Dal Pasubio al teatro Jamin-à: come vivere la Prima Guerra Mondiale

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Mostra Escher

Mostra Escher

 Lunedì 19 Dicembre dell’anno corrente, le classi 4^F e 3^H, si sono recate presso il Palazzo Reale di Milano, che ospitava una mostra interamente dedicata a Maurits Cornelis Escher, incisore e grafico olandese.image1

Con oltre 200 opere, il percorso espositivo è un viaggio all’interno dello sviluppo creativo dell’artista, partendo dalla radici della storia dell’arte fino a giungere al Liberty della sua cultura figurativa, soffermandosi particolarmente sul suo amore per Roma e l’Italia ed individuando nel viaggio a l’Alhambra e a Cordova il motivo scatenante del suo interesse per le forme geometriche.

 Quello di Escher è uno sguardo che sa cogliere la realtà del reticolo geometrico posto dietro le cose per poi farne le premesse compositive per realizzare immagini che successivamente chiamerà “interiori”.

 Fulcro della visita è il momento della maturità artistica dell’autore, con i temi della tassellatura, delle superfici riflettenti e degli oggetti impossibili, ricordando opere come “Mano con sfera riflettente” e la “Relatività” (o “Casa di scale”).

Infine, nella mostra è presente una sezione che dimostra quanto l’arte di Escher abbia influenzato la cultura, l’editoria e la musica del 900’: infatti è stata impiegata in fumetti, pubblicità, videoclip musicali e nel mondo cinematografico, scatenando una vera è propria #Eschermania.

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La giornata è poi proseguita con la visita del centro di Milano, allietata dall’ambiente natalizio della città.




Gita scolastica a Ferrara

Il 23 novembre alcune classi del nostro Istituto hanno visitato la meravigliosa città di Ferrara, in occasione della mostra dell’Orlando Furioso intitolata “Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” presso il palazzo diamanti.

Castello Estense

Castello Estense

Arrivati a Ferrara la prima cosa che è balzata agli occhi è stato l’imponente castello Estense, o di San Michele, costruito nel 1385.
Questo è il monumento più rappresentativo della città di Ferrara, fu costruito come strumento di controllo politico e militare, opera commissionata dall’architetto Bartolino da Novara.
A seguito della visita esterna del Castello Estense abbiamo proseguito la nostra gita attraverso le vie di Ferrara, visionando numerosi monumenti e godendoci la passeggiata anche perché, nonostante fosse Novembre il tempo era veramente mite.
Abbiamo proseguito il nostro cammino verso il ghetto di Ferrara, istituito nel 1627 in una delle zone più antiche della città, poco distante dal centro. Che fu chiuso definitivamente nel 1859.
Dopo la visita mattutina abbiamo avuto del tempo libero da passare in compagnia dei compagni e quindi di visitare la città in ogni sui via e in ogni suo particolare.
Successivamente ci siamo recati verso il Castello che era il nostro punto di incontro con gli insegnanti per poi dirigerci al palazzo dei Diamanti per la visita guidata.
Il palazzo diamanti viene denominato così per l’imponenza e per la sua particolare caratteristica, grazie alla forma dei blocchi di marmo che compongono la sua facciata, fu progettato da Biagio Rossetti e fu costruito a partire dal 1493.
Il palazzo, acquistato dal comune, riserva al pianterreno spazi adibiti ad importanti esposizioni temporanee, organizzate da Ferrara Arte e dalla Galleria di Arte moderna e contemporanea, al primo piano viene ospitata la Pinacoteca dove viene conservata una collezione di eccezionale valore.

Visita Guidata

Visita Guidata

Iniziata la visita guidata all’interno del palazzo abbiamo potuto ammirare numerose
opere di inestimabile valore provenienti da molt musei sia italiani che internazionali.

Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi?
Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva il poema che ha segnato il Rinascimento italiano?
Quali opere d’arte furono le muse del suo immaginario?

Queste erano le domande a cui la mostra organizzata dalla fondazione Ferrara Arte ha cercato di dare una risposta celebrando i cinquecento anni della prima edizione dell’Orlando Furioso, stampato nel 1516, uno dei capolavori assoluti della letteratura rinascimentale che da subito suscitò il clamore dei lettori italiani e non solo.
Al termine della visita ci siamo recati al punto di partenza dove ci aspettava l’autobus per il ritorno a casa.

Riccardo de Franciscis, classe 4E.

Foto di gruppo

Foto di gruppo durante la visita della città




Monte Pasubio – 2016

Percorso delle 52 gallerie

Percorso delle 52 gallerie

Sono ormai immagini lontane quelle di eroi che la storia l’han fatta, che la storia l’han subita sulla loro pelle, che hanno dato la loro vita per seguire un ideale, ed è triste pensare che la società di oggi, non abbia né il tempo,
né la voglia di fermarsi a ricordare. Il 24 ottobre, ho avuto l’opportunità di partecipare ad una passeggiata in questa storia, una gita lungo le strade ed i luoghi del Pasubio, spoglio teatro di antiche atrocità, sacrifici e privazioni. Il mio non vuole essere uno scritto su cosa abbiamo fatto, ma un documento che provi a descrivere le emozioni, davvero forti che abbiamo vissuto.

Percorso delle 52 gallerie

Percorso delle 52 gallerie

Camminare tra saliscendi continui, percorsi da italiani come noi un secolo prima, in una spessa nebbia che quasi incurante di noi copriva solennemente quello che ora è sacro, ha destato in noi uno spirito di orazione, verso questo spoglio luogo, privo di piante e circondato dalle nuvole, quasi come fosse un altare che s’allunga verso il cielo, dove sacrifici furono offerti in quel lontano tempo, così distante dai nostri pensieri, ma così vivo sotto i nostri occhi. Qui, su questo monte, sembra che il tempo non voglia passare, inorridito dalle morti di quei giovani che come una padre sconvolto piange al capezzale dei suoi figli, chiedendosi come tutto questo sia potuto accadere.

Cima Pasubio

Monte Pasubio

Non è descrivibile a parole ciò che si prova camminando tra resti di filo spinato, vecchi proiettili, rottami di latte. Sono emozioni che pur riempiendo la mente lasciano un vuoto nel cuore, un vuoto che per rispetto, compassione per chi ha perso la vita, non si colma, e che non può esser dimenticato, ma solo posto in un angolo, a svolgere però la funzione di monito costante, per noi che la guerra non sappiamo che cosa sia, affinché la si possa sempre evitare. Il resto vale tanto come una guida turistica, ciò che conta davvero son le emozioni che restano.

Maestri Andrea (classe 5ªB)

Monte Palon

Cima Palon




Escursione ciclistica classi quarte

Nella giornata di giovedì 17 Novembre 2016 noi studenti delle classi 4ªA, 4ªB e 4ªC dell’IIS “Luigi Cerebotani” di Lonato, accompagnati dai docenti proff. Bandera, Marchione, Migliorati e Guerra e dal sig. Giancarlo Masini, campione olimpico alle recenti paralimpiadi di Rio de Janeiro, abbiamo effettuato un’uscita didattica in bicicletta.
Alle ore 08:00 circa ci siamo recati presso il palazzetto dello sport di Lonato, tutti muniti di bicicletta (la maggior parte di mountain-bike) ed attrezzati per affrontare il percorso che ci avrebbe portato sulle colline moreniche del Garda.

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Professori presenti nell’attività

All'arrivo ai laghi di Sovenigo

All’arrivo ai laghi di Sovenigo

Intorno alle 08:30 siamo partiti ed eravamo circa una quarantina. Le condizioni del tempo erano da “clima autunnale” con un po’ di foschia che non ci ha permesso, purtroppo, di godere della bella vista dei paesaggi che abbiamo attraversato. Lungo il tragitto abbiamo effettuato alcune soste per permetterci di “riprendere fiato” dato che il percorso non era particolarmente facile, soprattutto per noi ragazzi che non siamo abituati a percorrere distanze impegnative. Dopo circa due ore ed un quarto siamo giunti alla meta stabilita: i laghetti di Sovenigo.

Lì abbiamo consumato un breve spuntino per poi ripartire e rientrare a Lonato dove siamo giunti, divisi in due gruppi, intorno alle ore 13:00, con alle spalle 42 chilometri percorsi in bicicletta.
Sono sicuro che per tutti i partecipanti sia stata un’esperienza positiva ed un’uscita didattica molto molto diversa da quelle a cui siamo abituati. Quasi certamente verrà riproposta la prossima primavera.

Elia Solazzi e Davide Bondioli (classe 4ªA)

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Il gruppo al completo




Progetto ERASMUS PLUS

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Nell’ambito dell’industria siderurgica, nel corso della prima metà del Novecento, in Lombardia e nella nostra provincia, sono coesistite due tipi di imprese: una siderurgia tradizionale, prevalentemente alpina, collocata in media ed alta quota e formatasi nel corso dei secoli grazie alla contemporanea presenza del minerale di ferro, della forza motrice idraulica e del combustibile locale, il carbone di legna, una siderurgia ancora impostata sulla produzione di attrezzi di lavoro per l’agricoltura e per l’edilizia, ed una siderurgia relativamente moderna, una siderurgia d’integrazione, collocata prevalentemente in pianura e in prossimità dei maggiori centri industriali e delle principali vie di comunicazione della regione, basata su acciaierie a carica solida (ghisa e rottame) ed indirizzata ad approvvigionare con i propri laminati piani e lunghi sia la crescita dell’industria meccanica sia lo sviluppo di altre attività manifatturiere soprattutto dell’edilizia.

. Il nucleo più consistente della siderurgia alpina lombarda si trovava nell’alto Bresciano (val Camonica, val Trompia e val Sabbia) ed era costituito da attività produttive presenti già in età medievale e molto fiorenti in età moderna grazie alla concomitante disponibilità delle risorse allora essenziali allo sviluppo dell’industria del ferro: il combustibile, costituito da carbone di legna e il minerale estratto dai locali giacimenti di ferro; inoltre, a partire dagli anni ottanta del XIX secolo, poterono disporre di due nuove risorse, il rottame e l’idroelettricità. Molte ferriere accantonarono i sistemi tradizionali di lavorazione, che partivano dal minerale di ferro estratto nelle piccole miniere della valle, per dedicarsi al rimpasto del rottame, detto anche sistema del ferro pacchetto acquisendo competenze sempre maggiori in questa specializzazione.

. Il primo gruppo era costituito dalla tradizionale diffusa galassia di artigiani legati alla produzione di attrezzature agricole ed edili, che lavoravano ancora nei tradizionali magli mossi da grandi ruote idrauliche. “Erano piccole officine! Quando l’ho fatta vedere ad un tedesco, l’officina del mio papà, verso la fine della guerra, questo mi ha detto, Ma questo è l’antro di Sigfrido…“ (Luigi Lucchini). Questi piccoli impianti continuavano ad essere disseminati in prevalenza lungo la val Sabbia, la val Trompia e la val Camonica.

Un secondo gruppo di aziende venne assorbito da grossi complessi siderurgici operanti a livello nazionale

Il terzo gruppo di aziende restava nelle mani di imprenditori locali che si muovevano con diversi obiettivi finalizzati ad un’elevata specializzazione nelle lavorazioni dei rottami e nella produzione di tondino

Carlo Pasini, fu una figura importante del panorama siderurgico bresciano, prima di immettersi nella produzione di tondino, nel 1960 con la Prolafer, affiancò nel maglio famigliare, alla produzione degli attrezzi agricoli, la produzione di strisce di lamiere che preparava con rudimentali taglierine. Queste strisce venivano portate nei laminatoi dove venivano trasformate in tondino. 

Nel 1968 Carlo Pasini, insieme ad altri soci, decide di costruire un nuovo complesso siderurgico a Lonato (BS), ampliando l’originaria attività familiare condotta in Val Sabbia. Nasce così il Gruppo Feralpi.

Proprio l’anno precedente, sempre a Lonato era sorto l’Istituto tecnico Industriale Statale “Cerebotani” , una scuola importante per un’industria siderurgica perché preparava proprio il personale tecnico specializzato di cui l’azienda necessitava. Non è stato un caso che tra l’azienda e la scuola sia nata subito una collaborazione che si è mantenuta negli anni ed è evoluta con il mutare delle esigenze della scuola e del mondo del lavoro.

Da quest’anno, per tre anni, il nostro istituto sarà coinvolto nel progetto Erasmus plus insieme all’Istituto tecnico BSZ für Technik und Wirtschaft’di Riesa (Germania) ed insieme esamineranno lo sviluppo storico della produzione dell’acciaio a Riesa e Lonato. Attraverso l’analisi di questo tema gli studenti potranno scoprire lo sviluppo storico del lavoro nel proprio territorio e quale impatto ha avuto sul territorio l’insediamento industriale.

 

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LA RICERCA ENTRA IN CLASSE: un ponte tra Scuola e Università

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 Al termine della scuola superiore gli alunni si trovano a dover scegliere in quale direzione continuare il proprio percorso.

Si tratta di una decisione complessa: le opportunità che si offrono sono numerose, i fattori e le priorità da valutare sono molteplici e non sempre è facile individuare e reperire informazioni con lucidità e in modo sistematico. E’ quindi importante che il percorso scelto sia frutto di una riflessione per quanto possibile serena e razionale.

Tra le attività organizzate per supportare e condurre lo studente nella complessità del mondo universitario per un futuro inserimento nel mondo del lavoro, quest’anno si è pensato di realizzare incontri strutturati, tra dottorandi dell’Università di Brescia e i nostri studenti di quinta dei tre indirizzi: meccatronica, informatica ed elettronica.

Le finalità del progetto sono:

  • innalzare il tasso di successo scolastico mediante un’efficace azione di orientamento;
  • migliorare negli alunni la consapevolezza delle proprie potenzialità ed attitudini;
  • far conoscere le prospettive di sviluppo economico e le conseguenti nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro.



Inaugurazione LABORATORIO DI CHIMICA

L’idea di creare un nuovo laboratorio di chimica era nata dall’esigenza di dotare anche il nuovo corso, iniziato 3 anni fa, di un laboratorio adatto alla materia di indirizzo, in quanto per un istituto tecnico le attività di laboratorio sono fondamentali.

La realizzazione del laboratorio si è potuta concretizzare grazie alla collaborazione sinergica tra pubblico (Provincia e Istituto Tecnico) e privato (le Aziende del territorio). Questo laboratorio, perciò, è per noi il simbolo del legame che abbiamo costruito e che ci deve essere tra scuola e territorio.

La collaborazione delle Aziende è preziosa e significativa perché dimostra una attenzione ed una sensibilità nei confronti della scuola, derivate dalla consapevolezza che investire nella scuola significa investire sul futuro.

Il laboratorio che è stato inaugurato con cerimonia ufficiale il….. è stato intitolato al signor Carlo Nicola Pasini, uno dei fondatori della ditta Feralpi, per conferire il giusto riconoscimento a questa azienda che, nata insieme al nostro Istituto quasi 50 anni fa, lo ha accompagnato nel corso degli anni dimostrando sensibilità e disponibilità attraverso l’assegnazione di borse di studio, ma anche attraverso la condivisione di molti progetti quali: i corsi post diploma anticipatori dei corsi (IFTS),il progetto “Comenius regius”, gli stages di formazione che anticipavano quanto previsto dalla recente legge107 sull’ alternanza scuola lavoro.

Per queste esperienze che testimoniano la grande attenzione che Feralpi ha sempre rivolto ai giovani intesi come risorsa fondamentale per traghettare le imprese verso un livello competitivo sempre maggiore, abbiamo pensato di dedicare il laboratorio al signor Pasini.

Questa esperienza, oltre a consolidare/convalidare il rapporto solido e costruttivo tra IIS e Feralpi, potrebbe diventare un modello non solo per il territorio locale, ma anche nazionale. Essa, comunque, ha anticipato di fatto ciò che la legislazione sta introducendo in questo anno scolastico. Inoltre, dimostra come sia possibile creare delle valide sinergie territoriali che danno buoni frutti.




Gita Berlino 5^C

Sveglia presto, attività celebrale al 3%, e tre ore di pullman.

Diciamo che avrebbe potuto iniziare meglio la gita della 5°C a Berlino, ma alla fine, come da pronostico si è rivelata un esperienza formativa e bellissima.

La prima impressione della città? Bhe, fredda, molto fredda, ma allo stesso tempo molto accogliente. Bastava alzare gli occhi e osservare il panorama per osservare una quantità incredibile di gru da costruzione, l’occidente ne era letteralmente costellato.

Non a caso Berlino è una città davvero moderna, quasi completamente ricostruita in seguito ai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale da parte degli alleati; il primo giorno, grazie alla vicinanza dell’hotel, abbiamo visitato una viva testimonianza degli orrori della guerra: la chiesa “Kaiser-Willhelm-Gedächtniskirche”, danneggiata gravemente nel 1943 e non più ricostruita.

Un altro elemento simbolo della guerra che abbiamo visitato è il Reichstag, la sede del parlamento, data alle fiamme durante la scesa al potere di Hitler.

Grazie alla sua collocazione, ne abbiamo approfittato per fare una bella passeggiata fino alla porta di Brandeburgo, il simbolo per eccellenza della città; e giusto per non farci mancare un po’ di attività fisica siamo saliti fino in cima al Duomo di Berlino, una splendida chiesa in stile rinascimentale italiano con una vista mozza fiato. Per concludere abbiamo visitato il museo delle Scienze e chiaramente studiando elettronica, quella è stata l’unica parte che a causa dell’orario non siamo riusciti a visitare.

Il terzo giorno è stato completamente dedicato alla città Potsdam e al palazzo di Cecilienhof, nel quale tra Luglio e Agosto del 1945 si tenne per l’appunto la conferenza di Potsdam. Durante questo vertice tra le forza alleate, i rappresentati di America, Inghilterra e Russia (rispettivamente: Trumann, Churchill e Stalin), si riunirono per discutere e decidere delle sorti della Germania nel dopo guerra.

La struttura in sé non era neanche troppo sfarzosa o eccessivamente lussuosa, infatti venne scelta più che altro perchè la città di Berlino era martoriata dalla guerra e non avrebbe potuto ospitare una conferenza di quella portata. Tuttavia, il fatto che in quelle precise stanze vennero prese decisioni le quali conseguenze hanno tutt’ora ripercussioni sulla storia Contemporanea, ha scatenato in tutti noi sensazioni importanti, soprattutto perchè si parla di soli 71 anni fa.

Il quarto giorno è stato a nostro parere quello più ricco di emozioni e stimolante, in quanto dedicato al Muro di Berlino; soprattutto a una delle poche parti ancora rimasta intatta della striscia della morte, quel lembo di terra compreso tra i due muri che dividevano Berlino dall’est (Unione Sovietica) e Berlino dell’ovest (America).

Per comprendere interamente la storia della striscia della morte abbiamo prenotato una guida; una signora Italiana che viveva in Germania da parecchi anni, la quale essendo una professoressa di storia ci ha spiegato la vicenda con tutta la passione possibile facendoci davvero immergere nelle vicessitudine di quegli anni.

Il pomeriggio è stato anch’esso investito nella visione del muro, una parte di esso molto spostata dal centro, famosa per i graffiti, uno tra tutti quello raffigurante il bacio tra Truman e Stalin.

L’unica pecca è stata il cibo, forse troppo abituati al buon cibo italiano, ma per forza di cose siamo dovuti rincasare in Fast Food, più o meno ogni giorno. Perfortuna per dimenticare il pessimo cibo avevamo le nostre tre/quattro pinte…di “coca-cola” quotidiane.

In conclusione è stata una bellissima esperienza ricca di emozioni, risate e “coca-cola”, che abbiamo avuto il piacere di condividere con i nostri compagni di classe e professori.

 

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Emanuele Bortolotti, Marco Broglia, Ahmed Dahany

 




Gita a Madrid 5°A-B-D-E

 

Gita a Madrid 5°A-B-D-E

 

 

L a gita è iniziata con il ritrovo alle 2,30 del mattino davanti alla scuola per andare all’aeroporto dove abbiamo trovato i primi problemi subito al check-in, per fortuna facilmente risolvibili. Per chi non ha mai visto Madrid posso dire che è bellissima già dal finestrino dell’aereo, è molto accogliente, con un ritmo di vita totalmente diverso da quello italiano che all’inizio destabilizza un po’, infatti rispetto all’Italia a Madrid c’è un fuso orario non dichiarato ma che si percepisce appena si arriva in città, perché è tutto ritardato di alcune ore, dai pasti all’apertura dei negozi.

Artisticamente la capitale spagnola si presenta come una fusione di correnti moderne con luoghi e usanze antiche.

Il primo giorno, dopo aver lasciato le valigie all’ostello, siamo andati in centro per pranzare e fare un primo giro, nel pomeriggio abbiamo visitato le principali piazze ed i palazzi, a mio parere molto bella è Puerta del Sol e Plaza Mayor.

P oi nei giorni successivi abbiamo visitato Catedral de la Almudena; Palacio Real dove abbiamo visto una bellissima collezione delle armi ed armature dei re spagnoli e alcune delle stanze che usavano, tutte magnificamente decorate; Palacio de Cristal dentro il meraviglioso Parque del Retiro, i musei d’arte del Prado e della Reina Sofia che contengono alcune delle opere moderne spagnole ed europee più importanti come Guernica di Picasso, le opere di: Dalí, Goya, Tiziano, Caravaggio, Raffaello, El Bosco, Velázquez e Rubens; l’ Esación de Atocha, la prima stazione ferroviaria di Madrid, fatta di acciaio e vetro, al cui interno c’è un grande giardino, la Gran Via, dove si trova la Telefónica e molti negozi ed infine chi voleva poteva visitare i due stadi della città, il Santiago de Bernabéu, dove gioca il Realmadrid e il Vincente Calderón dell’Atlético Madrid.

L ’unica cosa che cambierei è la tavola calda, non molto buona, con cui eravamo convenzionati e dove abbiamo mangiato pizza tutte le sere.

In conclusione è stata una fantastica esperienza che mi piacerebbe ripetere anche se abbiamo avuto alcuni imprevisti.

 

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