MTB: L’ORO IN FRANCIACORTA ad uno studente del Cerebotani

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Grande Filippo Baur!

Grande risultato per un nostro studente, Filippo Baur, della classe 3N, che ha svettato, per la categoria under 18, raggiungendo il gradino più alto del podio, nella “Granfondo Terre di Franciacorta Mtb”, con partenza ed arrivo ad Adrio. Sempre primo attore nella sua categoria, Filippo ha ottenuto questo prestigioso risultato grazie ad un intenso e costante allenamento e con un atteggiamento giudizioso durante la gara. Prova che impegno e ingegno fanno la differenza, cosi da essere dei vincenti.

Sicuramente, ci sentiamo in parte di condividere questa medaglia d’oro, pensando a tutte le uscite in mountain bike, a cui spesso Filippo era ed è, ancora, spesso presente, organizzate dai prof.ri Bandera, Masetti, Migliorati, auspicio di potere tornare presto ad riorganizzare l’evento della nostra Scuola: “Mtb Rookie Contest”, che già vide eccellere, nella sua prima edizione, in modo anche benaugurante per la sua carriera, proprio Baur.

Prof Domenico Marchione

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Il nostro Istituto stravince

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Il nostro Istituto stravince lo Hackaton GdB Da Vinci 4.0 portando a casa il primo e il secondo posto nella competizione.

Lunedì 24 maggio 2021 si è tenuta la premiazione nell’Aula Magna.

Il Giornale di Brescia è ospite del nostro Istituto: presenta il direttore del quotidiano, la dott.ssa Nunzia Vallini con il presidente dell’Editoriale Bresciana, Pierpaolo Camadini:

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Interviene il presidente dell’AIB, il dott. Giuseppe Pasini:

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Quindi la parola al presidente di Fab Lab Brescia, Massimo Temporelli, e al nostro Dirigente, il prof. Enzo Falco:

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La premiazione della seconda posizione, il team Hive:

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e la premiazione dei primi classificati al concorso, il team TecnoÉlite:

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Infine la foto di rito dei docenti che hanno seguito i team vincitori, il prof. Leonardo Capone per gli Hive e il prof. Paolo Rossi per i TecnoÉlite, con il dirigente:

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Altro sul sito del Giornale di Brescia, la pagina del Giornale di Brescia sullo Hackaton Da Vinci 4.0 2021

la redazione




Piccole donne

Piccole donne

CHI È LOUISA MAY ALCOTT?

È l’autrice del celebre libro “Piccole Donne”: Louisa Alcott creò l’eroina “Jo” modellandola su se stessa in Piccole donne, ma Jo si sposa alla fine del secondo libro mentre l’autrice non si sposò mai. Louisa cercava in tutti i modi di farsi spazio nel mondo dell’800.

TRAMA

Le quattro sorelle March, Meg, Jo, Beth ed Amy, in ristrettezze economiche, decidono per Natale di comprare un regalo alla madre unendo i loro risparmi, senza acquistare nulla per loro.
Poco dopo la signora March rientra a casa, portando una lettera del padre, in quel momento al fronte durante la guerra civile americana, come cappellano.
Durante una festa di capodanno a casa della ricca amica di Meg, Sally Gardiner, le due sorelle maggiori conoscono il vicino di casa, Lawrie Lawrence, e cominciano a frequentarlo. Un giorno Jo va a fare visita al ragazzo che è a casa ammalato e ne conosce il burbero nonno. La ragazza fa dei commenti negativi su un dipinto realizzato proprio dall’anziano signore, ma l’uomo, anziché prendersela, resta molto ammirato dalla schiettezza e dall’acume delle osservazioni della ragazza.
I rapporti tra le due famiglie diventano sempre più assidui. In particolare l’anziano signor Lawrence si affeziona a Beth e le regala il piano della nipote morta.
Il romanzo continua con il racconto delle vicende delle vite delle ragazze fino al termine della loro adolescenza.

ANALISI DEL ROMANZO

Il romanzo è una rivelazione per l’epoca, le donne venivano ancora discriminate e non valorizzate. L’autrice è riuscita a trasmettere l’impotenza della donna in quegli anni, ma Jo riesce a abbattere piano piano questa difficoltà facendosi spazio nel mondo del lavoro ed a essere indipendente economicamente e non.
Questo libro abbraccia tutti gli aspetti della quotidianità di quattro, piccole, donne nell’800.
Le quattro sorelle hanno caratteri decisi e sicuri che si consolidano sempre di più ogni volta che si gira la pagina.

  • MEG è una ragazza a cui piace la perfezione, il lusso. Sembra una ragazza superficiale ma, a termine del libro, sposa un uomo povero che ama alla follia, quindi rinuncia a tutto ciò che ha sempre bramato.
  • JO è la secondogenita, è una donna capace di rompere gli schemi visti e stravisti della società dell’800, è diretta, forte, sicura di se stessa e capace di farsi strada in un mondo completamente maschilista.
  • BETH è timida e sensibile ed ama la musica, caratterialmente è l’opposto della sorella Jo.
  • AMY è la più piccola tra le sorella e è profondamente manipolatrice ed egoista. Ha sempre voluto entrare nell’alta società e a fine libro ci riesce.

TEMATICHE TRATTATE

La tematica più importante è la lotta delle donne contro gli stereotipi sociali di quell’epoca. Le sorelle Meg e Beth non cercano di abbattere gli stereotipi sociali, anzi ne fanno parte e cercano in tutti i modi di farne parte, mentre Jo e Amy cercano di trovare un posto nel mondo per loro, di diventare qualcuno anche se sono donne; nel sequel del libro, però, anch’esse si adagiano ad uno stile di vita più convenzionale e si sposano.
Un’altra tematica importante è il lavoro. Ognuna di loro compie un lavoro differente, da fare lavori domestici ad andare a lavorare per guadagnarsi da vivere. In questo romanzo si capisce infatti che il lavoro è come se fosse il punto più alto della crescita personale e sociale.

RECENSIONE PERSONALE

Credo che questo libro sia stato fondamentale in quell’epoca e sia fondamentale tutt’oggi. Questo romanzo è capace di portarti nel mondo dell’800 e della difficoltà che avevano, e che hanno, le donne. La realizzazione personale è la cosa più importante e più gratificante che ci sia al mondo; il romanzo insegna ad inseguire sempre i propri sogni, i propri ideali di vita anche se ci sono delle difficoltà più o meno importanti, insegna a non arrendersi alla prima “caduta” e a “rialzarsi” sempre con grande determinazione.
Ho voluto parlare di questo libro per incitare tutte le donne e tutti gli uomini ad inseguire i propri sogni e non arrendersi agli ostacoli che la vita ci riserva.

Gioia Gugole, 2ªF

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Malala

«La pernice grigia sa già oggi, quello che accadrà domani.
Eppure cammina nella trappola lo stesso, catturata dai suoi aguzzini»

Malala YOUSAFZAI

Malala YOUSAFZAI

Un Libro da consigliare

Storia di Malala

di Viviana Mazza

Il libro scritto sulla biografia di una ragazza pakistana che a solo undici anni decise di alzare la voce contro chi voleva togliere a lei e a tante ragazze i loro diritti, di studio, di un lavoro dignitoso, di un un amore autentico, di una vita normale e felice; una testimonianza che aiuta a capire altri modi di “vivere” in base a dove si abita nel mondo, convivere assieme a crudeli tradizioni e continue ingiustizie, riflettendo su quanto siamo fortunati noi rispetto ad altri.

È un libro che insegna e che sprona a cambiare in meglio.

Storia di Malala

Chi è Malala Yousafzai?

Malala è nata nel 1997 in una città del Pakistan; all’età di undici anni inizia a creare un blog della BBC attraverso il quale documenta le caratteristiche del regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne. Si trattava di una sorta di un diario scritto in lingua urdu nel quale la bambina raccontava la sua vita nella valle di Swat. Nel 2012 il 9 ottobre, all’età di sedici anni, la giovane studentessa fu ferita alla testa da un proiettile mentre si trovava sul bus della scuola. Per fortuna si salvò dal proiettile, dopo una lunga l’operazione.

Il portavoce dei talebani, rivendicò la responsabilità dell’attentato, sostenendo che la ragazza “è il simbolo degli infedeli e dell’oscenità”; il leader terrorista ha poi minacciato che, qualora sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. Da quel giorno la vita della ragazza è cambiata; Malala è diventata una delle attiviste più famose al mondo, decisa  a impegnarsi in una una battaglia in nome dei diritti umani e all’istruzione.

Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, Malala ha lanciato, dal Palazzo di Vetro a New York, un appello per l’istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo.

Il 10 ottobre 2013 è stata vincitrice del Premio Sacharov per la libertà di pensiero. Il 10 ottobre 2014 è stata vincitrice del premio Nobel per la pace, diventando cosi la più giovane vincitrice di un premio Nobel. La motivazione del Comitato per il Nobel norvegese è stata: “Per la sua lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione”.

Malala riceve il Premio Nobel per la Pace

Malala riceve il Premio Nobel per la Pace

Il discorso di Malala all’ONU

Il discorso fatto all’ONU fu toccante ed efficace, fu fatto da Malala nel 2013, presso l’Assemblea della gioventù delle Nazioni Unite, a New York. Malala ha parlato in nome di tutti quegli attivisti che, come lei, lottano non solo per i loro diritti ma anche per raggiungere la pace, l’educazione e l’uguaglianza per tutti. Il discorso della studentessa è stato contro la guerra e a favore del diritto all’istruzione per tutti quei bambini che, sono costretti alla povertà e al lavoro minorile. Malala ha anche invitato tutte le nazioni sviluppate a favorire l’espansione delle opportunità di istruzione per tutti i bambini che vivono in condizioni poco favorevoli nei paesi in via disviluppo. La giovane attivista, determinata nella sua lotta contro l’analfabetismo e il terrorismo, ha invitato tutti a “impugnare” sempre libri e penne perché rappresentano le armi più potenti per sconfiggere le dittature e l’analfabetismo.

Malala è una donna da prendere sicuramente come esempio e punto di riferimento visto che, grazie alla sua lotta, è diventata la speranza di libertà per milioni di bambini che, ancora oggi, non possono purtroppo andare a scuola e avere una degna istruzione.

È grazie a persone come lei, che il mondo, in cui viviamo, è un po’ meglio di ieri, grazie a lei e, altre persone con la stessa tenacia, passione, convinzione, amore e impegno, che, negli anni, le cose sono cambiate sotto tanti punti di vista. Certo è che le vite di tutti possono continuare a cambiare in meglio se ognuno noi da il suo contributo.

Serena De Moliner, 3ªM




IMPARARE FACENDO: COSÌ I RAGAZZI SI TRASFORMANO IN INNOVATORI

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L’intervista al nostro dirigente Enzo Falco

«Bisogna curare il pubblico così come il privato». In questa affermazione di Enzo Falco, dirigente scolastico dell’istituto tecnico Luigi Cerebotani di Lonato del Garda, è racchiusa una volontà ferrea di riportare, trasformandola, l’istituzione formativa al centro dell’agire. «Il compito primo della scuola è quello di formare il cittadino ancor prima che il lavoratore – afferma Falco -. Per fare ciò è però fondamentale cambiare paradigma quando ci si confronta col panorama educativo».

Potrebbe approfondire questo concetto?

Il rapporto tra aziende e scuola è centrale, ma non deve essere l’unico che entra in gioco nel percorso di crescita dei ragazzi. Come mai il Bresciano ha uno dei tassi di scolarizzazione più bassi d’Italia? È presto detto. Le imprese sono alla continua ricerca di operatori da inserire nell’organico e i giovani, una volta terminate le superiori, sono allettati dalla possibilità di avere fin da subito entrate fisse. Ciò comporta che in pochissimi continuino il loro percorso formativo, in università o negli istituti tecnici superiori, uno dei quali (quello di Meccatronica ndr) ha sede proprio qui al Cerebotani.

Un problema non di poco conto viste le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro.

Con l’avvento del digitale serviranno sempre più conduttori di tecnologia e non meri esecutori. Queste capacità si apprendono però con un programma di formazione continuo. Al Cerebotani io e il personale docente, formato da 150 persone, stiamo cercando di introdurre questo approccio e qualche risultato lo stiamo ottenendo. In sei anni la percentuale di ragazzi che hanno deciso di continuare a studiare è passata da poco più dell’uno e mezzo al 20%.

La scuola italiana sta quindi rimanendo indietro?

Non dico questo, soprattutto per quanto riguarda la provincia bresciana, che sul fronte della formazione tecnica è ai primissimi posti in Italia. Manca però la spinta necessaria per trasformare l’approccio didattico, che non deve più rimanere ancorato alle modalità del passato, ma trasformarsi in ottica laboratoriale. Gli studenti devono imparare a imparare, mettendosi in gioco in prima persona. La nostra partecipazione al progetto Da Vinci 4.0 si inserisce qui. Per prendere parte all’iniziativa organizzata dal Giornale di Brescia con The FabLab e Talent Garden, le squadre di ragazzi coordinati dai professori devono prima seguire le lezioni e poi sviluppare un prototipo da sottoporre a una giuria di esperti, in un hackathon online sul portale web www.davinciquattropuntozero.it.

Ci spieghi meglio cosa intende per approccio laboratoriale.

Da un lato significa letteralmente imparare concretamente facendo. In tal senso il contributo del tessuto produttivo è importantissimo perché introduce all’interno della scuola il know how del lavoro. Lo vediamo per esempio nel nostro nuovo laboratorio territoriale di meccatronica, dove la fabbrica simulata al suo interno è luogo di incontro tra imprese, scuola e istituzioni. Dall’altro lato però la laboratorialità implica una modalità di apprendimento, ma anche di insegnamento, che si caratterizza per rapporti molteplici e reciproci, dove la formazione avviene tramite l’esperienza e il confronto diretto coi problemi.

La didattica a distanza ha in qualche modo influito positivamente per un cambio di passo?

Certamente l’utilizzo degli strumenti digitali può accelerare alcuni processi. Diversi istituti però già da tempo applicano metodologie riconducibili alla Dad. Noi per esempio, nell’ambito dell’indirizzo quadriennale Elettronica e automazione, da alcuni anni abbiamo deciso di far svolgere alcune ore di lezioni settimanali via web.

Un’ultima domanda. Le aziende sono presenti fattivamente all’interno dell’universo scuola. E le istituzioni?

Devo dire che anche da parte del mondo pubblico arrivano segnali incoraggianti. Si prenda per esempio l’annosa questione dell’edilizia scolastica. Il Cerebotani in sei anni è passato dall’avere 630 studenti a più di 1.400, con i nuovi iscritti che superano sempre di un centinaio i diplomati. Tale situazione comporta una carenza di spazi. La Provincia si sta muovendo concretamente per risolvere il problema e garantire a tutti i ragazzi luoghi di formazione adeguati nei quali poter crescere.

Stefano Martinelli

L’articolo origianle sul Giornale di Brescia




TecnicaMente 2020

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TecnicaMente 2.0 è il progetto Adecco che ha l’obiettivo di mettere in contatto gli studenti degli istituti tecnici con le aziende locali, favorendo l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Adecco ospita un momento di confronto tra gli studenti dell’ultimo anno e le aziende del territorio interessate a incontrare ed inserire giovani di talento.
Il progetto TecnicaMente 2.0 consiste nel proporre da parte delle aziende agli studenti alcuni progetti da realizzare o problematiche da risolvere. Non si tratta, pertanto, di un lavoro di routine già conosciuto e consolidato, ma l’occasione per applicare le proprie conoscenze e competenze al fine di realizzare o risolvere un progetto o un problema aziendale.
Quest’anno sono stati coinvolti nell’evento circa trenta studenti dell’IIS Cerebotani, organizzati in gruppi di lavoro e appartenenti ai diversi indirizzi dell’Istituto. Per quanto riguarda il corso “meccanici”, che ho seguito personalmente, questo ha visto la partecipazione di undici studenti organizzati in quattro gruppi, provenienti dalle tre quinte dell’indirizzo di meccanica.
Le ditte che hanno mostrato la loro disponibilità ad accogliere i nostri studenti sono state per quanto riguarda, appunto, il gruppo dei meccanici: Rima di Montichiari, Bicelli di Carpenedolo, Metallurgica San Marco di Calcinato e Coltri di San Martino, per quanto riguarda i chimici: ATL Abrasivi di Montichiari, e per quanto riguarda gli elettronici e gli informatici, che si sono presentati in un gruppo misto: Cavagna di Calcinato. Le ditte coinvolte si sono mostrate sin da subito ben disposte ad accogliere all’interno delle loro strutture i nostri studenti che, carichi di entusiasmo e aspettative, si sono applicati nel cercare di risolvere problematiche aziendali proposte. Purtroppo, sul finire di febbraio, si è abbattuta sul nostro Paese un’emergenza che ha costretto tutti a restare chiusi in casa e ci ha limitati a stabilire contatti online. In questo modo, il progetto ha continuato a progredire a “distanza”. Tuttavia, il gruppo dedicato alla ditta Coltri non ha potuto portare a termine il proprio lavoro perché sono venuti a mancare quel contatto materiale con l’azienda necessario a far sviluppare un lavoro che potesse essere continuato a distanza. Infine, il giorno 22 maggio i lavori sono stati presentati, per la prima volta nella storia di questo progetto, in modalità online su piattaforma Teams. Durante questa presentazione i lavori sono stati valutati da altre quattro ditte che si sono offerte di far parte del gruppo della giuria: tra queste troviamo la ditta Feralpi di Lonato, Duraldur di Desenzano, Parema di Calcinato e Ingenera di Carpenedolo.

Il gruppo vincente degli informatico-elettronici e i tutor di Cavagna

Il gruppo vincente degli informatico-elettronici e i tutor di Cavagna

Il gruppo vincente dei meccanici

Il gruppo vincente dei meccanici

Completate tutte le presentazioni, si sono classificate prime, a pari merito il gruppo dei meccanici che è stato seguito dalla Metallurgica San Marco di Calcinato e il gruppo elettronico-informatico seguito dall’azienda Cavagna, sempre di Calcinato. A gruppi vincitori sarà offerta la partecipazione ad un percorso di formazione post diploma.

Prof. Emanuele Zamboni




Olimpiadi di Robotica

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Sabato 11 e Domenica 12 Gennaio si sono tenute le qualificazioni delle olimpiadi di robotica tra varie scuole, competizione riuscita nel vasto programma della fiera dell’elettronica di Modena.

La nostra scuola è stata rappresentata dagli studenti Chiesa Federico, Mottinelli Marco, Bergamini Manuel, Gnaccarini Andrea, Bulgarini Dennis, Nemanja Milosevic, Tirelli Alessio, Bendini Alberto, Jones Joshua e Zappettini Omar, alunni della classe 5ªC indirizzo elettronico, che, accompagnati dal professore Strano Salvatore, hanno partecipato alle gare in programma.

La competizione prevedeva 4 diverse prove di programmazione: il labirinto, il segui-linea, il robo-calcio e il mini-sumo. Inoltre bisognava presentare un progetto volto a migliorare la vita a persone con disabilità. L’idea da noi sviluppata è un gioco per persone non-vedenti che consiste in un labirinto in cui le direzioni nelle quali è possibile muoversi vengono comunicate al giocatore attraverso l’assistente vocale di Windows. La parte di programmazione è stata pensata e scritta da Singh Jaspinder, studente della classe 5°C indirizzo elettronico, mentre la parte hardware è stata sampata e realizzata a scuola.

Il calendario della manifestazione prevedeva le diverse gare distribuite nell’arco dei due giorni, tra una gara e l’altra, era previsto un intervallo di 2-3 ore per permettere alle diverse squadre delle singole scuole di mettere a punto i rispettivi progetti in previsione della gara successiva.

I risultati ottenuti ci hanno permesso di classificarci al primo posto e di conseguenza la vittoria sottolineata dai complimenti ricevuti dagli organizzatori. Questo risultato ci permetterà di partecipare alle gare nazionali in programma a Forlì il 2 e 3 Maggio prossimi.

Si ringrazia la dirigente scolastica Battaglia Stefania per averci dato l’opportunità di partecipare alle olimpiadi di robotica.

Federico Chiesa




Competizione di matematica: Coppa Junior

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Siamo arrivati PRIMI!

Cioè, per dire come stanno le cose, la squadra della nostra scuola si è piazzata sesta, MA siamo stati i primi classificati tra gli Istituti Tecnici della nostra Provincia che hanno partecipato alla fase distrettuale della “Coppa Junior”.

Dodici le scuole bresciane che, Martedì 17 dicembre, si sono presentate al Liceo “Leonardo” di Brescia per questa importante competizione di matematica a squadre riservata al primo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, organizzata dalla Kangourou Italia, in collaborazione con il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Milano e con il Liceo Scientifico Leonardo di Brescia.

Ciascuna scuola era rappresentata da una propria squadra, composta da 7 ragazzi che si sono cimentati nella risoluzione di 15 quesiti di tipo logico-matematico, nel tempo di 75 minuti.

Ai primi posti si sono classificate le squadre di cinque Licei Scientifici presenti alla competizione e, dopo di questi, al sesto posto e prima tra gli Istituti Tecnici, si è classificata la squadra del Cerebotani.

Ottima, senza ombra di dubbio, la prestazione dei nostri ragazzi, che hanno saputo organizzarsi e confrontarsi al meglio durante tutta la gara, con particolare attenzione alla scelta del quesito jolly (non facile) e alla sua successiva risoluzione, che ha fruttato ben 116 punti.

Un plauso, dunque, ai nostri ragazzi che hanno saputo far bene!

Eccola, dunque, la bella squadra del “Cerebotani” che ha conseguito questo bel risultato: Casari Michele, Capitano (2A); Mottinelli Matteo, Consegnatario (2E); Donato Alfonso (2A); Scudella Nicholas (2C); Masciali Luca (2E); Comito Christian (1J) e Zhao Danny (1J).




Gara di ponti di spaghetti

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Nelle scuole superiori tecniche e nelle università dell’America settentrionale sono diffuse gare tra studenti per la costruzione di modelli di ponti utilizzando solo pasta e colla. I modelli da record mondiale arrivano a reggere pesi di oltre 300 kg forza-peso utilizzando solo 1 kg di spaghetti.

Anche noi studenti della 4ªM abbiamo provato a cimentarci in questa sfida.

La gara di ponti della 4ªM si è tenuta nel laboratorio di macchine fluido, nelle prime due ore del 28/10/2019, coordinata dal prof. Mazza e dal prof. Rossi.

La sfida prevede due sole regole (già ridotte rispetto alle originali): la prima impone una lunghezza minima di 50 cm e la seconda un peso massimo di 400 g.

La gara si è svolta in tre parti. La prima prevede la pesatura del ponte e la verifica della lunghezza minima. Nella seconda parte è necessario spiegare il procedimento di costruzione e il tempo impiegato. Nella terza parte occorre verificare la resistenza: il ponte viene appoggiato fra due banchi e sotto viene attaccato un peso da 500 g più alcuni dinamometri che da poter tirare a mano.

Relazione alla materia

Per costruire il ponte abbiamo dovuto studiare le forze applicate, le reazioni vincolari, la trazione e la compressione nei punti più critici dei ponti.

I vincitori della competizioine sono il prof Rossi, il cui ponte ha retto 17,5 Kg forza-peso, seguito dagli studenti Verzeletti, Merola e Maccaboni.

La gara si è dimostrata divertente e impegnativo, permettendoci di sperimentare come i materiali nelle costruzioni statiche debba essere distribuito con logica di ottimizzazione sia del peso che della resistenza.

Andrea Rezzola e Andrea Lorenzoni,  4ªM




Premiazione 1st MTB rookie CONTEST

L’ultimo giorno di scuola, dopo essersi tenuta la gara “Color Run” organizzata dal comitato studentesco, nel piazzale del nostro Istituto sono state fatte le premiazioni sia della Color Run stessa che della gara di mtb tenuta il sabato precedente. Per la 1st MTB rookie CONTEST sono stati premiati con una medaglia i primi sei classificati della gara cronometro individuale categoria Allievi e i primi sei della categoria Juniores. Inoltre sono stati premiate con un trofeo in vetro le prime due squadre delle due categorie le cui classifiche sono state ottenute sommando i tempi dei tre migliori per ogni classe scolastica. I primi classificati della individuale hanno ricevuto anche un trofeo notevole con un biker in metallo.

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Primo classificato categoria Allievi

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Podio categoria Juniores