Giovani al tempo del covid

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Bresciaoggi, 3 novembre 2020
Un ultimo raggio di sole è penetrato tra le fronde di un albero e  lo ha dipinto di una luce inusuale, azzarderei religiosa. L’ho guardato estasiata e ho colto come d’incanto la bellezza e la maestosità della vita.
In tempi così enigmatici e sofferti, voglio credere che quella luce, nascosta negli anfratti più oscuri della nostra anima, ci salverà e ci donerà ancora ragione di esistere.
Triste questo mondo bislacco. Triste la normalità tanto criticata. Bistrattata per la sua monotonia da tanti. Per il suo essere scontata. Quasi non eravamo coscienti della bellezza dei nostri respiri. Sarebbe stupendo riprendere la nostra Santa normalità. Per ora quasi utopia…
Cara nonna, quel giorno mi diedero il tuo nome! Mi hanno sempre raccontato che sorridesti compiaciuta; dopo aver aiutato la mia mamma a farmi nascere ed io aver proposto il mio primo pianto al mondo, mi cullasti tra le tue braccia sussurrandomi:” Nu core e na luce, gioia della nonna, luce trasi intra l’anima sua”. Sciuperei il mio salentino traducendo. Canto profetico? Chissà. Di sicuro un’indole ipersensibile alla ricerca di luce da sempre al di là di tutto, al di là di cattiverie gratuite vinte faticosamente grazie all’alto prezzo della divina indifferenza…
Bisogna dare Luce ai giovani…
I nostri ragazzi a scuola, anche se distanti, hanno bisogno di luce e noi non dobbiamo lasciarli al buio. Dobbiamo aver cura della loro emotività, dobbiamo accarezzare le loro emozioni, dobbiamo donare loro tanti raggi di sole… Non senza insegnare il valore delle regole, il valore del sacrificio. In questa guerra dall’imperturbabile nemico invisibile, devono anche conoscere il valore del sacrificio. Come l’ha conosciuto quel bimbo la cui storia ho raccontato oggi in classe che per andare a scuola, da un paesino in alta val Camonica, percorreva due ore di cammino. Tutti i giorni. Fino all’ultimo giorno  in cui gli regalarono il libro di Collodi come premio per essersi distinto nel profitto; quello stesso giorno, mentre ritornava a casa con quel libro in mano, trofeo dei suoi sacrifici, una mina confusa, in agguato, nel terreno, orribile reliquia della guerra conclusa da pochi anni, che pensava fosse un dono da portare al suo papà poco felice della scelta di studiare, purtroppo lo fece esplodere con tutta la sua gioia… povero piccolo dolce cuore.
Quel bimbo aveva goduto dell’abbraccio della natura tutti i giorni, monti straordinari i suoi compagni di viaggio, si inebriava dei colori dell’alba tutti i giorni, respirava l’immenso. I nostri ragazzi appaiono quasi alienati dopo sei ore davanti ad uno schermo. È un sacrificio. Servirà a fortificarli? Rischiano di esplodere  in un altro modo, purtroppo, se non doniamo loro luce. E non è vero, come si blatera in giro, che loro sono abituati a passare molte più ore davanti ad uno schermo per altri ludici motivi. Si dimentica che fa notizia solo la minoranza. I ragazzi sono anche tanto altro di bello e di grande! Sicuramente sarà  un cammino complicato e doloroso, ma dobbiamo fare di tutto affinché quell’ultimo raggio di sole, penetrato tra le fronde di un albero, li inondi e faccia loro scrutare la bellezza della vita. In fondo questo mondo  l’abbiamo dato noi così, se lo sono ritrovato senza avere nessuna colpa e quando scrivo “dobbiamo” intendo tutti, non solo noi docenti, la società tutta unita deve regalare un motivo luminoso per far credere nel giorno dopo ai nostri giovani.
Lo stesso raggio di sole inondi i miei amici artisti che hanno operato sapientemente in questi mesi per continuare a curare tanti dolori dell’anima con la loro arte, ma non sono stati compresi come tante categorie lavorative straziate… Ho sempre abbracciato profondamente i veri problemi di chi sa mettersi in gioco e non si lascia guidare dai fili del potere.
Polemiche e inutili diatribe da salottino tv o “internettiano”, violenze devastanti e assurde, fate largo al buon senso! Quel raggio di sole si infiltri tra i rami intricati di chi gestisce il potere e illumini le menti affinché si trovi una soluzione concreta. E come se non bastasse qualche giorno fa a Nizza, attacco vicino alla Chiesa di Notre-Dame, almeno tre morti, decapitata una donna. Notizia agghiacciante…
Infiniti raggi di sole dovrebbero irradiare tanto mondo balordo. Continuiamo a fare la nostra umilissima parte… È un dovere per tutti!
Lucia Trane



Digitalscape: VINCERE, GIOCANDO!

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“Non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì”
(Rita Levi Montalcini)

Digitalscape: vincere, giocando!

Giocare Per Imparare. Può funzionare anche nel mondo della scuola! Tutti abbiamo imparato giocando, almeno fino a quando eravamo bambini, ma perché non farlo ancora e di più ancora, a scuola?! Come ha ben detto la docente di matematica al “Cerebotani”, prof.ssa Emanuela Zani, che ha coordinato il gruppo vincente della nostra 2ªD: “Questo è il futuro della didattica, multimediale e non è, certamente, noiosa. Digitalscape è l’esempio concreto di una metodologia didattica diversa, dove i ragazzi, dalle informazioni e indizi avuti(ad esempio, come deve funzionare un computer per tenere in vita le persone, in ambito medico), sono riusciti, usando le proprie conoscenze e le giuste ricerche, con un, non cosa da poco! non comune pensiero divergente, trovare le risposte esatte. Hanno vissuto l’esperienza di lavorare in gruppo, il senso della forza della condivisione e del potere di essere sempre più e in modo intelligente curiosi, del voler competere, apprendendo, divertendosi: questa è didattica innovativa, dove potere valutare le competenze in modo esaustivo e con metodi gioiosi, altro che solo lezioni frontali!”. Hanno partecipato scuole di tutta Italia, come il Liceo Linguistico Copernico di Bologna, Istituto Tecnico T. Salvini di Roma, Liceo Scientifico Musicale Bertolucci di Parma, Liceo Scientifico di Vittorio Veneto , Liceo Linguistico di Novara, ISS Capirola di Leno e tanti, tanti altri Istituti, ma, primo fra mille, è risultato il nostro Istituto Tecnico-Industriale “Luigi Cerebotani” di Lonato. Agli inizi di marzo, quando si aveva oramai certa che la situazione scolastica sarebbe cambiata drasticamente, ci si è chiesti, come continuare a fare formazione? E’ così è stata concepita una didattica alternativa, utilizzando la rete, come per la DAD, coinvolgendo, però, gli studenti nel risolvere problemi e sfide, giocando. Domandone! In cosa consiste DigitalScape? E’ un gioco didattico on-line dove il mondo è caduto vittima di un’organizzazione criminale, capeggiata da Mr. Middleman il quale, a scopo di profitto, ha reso schiava l’umanità. Un gruppo di white hat (Nemo, un youtuber, Ulla, un’esperta di comunicazione, Quivis, un esperto di reti e dati) si organizza per svelare all’opinione pubblica il piano criminale. Dovranno, per fare questo, mettere fuori uso la rete dei criminali, attraversando diverse stanze (prove). Una bella e difficile prova per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che, dal 15 Aprile (proprio in piena emergenza Coronavirus), potevano liberamente iscriversi, su invito fatto dagli ideatori del gioco (alcuni professori digitali) alle diverse scuole di appartenenza; ai ragazzi era chiesto solo di essere muniti di una connessione e di un browser su un computer o un tablet ed appunto di cimentarsi nel superare le sfide proposte in diversi episodi (ben 28), in più giorni. I problemi che hanno dovuto risolvere riguardavano l’uso di strumenti tecnologici come i social media, il web, la posta elettronica e hanno toccato argomenti molto attuali come la sicurezza informatica, l’intelligenza artificiale e l’identità digitale. Grazie a tutti i partecipanti di questa avvincente avventura, che sia l’inizio, per una Scuola sempre più innovativa e rinnovata!

Alfredo Fuzzi, Enrico Zerneri, Pietro Gardinazzi (così come appaiono nel video delle premiazioni) sono riusciti a liberare l’umanità! La “NOSTRA” squadra è risultata vincente al Digitalscape, il primo torneo on-line tra Istituti Scolastici.

Il video

Classifica Finale

  1. IIS Luigi Cerebotani, Lonato(BS) CLASSE 2D
  2. Liceo Scientifico Arturo Tosi di Busto Arsizio
  3. ISIS Galileo Galilei di Ostiglia

I nostri compagni si sono meritati, ognuno, un Airpod Apple e la partecipazione ad un video su YouTube de i Pantellas. I secondi e terzi un buono spesa su Amazon.

Si può vedere anche la diretta su twitch.tv: Visualizza anteprima video YouTube Premiazione live twicht

Prof. Domenico Marchione




TecnicaMente 2020

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TecnicaMente 2.0 è il progetto Adecco che ha l’obiettivo di mettere in contatto gli studenti degli istituti tecnici con le aziende locali, favorendo l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Adecco ospita un momento di confronto tra gli studenti dell’ultimo anno e le aziende del territorio interessate a incontrare ed inserire giovani di talento.
Il progetto TecnicaMente 2.0 consiste nel proporre da parte delle aziende agli studenti alcuni progetti da realizzare o problematiche da risolvere. Non si tratta, pertanto, di un lavoro di routine già conosciuto e consolidato, ma l’occasione per applicare le proprie conoscenze e competenze al fine di realizzare o risolvere un progetto o un problema aziendale.
Quest’anno sono stati coinvolti nell’evento circa trenta studenti dell’IIS Cerebotani, organizzati in gruppi di lavoro e appartenenti ai diversi indirizzi dell’Istituto. Per quanto riguarda il corso “meccanici”, che ho seguito personalmente, questo ha visto la partecipazione di undici studenti organizzati in quattro gruppi, provenienti dalle tre quinte dell’indirizzo di meccanica.
Le ditte che hanno mostrato la loro disponibilità ad accogliere i nostri studenti sono state per quanto riguarda, appunto, il gruppo dei meccanici: Rima di Montichiari, Bicelli di Carpenedolo, Metallurgica San Marco di Calcinato e Coltri di San Martino, per quanto riguarda i chimici: ATL Abrasivi di Montichiari, e per quanto riguarda gli elettronici e gli informatici, che si sono presentati in un gruppo misto: Cavagna di Calcinato. Le ditte coinvolte si sono mostrate sin da subito ben disposte ad accogliere all’interno delle loro strutture i nostri studenti che, carichi di entusiasmo e aspettative, si sono applicati nel cercare di risolvere problematiche aziendali proposte. Purtroppo, sul finire di febbraio, si è abbattuta sul nostro Paese un’emergenza che ha costretto tutti a restare chiusi in casa e ci ha limitati a stabilire contatti online. In questo modo, il progetto ha continuato a progredire a “distanza”. Tuttavia, il gruppo dedicato alla ditta Coltri non ha potuto portare a termine il proprio lavoro perché sono venuti a mancare quel contatto materiale con l’azienda necessario a far sviluppare un lavoro che potesse essere continuato a distanza. Infine, il giorno 22 maggio i lavori sono stati presentati, per la prima volta nella storia di questo progetto, in modalità online su piattaforma Teams. Durante questa presentazione i lavori sono stati valutati da altre quattro ditte che si sono offerte di far parte del gruppo della giuria: tra queste troviamo la ditta Feralpi di Lonato, Duraldur di Desenzano, Parema di Calcinato e Ingenera di Carpenedolo.

Il gruppo vincente degli informatico-elettronici e i tutor di Cavagna

Il gruppo vincente degli informatico-elettronici e i tutor di Cavagna

Il gruppo vincente dei meccanici

Il gruppo vincente dei meccanici

Completate tutte le presentazioni, si sono classificate prime, a pari merito il gruppo dei meccanici che è stato seguito dalla Metallurgica San Marco di Calcinato e il gruppo elettronico-informatico seguito dall’azienda Cavagna, sempre di Calcinato. A gruppi vincitori sarà offerta la partecipazione ad un percorso di formazione post diploma.

Prof. Emanuele Zamboni




Alternanza scuola-lavoro, un’esperienza per conoscere le proprie attitudini

Ciao a tutti! Sono Nicola della 5ªA (del corso di meccanica) e desidero parlarvi della mia esperienza in Alternanza scuola-lavoro. Innanzitutto, chiariamo cos’è! Un tipo di didattica innovativa, attraverso la quale l’esperienza pratica, “sul campo”, aiuta a rendere più solide le conoscenze acquisite a scuola ed a testare e mettere alla prova gli studenti, sia in termini di preparazione che di personalità col vissuto del lavoro. È un rapporto, un percorso di investimento nelle risorse umane (cioè noi studenti), dal quale tutti traggono vantaggi: il sistema scolastico, le imprese e gli studenti, ovviamente. L’Alternanza scuola-lavoro è obbligatoria per tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi.

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È un innovazione presente nella legge 107 del 2015 (c.d. “La Buona Scuola”) in linea con il principio della scuola aperta. L’intenzione del legislatore era ed è di ridurre il divario tra le competenze in uscita del sistema educativo e le competenze richieste dal mondo del lavoro, consentendo, dunque, di risparmiare sia sui costi di ricerca e selezione del personale sia sui costi di formazione iniziale dei neo-assunti. Il provvedimento mette, altresì, al centro l’autonomia scolastica; si danno gli strumenti finanziari ed operativi a dirigenti scolastici e docenti per poterla realizzare. Agli studenti viene garantita un’offerta formativa più ricca che guarda alla tradizione (più Musica, Arte), ma anche al futuro (più lingue, competenze digitali, economia). Questo ha permesso un avvicinamento tra scuola ed impresa, che investe sugli studenti. A tal proposito, vediamo aziende che assumono studenti che hanno seguito presso di loro un percorso di PCTO, appena diplomati. Ciò ha garantito che l’alternanza scuola lavoro sia diventata parte del programma scolastico per tutto il triennio, ed è talmente importante al giorno d’oggi, come trampolino di lancio per il mondo del lavoro, da diventare materia di discussione nell’Esame di Stato, con un riconoscimento di crediti, utili per la carriera scolastica.

Io ho trascorso il mio periodo di alternanza scuola lavoro presso la LEONESSA S.P.A. , nel reparto Controllo Qualità. Il mio tutor aziendale, Cesare Amico, mi ha affiancato durante queste tre settimane di stage insieme a Luca Bertozzi ed Andrea Golini. In queste settimane ho osservato tutti i processi di produzione e lavorazione nei vari reparti, dal laminatoio alla tornitura, dalla foratura al dentatura, al montaggio e alla rettifica. Nel periodo di alternanza ho preso parte a varie attività, le quali mi hanno permesso di avere una visione a 360° dell’azienda. Mi hanno insegnato ad eseguire report di prima produzione con annesso utilizzo di tutti gli strumenti di misura, dopodiché, ho iniziato ad eseguire i controlli delle geometrie delle piste di rotolamento con la macchina con coordinate in 3 direzioni, controlli in accettazione, archiviazione certificati di collaudo, controlli col magnetoscopio, certificati prove materiali anelli laminatoio e vari controlli degli strumenti di misura.

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Questa esperienza mi ha insegnato a vivere nel posto di lavoro, cercando il più possibile di andare d’accordo con i collegi e cercando di non calpestare i piedi a nessuno. Essendo operaio al controllo qualità ero a stretto contatto con tutti gli altri operai dell’azienda, creando anche dei rapporti interpersonali.

Posso proprio dire che lo stage mi ha aiutato a capire come ci si comporta in ambito professionale, come ci si deve relazionare con persone più esperte e capire come gestrire varie situazioni, ad avere sempre un pensiero critico e propositivo. Insomma L’Alternanza, se adeguatamente impostata e realizzata, può davvero rappresentare un momento dove la scuola, l’azienda e gli studenti “vincono”, dove tutti possono trarne un giusto vantaggio.

Nicola Tironi, 5ªA




Fondazione “Istituto dei Ciechi di Milano”

DIALOGO AL BUIO

Viaggio d’istruzione alla Fondazione “Istituto dei Ciechi di Milano”

La giornata del 06/02/2020 non la dimenticheremo facilmente. È stato il giorno della nostra prima uscita! Infatti, la nostra classe, 1ªF (insieme alla classe 1ªB, e i docenti Domenico Marchione, Valeria Formosa, Yuri Palmieri, Elena Roncoli), si è ritrovata non in classe, ma sul pullman, direzione Milano, con meta primaria l’Istituto dei ciechi; il personale, ben organizzato ed efficiente, ci ha diviso in gruppi per affrontare il laboratorio linguistico-espressivo. Siamo entrati in una stanza (senza scarpe e oggetti luminosi) poco illuminata e Rosa, la nostra accompagnatrice, ci ha fatto osservare l’ambiente dove eravamo e man mano abbassava la luminosità della luce; quindi ci ha chiesto di formare un cerchio e dire i nostri nomi. Nel dire i nostri nomi, ci siamo sentiti tutti più tranquilli, perché all’inizio, nel buio divenuto totale, tutto sembrava difficile! Infine, la guida ci ha divisi in gruppetti da due, e ci ha fatto riflettere su argomenti sensibili, facendoci dire, ad esempio, la cosa più bella di noi e quella più brutta. Quest’esperienza ci ha insegnato l’importanza di percepire bene un suono e che, al buio, ci si sente più a proprio agio ad esprimere i proprio sentimenti, rispetto a quando si è alla luce, poiché non si pensa al giudizio altrui e si esprimono le proprie emozioni nel modo più sincero e vero che ci sia; le persone che hanno la possibilità di usare la vista, non danno importanza ad altre sensazioni da percepire. Invece coloro che non hanno questa possibilità, considerano la vista un senso aggiuntivo e non così importante, perché per capire una persona nel profondo bisogna basarci sulla voce interiore di essa e non sull’esteriorità, perché dall’esterno si può fingere di essere chiunque, mentre all’interno non si può nascondere il proprio essere. Nel buio diventa naturale parlare e la voce dell’altro svela le sue emozioni. Che esperienza meravigliosa! Dopodiché, usciti alla luce e apprezzando di più la vista, siamo andati a rifarci gli occhi visitando il Duomo di Milano. Nel pomeriggio abbiamo ammirato i vari negozi all’interno della Galleria “Vittorio Emanuele II”. Prima che arrivasse il pullman, ci siamo recati a visitare il Castello Sforzesco e l’Arco della pace, in piazza Sempione. Ci siamo fermanti, a riposarci, nel parco lì vicino per fare anche merenda e per comperare dei bracciali come ricordo di una bella giornata. Saliti sul pullman cantando a squarciagola fino a Lonato, siamo tornati felici e un po’ più ricchi…dentro. Grazie a chi ha organizzato questa bella uscita didattica! W la Scuola!

Stella Shima e Gioia Gugole – 1ªF

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Resistenze di ieri, Valori di sempre

Carissimo giovane dell’ Istituto Superiore “L. Cerebotani” di Lonato, “All shall be well”, Andrà tutto bene! Quindi, è argomento ormai noto e scontato parlarti di Resistenza. D’altronde, sono passati 75 anni e tre generazioni e con i protagonisti per lo più scomparsi nel tempo e tenuti vivi dai ricordi, con le piazze del 25 aprile sempre più vuote e “svuotate”.

E, allora, cosa dirti? Quali nuove riflessioni possono attirare la tua attenzione?

Il tricolore

Le derive contro le quali i nostri nonni o meglio, i vostri bisnonni, hanno combattuto sono sempre ripetibili (come un virus).

Siamo (o, eravamo parte!) la Società del Nuovo Millennio, quella del Benessere e dei Pil, INATTACCABILI, eppure siamo ora e, ancora, tutti contagiabili e bisognosi di benefattori e di eroi. “La storia passata si può, comunque, sempre ripresentare, in forme, non sempre uguali, ma simili!”, amava, Primo Levi, amaramente ripetere… non uno a caso!

Dietro e, durante, le camere a gas, gli stermini di massa, i forni crematori c’era una Germania con il più alto tasso di alfabetizzazione, al mondo, una patria apprezzata per suoi personaggi come Thomas Mann, Immanuel Kant, Bertolt Brecht, Albert Einstein e con una filologia, storiografia, filosofia che avevano esaltato i valori dell’uomo. Eppure, in pochi anni, questo popolo acculturato, ricco di possibilità economiche e di ideali si lasciò sopraffare da persone “educate al male”. Un caro amico, prete romano, ai tempi dei miei studi teologici, alla Gregoriana, parlando di idolatria, mi disse: “Siamo sempre insoddisfatti e ci lasciamo sedurre dalle menzogne”. Vedi, caro Domenico, “l’idolatria è un sistema di infelicità, creato dalla mente dell’uomo. Ti fa disperdere il presente, ti impedisce di apprezzarlo. Al contrario, vivi profondamente nel futuro, proiettando quello che non hai o quello che vorresti. Tutti vogliono un Dio, non ho mai incontrato un uomo che non vuole un Dio! un Dio è qualcosa per cui ti spendi e su cui ti appoggi e a cui chiedi la Vita. Invece, tendiamo a crearci noi un idolo ed a prostrarci ad esso; un idolo è qualcosa di immaginario; i vari idoli, capaci di stravolgere la realtà, sono qualcosa che vorremmo ma che al tempo stesso ci fanno disperare e, spesso, distruggere noi e gli altri, perché cercano perfezioni e performance inimitabili. Dovrebbero amarci per quello che siamo, ma gli idoli, la vita non la danno, la prendono e basta!”.

In questo tempo di Coronavirus, in cui si resiste in pantofole e sui balconi e non con anfibi e in trincee, dove non si dona più la propria salute (vita) per la libertà di tutti, ma si sacrifica la propria libertà per la salute di tutti, che dirti allora?!

Forse… anzi, senza ma e senza se, caro Giovane, prova ad ascoltare almeno questo: ci sono dei valori assoluti validi in ogni tempo, che se applicati, darebbero il giusto posizionamento dell’uomo nel Mondo. UMILTÀ – MANSUETUDINE – PAZIENZA.

Essere umili non significa mettersi in un angolo e non prendere mai premi! È conoscere il proprio valore e riconoscersi per quello che si è ed agire secondo il proprio percorso e amarsi per quello che sono io e amare per quello che sono gli altri. Uscire dagli angoli, con umiltà e porsi al centro della nostra vita, senza rancori, ma nella pace, cercando il nostro Ruolo!

Il Mansueto non è colui che non ama la guerra ed evita il pericolo, ma ne comprende l’inutilità e capisce che si vince quando nessuna guerra viene combattuta. Fare propria, nella vita, l’arte della negoziazione, entrando in relazione, sapendo che c’è posto per tutti e che insieme si è più forti e capaci (anche di vincere un virus).

La Pazienza non è uno stato passivo, ma contiene uno delle dimensioni più alte del tempo, l’attesa! Una dimensione attiva dell’uomo, cioè, la capacità di dominare le emozioni attraverso il divenire delle cose, belle o brutte che siano. Questo è il tempo della pazienza, dove stare con noi stessi. Conoscerci meglio per offrire al mondo il meglio, scoprendo i nostri talenti e dando e ricevendo ciò che è, veramente, importante: AMORE.

Buona Vita! Che sia un tempo giusto per tutti e un giusto tempo per te!

Prof. Domenico Marchione




Aprica ski 2020

Il gruppo in quota, pronti per sciare

Il gruppo in quota, pronti per sciare

Quest’anno le classi 3ªE, 3ªM e 4ªB hanno partecipato al viaggio d’istruzione “settimana bianca” organizzato dalla scuola. La gita è durata 5 giorni, dal 27 al 31 gennaio, e la destinazione scelta è stata l’Aprica. Sin dal primo giorno tutti gli studenti hanno potuto sciare per tutta la giornata, partecipando a due ore di lezione con il maestro della Scuola di Sci ogni mattina.

Gli studenti del Cerebotani ai campetti prima dell'inizio della lezione con i maestri

Gli studenti del Cerebotani ai campetti prima dell’inizio della lezione con i maestri

Inizia la lezione con il maestro assegnato al gruppo di massimo 10 studenti pari livello

Inizia la lezione con il maestro assegnato al gruppo di massimo 10 studenti pari livello

Il programma delle varie giornate è stato questo: colazione alle 7:30, arrivo alle piste da sci entro le 9:00 per partecipare alla lezione fino alle 11:00. Dopodiché si è lasciata agli studenti la libertà di decidere quando recarsi al rifugio “Pasò” per il pranzo, per poi avere la possibilità di continuare a sciare anche fino alle 17:00.

La pausa per il pranzo al rifugio

La pausa per il pranzo al rifugio

Dopo la giornata di sci, i professori si sono resi disponibili per accompagnare gli studenti interessati alla piscina del paese, e, dopo la cena delle 20:00, anche alla sala giochi per un po’ di svago.

In quota con la vista del monte Palabione

In quota con la vista del monte Palabione

L’impressione generale degli studenti è stata molto positiva, sia per quelli che avevano già esperienza con lo sci, sia per i “prima neve” che in poco tempo sono riusciti a prendere confidenza con questo sport.

Anche i professori hanno espresso la loro approvazione riguardo al comportamento complessivo tenuto dagli studenti. Possiamo quindi dire che è stata proprio un’esperienza esaltante.

Dario Bella e Luca Calzetta




Olimpiadi di Robotica

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Sabato 11 e Domenica 12 Gennaio si sono tenute le qualificazioni delle olimpiadi di robotica tra varie scuole, competizione riuscita nel vasto programma della fiera dell’elettronica di Modena.

La nostra scuola è stata rappresentata dagli studenti Chiesa Federico, Mottinelli Marco, Bergamini Manuel, Gnaccarini Andrea, Bulgarini Dennis, Nemanja Milosevic, Tirelli Alessio, Bendini Alberto, Jones Joshua e Zappettini Omar, alunni della classe 5ªC indirizzo elettronico, che, accompagnati dal professore Strano Salvatore, hanno partecipato alle gare in programma.

La competizione prevedeva 4 diverse prove di programmazione: il labirinto, il segui-linea, il robo-calcio e il mini-sumo. Inoltre bisognava presentare un progetto volto a migliorare la vita a persone con disabilità. L’idea da noi sviluppata è un gioco per persone non-vedenti che consiste in un labirinto in cui le direzioni nelle quali è possibile muoversi vengono comunicate al giocatore attraverso l’assistente vocale di Windows. La parte di programmazione è stata pensata e scritta da Singh Jaspinder, studente della classe 5°C indirizzo elettronico, mentre la parte hardware è stata sampata e realizzata a scuola.

Il calendario della manifestazione prevedeva le diverse gare distribuite nell’arco dei due giorni, tra una gara e l’altra, era previsto un intervallo di 2-3 ore per permettere alle diverse squadre delle singole scuole di mettere a punto i rispettivi progetti in previsione della gara successiva.

I risultati ottenuti ci hanno permesso di classificarci al primo posto e di conseguenza la vittoria sottolineata dai complimenti ricevuti dagli organizzatori. Questo risultato ci permetterà di partecipare alle gare nazionali in programma a Forlì il 2 e 3 Maggio prossimi.

Si ringrazia la dirigente scolastica Battaglia Stefania per averci dato l’opportunità di partecipare alle olimpiadi di robotica.

Federico Chiesa




Escursione Pasubio 2019

Il gruppo alla partenza

Il gruppo alla partenza

Il 14 e il 15 ottobre 2019, una cinquantina di studenti appartenenti alle classi 5ªB, 5ªC e 5ªM, accompagnati dai docenti Ardesi, Guerra, Masetti e capitanati dal prof. Bandera, hanno affrontato l’impegnativa ma entusiasmante escursione sul Monte Pasubio, là dove durante la Grande Guerra era il fronte con l’Austria. Partiti dalla sede del nostro Istituto la mattina del 14 ottobre, con qualche problema dovuto alla lentezza dell’autobus, si raggiunge prima Schio e poi Valli del Pasubio, quindi si cambia mezzo con un paio di navette da 20 posti in località Ponte Verde per arrivare a Bocchette di Campiglia, dove inizia il trekking con la “Strada delle 52 gallerie”.

Ingresso della prima delle 52 gallerie

Ingresso della prima delle 52 gallerie

Il cammino sul fianco della montagna fra una galleria e la successiva

Il cammino sul fianco della montagna fra una galleria e la successiva

Percorsi i 7 km e saliti i 900 m di dislivello della strada realizzata sul versante sud del Pasubio durante la I Guerra Mondiale per rendere sicuri i convogli di rifornimenti per le truppe arroccate al fronte sul Dente Italiano, si arriva al rifugio intitolato al Generale Achille Papa, dove il nostro gruppo si ristora con il pranzo al sacco, godendo di momenti di sole e aria frizzante che il primo giorno di escursione ci ha riservato.

L'ultima galleria con in vista il rifugio Achille Papa

L’ultima galleria con in vista il rifugio Achille Papa

Dopo la breve pausa, il gruppo riparte in direzione nord per salire verso il fronte, lasciando sulla sinistra cima Palon e arrivare, dopo 8 km di marcia in quota spesso lungo le trincee scavate nella roccia, al secondo rifugio, il Vincenzo Lancia, oggi trentino ma, all’epoca della Guerra, territorio del nemico Austriaco.

Il panorama in prossimità della "Selletta di Comando"

Il panorama in prossimità della “Selletta di Comando”

I resti della trincea lungo il fronte

I resti della trincea lungo il fronte

Il trekking prosegue lungo la trincea per scendere verso il pianoro che conduce al rifugio Lancia

Il trekking prosegue lungo la trincea per scendere verso il pianoro che conduce al rifugio Lancia

Il rifugio Vincenzo Lancia in territorio Austriaco (ora trentino)

Il rifugio Vincenzo Lancia in territorio Austriaco (ora trentino)

Raggiunto il rifugio si può finalmente riposare: i ragazzi si sistemano negli stanzoni preparati per la notte e si scende per la cena.

Un momento di convivialità al caldo dell'accogliente rifugio trentino

Un momento di convivialità al caldo dell’accogliente rifugio trentino

Il giorno successivo si riparte per il percorso di ritorno, di nuovo verso il rifugio Papa, ma questa volta sulla cresta del Monte Pasubio. Il tempo non è bello come il giorno precedente: una pioggerella fina, spinta da venti freddi che salgono il fronte sud della montagna e una nebbia a volte insistente ci accompagnano lungo tutto il percorso di 8 km fino al rifugio Papa. Raggiunta “Bocchetta delle Corde” a 1900 mslm, si inizia a salire sul Monte Roite (2144 mslm) per percorrerne la cresta e la trincea che la delinea in un trekking di saliscendi fino al “Dente Austriaco” (2203 mslm) e al “Dente Italiano” (2220 mslm). Entrati nella galleria “Achille Papa”, ormai in territorio Italiano, si sbuca proprio sulla cima Palon a quota 2232 mslm.

Il percorso in cresta sul Monte Roite

Il percorso in cresta sul Monte Roite

Verso il fronte e i "Denti"

Verso il fronte e i “Denti”

Una breve sosta e poi si scende verso il rifugio dove la pioggia si fa più insistente e ci costringe a rifugiarci proprio nella 52ª galleria per il pranzo al sacco. Finita la sosta anche la pioggia allenta la morsa e il cammino riprende per l’ultima tappa di quasi 10 km: la “Strada degli Eroi” che scende con una lunga serpentina il fianco del monte Pasubio, per lo più in territorio oggi trentino, fino al passo di “Pian delle Fugazze”, dove il pullman per il rientro a Lonato ci attende.

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La mappa del percorso: in rosso l'andata e in blu il ritorno. Nel riquadro le altimetrie (clicca per ingrandire)

La mappa del percorso: in rosso l’andata e in blu il ritorno. Nel riquadro le altimetrie (clicca per ingrandire)




Premiazione 1st MTB rookie CONTEST

L’ultimo giorno di scuola, dopo essersi tenuta la gara “Color Run” organizzata dal comitato studentesco, nel piazzale del nostro Istituto sono state fatte le premiazioni sia della Color Run stessa che della gara di mtb tenuta il sabato precedente. Per la 1st MTB rookie CONTEST sono stati premiati con una medaglia i primi sei classificati della gara cronometro individuale categoria Allievi e i primi sei della categoria Juniores. Inoltre sono stati premiate con un trofeo in vetro le prime due squadre delle due categorie le cui classifiche sono state ottenute sommando i tempi dei tre migliori per ogni classe scolastica. I primi classificati della individuale hanno ricevuto anche un trofeo notevole con un biker in metallo.

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Primo classificato categoria Allievi

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Podio categoria Juniores