Scambio culturale Repubblica Ceca

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Berlino. Credo sia iniziato tutto da lì, dall’esperienza di scambio avuta in seconda superiore. Durante il volo di ritorno dai pochi giorni trascorsi ospite nella famiglia di una sconosciuta coetanea tedesca, già pensavo a quando avrei potuto compiere di nuovo un’esperienza del genere. Mi sono attivato quasi subito per trovare un’associazione che si occupasse di scambi scolastici all’estero ed ho trovato in Intercultura questa opportunità.
L’Associazione promuove e finanzia programmi scolastici internazionali con l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale e contribuire alla costruzione di una nuova educazione alla pace: ogni anno più di 2.000 studenti delle scuole superiori italiane trascorrono un periodo di studio all’estero e quasi 1.000 ragazzi da tutto il mondo vengono accolti nel nostro Paese. Dal suo esordio, Intercultura ha realizzato oltre 60.000 programmi di scambio.
Accedere ai programmi non è stato automatico. I volontari hanno accompagnato me e gli altri candidati attraverso vari gradi di selezione, per cercare di capire quanto era forte e sincera la motivazione che ci spingeva a partecipare.
Da un centinaio circa siamo rimasti ventiquattro.
Nel mese di Febbraio ho ricevuto la comunicazione: avevo vinto una Borsa di studio annuale per la Repubblica Ceca. Era certo finalmente, di lì a pochi mesi sarei partito.
A quel punto io e gli altri ragazzi e ragazze che avevano superato la selezione, abbiamo iniziato il percorso di preparazione. L’aspetto interessante è che gli incontri sono tenuti da ragazzi che hanno già compiuto la loro esperienza all’estero: chi meglio di loro può dire cosa è importante sapere, cosa si deve affrontare e su cosa è necessario riflettere? Una delle cose su cui ricordo abbiamo lavorato molto è stato il concetto di stereotipo e pregiudizio, quello che ognuno di noi prova, anche involontariamente nei confronti degli stranieri in base alla loro nazionalità, per riuscire a comprendere quello di cui noi, in quanto italiani in un paese straniero, avremmo potuto essere vittime.
Ad agosto 2015 sono partito, destinazione Roma. Lì ho incontrato i ragazzi italiani che avevano vinto il mio stesso programma. Il giorno dopo da Fiumicino è iniziata la nostra avventura.
In questo fantastico anno di cui non cambierei una virgola c’è stata la prima famiglia che mi ha accolto e accompagnato per i primi tre mesi, il Gymnázium Boženy Němcové, le pantofole a scuola per non sporcare il pavimento, i compagni di classe che mi portavano alle partite di Hockey, pensare in inglese, i professori che parlavano solo ceco, la solitudine, il Floorball, il corso di lingua ceca, alti e bassi. E poi la mia seconda splendida famiglia, le mie sorelle, Bert il cane di casa, Kami e Jesse, le lunghe camminate, lo sci di fondo, le tradizioni, le festività, la birra, Frisbee, pensare in ceco, le chiacchierate di storia con papà Ondřej, la serenità ma anche la nostalgia, i pacchi dall’Italia. I weekend con i Centri locali di Afs Intercultura, le attività di promozione degli scambi interculturali nelle scuole superiori, belle amicizie, le uscite turistiche con i ragazzi italiani in giro per la repubblica ceca, e poi gite a Berlino, Vienna, Budapest, di nuovo Berlino, Breslavia (Polonia). Ho avuto un inverno infinito, due balli del Diploma, ore e ore di autobus, treno, camminate infinite… e alla fine un emozionante goodbye party.
Il rientro a casa è stato proprio bello, la sera stessa ho avuto una festa di bentornato ed ho incontrato tutte le persone che hanno tifato per me, primi fra tutti i miei genitori.
Ho un po’ di nostalgia degli amici e da quando sono tornato seguo le notizie estere con più attenzione, quello che accade nel mondo oggi ha a che fare con persone che conosco e che significano qualcosa per me. Torno “a casa” a Hradec appena ho qualche giorno di vacanza da scuola ed è sempre una sensazione bellissima.
Quello che questa esperienza mi ha dato lo sto scoprendo un po’ alla volta, man mano che passa il tempo e come si dice in Associazione questa è “una storia che dura tutta la vita” e auguro a chiunque di poterla vivere.
Devo ringraziare il Dirigente Scolastico che ha curato il mio anno all’estero incontrando spesso i miei genitori e tutti i professori della 5F per il tempo che mi hanno dedicato al rientro. Hanno dimostrato una grande fiducia nella mia capacità di recupero e una grande comprensione per il mio iniziale stato di confusione.
Chiudo invitando tutti (ma soprattutto i ragazzi di seconda superiore) a visitare la pagina www.intercultura.it

Francesco Mangiarini

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Dal Pasubio al teatro Jamin-à: come vivere la Prima Guerra Mondiale

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Mostra Escher

Mostra Escher

 Lunedì 19 Dicembre dell’anno corrente, le classi 4^F e 3^H, si sono recate presso il Palazzo Reale di Milano, che ospitava una mostra interamente dedicata a Maurits Cornelis Escher, incisore e grafico olandese.image1

Con oltre 200 opere, il percorso espositivo è un viaggio all’interno dello sviluppo creativo dell’artista, partendo dalla radici della storia dell’arte fino a giungere al Liberty della sua cultura figurativa, soffermandosi particolarmente sul suo amore per Roma e l’Italia ed individuando nel viaggio a l’Alhambra e a Cordova il motivo scatenante del suo interesse per le forme geometriche.

 Quello di Escher è uno sguardo che sa cogliere la realtà del reticolo geometrico posto dietro le cose per poi farne le premesse compositive per realizzare immagini che successivamente chiamerà “interiori”.

 Fulcro della visita è il momento della maturità artistica dell’autore, con i temi della tassellatura, delle superfici riflettenti e degli oggetti impossibili, ricordando opere come “Mano con sfera riflettente” e la “Relatività” (o “Casa di scale”).

Infine, nella mostra è presente una sezione che dimostra quanto l’arte di Escher abbia influenzato la cultura, l’editoria e la musica del 900’: infatti è stata impiegata in fumetti, pubblicità, videoclip musicali e nel mondo cinematografico, scatenando una vera è propria #Eschermania.

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La giornata è poi proseguita con la visita del centro di Milano, allietata dall’ambiente natalizio della città.




Gita scolastica a Ferrara

Il 23 novembre alcune classi del nostro Istituto hanno visitato la meravigliosa città di Ferrara, in occasione della mostra dell’Orlando Furioso intitolata “Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” presso il palazzo diamanti.

Castello Estense

Castello Estense

Arrivati a Ferrara la prima cosa che è balzata agli occhi è stato l’imponente castello Estense, o di San Michele, costruito nel 1385.
Questo è il monumento più rappresentativo della città di Ferrara, fu costruito come strumento di controllo politico e militare, opera commissionata dall’architetto Bartolino da Novara.
A seguito della visita esterna del Castello Estense abbiamo proseguito la nostra gita attraverso le vie di Ferrara, visionando numerosi monumenti e godendoci la passeggiata anche perché, nonostante fosse Novembre il tempo era veramente mite.
Abbiamo proseguito il nostro cammino verso il ghetto di Ferrara, istituito nel 1627 in una delle zone più antiche della città, poco distante dal centro. Che fu chiuso definitivamente nel 1859.
Dopo la visita mattutina abbiamo avuto del tempo libero da passare in compagnia dei compagni e quindi di visitare la città in ogni sui via e in ogni suo particolare.
Successivamente ci siamo recati verso il Castello che era il nostro punto di incontro con gli insegnanti per poi dirigerci al palazzo dei Diamanti per la visita guidata.
Il palazzo diamanti viene denominato così per l’imponenza e per la sua particolare caratteristica, grazie alla forma dei blocchi di marmo che compongono la sua facciata, fu progettato da Biagio Rossetti e fu costruito a partire dal 1493.
Il palazzo, acquistato dal comune, riserva al pianterreno spazi adibiti ad importanti esposizioni temporanee, organizzate da Ferrara Arte e dalla Galleria di Arte moderna e contemporanea, al primo piano viene ospitata la Pinacoteca dove viene conservata una collezione di eccezionale valore.

Visita Guidata

Visita Guidata

Iniziata la visita guidata all’interno del palazzo abbiamo potuto ammirare numerose
opere di inestimabile valore provenienti da molt musei sia italiani che internazionali.

Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi?
Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva il poema che ha segnato il Rinascimento italiano?
Quali opere d’arte furono le muse del suo immaginario?

Queste erano le domande a cui la mostra organizzata dalla fondazione Ferrara Arte ha cercato di dare una risposta celebrando i cinquecento anni della prima edizione dell’Orlando Furioso, stampato nel 1516, uno dei capolavori assoluti della letteratura rinascimentale che da subito suscitò il clamore dei lettori italiani e non solo.
Al termine della visita ci siamo recati al punto di partenza dove ci aspettava l’autobus per il ritorno a casa.

Riccardo de Franciscis, classe 4E.

Foto di gruppo

Foto di gruppo durante la visita della città




Monte Pasubio – 2016

Percorso delle 52 gallerie

Percorso delle 52 gallerie

Sono ormai immagini lontane quelle di eroi che la storia l’han fatta, che la storia l’han subita sulla loro pelle, che hanno dato la loro vita per seguire un ideale, ed è triste pensare che la società di oggi, non abbia né il tempo,
né la voglia di fermarsi a ricordare. Il 24 ottobre, ho avuto l’opportunità di partecipare ad una passeggiata in questa storia, una gita lungo le strade ed i luoghi del Pasubio, spoglio teatro di antiche atrocità, sacrifici e privazioni. Il mio non vuole essere uno scritto su cosa abbiamo fatto, ma un documento che provi a descrivere le emozioni, davvero forti che abbiamo vissuto.

Percorso delle 52 gallerie

Percorso delle 52 gallerie

Camminare tra saliscendi continui, percorsi da italiani come noi un secolo prima, in una spessa nebbia che quasi incurante di noi copriva solennemente quello che ora è sacro, ha destato in noi uno spirito di orazione, verso questo spoglio luogo, privo di piante e circondato dalle nuvole, quasi come fosse un altare che s’allunga verso il cielo, dove sacrifici furono offerti in quel lontano tempo, così distante dai nostri pensieri, ma così vivo sotto i nostri occhi. Qui, su questo monte, sembra che il tempo non voglia passare, inorridito dalle morti di quei giovani che come una padre sconvolto piange al capezzale dei suoi figli, chiedendosi come tutto questo sia potuto accadere.

Cima Pasubio

Monte Pasubio

Non è descrivibile a parole ciò che si prova camminando tra resti di filo spinato, vecchi proiettili, rottami di latte. Sono emozioni che pur riempiendo la mente lasciano un vuoto nel cuore, un vuoto che per rispetto, compassione per chi ha perso la vita, non si colma, e che non può esser dimenticato, ma solo posto in un angolo, a svolgere però la funzione di monito costante, per noi che la guerra non sappiamo che cosa sia, affinché la si possa sempre evitare. Il resto vale tanto come una guida turistica, ciò che conta davvero son le emozioni che restano.

Maestri Andrea (classe 5ªB)

Monte Palon

Cima Palon




Escursione ciclistica classi quarte

Nella giornata di giovedì 17 Novembre 2016 noi studenti delle classi 4ªA, 4ªB e 4ªC dell’IIS “Luigi Cerebotani” di Lonato, accompagnati dai docenti proff. Bandera, Marchione, Migliorati e Guerra e dal sig. Giancarlo Masini, campione olimpico alle recenti paralimpiadi di Rio de Janeiro, abbiamo effettuato un’uscita didattica in bicicletta.
Alle ore 08:00 circa ci siamo recati presso il palazzetto dello sport di Lonato, tutti muniti di bicicletta (la maggior parte di mountain-bike) ed attrezzati per affrontare il percorso che ci avrebbe portato sulle colline moreniche del Garda.

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Professori presenti nell’attività

All'arrivo ai laghi di Sovenigo

All’arrivo ai laghi di Sovenigo

Intorno alle 08:30 siamo partiti ed eravamo circa una quarantina. Le condizioni del tempo erano da “clima autunnale” con un po’ di foschia che non ci ha permesso, purtroppo, di godere della bella vista dei paesaggi che abbiamo attraversato. Lungo il tragitto abbiamo effettuato alcune soste per permetterci di “riprendere fiato” dato che il percorso non era particolarmente facile, soprattutto per noi ragazzi che non siamo abituati a percorrere distanze impegnative. Dopo circa due ore ed un quarto siamo giunti alla meta stabilita: i laghetti di Sovenigo.

Lì abbiamo consumato un breve spuntino per poi ripartire e rientrare a Lonato dove siamo giunti, divisi in due gruppi, intorno alle ore 13:00, con alle spalle 42 chilometri percorsi in bicicletta.
Sono sicuro che per tutti i partecipanti sia stata un’esperienza positiva ed un’uscita didattica molto molto diversa da quelle a cui siamo abituati. Quasi certamente verrà riproposta la prossima primavera.

Elia Solazzi e Davide Bondioli (classe 4ªA)

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Il gruppo al completo




Laboratorio musicale ACLE “POP MUSIC ‘N CULTURE”

Nei giorni 2 aprile, 30 e 31 maggio 2016 l’istituto ha ospitato due insegnanti di

madrelingua inglese che hanno coinvolto studenti del biennio e della classe 3K in

laboratori musicali.

Questo progetto è nato con lo scopo di avvicinare i ragazzi alla lingua inglese, spesso

considerata ostica e inutile.

Con l’ausilio di una chitarra e di video, Karl Lavo (dalla Nuova Zelanda) e Lara

Greenfield (dall’Inghilterra) hanno invece saputo interagire con gli studenti che hanno

analizzato i testi delle canzoni più famose parlando e cantando in inglese.

Al termine dei laboratori gli alunni sono stati entusiasti e hanno già chiesto di poter

organizzare questa iniziativa anche il prossimo anno scolastico.

 

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La referente del progetto

Sandra Falcone




Progetto ERASMUS PLUS

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Nell’ambito dell’industria siderurgica, nel corso della prima metà del Novecento, in Lombardia e nella nostra provincia, sono coesistite due tipi di imprese: una siderurgia tradizionale, prevalentemente alpina, collocata in media ed alta quota e formatasi nel corso dei secoli grazie alla contemporanea presenza del minerale di ferro, della forza motrice idraulica e del combustibile locale, il carbone di legna, una siderurgia ancora impostata sulla produzione di attrezzi di lavoro per l’agricoltura e per l’edilizia, ed una siderurgia relativamente moderna, una siderurgia d’integrazione, collocata prevalentemente in pianura e in prossimità dei maggiori centri industriali e delle principali vie di comunicazione della regione, basata su acciaierie a carica solida (ghisa e rottame) ed indirizzata ad approvvigionare con i propri laminati piani e lunghi sia la crescita dell’industria meccanica sia lo sviluppo di altre attività manifatturiere soprattutto dell’edilizia.

. Il nucleo più consistente della siderurgia alpina lombarda si trovava nell’alto Bresciano (val Camonica, val Trompia e val Sabbia) ed era costituito da attività produttive presenti già in età medievale e molto fiorenti in età moderna grazie alla concomitante disponibilità delle risorse allora essenziali allo sviluppo dell’industria del ferro: il combustibile, costituito da carbone di legna e il minerale estratto dai locali giacimenti di ferro; inoltre, a partire dagli anni ottanta del XIX secolo, poterono disporre di due nuove risorse, il rottame e l’idroelettricità. Molte ferriere accantonarono i sistemi tradizionali di lavorazione, che partivano dal minerale di ferro estratto nelle piccole miniere della valle, per dedicarsi al rimpasto del rottame, detto anche sistema del ferro pacchetto acquisendo competenze sempre maggiori in questa specializzazione.

. Il primo gruppo era costituito dalla tradizionale diffusa galassia di artigiani legati alla produzione di attrezzature agricole ed edili, che lavoravano ancora nei tradizionali magli mossi da grandi ruote idrauliche. “Erano piccole officine! Quando l’ho fatta vedere ad un tedesco, l’officina del mio papà, verso la fine della guerra, questo mi ha detto, Ma questo è l’antro di Sigfrido…“ (Luigi Lucchini). Questi piccoli impianti continuavano ad essere disseminati in prevalenza lungo la val Sabbia, la val Trompia e la val Camonica.

Un secondo gruppo di aziende venne assorbito da grossi complessi siderurgici operanti a livello nazionale

Il terzo gruppo di aziende restava nelle mani di imprenditori locali che si muovevano con diversi obiettivi finalizzati ad un’elevata specializzazione nelle lavorazioni dei rottami e nella produzione di tondino

Carlo Pasini, fu una figura importante del panorama siderurgico bresciano, prima di immettersi nella produzione di tondino, nel 1960 con la Prolafer, affiancò nel maglio famigliare, alla produzione degli attrezzi agricoli, la produzione di strisce di lamiere che preparava con rudimentali taglierine. Queste strisce venivano portate nei laminatoi dove venivano trasformate in tondino. 

Nel 1968 Carlo Pasini, insieme ad altri soci, decide di costruire un nuovo complesso siderurgico a Lonato (BS), ampliando l’originaria attività familiare condotta in Val Sabbia. Nasce così il Gruppo Feralpi.

Proprio l’anno precedente, sempre a Lonato era sorto l’Istituto tecnico Industriale Statale “Cerebotani” , una scuola importante per un’industria siderurgica perché preparava proprio il personale tecnico specializzato di cui l’azienda necessitava. Non è stato un caso che tra l’azienda e la scuola sia nata subito una collaborazione che si è mantenuta negli anni ed è evoluta con il mutare delle esigenze della scuola e del mondo del lavoro.

Da quest’anno, per tre anni, il nostro istituto sarà coinvolto nel progetto Erasmus plus insieme all’Istituto tecnico BSZ für Technik und Wirtschaft’di Riesa (Germania) ed insieme esamineranno lo sviluppo storico della produzione dell’acciaio a Riesa e Lonato. Attraverso l’analisi di questo tema gli studenti potranno scoprire lo sviluppo storico del lavoro nel proprio territorio e quale impatto ha avuto sul territorio l’insediamento industriale.

 

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LA RICERCA ENTRA IN CLASSE: un ponte tra Scuola e Università

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 Al termine della scuola superiore gli alunni si trovano a dover scegliere in quale direzione continuare il proprio percorso.

Si tratta di una decisione complessa: le opportunità che si offrono sono numerose, i fattori e le priorità da valutare sono molteplici e non sempre è facile individuare e reperire informazioni con lucidità e in modo sistematico. E’ quindi importante che il percorso scelto sia frutto di una riflessione per quanto possibile serena e razionale.

Tra le attività organizzate per supportare e condurre lo studente nella complessità del mondo universitario per un futuro inserimento nel mondo del lavoro, quest’anno si è pensato di realizzare incontri strutturati, tra dottorandi dell’Università di Brescia e i nostri studenti di quinta dei tre indirizzi: meccatronica, informatica ed elettronica.

Le finalità del progetto sono:

  • innalzare il tasso di successo scolastico mediante un’efficace azione di orientamento;
  • migliorare negli alunni la consapevolezza delle proprie potenzialità ed attitudini;
  • far conoscere le prospettive di sviluppo economico e le conseguenti nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro.



Inaugurazione LABORATORIO DI CHIMICA

L’idea di creare un nuovo laboratorio di chimica era nata dall’esigenza di dotare anche il nuovo corso, iniziato 3 anni fa, di un laboratorio adatto alla materia di indirizzo, in quanto per un istituto tecnico le attività di laboratorio sono fondamentali.

La realizzazione del laboratorio si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione sinergica tra pubblico (Provincia e Istituto Tecnico) e privato (le Aziende del territorio). Questo laboratorio, perciò, è per noi il simbolo del legame che abbiamo costruito e che ci deve essere tra scuola e territorio.

La collaborazione delle Aziende è preziosa e significativa perché dimostra una attenzione ed una sensibilità nei confronti della scuola, derivate dalla consapevolezza che investire nella scuola significa investire sul futuro.

Il laboratorio che è stato inaugurato con cerimonia ufficiale il….. è stato intitolato al signor Carlo Nicola Pasini, uno dei fondatori della ditta Feralpi, per conferire il giusto riconoscimento a questa azienda che, nata insieme al nostro Istituto quasi 50 anni fa, lo ha accompagnato nel corso degli anni dimostrando sensibilità e disponibilità attraverso l’assegnazione di borse di studio, ma anche attraverso la condivisione di molti progetti quali: i corsi post diploma anticipatori dei corsi (IFTS),il progetto “Comenius regius”, gli stages di formazione che anticipavano quanto previsto dalla recente legge107 sull’ alternanza scuola lavoro.

Per queste esperienze che testimoniano la grande attenzione che Feralpi ha sempre rivolto ai giovani intesi come risorsa fondamentale per traghettare le imprese verso un livello competitivo sempre maggiore, abbiamo pensato di dedicare il laboratorio al signor Pasini.

Questa esperienza, oltre a consolidare/convalidare il rapporto solido e costruttivo tra IIS e Feralpi, potrebbe diventare un modello non solo per il territorio locale, ma anche nazionale. Essa, comunque, ha anticipato di fatto ciò che la legislazione sta introducendo in questo anno scolastico. Inoltre, dimostra come sia possibile creare delle valide sinergie territoriali che danno buoni frutti.