Viaggio di istruzione a Madrid

La classe 5ªE dell’istituto Cerebotani, ha partecipato al viaggio d’istruzione, presso Madrid, nei giorni dal 13 al 17 Marzo. È stata un’occasione importante per tutti, studenti e docenti, per apprendere e conoscere tramite la scuola, superando però i normali canoni di insegnamento frontale relegati alle mura scolastiche. Questo viaggio, infatti, ha insegnato valori e conoscenze, che spaziano in molti campi, la maggior parte dei quali non sono consuetamente trattati in un istituto tecnico, ciò fa capire quanto sia stata importante questa occasione di apprendimento a 360 gradi.

La città

Alcuni degli alunni di 5ª E in Plaza de España, con il professor Marchione. Alle loro spalle, la statua dedicata a Miguel de Cervantes

Alcuni degli alunni di 5ª E in Plaza de España, con il professor Marchione. Alle loro spalle, la statua dedicata a Miguel de Cervantes

Madrid è una megalopoli altamente vivibile, tranquilla e silenziosa nella sua bellezza, che emerge senza appariscenze futili. Le piazze, le strade e i musei madrileni sono ampi, vasti, come a voler trasmettere un senso di apertura che contagia il corpo e la mente. La grandezza di queste opere, però, non è pacchiana, in quanto la città è concentrata, accorpata intorno al suo centro, comodamente visitabile a piedi in tutti i suoi luoghi chiave, che la rendono incredibilmente accogliente, a Madrid ci si sente a casa. Gli studenti hanno avuto modo di sperimentare questa realtà e viverla sulla propria pelle, scoprendo cosa riserva Madrid ai suoi cittadini acquisiti, anche solo per un giorno. Di sicuro, uno dei primi apprendimenti importanti è stato proprio questo.

La cultura

Madrid possiede numerosi musei, di vario genere, di cui quattro sono sicuramente imperdibili, se si è interessati alla cultura. Gli studenti, infatti, hanno avuto la possibilità di recarsi presso questi musei nell’arco dei cinque giorni di permanenza.

Thyssen-Bornemisza: si tratta di una collezione d’arte privata, che sfoggia opere di livello veramente altissimo, con esponenti del calibro di Dalì, Van Gogh, Modigliani, Mirò e molti altri. È stato il primo museo visitato dagli studenti ed ha trovato un riscontro positivo, impressionando la gran parte di coloro che l’hanno visitato.

Museo del Prado: è il museo nazionale, nonché il più famoso di Madrid, raccoglie molte opere della storia spagnola, con un accento particolare sulla guerra civile. Tra i due musei nazionali di Madrid, il Prado è sicuramente quello più storico, a differenza del Reina Sofia, decisamente più moderno.

Un gruppo della 5ª E all’esterno del Museo del Prado. Alle loro spalle, la piazza “verde” del museo, antistante al giardino botanico

Un gruppo della 5ª E all’esterno del Museo del Prado. Alle loro spalle, la piazza “verde” del museo, antistante al giardino botanico

Museo Reina Sofia: si tratta dell’altro museo nazionale di Madrid, contenente opere d’arte moderne. Sono esposti artisti del calibro di Dalì e Picasso, con alcuni dei loro quadri più famosi, rispettivamente “Il grande masturbatore” e “Guernica”. Anche questo museo, ha riscontrato un ottimo successo tra gli studenti.

Il quadro “Il grande masturbatore”, del pittore spagnolo Salvador Dalì, una delle sue opere più famose.

Il quadro “Il grande masturbatore”, del pittore spagnolo Salvador Dalì, una delle sue opere più famose

Palazzo Reale: è il palazzo più sfarzoso e lussuoso di Madrid e dell’intera Spagna. Composto da 3418 stanze, di cui poco più di 20 visitabili al pubblico, è ufficialmente la residenza reale, sebbene venga usato solamente per cerimonie di stato e non come dimora quotidiana dei reali. La sua maestosità ha impressionato tutti gli alunni.

Toledo

I ragazzi hanno visitato anche la cittadina di Toledo, borgo medievale e prima capitale spagnola. Posizionata su una collina, Toledo offre viste panoramiche sulla natura incontaminata e rappresenta un piccolo gioiello architettonico per le costruzioni che la caratterizzano. Ha impressionato positivamente gli studenti, che hanno apprezzato questa “gita nella gita”, tra verdi paesaggi ed edifici medievali.

Parte della 5ª E a Toledo

Parte della 5ª E a Toledo

Il gruppo

La permanenza nella capitale spagnola ha evidenziato un buon gruppo classe, una coesione forte tra gli studenti ed anche tra essi e il docente accompagnatore, il professor Marchione. Infatti, i giorni sono trascorsi all’insegna dello stare insieme, sia nei momenti di apprendimento didattico che nel tempo libero: come in occasione della serata di svago in Plaza Mayor, della cena a base di Tapas in un locale del centro o delle partite a “roverino” in Plaza Santo Domingo. Tutti momenti condivisi tra gli studenti e il professor Marchione, che hanno contribuito a rafforzare ancor di più il legame tra gli alunni ed hanno rappresentato un buon insegnamento dei valori umani e conviviali, che stanno alla base dell’apprendimento scolastico, prima ancora di qualsiasi conoscenza in ambito tecnico.

Plaza Mayor vista dall’interno

Plaza Mayor vista dall’interno

Lo stadio “Santiago Bernabeu”, del Real Madrid, visto dalla tribuna

Lo stadio “Santiago Bernabeu”, del Real Madrid, visto dalla tribuna

Christian Marotta, 5ªE.




Le terze a Roma

Dal 28 Marzo al 1 Aprile, le classi: 3°B; 3°F; 3°K; 3°T; 4°K;

sono state impegnate in una gita che ha visto come meta la capitale: Roma.

Siamo partiti la mattina verso le 6:00 per arrivarvi verso le 13:30.

Abbiamo cominciato subito la visita della città, andando all’altare della patria ed al Colosseo e seguendo una guida fino ai fori imperiali, la quale ci ha dato un’idea generale della Roma antica e una vista panoramica della Roma moderna dai palazzi imperiali e dal colle palatino.

Dopo di che abbiamo trovato ristoro nei vari ristorantini presenti sui margini delle strade che caratterizzano la capitale.

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La sera siamo arrivati all’hotel dove abbiamo trascorso gran parte delle serate.

Mi sembra doveroso spendere alcune parole sull’hotel al cui già c’eravamo preparati leggendo le pessime recensioni che poi hanno trovato conferma infatti il personale incompetente era spesso scorbutico ed insensibile riguardo ai bisogni di noi ragazzi,le camere erano sporche ed il cibo che mangiavamo solo la sera non era un gran che.

A parte l hotel il resto e stato veramente bello, tra i monumenti visti da soli o con la professoressa non si possono non citare: la fontana di Trevi, il Panteon, la vista panoramica della città dall’altare della patria, i fori imperiali, piazza di Spagna, piazza Navona, la città del Vaticano, la cappella Sistina, S.Giovanni in Laterano, S.Maria del popolo, S.Maria Maggiore, i musei vaticani; siamo anche stati a Montecitorio, in Trastevere e sulle rive del Tevere. Bellissime sono state anche le escursioni serali nella città, con tanto di gelato.

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Maestri Nicola 3°B

 

 

 




Alternanza c/o Azienda Beruffi

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L’ESSERE TRA DUE MONDI

Il percorso dell’alternanza scuola-lavoro è iniziato alla fine dell’anno del mio primo triennio. Quest’innovazione, tra le più significative del 2015, ci ha permesso di entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro, al fine di poter utilizzare in scopi pratici le nozioni imparate nelle ore di lezione didattica e di studio individuale.
Ho svolto i periodi di alternanza presso l’azienda Beruffi Impianti SRL. Non è stato semplice inserirsi, in quanto ero abituato ad ambienti e orari completamente differenti. Fortunatamente ho avuto la possibilità di entrare gradualmente nel ruolo di lavoratore, dato che ho incontrato del personale adeguato a questo tipo di esperienze.

Sono entrato nell’ottica lavorativa grazie allo svolgimento di mansioni semplici. Dopo qualche giorno ho ricevuto le prime mansioni impegnative, le quali richiedevano discrete capacità organizzative e una concentrazione costante, in quanto le giornate lavorative sono più lunghe rispetto a quelle scolastiche. Un aspetto che avevo sottovalutato è stato la gestione del tempo.
Quando sono a casa ho la possibilità di autogestirmi, di scegliere io quante ore di fila studiare e quanto tempo dedicare ad altre attività. Nel mondo del lavoro una pausa di troppo comporta il calo del ritmo produttivo, pericoloso non solo per la nostra reputazione ma anche per quella dell’azienda.
Una delle cose più utili che ho imparato è stata la capacità di mantenere l’attenzione alta per molte ore di fila, mentre a livello prettamente pratico ora so come gestire una consegna lavorativa.
Ritengo che l’alternanza abbia contribuito nella mia maturità personale, in quanto ho potuto acquisire delle conoscenze del cosiddetto “mondo dei grandi”, impossibili da percepire se non a stretto contatto con il suo ambiente.
La più grande opportunità che l’alternanza mi ha offerto è stato il vivere tra due mondi, quello del lavoro e quello della scuola. Queste opportunità sono irripetibili, spetta noi sfruttarle al meglio, al fine di avere una formazione professionale adeguata alla fine del percorso scolastico.

Leonardo Capra 4C




Il Cerebotani alle Olimpiadi di Informatica

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Kristian Ziu

Kristian Ziu

Il giorno 11 aprile 2017, il nostro Istituto ha partecipato alla competizione territoriale delle Olimpiadi Italiane di Informatica che si sono tenute nei laboratori di informatica dell’Istituto Castelli di Brescia. I nostri due studenti, entrambi della classe 4ªF, accompagnati e sostenuti dalla professoressa Sabrina Branchi, si sono cimentati nella cerebrale sfida che ha coinvolto, a livello nazionale, 1122 studenti del triennio degli istituti secondari di secondo grado. Di ieri la notizia che Kristian Ziu (4°, 60° nazionale) e Daniele Menotti (10°, 138° nazionale) si sono piazzati nei primi dieci della nostra circoscrizione LOM4 (BS e MN). Inoltre Ziu si è qualificato per la competizione Nazionale delle Olimpiadi Italiane di Informatica, che si svolgerà presso l’Università degli studi di Trento – Polo Ferrari, dal 14 al 16 Settembre 2017.

Daniele Menotti

Daniele Menotti

Ecco la classifica dei primi dieci della nostra circoscrizione LOM4, comprendente la provincia di Brescia e quella di Mantova.

classifica qualificato punti Istituto Scolastico
Federico Minelli 44 IS E. Fermi
Stefano Vighini 38 IS E. Fermi
Daniela Brozzoni 29 ITI Castelli
Kristian Ziu 28 Cerebotani
Luca Giacominelli 24 IS E. Fermi
Chiara Ierardi 20 IS E. Fermi
Giacomo Gallina 17 LS Leonardo
Mirko Glisenti 16 IIS Giacomo Perlasca
Luca Greco 14 IIS C. Beretta
10° Daniele Menotti 14 Cerebotani



Parco delle fucine di Casto

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Le istruzioni prima di cominciare

La mattina del 3 aprile gli alunni delle classi 3 E e 3 A, accompagnati dalla cura e simpatia dei prof.ri Bandera, Marchione e Masetti, hanno lasciato l’istituto, diretti a Casto.

Questo paese della Val Sabbia era particolarmente noto, già nel medioevo, per la lavorazione del ferro. Tutt’ora rappresenta uno dei più fiorenti centri industriali del settore siderurgico nel territorio. Questa zona ospita numerose ferrate, per un totale di 1700 m di percorsi, con una palestra di arrampicata e itinerari per il trekking.

Appena arrivati ci siamo recati al rifugio, dove abbiamo depositato gli zaini e noleggiato l’attrezzatura. Le guide ci hanno mostrato come comportarci nella ferrata, prima di guidarci all’inizio del percorso. Prima di iniziare, ci siamo addentrati nel bosco, dove abbiamo avuto modo di vedere i resti di antiche fucine, delle quali ci hanno illustrato il funzionamento. Queste sfruttavano l’energia dell’ acqua per permettere ai fabbri la lavorazione del ferro.

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La ferrata nella gola del torrente

La ferrata da noi percorsa prende il nome di stretta di Luina, un tragitto di 380 metri, in un canyon largo 2-3 metri.

Al termine del percorso siamo tornati al rifugio per pranzare. Qui alcuni del gruppo si sono cimentati nell’attraversamento di un ponte tibetano, mentre altri si sono tuffati nelle fresche acque di un laghetto.

Dopo esserci rigenerati nel momento di pausa, ci siamo rimessi in marcia, per un trekking sulle montagne, lungo un sentiero in salita dal quale si poteva ammirare la valle sottostante. Affaticati, ma contenti siamo tornati al pullman per rientrare a scuola.

Abbiamo trascorso una piacevole giornata, immersi nella natura, tra sport, divertimento e storia.

Stefano Picchi, 3ªE

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Il “poiat” per la produzione del carbone

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Il ponte tibetano a tre funi




Viaggio di istruzione a Napoli

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Dal 28 Marzo al 1° Aprile le classi 4°C e 4°T sono state in visita alla città di Napoli, soggiornando all’Art Hostel, vicino Piazza Dante.

immagn2Il primo giorno, appena arrivati a Napoli in Frecciarossa, ci siamo diretti all’ostello per sistemare i nostri bagagli, per poi andare a pranzare (Il pranzo era ogni giorno libero).Dopodiché ci siamo recati a visitare la Napoli sotterranea, esperienza molto bella, non tanto per chi soffre di claustrofobia, essendo anche passati in uno spazio largo solo 50 cm, utilizzando come fonte di luce, le candele.

Tornati in ostello, come ogni sera successiva, ci siamo rinfrescati per poi andare a cenare in un ristorante alle 19:30 e infine, si tornava indietro per stare tutti insieme.Come ogni giorno, ci si riuniva ad una certa ora per la colazione, per poi cominciare con le visite.

immagn3Il secondo giorno abbiamo visitato alla mattina il centro storico di Napoli, mentre il pomeriggio siamo andati alla città della Scienza e abbiamo visto uno show Planetario più la visita guidata “Il mare e la scienza”.

Il terzo giorno è stata la volta della Reggia di Caserta, davvero una bellissima residenza storica, con un giardino immenso.Al pomeriggio abbiamo visto piazza del Plebiscito e siamo passati per la via dello shopping.Il quarto giorno è stato probabilmente il più piacevole, con la visita all’isola di Procida. Uno spettacolo incredibile, un panorama da lasciarti a bocca aperta

La gita scolastica è importante per gli alunni. Abbiamo passato molto tempo insieme, in una città molto bella, in cui vivono persone molto gentili e disponibili. Per non dimenticarci del buon cibo che abbiamo trovato a Napoli.

Penso sia stata una bella esperienza per tutti.

 

 




Gita a Praga

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Settimana bianca 2017

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Foto di gruppo al rifugio “Pasò”, l’ultimo giorno

Durante il mese di Gennaio, dal 23 al 27, le classi 3ªC, 3ªE, 4ªA e 4ªB del nostro Istituto hanno avuto la possibilità di partecipare alla settimana bianca, che quest’anno si è svolta ad Aprica, un piccolo comune in provincia di Sondrio. Gli studenti sono partiti verso le 5.30 e dopo due ore di viaggio circa, sono arrivati a destinazione, dove hanno rapidamente preso le camere per poi andare a noleggiare subito gli sci e mettersi in pista. I maestri di sci hanno successivamente diviso tutti quanti in gruppi rispetto alle capacità di ognuno in modo che tutti apprezzassero e sfruttassero al massimo l’occasione di imparare a sciare e divertirsi allo stesso tempo. Dopo le prime due ore giornaliere di sci con maestro e un po’ di sci libero, gli studenti con i professori si ritrovano a mangiare in un bel rifugio proprio in mezzo alle piste. Nel pomeriggio si prosegue a sciare fino alla chiusura degli impianti alle 16.30.

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vista dal rifugio Pasò

Successivamente ci si reca in albergo per potersi riposare dopo la faticosa giornata e, terminata la cena, tutti quelli che volevano hanno avuto la possibilità di fare un giro per il paese fino alle 22.30. I giorni seguenti la colazione era prevista per le 7.30 in albergo e appuntamento alle 9.00 con i maestri sulle piste fino alle 11.00 per poi poter pranzare al rifugio e avere libertà fino alla chiusura degli impianti, avendo la possibilità di scegliere se sciare, stare in albergo oppure fare una nuotata alle piscine comunali. La sera dopo la cena, come il primo giorno si aveva la possibilità di stare in albergo oppure fare un giretto per il paese fermandosi in dei bar o pub.

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il panorama innevato

Penso che il rapporto qualità prezzo è stato ottimale poiché con un budget inferiore ai 300 € ci hanno garantito un hotel più che accettabile più skipass per una settimana e con soli 35 € aggiuntivi per chi ne avesse avuto bisogno si poteva noleggiare l’intera attrezzatura sciistica per i 5 giorni. Inoltre i professori sono riusciti ad ottenere una convenzione al rifugio che ci permetteva di poter pranzare con un primo o un secondo più contorno e bibita a soli 7€. Io che sono uno di quelli che non avevano mai sciato, come molti altri, ero partito con l’intenzione di imparare, e credo di esserci riuscito, non sono divenuto di certo un campione ma ho appreso le basi e credo che sia stato fondamentale per divertirmi tutti i 5 giorni anche se il primo giorno è stato assai faticoso. Inoltre di pomeriggio i professori ci hanno fatto da secondi maestri, scendendo le piste insieme a noi per correggere qualche errore. La piscina comunale è stata utilizzata da pochi anche se, a parer mio, è modo ottimale per riposarsi e riprendersi stando a mollo nell’acqua, facendo qualche vasca o farsi gli scherzi nella piscinetta. Credo inoltre che l’esperienza andrebbe ripetuta nei prossimi anni e riproposta alle 3ª e 4ª future.
Dunque questo viaggio di istruzione è stato molto utile visto che ci ha insegnato e ci ha aiutato a scoprire uno sport che in pochi praticano, è stato molto faticoso per gli orari da rispettare e appunto perché lo sci in se stanca molto, ma è stato soprattutto molto divertente.

Mattia Fort, Conti Luca (3ªC)

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Un gruppetto di noi a quota 2334 m.s.l.




Il suicidio di Lavagna

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Roma, 16 feb – Un ragazzo di Lavagna è intercettato dalla Guardia di Finanza. Gli trovano dell’haschish. Ne fa uso e ne tiene un po’ a casa, verosimilmente per suo uso. Quando gli agenti perquisiscono la casa e trovano questi pochi grammi di droga, lui si getta dalla finestra e muore. Quando leggo questa notizia penso a ciò che sarà detto dalla maggior parte dei giornali, o sarà comunque suggerito: vedete a cosa porta l’inutile e cieca repressione di qualcosa che in fondo non fa male ma è semplicemente espressione di libertà ? In altre parole, ecco a cosa portano gli effetti della Legge Fini-Giovanardi, ecco perché si dovrebbe decriminalizzare l’uso (e la detenzione per uso personale) delle non meglio classificate droghe leggere, sicuramente della cannabis.
A me invece, da medico, viene in mente tutt’altro: quello che vedo professionalmente, sempre più spesso in questi ultimi anni. Un’amica di questo ragazzo, intervistata, accenna che lui parlava ogni tanto di non voler più vivere, appariva depresso. I disturbi dell’umore e l’uso di sostanze (senza alcuna distinzione tra leggere e pesanti) sono due fattori di primo rango che influenzano il rischio di suicidio. In questi casi non è tanto un’idea costante e strutturata, ma anche una facilità a reazioni impulsive, in cui una situazione di per sé rimediabile può avere un impatto tale da suscitare un gesto estremo. Sulla prima parrebbe che il ragazzo si sia ucciso per l’umiliazione e la vergogna, specie di fronte ai genitori, causata dall’intervento delle forze dell’ordine. E invece così non è, se – come si apprende oggi, dagli aggiornamenti – la madre stessa aveva richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, come gesto disperato per fermare una situazione di degenerazione personale e familiare. Un tentativo di far cambiare qualcosa, anche a prezzo di un danno immediato (una carcerazione), perché l’alternativa era qualcosa di peggiore: uno stato di intossicazione da cannabis. Molti canapisti si metterebbero a sorridere, o data la tragicità del fatto si arrabbierebbero, perché secondo loro è ridicolo affermare che la cannabis possa portare gravi problemi, figuriamoci un suicidio.
I dati della ricerca, che indicano chiaramente le modificazioni della funzione cerebrale indotte dalla cannabis, per loro non sussistono. O, se sussistono, riguardano una minoranza.
Eppure, una minoranza nutrita, perché le famiglie che chiedono un intervento medico non sono poche, troppe perché questo fenomeno sia considerato “leggero”, anche volendo insistere sulla leggerezza della droga. A chiedere aiuto sono spesso le famiglie, perché i consumatori, sotto effetto dalla cannabis, tipicamente non hanno più una visione empatica della realtà. Riferiscono di essere depressi, o irritati, per colpa dell’ambiente e che la cannabis, per loro, diviene un’ancora di salvezza: li calma, li consola. Invece i familiari vedono tutt’altro: da quando i loro figli la consumano gli studi vanno male, o si sono interrotti; la vita è divenuta improduttiva; i comportamenti anaffettivi, con tendenza all’instabilità umorale, dalla disperazione alla strafottenza, e con indifferenza rispetto ai rischi e  ai danni che si producono, in uno stillicidio continuo. L’unica verità su cui canapisti e non-canapisti sono d’accordo è che il problema della cannabis non è la dipendenza. Non mi pare che il resto, quello di cui abbiamo accennato, possa essere una questione secondaria, meno grave, meno allarmante. Questo caso non è il caso Cucchi.
Non si profila un abuso di potere, una violenza privata fuori dai doveri di rispetto e custodia. Stiamo parlando di una famiglia che, probabilmente dopo aver valutato altre soluzioni, cerca di recuperare il figlio “fermandolo”, senza poter prevedere un incidente di questo tipo. La madre stessa, nell’estremo saluto al figlio, fa riferimento ad un proprio senso di colpa, al “vuoto interiore” del figlio che forse non era stato in grado di capire fino in fondo. Tutt’altro a mio parere. Il “vuoto interiore” è un vuoto tossico, indotto da determinate sostanze, non un errore educativo o una debolezza caratteriale. Se sia una minoranza a correre questi rischi, è irrilevante: una società si preoccupa delle sue minoranze come delle sue maggioranze.
Sognare un mondo in cui questo tipo di sostanze sono “libere”, significa sognare una maggiore libertà di vuoti interiori, di gesti impulsivi, di affetti spezzati. Se c’è una via diversa dal controllo della diffusione delle droghe, ancora nessuno l’ha trovata né proposta.

Matteo Pacini
Leggi su: http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/il-suicidio-di-lavagna-e-qualche-verita-sulla-cannabis-57685/#Wjwq3zmAzT22yF4D.99




Scambio culturale Repubblica Ceca

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Berlino. Credo sia iniziato tutto da lì, dall’esperienza di scambio avuta in seconda superiore. Durante il volo di ritorno dai pochi giorni trascorsi ospite nella famiglia di una sconosciuta coetanea tedesca, già pensavo a quando avrei potuto compiere di nuovo un’esperienza del genere. Mi sono attivato quasi subito per trovare un’associazione che si occupasse di scambi scolastici all’estero ed ho trovato in Intercultura questa opportunità.
L’Associazione promuove e finanzia programmi scolastici internazionali con l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale e contribuire alla costruzione di una nuova educazione alla pace: ogni anno più di 2.000 studenti delle scuole superiori italiane trascorrono un periodo di studio all’estero e quasi 1.000 ragazzi da tutto il mondo vengono accolti nel nostro Paese. Dal suo esordio, Intercultura ha realizzato oltre 60.000 programmi di scambio.
Accedere ai programmi non è stato automatico. I volontari hanno accompagnato me e gli altri candidati attraverso vari gradi di selezione, per cercare di capire quanto era forte e sincera la motivazione che ci spingeva a partecipare.
Da un centinaio circa siamo rimasti ventiquattro.
Nel mese di Febbraio ho ricevuto la comunicazione: avevo vinto una Borsa di studio annuale per la Repubblica Ceca. Era certo finalmente, di lì a pochi mesi sarei partito.
A quel punto io e gli altri ragazzi e ragazze che avevano superato la selezione, abbiamo iniziato il percorso di preparazione. L’aspetto interessante è che gli incontri sono tenuti da ragazzi che hanno già compiuto la loro esperienza all’estero: chi meglio di loro può dire cosa è importante sapere, cosa si deve affrontare e su cosa è necessario riflettere? Una delle cose su cui ricordo abbiamo lavorato molto è stato il concetto di stereotipo e pregiudizio, quello che ognuno di noi prova, anche involontariamente nei confronti degli stranieri in base alla loro nazionalità, per riuscire a comprendere quello di cui noi, in quanto italiani in un paese straniero, avremmo potuto essere vittime.
Ad agosto 2015 sono partito, destinazione Roma. Lì ho incontrato i ragazzi italiani che avevano vinto il mio stesso programma. Il giorno dopo da Fiumicino è iniziata la nostra avventura.
In questo fantastico anno di cui non cambierei una virgola c’è stata la prima famiglia che mi ha accolto e accompagnato per i primi tre mesi, il Gymnázium Boženy Němcové, le pantofole a scuola per non sporcare il pavimento, i compagni di classe che mi portavano alle partite di Hockey, pensare in inglese, i professori che parlavano solo ceco, la solitudine, il Floorball, il corso di lingua ceca, alti e bassi. E poi la mia seconda splendida famiglia, le mie sorelle, Bert il cane di casa, Kami e Jesse, le lunghe camminate, lo sci di fondo, le tradizioni, le festività, la birra, Frisbee, pensare in ceco, le chiacchierate di storia con papà Ondřej, la serenità ma anche la nostalgia, i pacchi dall’Italia. I weekend con i Centri locali di Afs Intercultura, le attività di promozione degli scambi interculturali nelle scuole superiori, belle amicizie, le uscite turistiche con i ragazzi italiani in giro per la repubblica ceca, e poi gite a Berlino, Vienna, Budapest, di nuovo Berlino, Breslavia (Polonia). Ho avuto un inverno infinito, due balli del Diploma, ore e ore di autobus, treno, camminate infinite… e alla fine un emozionante goodbye party.
Il rientro a casa è stato proprio bello, la sera stessa ho avuto una festa di bentornato ed ho incontrato tutte le persone che hanno tifato per me, primi fra tutti i miei genitori.
Ho un po’ di nostalgia degli amici e da quando sono tornato seguo le notizie estere con più attenzione, quello che accade nel mondo oggi ha a che fare con persone che conosco e che significano qualcosa per me. Torno “a casa” a Hradec appena ho qualche giorno di vacanza da scuola ed è sempre una sensazione bellissima.
Quello che questa esperienza mi ha dato lo sto scoprendo un po’ alla volta, man mano che passa il tempo e come si dice in Associazione questa è “una storia che dura tutta la vita” e auguro a chiunque di poterla vivere.
Devo ringraziare il Dirigente Scolastico che ha curato il mio anno all’estero incontrando spesso i miei genitori e tutti i professori della 5F per il tempo che mi hanno dedicato al rientro. Hanno dimostrato una grande fiducia nella mia capacità di recupero e una grande comprensione per il mio iniziale stato di confusione.
Chiudo invitando tutti (ma soprattutto i ragazzi di seconda superiore) a visitare la pagina www.intercultura.it

Francesco Mangiarini

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