Volo tra le righe

Nel pomeriggio di giovedì 23 maggio, alcuni studenti delle classi terze e quarte hanno partecipato all’incontro col famoso autore Marco Peano, il quale ha presentato il suo libro “Morsi”. Lui, intervistato da Alice Torreggiani, ha parlato di diversi argomenti presenti nel libro tra cui l’importanza delle parole, e, successivamente ha anche spiegato come funziona l’editoria italiana. L’incontro è stato reso più interessante e dinamico grazie alle frequenti domande poste dall’autore al pubblico. In seguito si è presentato l’assessore alla cultura del comune di Castiglione delle Stiviere Massimo Lucchetti, che, dopo una rapido discorso, ha assistito, per poi congratularsi, con i vincitori del concorso letterarioVolo tra le Righe”; questo concorso consiste nel produrre un lavoro di tipo artistico, letterario, cinematografico o musicale su uno dei tanti libri proposti dal concorso. Questa era l’ultimo incontro di una serie di 3, in cui abbiamo conosciuto altri autori famosi come Benedetta Bonfiglioli e Fabio Geda, di cui abbiamo già parlato in altri articoli. Sono stati premiati tutti coloro i quali sono arrivati sul podio, individualmente o in gruppo, di una delle categorie elencate, con particolare attenzione ai primi classificati, i quali hanno ricevuto in premio un e-reader e, 4 delle 6 prime posizioni, sono state occupate dal nostro istituto. L’incontro è stato molto interessante e formativo, per nulla faticoso e ha sicuramente invogliato molti a leggere di più.

Mattia Cappa e Davide Speranza

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Papa a Verona

Dall’Arena di Pace un grido di speranza nell’abbraccio tra Maoz Inon, israeliano che ha perso i suoi genitori uccisi da Hamas e Aziz Sarah, palestinese che ha perso suo fratello ucciso dall’esercito israeliano. Un momento molto commovente! Il 7 ottobre hanno perso  i propri cari ma non hanno perso la speranza di essere amici. Non hanno perso la speranza di rimanere fratelli. Giustizia e pace di baceranno!

Questo abbraccio mi ha ricordato l‘abbraccio ricambiato alla fine del nostro viaggio a Loreto, Assisi e Barbiana tra il Professore Domenico e lo studente Mirco. Entrare nel cuore dei nostri studenti e lasciare in loro un segno. Come ci ricorda la nostra canzone “Solo insieme”: ‘Lasciare il segno, questo è il mio unico impegno’. Lasciare, trasmettere ‘umanità’. La sfida di rimanere umani. I care, mi stai a cuore! Aiutiamoci, contagiamoci, attraverso le nostre parole, i nostri volti, le nostre azioni a seminare speranza nella mente, nel cuore e nel corpo dei nostri studenti: “Mi stai a cuore!”. Vi lascio il testo che avevo scritto al Dirigente Eugenio Campara dopo il nostro viaggio a Loreto, Assisi e Barbiana: “Abbiamo sentito attraverso i muri della scuola di Barbiana la voce di D. Milani che viveva la scuola come ‘un ospedale da campo’ per soccorrere i feriti, per recuperare gli emarginati e gli scartati.

Sì, abbiamo visto una scuola isolata in montagna, ma aperta alla realtà! ❤

Una scuola per aiutare i ragazzi ad aprire il loro “cuore” e la “mente” alla realtà.

Una scuola che grida ai suoi alunni ogni giorno: ” I care”, mi sta a cuore. Lo grida con gli occhi, con il silenzio, con la fermezza, con l’autorevolezza, con la tenerezza che a volte si può manifestare con un abbraccio quando diventa necessario.

Di una sana relazione di fiducia hanno bisogno i nostri ragazzi. ✨

Come Maoz Inon e Aziz Sarah vogliamo spezzare le catene dell’odio e collaborare insieme per costruire insieme questa alleanza, questa rete fraterna perché, come loro, crediamo che la pace sia la più grande impresa da realizzare.

Vi saluto con le parole di un grande maestro di speranza, Giovanni Falcone: «Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola».

In piedi costruttori di speranza!

Frantz

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I GUARDIANI DEL BENACO

Chi è Frantz Kourdebakir

Frantz Kourdebakir è un educatore, professore di religione e pellegrino di origini francesi, che basa il suo lavoro sulla speranza; infatti durante la nostra camminata portava con sé un candelabro con all’interno la Candela della Speranza accesa con la terza e quarta quadriennale.

Il suo cammino

Frantz ha iniziato il suo cammino in Francia dove, come professore di religione, ha deciso di intraprende un percorso interiore basandosi sulla speranza che i giovani possano cambiare il mondo. Arrivato in Italia ha insegnato sulla sponda veronese del Lago di Garda, iniziando con loro il vero e proprio percorso, stupendosi della poca conoscenza del territorio da parte dei ragazzi. Dopo il suo arrivo nella nostra scuola, con l’aiuto del professore Domenico Marchione che ha dato la piena disponibilità a questo progetto, ha consegnato ai ragazzi delle classi che hanno avuto la fortuna di partecipare al progetto dei Guardiani del Benaco (la terza e la quarta quadriennale) un foulard per intraprendere insieme il Cammino del Benaco, un cammino di 400 km in 18 giorni da realizzare con tutte le scuole del Lago di Garda. Queste classi hanno visitato LoretoAssisi, Barbiana e infine hanno viaggiato sul Lago di Garda con il «Battello della Speranza» in preparazione alla Giornata Mondiale dell’Acqua (il 22 marzo).

«Torniamo a camminare insieme per ascoltare il grido della terra e dei poveri»

La nostra esperienza con Frantz è stata una camminata che si è svolta dall’itis alla Rocca di Lonato. Durante un momento di socializzazione, pur non essendo una delle classi aderenti al progetto, Frantz ci ha raccontato la sua storia e il suo obiettivo al fine di formare e tutelare le nuove generazioni a partire di una rete con tutte le scuole del nostro lago per promuovere un’ecologia integrale. Durante la nostra passeggiata portava con se anche lo «zaino della responsabilità» con all’interno i resti della barca affondata a Cutro. Tra i resti c’erano: un giubbotto salvagente, due pezzi di scafo della nave e un biberon. Questi oggetti rappresentano la memoria: il biberon per ricordare i sogni dei bambini buttati nel Mare Mediterraneo e la nostra responsabilità di custodire i sogni delle nuove generazioni, mentre il giubbotto salvagente ci ricorda che siamo tutti sulla stessa barca e che per salvarci dobbiamo impegnarci a rimanere umani camminando insieme.

“I CARE”

Frantz ci ha invitato a mettere in pratica le parole del grande educatore D. Lorenzo Milano «I care! Mi sta a cuore!» per ribaltare l’atteggiamento dell’«I don’t care», quel «Non mi interessa» che non era solo una delle espressioni che hanno caratterizzato il pensiero e, quindi, la società del periodo fascista, ma che, in un certo senso, sta diventando anche il leitmotiv del nostro mondo.

Abbiamo concluso il nostro percorso con la bandiera della pace venuta dalla città di D. Tonino Bello ad Alessano in Puglia per ricordare la famosa Marcia per la pace nella capitale bosniaca assediata dall’esercito serbo a Sarajevo nel 1993.

Educare alla pace le nuove generazioni è diventata una priorità! Tornare ad essere uomini disarmati! Ma occorre un’azione intellettuale, bisogna che le nazioni promuovano le tecniche della strategia nonviolenta.

Simone Gobbi, Marian Zubani, Alessandro Bianchini, Enea Cavallari, Niccolò Giraldo – 3A

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Articolo AIGNEP

Tratto da AIGNEP.

 




Incontro Economy of Francesco

Mercoledì 28 febbraio 2024, la nostra giornata è iniziata con il caloroso benvenuto a Stefano Rozzoni e Maria Jordet, due esperti nell’ambito dell’Economy of Francesco. Questo è un progetto di educazione civica che ha coinvolto gli studenti per quattro ore di lezione, integrando le materie di IRC, matematica, lingua e lettura italiana e lingua inglese.

Fin dall’inizio, siamo stati profondamente ispirati dall’esperienza e dall’impegno di Rozzoni e Jordet nel promuovere un’economia più equa e sostenibile. Durante la giornata, abbiamo avuto l’opportunità di approfondire il concetto dell’Economy of Francesco nel contesto globale. Rozzoni e Jordet ci hanno fornito una panoramica generale, sottolineando l’importanza della collaborazione e dell’innovazione nel perseguire obiettivi significativi.

Un momento chiave è stato quando Maria ha condiviso la sua iniziativa in Bangladesh, dove i bambini realizzano bellissimi disegni utilizzando risorse locali, dimostrando come la creatività possa prosperare anche in condizioni difficili. Inoltre, una delle parti più significative della giornata è stata la videochiamata con un lavoratore nigeriano che lavora in un campo gestito dall’Economy in Nigeria. Attraverso questa connessione, abbiamo potuto ascoltare direttamente le sue esperienze e le sfide che affronta nel suo lavoro quotidiano, ottenendo così una preziosa prospettiva sull’interconnessione tra economie locali e globali.

Successivamente, ci siamo suddivisi in gruppi e abbiamo lavorato alla progettazione di soluzioni concrete per migliorare la nostra comunità, esplorando una vasta gamma di argomenti che includevano la salute e l’istruzione. Le presentazioni dei progetti sono state il momento culminante della giornata, permettendoci di condividere le nostre idee sia in italiano che in inglese, simulando una presentazione di fronte a un pubblico più ampio e diversificato linguisticamente.

In conclusione, questa giornata è stata estremamente educativa e motivante. Abbiamo imparato non solo dagli esperti, ma anche l’uno dall’altro, attraverso l’interazione diretta e il lavoro di gruppo. Siamo fiduciosi che le idee emerse durante questa esperienza possano tradursi in azioni concrete per migliorare la nostra comunità e contribuire a un’economia più equa e sostenibile per tutti. Un ringraziamento speciale a Stefano Rozzoni, Maria Jordet e all’istituto per averci permesso di vivere questa esperienza indimenticabile.

Classe 5H

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SETTIMANA BIANCA

Dal 6/02/2024 al 9/02/2024

Quest’anno come ogni anno il nostro istituto ha organizzato di portare in settimana bianca alcune delle sue classi terze. Hanno partecipato a questa meravigliosa esperienza due delle classi di meccanica, una singola classe di informatica e la classe del quadriennale.

1^ GIORNATA

Organizzazione viaggio

Il viaggio é partito dal piazzale di fronte all’entrata principale del plesso alle 5:40 del mattino, per arrivare alle hotel Torena e all’hotel Posta alle 8:00 del mattino circa.

Noleggio sci

Successivamente alla consegna dello skipass, tutti gli alunni e i docenti accompagnatori si sono diretti al noleggio degli sci dotati della propria casacca arancione di riconoscimento.

Finalmente sulle piste…

Alle 9 in punto del primo giorno eravamo tutti pronti per due ore di lezione con l’istruttore di sci. Iniziano subito, per coloro che non avevano mai sciato, i primi esercizi.

…ritorno in albergo

Dopo una giornata estenuante a sciare sulle piste, siamo rientrati in albergo verso le 17, ognuno nella propria camera, per prepararsi per la cena.

2^ GIORNATA

Il secondo giorno è iniziato con la sveglia alle 6:30/7:00 per poi andare per le 7:30 a fare colazione che comprendeva un buffet molto abbondante.

Al buffet sono seguiti i preparativi per andare al noleggio per riscaldarci e successivamente iniziare la lezione.

SCI

Il secondo giorno i gruppi di lezione sono stati divisi ancora creando gruppi più o meno bravi a sciare. L’istruttore ci ha fatto fare esercizi per imparare a fare curve per prepararci al giorno seguente a fare le piste. Nel pomeriggio molti ragazzi sono scesi dalla pista blu sperimentando cadute scontri con altri compagni e molto divertimento nello scendere in gruppo.

Sera

Dopo essere tornati in albergo la sera ci sono stati i preparativi per la cena, alla quale sono seguite persone che andavano a dormire nelle proprie stanze, che giocavano a carte o che giravano per le stanze a parlare con gli altri.

3^ GIORNATA

La terza giornata ha portato con sé un’anticipazione della colazione voluta dagli alunni per avere più tempo per prepararsi e andare in pista prima. Quindi c’era gente che alle 8:00 era in pista a sciare e ad aspettare la lezione con il maestro.

La lezione, per coloro che non era esperti a sciare, consisteva nel fare prima la pista blu per poi spostarsi e fare una pista rossa.

Il pomeriggio si è svolto senza intoppi, vedendosi creare un grande gruppo di ragazzi che sono andati a fare prima la pista blu con la musica, facendosi anche riprendere durante la discesa dai compagni più bravi e, successivamente, facendo una pista rossa.

4GIORNATA (l’ultima)

Il risveglio dell’ultima giornata è stato particolare perché ci siamo svegliati che stava piovendo. Abbiamo dovuto preparare tutti i bagagli per la partenza e lasciarli nella hall dell’albergo e poi siamo andati a sciare lo stesso rimanendo bassi di quota perché nevicava ad alta quota.

Con il maestro abbiamo fatto la pista blu con la neve fresca che è stata un bella avventura perché gli sci si incagliavano nei mucchietti di neve o se c’era troppo piano rischiavi di rallentare molto. Il pomeriggio per molti è stato breve perché, oltre ad avere la partenza alle 4:30 e dover essere in albergo prima, pioveva ancora quindi tanti hanno smesso di sciare.

Divertimento

Il divertimento in questi 4 giorni è stato ad altissimi livelli per diversi motivi:

  • Le molteplici cadute che hanno fatto tutti anche quelli esperti
  • Il fatto di andare a fare le piste in gruppi ampi e rischiare di cadere perché si era in troppi
  • Il cercare di dare una mano ai compagni caduti però cadere anche tu di conseguenza
  • Le sere passate a conoscere persone delle altre classi e non rimanere segregati nelle proprie camere
  • E molto altro

Penso però che le persone che si sono divertite di più siano state quelle che non avevano mai sciato e che si sono ritrovate nel giro di 4 giornate a riuscire a padronare gli sci (o quasi).

IONUT MARIAN ZUBANI TUDOSE

Settimana bianca - Panorama

Settimana bianca - Ragazzi

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Panorama

Settimana bianca - Panorama

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste

Settimana bianca - Piste




Giorno della Memoria

Nel Giorno della Memoria ricordiamo l’Olocausto, un periodo buio della storia del Novecento in cui la Germania nazista e i suoi alleati commisero il genocidio di sei milioni di ebrei e di numerosi altri individui considerati “inferiori”, come per esempio i disabili, gli oppositori politici, gli omosessuali, i neri, i Rom, i Testimoni di Geova, gli slavi e tanti altri. Secondo le stime degli storici, il numero totale delle vittime del nazismo oscilla tra i 12,5 e i 17,5 milioni, e gli ebrei rappresentano circa il 78% delle vittime.

Il Giorno della Memoria è stato istituito nel 2005 dall’ONU per onorare le vittime dell’Olocausto. La data più comunemente adottata è il 27 gennaio, in quanto segna la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’esercito sovietico nel 1945. In Italia, il Giorno della Memoria è stato introdotto nel 2000, per commemorare non solo la Shoah ma anche le vittime italiane del nazismo e gli ebrei perseguitati dal regime fascista.

Il termine “Olocausto” può essere interpretato in due modi: alcuni autori lo associano esclusivamente allo sterminio degli ebrei, utilizzando a questo scopo il termine “Shoah“, mentre altri ritengono che comprenda tutte le vittime del nazismo. Resta comunque la tragica realtà che milioni di ebrei e altri gruppi furono deportati nei campi di sterminio, subendo destini orribili come la morte nelle camere a gas o i lavori forzati fino alla loro morte. Le radici dell’Olocausto affondano nell’antisemitismo e nell’ideologia razzista del nazismo, che trovò l’opportunità di compiere questo genocidio durante la guerra.

Dopo essere salito al potere nel 1933, il Partito Nazista introdusse leggi discriminatorie contro gli ebrei e compì violenze di massa.
Il periodo tra il 1939 e il 1941 vide l’occupazione tedesca della Polonia e di parti dell’Unione Sovietica, dando inizio ai massacri perpetrati dalle SS attraverso gli Einsatzgruppen.
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale iniziò la fase più intensa dello sterminio, segnata dalla “Soluzione Finale” decisa durante la Conferenza di Wannsee nel 1942, che prevedeva la deportazione nei campi di sterminio, principalmente in Polonia, come Sobibor, Treblinka, Belzec e Auschwitz.

La Germania ricevette il sostegno dei Paesi alleati, compresi i collaboratori italiani che aiutarono a radunare e deportare le persone. In Italia, la Repubblica di Salò collaborò con i nazisti nella ricerca e nella detenzione degli ebrei. Tuttavia, i cittadini italiani manifestarono reazioni eterogenee: alcuni rifiutarono l’antisemitismo, mentre altri collaborarono con i nazisti nell’identificazione delle persone da deportare.

Cancello di Auschwitz

Rotaia Auschwitz

Filo spinato

Matteo Botturi 5F




Semestre in Canada

Sono Matteo Botturi, ho 18 anni e quest’anno frequento la 5F in questo Istituto.

L’anno scorso mi sono imbattuto in un’esperienza che mi ha cambiato e mi ha fatto crescere: studiare per un semestre all’estero.

Per la precisione ero in Canada, vivevo in un paesino di nome Powassan e andavo a scuola in una città vicina di nome North Bay.

 

Sono arrivato in Canada il 02/02/2023 a Toronto (partendo da Malpensa con scalo a Francoforte) alle 16:20, ho partecipato a qualche giorno di orientamento lì nella capitale dell’Ontario, in cui ci hanno mostrato alcune cose fondamentali da sapere per vivere in quella provincia.

Due giorni dopo (il 04/02) ho aspettato in aeroporto altri studenti che dovevano arrivare da altri paesi del mondo, per poi prendere una navetta che ci avrebbe portati alla nostra destinazione finale (che per me era Powassan) la sera stessa.

Quando siamo arrivati nel punto di ritrovo, c’era già la mamma ospitante ad aspettarmi, sono salito sulla sua auto e ci siamo diretti verso casa. La sera ero molto stanco per esser stato tutto il giorno in aeroporto, tant’è che sono andato subito a letto.

La mia famiglia ospitante era composta dalla mamma Vanessa, il papà Jonathan, il figlio Logan (di 8 anni), la figlia Mikayla (di 4 anni).

La loro casa si trovava all’interno di un bosco, molto lontana dal centro abitato; per quattro mesi siamo stati immersi nella neve. Mi è capitato di vedere delle alci vicino a casa.

I rapporti con la famiglia erano un po’ difficili, però alla fine è andato tutto bene. I ragazzi erano super affettuosi e infatti quando me ne sono andato erano molto tristi.

La scuola canadese è molto diversa da quella italiana. Le differenze più importanti sono:

  • a scuola c’erano tantissime fontanelle dell’acqua per riempire le borracce
  • dovevamo usare un’uniforme a scuola
  • arrivavo a scuola alle 8:25 circa e potevamo subito entrare a scuola e andare in mensa o in biblioteca a chiacchierare, fare alcuni compiti o ripassare
  • essendo in una scuola cattolica quando iniziavano le lezioni c’era una preghiera e poi l’inno canadese
  • ogni lezione durava 1h 15’ e poi tra una lezione e l’altra c’erano cinque minuti per cambiare aula e riposarsi
  • 50’ di pausa per pranzare
  • si lavorava tanto a scuola e di meno a casa
  • quattro materie al semestre che si ripetono tutti i giorni scelte dallo studente
  • per partecipare alla graduation (la nostrà maturità) bisogna avere un numero di crediti minimi obbligatori e altri facoltativi (alla fine di ogni semestre se si supera una materia, ovvero si ha più del 50% di media ponderata di tutte le verifiche nella materia, si ottiene il credito in quella materia)
  • se si va male in una materia non si perde l’anno o il semestre, ma solo la materia che, se è una di quelle obbligatorie per la graduation, bisognerà ripetere
  • i professori sono sempre disponibili durante il pranzo per ripassare per esempio un argomento che non hai capito
  • le loro superiori durano in media 4 anni (dal 9° al 12°), però ci si può maturare più in fretta o più lentamente
  • non esistono esami finali alla fine della scuola ma solo esami ogni fine semestre nelle varie materie che uno ha studiato

 

La mia giornata era molto ripetitiva: prendevo lo scuolabus alle 7:38, alle 8:00 cambiavo scuolabus e prendevo quello per la scuola, arrivavo a scuola alle 8:25 e andavo in mensa a chiacchierare con alcune amiche; alle 8:45 andavo in classe, alle 8:50 si pregava e si ascoltava l’inno nazionale, alle 8:55 iniziava la prima lezione (che per me era Geography: Physical Processes and Disasters); alle 10:10 uscivo dall’aula e alle 10:15 iniziava la seconda lezione (Information Tecnology: Introduction to Computer Science) fino alle 11:30; alle 11:35 iniziavo la terza lezione (Business: Financial Accounting Foundamentals); alle 12:50 finiva la lezione e iniziava il pranzo, durante il quale chiacchieravo con le mie amiche oppure andavo a ripassare qualche lezione; poi alle 13:45 iniziava l’ultima lezione (Chemistry) fino alle 15:00 quando finiva la giornata scolastica. Nel pomeriggio si potevano fare delle attività extrascolastiche, ma abitando molto lontano dalla città in cui era situata la scuola, non potevo partecipare, perché dovevo prendere lo scuolabus alle 15:15; alle 15:45 cambiavo bus e arrivavo a casa alle 16:00. Facevo due orette di compiti, chattavo con amici o chiamavo la mia famiglia in Italia, per poi alle 18:00 andare a cena. Quando finivamo la cena giocavamo quasi sempre ad un gioco in scatola io, la mamma e il figlio maggiore, per poi andare a letto alle 21:00 circa.

Ho avuto modo di partecipare alla graduation (senza però prendere il diploma perché ho fatto solo un semestre) e al Prom ed è stato bellissimo.

Grazie a questa esperienza sono cresciuto e mi sento molto più maturo di quando sono partito.

Matteo Botturi

Casa Famiglia Graduation Prom




Economia Fraterna

Il 12 Gennaio 2023 nell’Aula Magna dell’IIS “L. Cerebotani” si è tenuto l’incontro sul rapporto fra economia e religione, intitolato “Economia Fraterna”. Incontro svoltosi alla presenza di fr. Felice Autieri (storico ed esperto iconografico francescano) e del sig. Fabio Bonanni (segretario ASGI).

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In apertura, si è sviluppata la riflessione sul concetto di valore etico dell’economia da parte di Fra Felice Autieri del Sacro Convento di Assisi; questi, tramite un’analisi della figura di San Francesco, ha offerto una approfondita chiave di lettura del rapporto tra economia e francescanesimo. Sembra un paradosso, perché San Francesco, anche pur essendo mercante, disprezzò il denaro, conoscendo bene il potere e il senso di onnipotenza che esercita sull’uomo: non è l’uomo a possedere il denaro, ma il denaro a possedere l’uomo. Non per nulla egli si spogliò di tutto per essere libero dalle preoccupazioni della vita terrena. Pertanto, accanto al binomio povertà-libertà, incontriamo l’altro binomio francescano: povertà-gratuità, che costituisce il momento più attivo, che genera ricchezza e la fa circolare.

EconomiaFraterna1Un operato, quello francescano, che trova riscontro nella operatività, linea perseguita anche da importanti realtà come l’Associazione San Giuseppe Imprenditore (ASGI), presieduta dalla figura di Fabio Bonanni, che da anni è al fianco degli imprenditori per offrire supporto nei momenti di difficoltà. Nel 2018 è stato istituito il Premio Impresa Etica per premiare l’azienda che nell’anno ha saputo esprimere il maggiore impegno etico. Ma non solo, è stato istituito anche il Telefono Arancione, uno strumento che consente il dialogo e il supporto agli imprenditori in difficoltà tendendo loro una mano.

In chiusura dell’incontro è stato proiettato il film “Cantico Economico” di Giampiero Pizzol, che indaga il rapporto tra uomo e denaro.

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Uscita presso la Comunità Missionaria di Villaregia

A differenza dell’uscita del mese scorso a Verona, questo mese abbiamo spostato la nostra attenzione su un territorio da noi più vissuto, Lonato. In particolare, il focus di questa uscita era quello di incontrare dei missionari, italiani e non, che ci raccontassero di situazioni da loro vissute in prima persona di realtà purtroppo ancora oggi in essere in diverse parti del mondo.

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Una volta recatici alla “Comunità Missionaria di Villaregia”, poco distante dalla nostra scuola, abbiamo trovato ad accoglierci una missionaria di nome Paola, che ci ha raccontato di realtà da lei stessa vissute in Mozambico e Mali, due degli stati sudafricani tra i più poveri, che ci sembrano inimmaginabili per ragazzi come noi. La lotta per la sopravvivenza quotidiana, il tasso di criminalità e la sporcizia di quei luoghi sono ciò che ci ha più colpito, ma la cosa preoccupante è la mancanza di scolarizzazione tra la popolazione, bambini soprattutto, visti esclusivamente come forza lavoro.

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Giselle, una missionaria ivoriana, ha vissuto in prima persona in quei posti come assistente umanitaria, poiché si è sentita in dovere di essere guidata da uno spirito empatico che l’ha portata a servire la sua gente, in modo da rendere la loro vita il migliore possibile.

Proprio come Giselle non dovremmo rimanere indifferenti, bensì sarebbe giusto adattare dei comportamenti che evitino di produrre sprechi, sia per rispetto delle persone più sfortunate, sia per dovere morale.

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Dopo la presa di coscienza guidata dalle missionarie siamo finiti in un capannone a coprire, con pennarelli indelebili, etichette di calze donate da aziende locali alla comunità di Villaregia, che saranno poi vendute in modo da creare fondi da destinare ai missionari africani del Mali. Per agevolare questa raccolta fondi, l’organizzazione umanitaria ha offerto la possibilità di ottenere 300 grammi di cioccolato di qualità per donazioni da 15 euro. Non è una compravendita ma un opera di bene. Per saperne di più clicca qui.

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Concludo dicendo che è stata un’esperienza interessante e utile, in quanto in grado di coinvolgere mentalmente gli studenti, giocando anche sulla loro morale. Grazie all’iniziativa abbiamo avuto l’opportunità di prendere coscienza di realtà più difficili della nostra, attraverso le parole di chi effettivamente si è messo in gioco per cercare di migliorarle il più possibile.

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