senatore, 3ªF.

 




L’Oasi del Garda 2030

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“Possediamo un’oasi meravigliosa, ai nostri figli non possiamo lasciare un deserto”

Giovedì 09 dicembre la Dirigente Scolastica ha convocato gli studenti nel giardino interno della scuola per accogliere un progetto di sostenibilità ambientale, iniziativa che sta coinvolgendo diverse realtà del lago di Garda.

La prof.ssa Angelina Scarano ha sottolineato l’importanza del rispetto verso se stessi, verso gli altri e verso l’ambiente per sviluppare una matura coscienza civica, impegno che deve partire proprio dagli studenti del “Cerebotani”, realtà scolastica che in tanti hanno scelto per le vaste opportunità lavorative.

Il rappresentante, per il nostro Istituto, di questo progetto di educazione ad un’ecologia integrale, nel rispetto del Creato e delle persone, è il prof. Domenico Marchione, il quale ha sottolineato nel suo intervento la necessità di creare, sempre più, una comunità virtuosa, costituita da nuovi pensieri e stili di vita, dai quali trovare il coraggio di realizzare grandi cambiamenti.

A questo incontro è stato invitato Frantz Kourdebakir, di origine francese, ideatore di un progetto educativo denominato “Guardiani del Benaco”, che ha per obiettivo la realizzazione di una rete educativa sostenibile attorno al più grande contenitore d’acqua dolce d’Italia con la firma di un patto educativo tra tutte le scuole, le associazioni e le imprese presenti nel territorio gardesano con riferimento al documento “Laudato si’”, “Fratelli tutti”, alla COP 26 che ci ricorda nel quarto obiettivo che senza un coinvolgimento di tutti non si realizzerà una vera e propria conversione ecologica, e all’Agenda 2030 che orienta l’umanità verso uno sviluppo sostenibile attraverso 17 obiettivi per educare gli studenti alla cittadinanza e alla sostenibilità.

A questo progetto si allinea un altro, detto “Cammino del Benaco”, che vuole valorizzare i luoghi storici, culturali e religiosi delle nostre comunità del Lago di Garda.

Accensione candela del Cerebotani

Alla fine dell’incontro è stata presentata la “Luce della Speranza”, candela itinerante che parte dalla Santa Casa della Madonna di Loreto per raggiungere tanti luoghi d’Italia, simbolo di Speranza, Pace e Unità che ha acceso, come simbolica connessione con il messaggio che porta, “la candela del Cerebotani”, il cui supporto è stato realizzato da noi, studenti della classe 4ªB.

Luca Esposito, Davide Bertella, Alessio Ghio, Matteo Lucchini e Michael Dellaglio

(Abbiamo l’intenzione di invitare Papa Francesco, uomo di speranza, sul lago di Garda per firmare il patto educativo e benedire il Cammino del Benaco per un’ecologia integrale sulla casa comune del lago di Garda).

 




Il lato oscuro della digitalizzazione

In questo articolo vogliamo parlare in breve di alcuni aspetti fondamentali della digitalizzazione spesso sottovalutati. Principalmente tratteremo del: “digital divide”, dei “7 fenomeni digitali” e del “greenwashing”.

digital_divide Partiamo con una semplice definizione di cos’è la Digitalizzazione? Per digitalizzazione nei servizi sociali si intende l’integrazione delle tecnologie digitali nella fornitura quotidiana di servizi sociali. L’impatto trasformativo della digitalizzazione sta emergendo solo di recente nella fornitura di servizi sociali, ma gli sviluppi sono sempre più rapidi.

Digital divide invece è il divario che c’è tra chi ha accesso a internet e chi non ce l’ha. Ne deriva una esclusione dai vantaggi della società digitale, con danni socio-economici e culturali per chi ne è colpito. Il digitale sta assumendo un’importanza sempre maggiore per la società. Gli esclusi sono coloro che di solito appartengono alle classi sociali svantaggiate e si trovano a combattere guerre per le disuguaglianze sociali e tecnologiche. La divisione che crea il Digital Divide, è una discriminazione per l’uguaglianza dei diritti che si possono esercitare online grazie alla società digitale e mette in mostra una sempre maggiore disuguaglianza nell’utilizzo delle tecnologie e nel loro accesso. Questa divisione mette in risalto la separazione tra la parte della popolazione che utilizza le tecnologie e la parte della popolazione che non le utilizza. I divari che si vengono a creare con il Digital Divide sono stati classificati in tre tipologie:

  • Il divario globale riguarda le differenze tra i paesi più e meno sviluppati.
  • Il divario sociale si riferisce alle disuguaglianze che ci sono all’interno di un paese.
  • Il divario democratico mette in evidenza le condizioni di partecipazione alla vita sociale e politica, in base all’utilizzo ed al non utilizzo delle tecnologie.

Il divario globale non è solo la possibilità di accedere alle tecnologie, ma soprattutto la qualità e le modalità di accesso. Per questo è il divario più forte in questo momento. Per esempio in Cina, Giappone e Stati Uniti hanno ad oggi più della metà delle connessioni nel mondo. Le categorie che risentono in modo particolare del Digital Divide sono:

  • Gli anziani: l’esclusione è causata da un gap generazionale;
  • Gli immigrati: l’esclusione è causata da un gap linguistico-culturale;
  • I detenuti, i disabili e chi ha un basso livello di istruzione, che non sono in grado di usare in modo consono i dispositivi informatici;
  • Le donne inoccupate: l’esclusione è causata da un gap di genere.

Di solito chi ha accesso alle tecnologie digitali proviene da una determinata area geografica e geopolitica, ma ci sono altre caratteristiche legate al sesso, all’età, al reddito ed al livello di educazione. Da alcuni studi si evince che, chi ha il reddito più alto ed un alto grado di scolarizzazione, ha più possibilità di accedere al mondo digitale. Coloro che vivono nei centri urbani più sviluppati, hanno maggiori possibilità rispetto a chi vive nei centri rurali.

Parlando della situazione del Digital divide in Italia possiamo dire che per  gli  italiani che non sono coperti da una adeguata connessione internet, si parla di un Digital Divide di infrastrutture, invece per gli italiani che scelgono di non avere una connessione si parla di Digital Divide culturale. Entrambe le situazioni creano degli svantaggi, anche se solo una bassa percentuale della popolazione non ha la connessione internet e la copertura ultra larga della banda interessa solo dal 20 % al 40 % della popolazione italiana.  Per un futuro prossimo si avrà anche un Digital Divide che riguarderà la mancanza della fibra ottica all’interno delle case, sarà circa del 20% della nazione. Annullare il divario digitale è lo scopo di molte organizzazioni e associazioni internazionali che si occupano di Internet Governance nel mondo. Sono stati riconosciuti quattro cardini su cui basare le possibili soluzioni: la crescita economica, l’uguaglianza economica, un’organizzazione democratica e la mobilità sociale. Alcune delle attività interessate che potrebbero aiutare a ridurre questo divario sono:

  • Creare applicazioni e ambienti digitali che portino l’utente ad essere autosufficiente e che lo rendano un partecipante attivo;
  • Creare dei percorsi educativi per l’utilizzo di internet e delle altre tecnologie
  • Mettere a disposizione dispositivi con accesso alla rete che riescano a soddisfare le esigenze di tutti;
  • Mettere a disposizione un servizio internet a prezzi modici e con una buona connessione;
  • Avere un supporto tecnico di qualità.

Gli stati devono garantire ai propri cittadini l’uguaglianza delle condizioni economico-sociali e la parità dell’accesso alla rete. Alla nuove generazioni deve essere fornita una giusta istruzione digitale per crescere come cittadini digitali e migliorare l’istruzione delle fasce delle minoranze più vulnerabili.

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Riguardo ai 7 fenomeni digitali riprenderò solo alcuni di essi, i quali rappresenteranno i punti più importanti. Partiamo dall ’echo chamber, questa significa letteralmente camera dell’eco ed è l’effetto sotto cui veniamo posti una volta acceso il telefono, il problema è che questo si crea e si rafforza con molta facilità ma non se ne andrà con altrettanta. L’effetto che crea provocherà un senso di chiusura da parte dell’utente non permettendo una vista oggettiva e completa dell’argomento trattato, infatti questa è utilizzata come strategia di marketing verso qualsiasi prodotto, l’obiettivo sarà farci credere che questo sarà l’unico prodotto valido rispetto alla concorrenza.                                                                                                                                                    Il secondo aspetto riguarda la negatività, infatti uno studio ha accertato che una cattiva notizia viene considerata il 50% in più rispetto ad una notizia positiva, basti pensare ai video su youtube e alla strategia del clickbait. Il terzo aspetto parla dell’isolamento sociale, ormai la diffusione è inevitabile e cresce esponenzialmente ogni giorno che passa, questo fenomeno è strettamente legato alla ricostruzione d’identità. Entrambe queste azioni porteranno una persona ad estraniarsi dalla società e a ricreare una copia migliore di se stessa online, postando solo i momenti migliori della loro vita. Il vero problema però non riguarda la persona trattata, ovvero colui che crea un profilo irreale, bensì riguarda tutte le persone che visiteranno questo profilo, la visione di una “vita perfetta” e priva di preoccupazioni provocherà un senso di incompletezza e di tristezza nelle persone che lo guarderanno, creando così un effetto depressivo; questo se attuato da tutti gli utenti andrà a creare un circolo vizioso che avrà come unico obiettivo quello di far credere agli altri di avere una vita migliore della loro.

Adesso pensiamo a tutto ciò che abbiamo detto fino ad ora e mettiamo assieme tutti questi aspetti, cosa si verrebbe a creare? La risposta è caos, questo è l’ultimo punto di cui tratterò. Non è facile gestire una società nella quale ognuno può dire la sua, essere aperti a nuove esperienze, a nuove idee e a nuove possibilità dovrebbe rappresentare la normalità mentre nella situazione in cui ci ritroviamo, sembra che l’unica cosa in cui siamo bravi è pensare in modo egoistico, soggettivo e spesso anche a giudicare gli altri con lo scopo unico di offendere. Per concludere vorrei invitare tutti i lettori ad espandere la propria mente, evitiamo di fermarci alla prima considerazione, tiriamo in gioco tutte le possibilità, e, se necessario, fermiamoci a riflettere perché a volte il non fare nulla è la cosa più difficile (Aforisma di Oscar Wilde: Il non fare nulla è la cosa più difficile del mondo, la più difficile e la più intellettuale).

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A causa della diffusione sempre più capillare delle tecnologie e di conseguenza della digitalizzazione sono sorti non solo molti vantaggi ma anche nuovi problemi. Per esempio il modo di fare pubblicità ha subito una grande evoluzione: i nuovi sistemi digitali le hanno dato la possibilità di diventare sempre più intelligente attraverso l’uso di algoritmi complessi che permettono di creare contenuti diversi e su misura per ogni utente. Negli ultimi anni gli algoritmi si sono evoluti a tal punto da poter predire con precisione quasi impressionante quelli che sono i nostri gusti, stati d’animo, modi di pensare e inclinazioni (es. politiche). La raccolta di tutti questi dati riguardanti ogni singolo utente permette di avere in mano la chiave per una nuova tipologia di manipolazione di massa, svolta velatamente e in modo quasi impercettibile, che consente a grandi colossi digitali di guadagnare enormi quantità di denaro a scapito delle nostre fragili menti. Le conseguenze di tale strumento si riflettono in importanti cambiamenti a livello sociale, come ad esempio in campo politico o concettuale (es. Greenwashing).

Che cos’è il Greenwashing? Innanzitutto partiamo spiegando il significato di questo termine: ha origine dalla fusione di due parole inglesi brainwashing (lavaggio del cervello) e green (verde). Il nuovo modo di fare pubblicità su misura ha permesso sì di aumentare i guadagni ma con la conseguenza di aver aumentato anche il consumismo. Il modo più efficace per riuscirci non si basa sulla vendita dei prodotti in sé, ma piuttosto sulla vendita e sul inculcazione di nuove ideologie. Ne è un esempio il Greenwashing, che cavalca egregiamente l’onda di preoccupazione diffusa per i cambiamenti climatici e l’inquinamento con l’unico desiderio di fare soldi. Questo ha delle conseguenze molto negative sull’idea generale che le persone hanno delle sostenibilità, infatti, molte aziende utilizzano messaggi fallaci e poco accurati per farci pensare che attraverso l’acquisto di nuovi prodotti più all’avanguardia e eco friendly si possa veramente attuare un cambiamento in meglio per il nostro pianeta.

Daniel Baroni, Demetra Carimb, Dilawar Singh Bola




I campioni in carica lanciano la sfida al GdB Da Vinci 4.0 2021-2022

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Leggi l’artiolo sul giornale:

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La scelta di essere libera

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La scelta di essere libera

In collaborazione con la rete antimafia di Brescia, venerdì 26 novembre 2021 è stato proposto un incontro legato a “i percorsi di educazione civica”, sul tema della violenza contro le donne.
Durante l’incontro l’onorevole Piera Aiello, dopo aver esposto la sua storia, ha risposto alle nostre domande, dandoci consigli per vivere in modo corretto e responsabile il nostro futuro.
La deputata ci ha detto che non dobbiamo avere paura di denunciare, ma prendere spunto da molti imprenditori che, quando la mafia ha chiesto loro il pizzo, si sono rivolti alle forze dell’ordine.
Riportiamo di seguito alcune frasi sulle quali riflettere, pronunciate dall’ospite, che hanno particolarmente catturato l’attenzione di noi ragazzi.

“La morte è troppo facile, assumersi le responsabilità meno”

“Meglio una brutta verità che una bella bugia”

“Bisogna rimanere vivi per capire quello che si è fatto e pagarne le conseguenze”

“Bisogna avere le idee chiare nella vita”

“I miei genitori mi hanno insegnato a dare rispetto per pretenderlo e ad   essere onesta e pura in un mondo disonesto ed impuro”

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Le domande che le abbiamo posto

Cosa ha provato o pensato dopo aver denunciato?
“Ho provato rabbia perché, quando andavo a testimoniare nelle carceri, vedevo persone rinchiuse che potevano essere migliori”.
Ci può dare dei consigli per essere forti come lei nella vita?
“Nella vita bisogna avere le idee chiare, dovete seguire due esempi di vita che ogni giorno ci stanno accanto: i professori e gli insegnanti. Essi vi mostrano come comportarvi e grazie ai loro consigli potete vivere in modo onesto, diventando anche voi esempi di vita”.
Com’è cambiata la sua vita in seguito all’assegnazione di una scorta?
“La mia vita è cambiata molto: “i miei angeli” mi affiancano ovunque e in ogni momento, eccetto quando sono a casa. Vivere con la scorta non mi rende tanto libera, ma mi sono comunque affezionata a loro tanto che sono per me dei figli e io la loro mamma”.

Alcuni di noi, prima di incontrare Piera Aiello, pensavano di ascoltare la solita storia di una donna che, dopo aver vissuto eventi drammatici, si reca nelle scuole raccontando la propria esperienza, per sensibilizzare le menti dei giovani.
Non è stato affatto così: abbiamo avuto modo di incontrare una persona che ci ha dato dei consigli di vita preziosi, rispondendo al contempo alle nostre domande. Per noi studenti è stato un incontro partecipe ed attivo, interessante ed emozionante, che ci ha dato l’opportunità di confrontarci con una deputata, una testimone di giustizia da 30 anni, una donna che ha imparato molto dalla vita. Con lei il destino è stato duro e grazie alle sue esperienze può illuminarci, aiutandoci ad essere forti e coraggiosi anche noi nelle situazioni difficili.

Le classi 2ªK e 2ªA

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Il Cerebotani su TeleTutto

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Il video del passaggio in TV sul canale TeleTutto della premiazione dello hackathon “GdB Da Vinci 4.0″, dove il nostro Istituto ha capitalizzato il primo e il secondo posto, nell’articolo completo sul Giornale di Brescia.




MTB: L’ORO IN FRANCIACORTA ad uno studente del Cerebotani

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Grande Filippo Baur!

Grande risultato per un nostro studente, Filippo Baur, della classe 3N, che ha svettato, per la categoria under 18, raggiungendo il gradino più alto del podio, nella “Granfondo Terre di Franciacorta Mtb”, con partenza ed arrivo ad Adrio. Sempre primo attore nella sua categoria, Filippo ha ottenuto questo prestigioso risultato grazie ad un intenso e costante allenamento e con un atteggiamento giudizioso durante la gara. Prova che impegno e ingegno fanno la differenza, cosi da essere dei vincenti.

Sicuramente, ci sentiamo in parte di condividere questa medaglia d’oro, pensando a tutte le uscite in mountain bike, a cui spesso Filippo era ed è, ancora, spesso presente, organizzate dai prof.ri Bandera, Masetti, Migliorati, auspicio di potere tornare presto ad riorganizzare l’evento della nostra Scuola: “Mtb Rookie Contest”, che già vide eccellere, nella sua prima edizione, in modo anche benaugurante per la sua carriera, proprio Baur.

Prof Domenico Marchione

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