Incontro con la cooperativa sociale “il samaritano” di Verona

In data 26 marzo 2015 gli alunni di alcune classi dell’I.I.S. Cerebotani di Lonato del Garda (BS) hanno avuto il piacere e il privilegio di poter incontrare due socio-volontari della cooperativa sociale “ Il Samaritano” di Verona.

Questa ONLUS si occupa di dare accoglienza a persone, purtroppo senza fissa dimora, e di garantirgli un abitazione, un pasto caldo e di aiutarli a re-inserirsi nel mondo odierno garantendogli sicurezza, piena soliderietà e Amore. Insieme ai volontari c’erano due giovani fuggiti da due paesi differenti, per via delle situazioni politiche del loro territorio, hanno mollato una vita per ricominciarne un’altra, e hanno trovato casa proprio li, al Samaritano di Verona. Molte di queste persone non sanno cosa aspetta a loro una volta sulla barca che li porterà in salvo, ma non gli interessa ricevere poco, perché sanno che sicuramente sarà meglio di quello che avevano prima.

IMG-20150326-WA0000E faticano a ricostruire la loro vita da zero; i volontari del samaritano si occupano proprio di questo, di rendere sempre più accogliente la CASA, organizzare attività, e reintegrare totalmente giovani e anziani nella vita di tutti i giorni. Poche parole per descrivere l’emozione che si è creata dentro di me e dentro miei compagni , nel sentire le commoventi storie dei due ragazzi, che si sono offerti di scattare foto con noi e di rispondere alle nostre domande nonostante la difficoltà linguistica.

Si hanno poche occasioni nella vita così, che possano ricordarci l’importanza delle cose che abbiamo, che un pasto caldo, non è così scontato come può sembrare a volte, e nemmeno un tetto sopra la testa, eppure loro ce l’hanno grazie a questa fantastica CASA accoglienza.

 

Buali Davide




Expo 2015: un’ occasione per parlare di spreco alimentare

Un po’ di storia

la tour Eiffel di notte

La tour Eiffel di notte

Tantissime sono le Esposizioni Universali che si sono susseguite dal 1933 ad oggi, ma alcune di esse, anche antecedenti a questa data, sono passate alla storia.

Le Esposizioni Universali hanno origini molto lontane, più precisamente nella Parigi del 1798 con “Exposition publique des produits de l’industrie Française”.

Ma la prima Esposizione Universale della storia, così come più o meno la intendiamo oggi, risale alla Londra del 1851, capitale dell’Inghilterra e centro industriale del mondo.

L’esposizione Universale di Londra del 1851 “The Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations” con i suoi 25 paesi ospiti e 6 milioni di visitatori, ha rappresentato un evento unico nel suo genere che ha segnato profondamente la storia di questo tipo di manifestazioni garantendo il successo proprio e delle future Esposizioni Universali.

Dopo Londra, infatti, si susseguirono negli anni un gran numero di Esposizioni Universali che interessarono le più grandi capitali del mondo: Parigi, Vienna, Melbourne e ancora Parigi, con la straordinaria Esposizione Universale del 1889, intitolata “Celebration of the Centennial of the french revolution”. L’Esposizione, che aveva come tema il centenario della Rivoluzione Francese, ci ha lasciato la Tour Eiffel, la torre di ferro alta 300 metri, costruita appositamente per l’occasione.

Il grande tornado delle esposizioni investì anche Milano, che esordì nello scenario economico mondiale con l’ Esposizione internazionale del Sempione del 1906, e che vide la straordinaria partecipazione di 25 paesi e 10 milioni di visitatori da tutto il mondo.

Dopo Milano ancora Esposizioni Universali in ogni parte del mondo. La manifestazione stava ormai diventando strumento necessario di un paese per lanciare la propria economia e la propria immagine di potenza politica e sociale.

Oramai troppi interessi erano entrati in gioco e la portata mondiale del fenomeno scaturì la necessità di avere un regolamento a cui attenersi.

Così, da questi presupposti venne redatta la Convenzione di Parigi che sanciva la nascita del B.I.E-Bureau International des Expositions. Era il 1928 e 31 paesi nel mondo firmavano una convenzione che regolamentava sotto tutti i punti di vista l’organizzazione di questi eventi. Con il nuovo secolo e la grande Esposizione del 1939 a New York, inizia la nuova era delle Esposizioni Universali.

La guerra, però, interruppe anche queste manifestazioni che riprenderanno solamente nel 1947.
Ma è dal 1958 in poi, con l’ Esposizione di Bruxelles, “Bilancio di un mondo, per un mondo più umano” , che si apre davanti la nuova frontiera delle Esposizioni Universali.

Da allora in poi infatti le Expo diventano strumento di promozione politica, economica e sociale che vedeva la collaborazione dei più potenti paesi del mondo per una crescita globale, che si confermerà definitivamente con l’ingresso nelle convenzione delle realtà asiatiche dall’Expo di Osaka nel 1970.

EXPO 2015

logo dell' Expo 2015

Logo dell’ Expo 2015

Dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, 184 giorni di evento, oltre 130  Stati partecipanti.
Expo 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità.

E’ possibile garantire cibo e acqua alla popolazione mondiale? Aumentare la sicurezza alimentare?

L’alimentazione non è soltanto l’ovvio rifornimento al nostro organismo di energia e delle sostanze di cui ha bisogno, quindi il primo diritto di ogni persona. È anche il fondamento di un sano sviluppo fisico e mentale, quindi della salute e della longevità. Lo straordinario miglioramento della qualità della vita avvenuto nel corso delle ultime generazioni è probabilmente da attribuire più a un’alimentazione migliore, che a una medicina più efficace.

La tradizione alimentare è uno specchio della nostra vita che si evolve con i tempi, e ci dice chi siamo, e a quale comunità apparteniamo.

Ma “assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile”, come chiede la domanda di Expo 2015, è una sfida gigantesca.

Come ogni problema complesso, anche questo non ha soluzioni semplici. Non esiste la causa dei problemi alimentari, come non esiste la soluzione.

Le soluzioni devono essere tante quante le diverse soluzioni locali ma la sfida dell’alimentazione – questo ce lo insegna il passato – si può vincere.

Fame e malnutrizione

bambini malnutriti

Bambini malnutriti

Nel 2013, circa 842 milioni di persone – circa una su otto nel mondo –soffrono cronicamente la fame e non dispongono di cibo sufficiente per condurre una vita attiva.

La regione più colpita è l’Africa, dove una persona su quattro è sottoalimentata, seguita da alcuni paesi dell’Asia meridionale.

Mezzo milione di bambini ogni anno diventano ciechi per mancanza di vitamina A, e la metà di loro muore entro l’anno successivo. La carenza di zinco provoca la morte di circa 400.000 bambini. 165 milioni di bambini soffrono di malnutrizione.

Però una notizia buona c’è: le persone che soffrono la fame sono 173 milioni in meno rispetto al 1990, nonostante la popolazione mondiale sia nel frattempo passata da 5,5 a quasi 7 miliardi.

In Italia, come negli altri paesi avanzati e nella maggior parte ormai dei paesi emergenti, il problema delle ricorrenti carestie, e della fame cronica per la stragrande maggioranza della popolazione, è stato risolto nel corso del Novecento grazie a uno straordinario aumento della produttività dell’agricoltura e dell’allevamento, frutto della sistematica applicazione di nuove conoscenze scientifiche.

Obesità

bambini obesi

Bambini obesi

Quando si comincia a mangiare di più non è facile fermarsi, anche perché – come sperimentato da chiunque abbia cercato di perdere peso – siamo biologicamente attrezzati per difenderci dalla scarsità, ma non dall’abbondanza.
Oggi il numero delle persone sovrappeso (1,1 miliardi) o obese (500 milioni) è quasi esattamente il doppio di quello delle persone che soffrono la fame. Ma è anche il doppio rispetto al 1980 e la metà rispetto al 2030, se il trend attuale dovesse continuare.

La causa è la cosiddetta “transizione alimentare”: al crescere del reddito i cibi a basso contenuto calorico, come i cereali, vengono sostituiti con altri di maggior pregio ma anche a maggior contenuto calorico, come carne, latte e latticini, oppure con prodotti industriali confezionati, spesso di bassa qualità nutrizionale perché troppo ricchi di calorie e troppo poveri di micronutrienti.

Allo stesso tempo, la vita diventa più sedentaria, quindi il fabbisogno di calorie diminuisce e diete troppo povere diventano così troppo ricche.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i chili di troppo sono responsabili del 44% dei casi di diabete, del 23% degli infarti e del 40% di alcuni tipi di cancro, e sono diventati la causa di malattia in più rapida crescita.

Il problema è particolarmente grave nei paesi emergenti, dove mancano le risorse e le strutture per curare tante persone.

Spreco di cibo

Un terzo circa del cibo prodotto nel mondo non arriva nel piatto dei suoi abitanti.
Il cibo viene perduto lungo il suo intero ciclo di vita, dal produttore al consumatore.
Nei paesi più poveri, le perdite avvengono soprattutto nel campo, nei trasporti, nello stoccaggio e nella lavorazione, per mancanza delle infrastrutture necessarie: il cibo viene danneggiato (a causa di topi, ratti, locuste e altri insetti) o si deteriora (per mancanza di igiene o di una catena del freddo) prima ancora di arrivare alla vendita e al consumo. Il singolo consumatore però butta via solo 6-11 chili di cibo all’anno.

Nei paesi più ricchi, invece, le perdite maggiori sono nella vendita e nel consumo.
Si butta via il cibo perché contiene contaminanti (come agrofarmaci o micotossine) superiori ai limiti di legge, perché il livello qualitativo (anche semplicemente nell’aspetto) non è all’altezza, perché è scaduto ma è ancora buono, perché i supermercati preferiscono tenere gli scaffali sempre pieni, anche se sanno che parte del prodotto non sarà venduta.

Molto cibo, infine, viene sprecato a casa: secondo le stime FAO, dai 95 ai 115 chili di cibo per persona l’anno.
In Italia, le stime più affidabili parlano di un 8% della spesa alimentare che finisce nella spazzatura, per un valore fra i 7 e i 9 miliardi di euro l’anno.

Anche il costo ambientale è impressionante: per produrre il cibo che viene poi perduto si occupano 1,4 miliardi di ettari di terra che si potrebbero restituire agli ecosistemi naturali, si producono 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica che contribuiscono al cambiamento climatico, si sprecano 250 chilometri cubici di acqua, oltre all’energia e ai mezzi tecnici usati.

Ogni anno, nelle case dei paesi ricchi, si buttano 222 milioni di tonnellate di cibo, una quantità pari quasi alla produzione totale netta di cibo nell’Africa sub sahariana.

spreco-alimentare

Alessia Frasson – Pietro Raimondi




Ritrovare la felicità

10 gennaio 2015

Non si può lavorare a scuola se non si amano i ragazzi”. Dolcissima eco di parole pronunciate da chi nel mondo della scuola esiste e continua ad Essere.
Indelebile il ricordo al Palazzetto dello sport, il 20 dicembre 2014, giorno della festa dei ragazzi dell’ Itis di Lonato del Garda.

Squarcio di luce nella tempesta degli ultimi giorni.IMG-20150218-WA0024

Quante parole quel giorno, quanta bella musica con la band nata grazie all’intermediazione dell’ex dirigente, prof. Condello, bel ricordo e cuore buono, con me un angelo, sempre pronto a chiedermi “Tutto bene?”, sempre pronto ad ascoltarmi…. Ora è nell’abbraccio dei monti di Bolzano che consolano i suoi bei giorni dopo una vita spesa per il bene degli alunni.

Da settembre, a reggere il testimone, c’è un’attenta pedagogista che sa aprire strade di grande spessore morale e professionale. Naturalmente c’è anche lei, la dottoressa Roberta Gambaro, a riempire la serenità di questo giorno. Interviene con pochi incisivi pensieri mentre nel cuore si intensifica il desiderio di riabbracciare la sua famiglia spesso lontana ma sempre vicina nel tempo e nello spazio. Donne coraggiose che non sciupano la loro intelligenza, hanno il coraggio di rinunciare temporaneamente a grandi amori sempre e solo per amore. E ancora il fascino e la bella eleganza del Maestro Righetti che dirige i ragazzini amanti della musica e un prof. che ama mettersi in gioco suonando con orgoglio il suo strumento insieme a loro. Grande esempio per tutti e gioia del suo, del mio, del nostro indimenticabile amico Achille Cristani.

Irrompono note calde e vivaci. Una voce di ragazza infinitamente meravigliosa e assoli di un chitarrista esperto e coinvolgente…

E parole semplici nutrite di illuminazioni ironiche sulla vita e sul mondo: il magico IMG-20150218-WA0010Regis è perfettamente in sintonia con quelle melodie. Invita i ragazzi ad amare la grande possibilità che hanno sentenziando:”La scuola è simile alla vita… Amatela”. I ragazzini si divertono quando racconta la sua infanzia, quando ricorda la sua mamma (anche lei inglobata nell’acronimo U.M.S. -Unione Mamme Sofferenti!) che gli intimava di stare zitto con il nonno, di rispettarlo, di stare attento a non cadere con la bici perché altrimenti gli avrebbe riservato altre punizioni! Solo alcuni appaiono annoiati, moltissimi sorridono e partecipano ad una festa sana e felice. “Siate sempre giovani nel cuore”… Riecheggiano parole colme di saggezza di quel ragazzo amato dai ragazzini che li invita a credere nel mondo, a vivere in pace, ad apprezzare con prudenza la tecnologia capace anche di aprire infinite finestre di immense realtà, a non abbandonare la fantasia. Mai. Un’atmosfera serena che preannuncia la gioia della rinascita e del risveglio dei cuori.

Ora, dopo la lunga pausa natalizia e agli albori del 2015, mi ritrovo a meditare su quel bel tempo al palazzetto dello sport, un tempo che anticipava feste a volte “fastidiose” perché mi sommergono di ricordi oltre la vita presente, ricordi di coloro che condividevano con me abbracci di luce e sorrisi e ai quali ora devo augurare felicità virtuale ovunque siano. Feste che, a volte, si riempiono di mere formalità e dimenticano le tante complicazioni di questo pazzo mondo. Ci sono ricorrenze che , a volte, fanno male, ma la felicità va cercata assiduamente, come consiglia il nostro Benigni… “L’abbiamo avuta in dono quando eravamo piccoli”. Bella questa espressione. Mi ha liberata dal torpore di un pomeriggio noioso dopo un pranzo esagerato.

Un suono del cellulare. Messaggino! Apro la cartella e qualcosa mi irradia… A volte bastano poche parole e la nostra anima rinasce come quel bimbo nella povera grotta.”L’abbiamo avuta in dono quando eravamo piccoli”… Mi incanta quando la medito. I doni infantili sono sempre nella nostra memoria. Dobbiamo solo scavare e scavare, insanguinare le mani del ricordo e continuare a scavare per ritrovarli. Scavare per ritrovare la felicita smarrita. È solo nascosta in qualche cantuccio e non dobbiamo dimenticare di averla fino all’ultimo respiro. Quando la ritroveremo, avvertiremo nel cuore e nella mente un abbraccio luminoso di serenità e riacciufferemo il filo d’oro che lega Terra e Cielo… Al di là di tutto … “Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno” (C. Dickens).

IMG-20150218-WA0026 (1) In tempi così difficili, l’ottimismo va implorato con tutte le forze e quella felicità tanto agognata va cercata arrampicandosi su ogni parete dove si colorano con gioia la pace, l’unità , il dialogo, l’amore, la tolleranza. Tesoro, quest’ultimo, che non dobbiamo dimenticare mai di trasmettere ai nostri ragazzi perché la scuola è in prima linea nella reazione pacifica agli eventi generati da estremisti orribili che ci travolgono sterminando anni e anni di sacrifici e di lotte per raggiungere un grado di civiltà tanto importante .

Auguri dolcissimi… A tutti i cuori del mondo! Anche ai cuori che generano crudeltà affinché si sentano amati e non cerchino pretesti e strumentalizzazioni per far valere le loro idee…

Lucia Trane




Visita ufficiale del Dott. Mario Maviglia, 1° Dirigente dell’UST di Brescia

Ingresso in Aula Magna

Ingresso in Aula Magna

“Il discorso del Dirigente Scolastico”:

Non si verifica molto frequentemente che la massima autorità scolastica della Provincia di Brescia visiti in forma ufficiale la nostra scuola.
E’ quindi motivo di grande soddisfazione per me ricevere, martedì 27 maggio, il dott. Mario Maviglia, Primo Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale o come si diceva una volta il Provveditore di Brescia.

Presentiamo al dott. Maviglia una scuola di eccellenza ma non di elite. E’ una scuola di eccellenza perché prepara degli ottimi periti industriali che rappresentano il motore delle numerose aziende che si trovano sul territorio.

In ogni azienda che si ha l’occasione di visitare si trova sempre qualcuno che ha frequentato il Cerebotani e che occupa funzioni di responsabilità.
Ma lo è anche per l’impegno quotidiano dei suoi docenti che oltre ad esprimere nella generalità un’alta professionalità vi è una cura di tutti quegli aspetti problematici che sono presenti in una popolazione scolastica.

E’ una scuola di eccellenza e non di elite perché è una scuola che include, che accoglie, che rispetta le singole culture dei tanti studenti che provengono da paesi lontani e che mai ho potuto constatare un episodio di insofferenza razziale nei confronti di questi ragazzi; motivo per cui ritengo che questo sia un valore altamente nobile che contraddistingue questa scuola.

Nel dire questo non mi sfugge il contesto provinciale in cui la nostra scuola si trova, la presenza sul territorio di scuole che per numero di alunni sono il doppio o il triplo dei nostri 800 alunni, scuole la cui importanza non è data solo dal numero degli alunni , ma dalla loro storia, dal contributo che hanno dato al sistema scuola e tra le tante consentitemi di citare , in via del tutto eccezionale, l’Istituto Tecnico Tartaglia, che è stato diretto per lunghi anni dal dott. Fulvio Negri, che oggi è qui con noi, e che ha rappresentato un punto di riferimento nel panorama delle scuole bresciane, sia in termini di competenze, di innovazione e di umanità. Chiedo, quindi, un applauso per il dott. Negri per aver dedicato le sue migliori energie e la sua intelligenza per contribuire una scuola migliore.

Il provveditore in segreteria

Il provveditore in segreteria

Per una serie di coincidenze la nostra scuola è fortemente proiettata verso l’Europa. Tra il 2010 e il 2012 abbiamo portato a termine un importante progetto europeo nell’ambito del Comenius – Regio in cui abbiamo messo a confronto la preparazione del Manutentore meccanico ed elettrico in Lombardia e in Sassonia con la città di Riesa. Questo progetto ha consentito di fare uno scambio culturale tra noi e l’Istituto Tecnico di Riesa mandando una nostra classe a Riesa e successivamente ospitando una classe tedesca. Dopo di che abbiamo la nostra collaborazione con il liceo di Ruedersdorf vicino Berlino ; e sono già due anni che abbiamo un importante scambio culturale con questa scuola tedesca.

Sono due anni che abbiamo avviato un corso di tedesco libero e volontario pomeridiano che offriamo ai nostri alunni dando l’opportunità di imparare il tedesco acquisendo uno strumento linguistico importante per entrare in Europa.

Recentemente grazie alle competenze linguistiche delle professoresse Berno e Medaina abbiamo scritto la nostra scuola alle varie possibilità offerte dalla Unione Europea attraverso l’Erasmus Plus di poter partecipare ai finanziamenti europei.

Tutte azioni concrete che ci consentono di dire che la nostra scuola è fattivamente lanciata a livello europeo.

E’ di questi giorni la presentazione alla Regione Lombardia della nostra candidatura come Polo Tecnico Professionale per un percorso IFTS per la formazione di un Tecnico dei Sistemi Domotici ad alta Efficienza Energetica.
E’ un percorso post-diploma di 900 ore che la Regione lo finanzia con 135.000 euro.

La nostra è una scuola di periferia che per poter affrontare le sfide di un mondo che è in tumultuoso cambiamento ha bisogno di rimanere costantemente collegata attraverso progetti istituzionali con una rete significativa di scuole per evitare di essere lentamente emarginata. Noi ci proviamo.

Il Dirigente Scolastico (Prof. Vincenzo Condello)




Visita il dott. Mario Maviglia, 1° Dirigente dell’UST di Brescia: la cronaca

La banda dell'istituto

La banda dell’istituto in attesa del Dott. Maviglia

Martedì 27 maggio 2014 all’IIS Cerebotani di Lonato ha fatto visita il dott. Mario Maviglia, Primo Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia. La scuola ha preparato l’evento in modo eccellente, come già accaduto in occasione della visita del Vescovo.
All’entrata dell’Istituto la banda della scuola ha suonato una canzone di benvenuto. Finita l’accoglienza all’ingresso, il provveditore è stato accompagnato in aula magna dove sono state illustrate le attività extra-curriculari più significative realizzate dal nostro istituto. Agli studenti che hanno partecipato a tali attività è stato assegnato il compito di promuoverle ed illustrarle al provveditore e all’intera platea.
Il primo gruppo di studenti ha presentato filmato sui vantaggi/svantaggi dell’OGM e dell’agricoltura biologica, realizzato per partecipare ad un concorso indetto per EXPO 2015.
Subito dopo è stata raccontata l’esperienza degli scambi culturali, effettuati dalla scuola con due istituti tedeschi, uno di Düsseldorf e l’altro di Berlino.
E’ stata la volta quindi del gruppo di allievi impegnati nella “PEER Education” un’attività d’informazione e di prevenzione sull’uso di sostanze che causano dipendenze, e sui rischi dei rapporti sessuali non protetti.
In chiusura sono state presentate l’eccellenze del nostro istituto.
E’ il caso, ad esempio, di Matteo Pavarini, le cui straordinarie
capacità gli sono valse un viaggio ad Amsterdam per la ricerca sul cancro o degli studenti che hanno partecipato alla mostra “x al quadrato”, un approfondimento, per assi della matematica, sulla parabola.

Il provveditore si è mostrato sinceramente sorpreso e onorato dalle attenzioni riservategli da parte degli studenti, del corpo docenti e di tutto il personale scolastico. Non si aspettava
un’accoglienza di questo tipo e un’organizzazione così minuziosa
dell’evento.

Dopo i ringraziamenti di chiusura, il Dirigente Scolastico si è incaricato di mostrare al provveditore i laboratori presenti nella scuola.

Claudio Ravanelli




Intervento della prof.ssa Trane

Intervento prof.ssa Trane

Intervento prof.ssa Trane

Quando la morte genera nella testa di un essere umano infiniti e assillanti e devastanti «perché», quando con il suo sguardo assente e i suoi denti impudici sorveglia gioiosa gli ultimi istanti di una «giovane vita», quando in quei terribili istanti il suo velo opprimente soffoca chi se ne va e chi rimane su questo angolo d’universo disorientandolo e stroncando ogni sottilissima sicurezza, risuonano sfolgoranti parole partorite alla ricerca di una sola risposta. Dopo estenuanti attese alla ricerca anche di quella sola risposta ai miei infiniti perché, ho urlato al mio cuore, affinché si incastonassero per sempre, queste parole: «Gli angeli camminano sulla Terra solo per poco, hanno la purezza per affrontare il Grande Volo. Nascondono piccole ali luminose invisibili all’occhio umano. Li vedi ma spesso non li riconosci perché non li guardi negli occhi. Sono passeggeri consolatori nell’inverno delle stagioni. Filtrano il Bene lasciando incenerire il Male. Così la Terra con loro è un Paradiso fatto di mortali. A volte succede che diventano Angeli con grandi ali per amarci eternamente…». Ogni volta che conosco storie di giovani volati via troppo presto, alimento la presunzione di comprendere l’angoscia e l’incredulità delle famiglie perché rivivo, secondo per secondo, il mio dramma e quello della mia famiglia per il nostro bel Gianluca. Come in tutte le cose della vita… solo chi sperimenta sulla propria pelle può capire. Intorno, quando la sensibilità è un dono innato, vive l’umana comprensione, ma il clamore dei primi tempi poi lascia il posto al silenzio, a quello che io chiamo «divino silenzio». Ed è in un angolo di quel silenzio che l’uomo travagliato, l’uomo colpito dal dolore deve trovare la forza in se stesso di rinascere,senza aspettarsi niente da nessuno se non nel cuore puro della propria famiglia o di persone vere che sanno ascoltare. Risolvere certi scontri esistenziali è difficilissimo, ma in un angolo di quel silenzio ho recuperato un dolce, tenero pensiero: desidero credere che i nostri angeli terreni siano accolti dalla Verità divina con gioia incommensurabile e proiettati nella misteriosa bellezza dei Cieli dalla quale illumineranno invisibilmente i nostri passi.

angeloGli angeli camminano sulla Terra solo per poco hanno la purezza per affrontare il grande volo. Nascondono piccole ali lunimose invisibili all’occhio umano. Li vedi ma spesso non li riconosci perche non li guardi negli occhi. Sono passeggeri consolatori nell’inverno delle stagioni Filtrano il Bene, lasciando incenerire il Male. Così la Terra con loro è un Paradiso fatto di mortali. A volte succede che diventano angeli con grandi ali per amarci eternamente…

Lucia Trane




Visita di Monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona (07 Maggio 2014)

I saluti del DS

I saluti del DS

“Il discorso di saluto del Dirigente Scolastico” 

Eccellenza ho il piacere e l’ onore di darle il benvenuto nella nostra scuola. Questo è un Istituto Tecnico che prepara dei giovani tecnici in quattro indirizzi: meccanica, elettronica, informatica e chimica.

E’ composto da circa 820 studenti, 90 docenti e 24 unità tra il personale ATA. Quindi possiamo dire una Comunità

di circa 1000 persone che animano e popolano questa struttura scolastica. E’ una scuola questa che è in perfetta simbiosi con il territorio che la ospita. Nasce prevalentemente come indirizzo meccanico e nel corso di quasi cinquantanni di vita questa scuola ha preparato dei tecnici di valore che hanno consentito alle numerose aziende meccaniche e non solo, che si trovano disseminate sul territorio di posizionarsi su livelli di eccellenza ed essere fortemente competitive a livello europeo.
Rivendico a questa scuola un valore strategico, rivendico il possesso di
giacimenti di competenze e conoscenze che le consentono, pur essendo una
scuola di periferia , di non essere da meno rispetto alle scuole di Brescia e
provincia dotate anch’esse, di lunga tradizione, storia, elevate competenze
tecniche e scientifiche.

L'arrivo del Vescovo

L’arrivo del Vescovo

In un mondo in continua evoluzione e trasformazione la scuola non può
rimanere immobile pena la sua obsolescenza e la fuoriuscita da un circuito
virtuoso e l’allentamento della forza di attrazione nei confronti delle giovani
generazioni.
Tenendo presenti queste considerazioni, in questi ultimi anni la nostra
scuola si è aperta nei confronti dell’Europa.  Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ad un progetto europeo, grazie alla intuizione e alla ferma volontà del dott. Colosio, già Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e della fattiva collaborazione con il gruppo Feralpi.

La festa in cortile

La festa in cortile

Nello stesso tempo abbiamo potenziato il settore linguistico con
l’introduzione dello studio del tedesco in modo libero e volontario. Già un
buon numero di nostri studenti ha partecipato agli scambi culturali con i
nostri partners tedeschi cogliendo l’opportunità di visitare città come Berlino, Riesa e Ruedersdorf. L’altra dimensione che un Istituto tecnico non può trascurare è l’aspetto lavorativo. Quest’anno scolastico abbiamo avviato al progetto di alternanza scuola-lavoro circa 200 studenti degli indirizzi di meccanica ed elettronica.
Ed è motivo di grande gratificazione sentire i giudizi entusiastici che le
aziende danno dei nostri alunni. Nella maggior parte dei casi le aziende
offrono a questi ragazzi l’opportunità di continuare a lavorare con la
possibilità anche di assumerli oppure di ritornare durante l’estate.
La dimensione del lavoro non viene coltivata soltanto facendo andare per due settimane i nostri alunni presso le aziende, ma mediante il progetto di
simulazione aziendale i nostri alunni si impadroniscono dei primi elementi
per costituire una azienda ma anche di poterla gestire attraverso la possibilità di svolgere mansioni lavorative effettive come in una azienda vera.  Ma oltre a preoccuparci che la nostra scuola formi dei tecnici di valore è inevitabile che siamo investiti dall’onda d’urto della crisi economica. Noi avvertiamo il disagio delle famiglie e tocchiamo con mano

In aula magna con il Sindaco

In aula magna con il Sindaco

la difficoltà di coprire spese di modesta entità. Non di rado veniamo a conoscenza della perdita del posto di lavoro del capo famiglia. La conseguenza diretta di queste difficoltà è lo sfaldamento della famiglia con ricadute pesanti su ragazzi minorenni che al contrario avrebbero bisogno di stabilità economica e stabilità affettiva.
Viviamo quindi, eccellenza, una crisi che non è solo economica ma è anche e soprattutto una crisi di valori.
Sono questi i momenti in cui si sente il bisogno di una guida spirituale che ci
aiuti a superare i momenti di sconforto, di solitudine, di angoscia. Si sente il
bisogno di una autorità morale che testimoni con l’esempio della sua vita la
solidarietà e la vicinanza alle persone più bisognose e più deboli.

Molti dei nostri allievi provengono da Paesi lontani, con culture e abitudini diverse, eppure non sono mai venuto a conoscenza di un solo episodio di intolleranza, in questo senso la nostra scuola esprime un valore alto di accoglienza e di accettazione, di chi è diverso da noi.
La nostra scuola è di eccellenza ma non di elite. Ma questa caratteristica che connota la nostra scuola come una scuola che include e non allontana non si manifesta per caso ma è il risultato del lavoro quotidiano del corpo docente ed in particolare di un nucleo di docenti che ha sempre perseguito con determinazione questo risultato.
Ma la diversità , eccellenza, ha diverse sfaccettature e alla scuola scuola spetta il compito di amalgamare le diversità culturali, di genere, di provenienza formare un cittadino onesto, rispettoso della legalità, competente nel proprio lavoro.
La sua presenza in mezzo a noi, eccellenza, è motivo di gioia e conforto e
rappresenta quel soffio di sacralità e spiritualità la quale l’uomo non è
completo.

Il Dirigente Scolastico (Prof. Vincenzo Condello) 




Un saluto agli ex docenti del Cerebotani

exdocenti

Molte volte ho potuto osservare qualche ex docente ritornare a scuola , dove ha lavorato per venti o forse trentanni, ed essere spaesato , incerto e timoroso. Eppure ha trascorso la maggior parte della sua vita in quella scuola.

Ritengo che troppo presto ci si dimentica di questi lavoratori della conoscenza, tutto sembra che sia fagocitato inesorabilmente e dei sacrifici, del tempo dato senza riconoscimenti e sottratto alla famiglia, non rimanga più nulla, si è tutto volatilizzato. Forse questa è la condizione dell’uomo o forse è la situazione che troppo spesso si verifica nella scuola.

Noi riteniamo che sul passato si costruisce il presente e il futuro, sull’esperienza di ciò che è stato si può attingere per discernere il cammino da intraprendere.

Qualche volta, in questi anni, che sono stato qui a all’ITIS , durante gli scrutini, quando la situazione è difficile e non  si sa se bocciare o promuovere mi è capitato di sentire : ti ricordi come diceva …….e allora quello diventa un modello da seguire , un’ancora a cui aggrapparsi per prendere una decisione che sia fondata e ben costruita.

Nei contatti che mi capita di avere con le famiglie senza che io dica niente ricevo esternazioni di stima per la scuola. Nell’opinione pubblica locale si è radicato un giudizio di stima incondizionata per la nostra scuola. Ora la solidità e la dignità di un nome come è l’Istituto Cerebotani non si costruisce in un giorno e nemmeno in un anno. Esso è frutto di un lavoro costante che si è sviluppato nel tempo . Esso è il frutto di un flusso continuo di competenze, di intelligenze , di dedizione di cui voi siete una parte importante. Voi avete contribuito con il vostro lavoro a far diventare l’Istituto Cerebotani una scuola di eccellenza.

La nostra scuola adesso sta vivendo una fase di lenta trasformazione. E’ di questi giorni la comunicazione della Regione Lombardia che ci ha assegnato un contributo di  97.800 euro per comprare agli alunni di dieci classi , si parla di circa 270 alunni, un computer a testa. La Regione , a fronte di questi contributi, ha messo dei vincoli. Uno  particolare riguarda l’acquisto di libri digitali. La conseguenza di questo è che non si può fare più una didattica tradizionale ma diventa necessario incamminarsi verso una didattica digitale.Un altro aspetto riguarda proprio i libri digitali. Le case editrici in questo momento non offrono un buon prodotto. Motivo per cui il Ministero favorisce la realizzazione in proprio di libri digitali. Le aule sono tutte dotate di videoproiettori e i docenti hanno in dotazione un computer con il quale possono preparare lezioni digitali. Dalle aule sono scomparsi  i registri cartacei e il tutto adesso viaggia sul registro elettronico. I genitori possono seguire comodamente da casa l’attività didattica del proprio figlio. Possono vedere giorno per giorno i voti che vengono assegnati e possono seguire anche gli argomenti che vengono fatti. Naturalmente possono seguire anche gli aspetti disciplinari. Come potete constatare è cambiato un pezzo importante del modo di fare scuola rispetto ai tempi in cui voi eravate in cattedra .Naturalmente per poter avviare il registro elettronico è stato necessario potenziare la rete WI-FI.

Attraverso il totem che abbiamo installato all’ingresso, il registro elettronico monitora i ritardi di ingresso in modo preciso e puntuale. Attualmente questo servizio riguarda solo le prime classi ma tra breve doteremo tutte le classi con  il badge, cosi possiamo garantire il servizio in tutte le classi.

Da quest’anno è partito il nuovo indirizzo di Chimica che ha consentito di formare  una classe di trenta alunni.

La nostra scuola è inserita in un Polo Tecnico Professionale nella filiera di elettronica e informatica insieme con partner come l’Università cattolica di Brescia, l’azienda elettrotecnia AVE di Rezzato, la domotica Cidneo di Brescia , il CFP zanardelli e tanti altri.

All’interno della segreteria si sta avviando il procedimento di dematerializzazione. La legge prevede che i documenti devono essere in formato digitale e quindi eliminare la carta.

Il mondo della scuola lentamente ma costantemente è dentro un processo di cambiamento che presumibilmente ormai è inarrestabile.

Questa è l’epoca dell’informatica , della domotica, della meccatronica è l’epoca in cui nella scuola si richiedono nuove competenze. La società ha bisogno di giovani preparati perché bisogna competere con altri Paesi più agguerriti, motivo per cui le sacche di resistenza che ogni tanto si avvertono nel mondo della scuola non fanno altro che far rimanere ferma la nostra società e di conseguenza le nostre aziende. Resistere al’innovazione tecnologica non serve a niente compromette soltanto lo sviluppo scientifico e tecnologico.

Voi con la vostra competenza e la vostra dedizione avete contribuito a dare all’Istituto Cerebotani una fama tale da poter competere degnamente con le altre scuole della provincia di Brescia , lo avete fatto grande e importante ed è a nome di tutta la comunità scolastica di Lonato , di tutti i docenti che attualmente vi lavorano, di tutto il personale di segreteria, dei collaboratori scolastici , dei tecnici che vi dico Grazie.

Il Dirigente Scolastico – Vincenzo Condello




Nuove bandiere all’ingresso principale

bandierePorgo il mio saluto ed il mio sentito ringraziamento a tutte le autorità civili, militari e religiose che oggi hanno voluto accettare il mio invito per partecipare a questa cerimonia con la quale ufficialmente issiamo orgogliosi la nostra nuova bandiera, rinnovata nel suo aspetto per mantenerne vivo il valore e per non dimenticare il profondo significato simbolico che ha attraversato secoli di storia per arrivare fino ai nostri giorni.
La bandiera italiana è nata nel 1794, quando due studenti di Bologna, Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, tentarono una sollevazione contro il potere assolutista che governava la città da quasi 200 anni. Come vessillo della loro rivolta, si ispirarono alla bandiera della Rivoluzione francese, ovvero il tricolore in cui sostituirono il blu con il verde della loro speranza. Speranza che naufragò nel giro di poche ore: il moto fallì prima di nascere e i due giovani furono giustiziati.
Il Regno d’Italia venne proclamato diversi anni dopo, il 17 marzo del 1861, e il tricolore fu considerato la bandiera ufficiale anche se la sua definizione giuridica avviene nel 1925 quando la bandiera di Stato, oltre ai tre colori, mostra anche lo stemma della casa reale. Dopo la Seconda guerra mondiale, caduto il fascismo e abolita la monarchia, nasce la Repubblica e con essa la bandiera che sventoliamo oggi. L’Assemblea Costituente la approva il 24 marzo del 1947 e l’articolo 12 della nostra Costituzione la descrive così: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni”.
Il significato allegorico del Tricolore, in tutta la sua storia, è rimasto quello del traguardo di un popolo che mirava ad avere Giustizia, Uguaglianza, Fratellanza. Tre obiettivi senza i quali non ci può essere Dignità, Democrazia, Prosperità.
Gli ideali ed i valori rappresentati dalla bandiera tricolore che noi oggi intendiamo far sventolare, vanno sottolineati e tramandati per rafforzare il comune senso di appartenenza alla nazione, in particolare tra le giovani generazioni. I ragazzi di oggi, senza una guida adeguata che li aiuti a comprendere i passaggi e gli eventi storici che hanno determinato la nascita del nostro Paese, rischiano di non comprendere i numerosi e spesso tragici sacrifici che si sono compiuti in nome dell’unità d’Italia.
La storia, quindi, ha il compito di insegnare e dalla storia noi dobbiamo imparare, la storia ci ricorda e deve continuare a ricordarci i sacrifici di chi ci ha preceduto, perché solo
attraverso questa conoscenza riusciremo a capire chi siamo, ma soprattutto chi vogliamo essere. Dobbiamo allenare questa nostra capacità di ascolto. Dobbiamo imparare ad ascoltare la storia e le testimonianze come se fossero amici che ci parlano all’orecchio. Ogni italiano deve conoscere la storia dell’Italia, deve conoscere le persone che hanno reso l’Italia la nazione che noi oggi vediamo, le persone che hanno “fatto” l’Italia.
Oggi come allora, soprattutto in questo particolare momento storico, il nostro Tricolore riassume i naturali “Diritti dell’Uomo”, le aspirazioni di tutte le genti, la volontà di chi crede nella propria nazione volta al progresso, con leggi adeguate, senza divisioni, con gli stessi doveri ed i medesimi privilegi per tutti. Un paese dove non ci siano discriminazioni, dove la morale e l’etica siano guida costante per un’esistenza felice e serena.
Questo è scritto nella nostra bandiera, e questo è quanto sognavano quei due studenti che l’hanno ideata e difesa sino a sacrificare la propria vita.
Per questo noi oggi siamo qui, per onorarla e per portarle il rispetto che merita, oltre che per mantenere alti gli ideali che rappresenta.
Il nostro Tricolore si affianca alla bandiera blu trapunta di stelle che è il simbolo dell’Unione europea, ma anche quello dell’unità e dell’identità dell’Europa in generale.
Sullo sfondo blu del cielo, una corona di dodici stelle dorate rappresenta l’unione, la solidarietà e l’armonia dei popoli europei. Il numero delle stelle è simbolo di perfezione completezza ed unità. Con l’introduzione dell’euro in tutti i paesi che aderiscono all’Unione Europea si è verificato, anche se in parte, il sogno di Altiero Spinelli, konrad Adenauer, Alcide de Gasperi, i quali dopo la Seconda guerra Mondiale hanno sognato una europa unita e pacificata. Il cammino è ancora lungo, le forze che si oppongono alla costituzione di un governo unico che amministra tutti i paesi europei sono presenti e fanno sentire la loro voce. Ma riteniamo che il cammino è tracciato difficilmente si potrà tornare indietro. Spetterà anche a voi difendere questo ideale di pace e di prosperità. In questo momento sedici nostri alunni sono a Berlino ospiti di altrettante famiglie coordinate dalla nostra scuola partner di Ruedersdorf. E’ il terzo anno che i nostri alunni hanno la possibilità di visitare Riesa e Berlino e rendersi conto dell’importanza di conoscere una lingua straniera, di conoscere altri usi e costumi e in definitiva di allargare il proprio orizzonte culturale.
Accanto alla bandiera italiana ed europea onoriamo anche la bandiera delle nazioni unite.
L’ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, è nata per organizzare e promuovere la pace e la collaborazione fra i popoli. Fu istituita alla fine della Seconda Guerra Mondiale a San Francisco; la sua sede si trova a New York e ne fanno parte 191 Stati.
La sua struttura organica è complessa: l’ONU si divide in Assemblea Generale, Consiglio di Sicurezza, Consiglio Economico e Sociale, Consiglio di Amministrazione fiduciaria, Corte Internazionale di Giustizia e Segretariato. Inoltre, dal 1998, esiste la Corte Internazionale di Giustizia che ha sede a l’Aia nei Paesi bassi; si tratta di un tribunale che giudica i crimini commessi contro l’umanità.
Il Consiglio di Sicurezza è formato dai 5 paesi vincitori della Seconda Guerra Mondiale (USA, Gran Bretagna, Russia, Francia, Cina) che possono opporsi alle decisioni degli altri organi. Ai Paesi che compongono il Consiglio di Sicurezza se ne aggiungo altri 10 che vengono eletti ogni 2 anni dall’Assemblea.
Ban Ki Moon è il Segretario Generale dell’ONU.
L’ONU si avvale di preziosi aiuti, quelli dati dalle agenzie autonome collaboratrici.
L’Unicef, ad esempio, si occupa di tutto ciò che riguarda il mondo dell’infanzia e le sue situazioni più a rischio operando attraverso programmi di sviluppo a lungo termine.
L’Oms, a Ginevra, ha il compito di promuovere la collaborazione internazionale nell’ambito della sanità farmaceutica.
La Fao in qualità di Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura ha il dovere di aiutare chi è soggetto a povertà e malnutrizione nei Pesi più poveri.
L’Unesco (Organizzazione delle Nazione Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) con sede a Parigi, promuve gli scambi culturali e mira alla diffusione dell’istruzione in tutto il mondo.
Ad occuparsi dello scambio commerciale fra gli Stati è il Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che si trova a Ginevra.
In definitiva cari ragazzi sarà anche compito vostro attraverso le vostre capacità, la vostra intelligenza e la vostra sete di giustizia continuare a costruire una società più giusta che si basi sempre più su una più equilibrata distribuzione del reddito in modo tale che si riducano in modo significativo le differenze tra ricchi e poveri e ognuno abbia il necessario per vivere. Ma vogliamo anche che con l’impegno nello studio possiate raggiungere competenze tecniche tali da competere con gli altri ragazzi europei e consentire all’Italia di mantenere sempre alta la sua bandiera nel confronto con gli altri paesi europei e del mondo. Viva l’Italia e viva l’Itis cerebotani.

Il Dirigente Scolastico – Vincenzo Condello